23 ottobre, 2006

The Vatican connection: le tre fiere (prima parte)

Tutti conoscono le tre fiere che sbarrano il cammino a Dante nel I canto dell’Inferno. Il significato allegorico della lonza, del leone e della lupa è stato variamente interpretato: secondo la maggior parte dei commentatori, i tre animali adombrano tre disposizioni peccaminose, ossia l’incontinenza (l'incapacità di dominare le pulsioni), la matta bestialità (la violenza) e la frode. Per il sommo poeta, i peccati che originano dal pervertimento dell’intelligenza sono più gravi di quelli dovuti all’incapacità di dominare le passioni. Per questo motivo l’Alighieri esecra l’ipocrisia, il ladrocinio, il tradimento… tutte colpe gravissime. Per il Nostro un omicidio è meno grave di una menzogna: ciò può apparire paradossale, ma Dante aveva compreso che l’assassino spesso è un violento, che non sa controllare i suoi istinti, mentre un ipocrita è un simulatore-dissimulatore. Costui mentendo, usando parole melliflue, inganna gli altri.

Orbene, qualche lettore si è quasi risentito a causa della mia opinione circa la Chiesa di Roma, i cui vertici sono, a mio parere, una setta luciferina coinvolta in tutte le operazioni più nefande dall’assassinio della filosofa e scienziata alessandrina Ipazia, in poi. Ipazia, colpevole di aver promosso una libera coesistenza tra pagani, ebrei e “cristiani” nella città di Alessandria, fu scorticata viva per mezzo di conchiglie da alcuni fanatici istigati dal vescovo Cirillo. Qualcuno obietterà: una volta i “cristiani” erano intolleranti, oggi non più. Beata ingenuità! Bisognerebbe guardarsi da questi lupi travestiti da agnelli: l’altro giorno Benedetto XVI ha tenuto un discorso a Verona. Avete notato la scenografia? Il drappo rosso della tribuna abbinato al nero del fondo su cui aleggia un grottesco crocifisso-ectoplasma alle spalle del pontefice. Coincidenze? Può darsi. In ogni caso, ammettiamo pure per assurdo che la Chiesa di Roma sia solo un’istituzione decrepita di poltroni e di tedeschi lurchi: non merita una condanna dantesca? Cardinali e vescovi hanno mai speso una parola per stigmatizzare le leggi liberticide statunitensi, britanniche ed italiane o l’uso di armi ad energia diretta in Iraq o la dissennata politica dei governi che creano disoccupazione od il signoraggio bancario? No. Mai. I prelati si occupano solo di coppie di fatto, di scuole cattoliche, di aborto e di eutanasia. Nel migliore dei casi, sono sepolcri imbiancati.

Ammettiamo pure che costoro siano degli ignavi, dei pusillanimi, timorosi di contrastare i poteri forti: meritano di essere disapprovati, poiché “a Dio spiacenti ed a’ nemici sui”. Hanno mai levato la voce contro le ingiustizie e le soperchierie dei potenti? Il vescovo Romero, un’eccezione che conferma la regola, fu ucciso per essersi pronunciato contro i soprusi delle corrotte classi dirigenti e dei loro “bravi”: quando il futuro santo, Giovanni Paolo II, si recò in El Salvador in visita pastorale, alcuni fedeli gli chiesero che cosa pensasse dell’uccisione del porporato. Il papa, con la sensibilità di un agente della Gestapo, rispose: “Che cosa si aspettava, dopo aver pronunciato quelle parole?”

Che cosa ci possiamo aspettare noi da gente che santifica carnefici come Pavlevic, il croato distintosi nei massacri di ebrei, ortodossi e musulmani, canonizzato da lui, sì da lui, da Giovanni Paolo II, il papa più amato dagli Italiani (non solo), credenti ed atei. Le ipotesi sono due: o il papa polacco era completamente babbeo ed all’oscuro dei trascorsi un po’ discutibili di Pavelic o sapeva che presto un demone sarebbe, motu proprio, di sua iniziativa, stato elevato agli onori degli altari. Quale ipotesi vi sembra più plausibile?

6 commenti:

  1. Ciao Iolao, utilissimo il tuo contributo per il quale ti ringrazio. Aggiungo solo che Ipazia è considerata l'inventrice dell'astrolabio e Cirillo fu canonizzato: un altro santo all'inferno. Ad Ipazia è stato dedicato pure recentemente un romanzo storico.
    Ciao

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  2. E allora - aggiungo io - che dire del fatto che lo stesso Giovanni Paolo II abbia elevato alla porpora cardinalizia il vescovo Marcinkus subito dopo i torbidi intrighi che portarono a morte Giovanni Paolo I e al crack del Banco Ambrosiano?
    Lo storico David Yallop nel suo classico ' In nome di Dio' additò senza mezzi termini Paul Marcinkus come uno dei mandanti responsabili dell'omicidio di Papa Luciani.
    Ma si sa: la gente ha la memoria corta e si accontenta di emozioni epidermiche donde l'isterica ammirazione per una figura quantomeno discutibile quale fu il Papa polacco.

    L'Alighieri si mangiò il fegato per tutta la vita allo spettacolo indegno della corruzione della Chiesa medievale e quindi, caro Zret, a distanza di tanto tempo ti trovi idealmente in sua compagnia. Ma credo non convenga nemmeno più stupirsi ed arrabbiarsi di fronte a tanto scempio. Ti lamenti del fatto che mai una voce di protesta si sia levata dai chiericuti per condannare i crimini politico-bellici del tempo presente. Ma ti risulta che qualcuno in seno ad essa si sia mai preoccupato di condannare i lager nazisti e stalinisti, il bombardamento di Dresda, le bombe atomiche sul Giappone ormai allo stremo, gli orrendi massacri operati dagli Americani in Viet Nam e così via?
    La risposta la conosci.
    Fatto sta che, secondo me, le gerarchie cattoliche sentono avvicinarsi inesorabilmente la fine, una fine violenta e ignominiosa e pertanto annaspano, balbettano, si dimenano nella speranza che non sia così. Ma il tempo inesorabile fa giustizia di ogni forma esteriore, nulla resiste al suo impeto inesorabile. Nemmeno le tradizioni religiose e spirituali resistono ad esso.
    Il Cristianesimo è una religione misterica nata nel periodo ellenistico e miracolosamente giunta ai tempi nostri.Non si sa bene quale fosse la sua forma iniziale e come sia stata fondata Il problema delle sue vere origini è uno dei grandi misteri insoluti dell'indagine storica. Ma come recita un aforisma stoico: ' Omnia aucta senescunt et vetera occidunt'. E' ormai questione di tempo, di poco o pochissimo tempo e di tale religione non rimarrà nulla nonostante i molti momenti di effettiva grandezza da essa vissuti e la sua presunzione di essere eterna, inattaccabile, indisttruttibile anche nella sua forma esteriore.

    Ciao, Paolo

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  3. Ciao paolo. Sottoscrivo in toto il contenuto del Tuo efficacissimo intervento.

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  4. Ciao Paolo, come sempre illuminante e profondo il tuo commento. Sì, mi sento in compagnia di Dante, che tra l'altro era in contatto con l'ebreo Emanuel Romano e conoscitore della cultura araba. Un eretico che appariva ortodoso. Su Dante ho intenzione di scrivere un articolo che è la continuazione di Dante e il veltro celeste.
    Ciao e grazie.

    P.s. Hai un bellisimo stile: sei uno scrittore? Un romanziere?

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  5. Ciao Zret,
    sono capitato nel tuo blog e sto dando un'occhiata qua e la. Ho letto il tuo ultimo post sulle tre fiere. Premetto che non condivido il tuo pensiero anticlericale (spero che non ti offenda), anche se capisco benissimo tutte le argomentazioni riguardanti la mafia e la corruzione presente nella Chiesa. Purtroppo la Chiesa è sempre stata corrotta perché il male appunto serpeggia dove c'è più bisogno (per lui) di disgregazione. Io la metterei su questo piano: è vero la Chiesa è un covo di delinquenti (talvolta), ma rimane pur sempre l'espressione tangibile del progetto di Cristo, quello cioé di fondare la Chiesa (Pietro su questa pietra io fondo la mia chiesa). Basti pensare poi al mandato che ha rilasciato ai suoi discepoli per diramare appunto la sua dottrina. Pertanto credo che la Chiesa in se stessa, come progetto del Cristo, trascenda il male degli uomini e che sia invece (anche se non viene espressa) la ferma e decisa volontà di far conoscere al mondo l'amore del Padre. Passami a trovare!

    - Luca

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  6. Ciao Luca, il discorso è lungo. L'ho affrontato in Tautoteologi.Ti ringrazio per il tuo commento, anche se da studi miei ed altrui si evince che la Chiesa fu fondata da Paolo e non da Cristo. In ogni caso, rispetto tutte le idee e penso con Simmaco che si possa giunger allo stesso segreto per vie diverse. Ciao. Verrò a trovarti.

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