11 dicembre, 2006

Ritratto di famiglia in un inferno

Recentemente il quotidiano della Satan Sede, L’osservatore romano, ha tuonato contro i progetti legislativi volti a legalizzare le coppie di fatto. Non intendo soffermarmi sulla crociata del Nazivaticano a difesa della famiglia, perché il risalto dato dai media a questo tema rientra nella solita guerra psicologica, ossia in una diffusione di notizie false o distorte o insignificanti per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica da problemi reali (i conflitti prossimi venturi, le scie chimiche, la costruzione di basi sotterranee, la crisi del dollaro e dell’economia statunitense, il commercio di armi, i rapimenti di bambini, le carneficine, le nuove malattie…). Non occorre nemmeno ribadire l’infinita ipocrisia di chi afferma di voler difendere i valori familiari: sono persone divorziate dal ménage molto disinvolto, il cui matrimonio è stato annullato dalla “Sacra” rota. Sono satiri con decine di concubine ed alcove.

Bisogna, invece, ricordare una volta per tutte che la famiglia non è il fondamento della società, ma per lo più un’istituzione borghese: dietro la facciata di rispettabilità, quante turpitudini e contraddizioni! Una conoscenza anche superficiale dell’antropologia ci rivela che non fu la famiglia la cellula delle società, ma il clan, se non l’orda, con rapporti ora matrilineari ora patrilineari. Solo con la diffusione dei gruppi neolitici e della divisione del lavoro, cominciò ad affermarsi la famiglia come la intendiamo noi, ma era comunque un gruppo allargato e fluido. Presso i popoli nomadi il patriarca ha più di una compagna, come Abraham.

La famiglia difesa dalla Chiesa è quella hegeliana, autoritaria e monolitica che, in modo non fortuito, rispecchia lo stato “etico”, un altro organismo rigido ed accentratore, che di etico non ha niente. Più o meno nello stesso periodo in cui Hegel scriveva i suoi voluminosi testi, Manzoni concepiva nei Promessi sposi un’orrenda, blasfema trimurti composta dal principe padre, dalla madre e dal principino: questi tre mostri di egotismo trasformano la vita di Gertrude in una camera di tortura. L’ambiente familiare, per lo scrittore milanese, può divenire un teatro della crudeltà, poiché, nel suo ambito, talora, si accendono e conflagrano dissidi, si manifestano interresi biechi, sentimenti di insofferenza ed incomprensioni. È questa la famiglia voluta e santificata dalla Satan sede: una prigione tetra e fredda.

Non è forse, invece, preferibile una situazione più aperta e libera che insegni a superare il geloso egoismo ed il superbo senso di appartenenza ad un lignaggio? Non è un caso se le famiglie che dominano il mondo sono ossessionate dai legami di sangue e praticano ancora oggi, come in un lontano passato, l’endogamia, anche se dissimulata, celebrando unioni tra cugini. È questa la famiglia voluta e santificata dalla Satan sede: uno strumento per una spregiudicata scalata sociale, grazie al più sfacciato nepotismo.

D’altronde creature infernali possono soltanto dipingere un ritratto di famiglia in un infe
rno.

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