X Y è il conduttore di una delle più abominevoli trasmissioni della RAI, ***. La leggenda narra che X Y, dopo essersi laureato (potenza del CEPU) alla Bocconi, si sia specializzato in arte italiana del XX secolo. Nel programma, X Y interpreta il ruolo dell’anfitrione che, con modi affabili e conversevoli, intrattiene gli ospiti, colloquiando di arte e di varia umanità.
Non credo si possa immaginare persona più frivola di questo critico d’arte fallito. È pur vero che i critici sono quasi sempre dei parassiti che costruiscono cerebrali elucubrazioni solo per ostentare la loro vanità di pseudo-intellettuali snob, ma costui supera tutti per supponenza, ammantata, però, di sdolcinata amabilità. Questa ipocrisia lo rende insoffribile, almeno quanto i suoi commensali, gentildonne incartapecorite ed ingioiellate come tenutarie di postriboli fin de siécle, tronfi intellettualoidi, parvenus di una volgarità sconvolgente, rampolli degeneri di stirpi slombate. È proprio la volgarità la cifra di questo programma, intesa come pacchiana ostentazione di un prestigio che deriva solo dal denaro e dal nepotismo più sfacciato.
Da dove spunta questo vanesio che è convinto di essere un fine conoscitore della pittura, della scultura e dell’architettura di ogni epoca e luogo? Come sopportare la sua erre viscidamente arrotata ed i suoi discorsi melliflui ed inconsistenti? Come resistere per più di un paio di minuti di fronte allo spettacolo laido di *** che incarna l’infinita dozzinalità ed il fatuo sussiego dei personaggi descritti da Gadda nella Cognizione del dolore? Sembra proprio di vedere la crassa borghesia insubre assisa attorno a laute imbandigioni ed impegnata in melensi conversari. È il ritratto perfetto di un’umanità sfatta, corrotta fino al midollo, consumata dal vuoto interiore, nonostante, anzi per via di modi che vorrebbero essere signorili e sono stucchevoli sino a causare conati irrefrenabili.
Come definire costui? Non è neppure uno zerbinotto svenevole. Ricorda semmai un flaccido eunuco che ronza attorno a donne bellissime, uno spadone intento ad intrattenerle con facezie pronunciate con voce querula, ancheggiando e sbattendo femminilmente le palpebre.
Non è un oltraggio il pagamento del canone RAI per assistere a tale scadente vaudeville?
Che dire, infine, degli sperticati sproloqui con cui X Y esamina le opere dell’ingegno umano? Per commentarle conosce un solo aggettivo “commovente”. Davvero commovente questo personaggio… perché è patetico.
Non credo si possa immaginare persona più frivola di questo critico d’arte fallito. È pur vero che i critici sono quasi sempre dei parassiti che costruiscono cerebrali elucubrazioni solo per ostentare la loro vanità di pseudo-intellettuali snob, ma costui supera tutti per supponenza, ammantata, però, di sdolcinata amabilità. Questa ipocrisia lo rende insoffribile, almeno quanto i suoi commensali, gentildonne incartapecorite ed ingioiellate come tenutarie di postriboli fin de siécle, tronfi intellettualoidi, parvenus di una volgarità sconvolgente, rampolli degeneri di stirpi slombate. È proprio la volgarità la cifra di questo programma, intesa come pacchiana ostentazione di un prestigio che deriva solo dal denaro e dal nepotismo più sfacciato.
Da dove spunta questo vanesio che è convinto di essere un fine conoscitore della pittura, della scultura e dell’architettura di ogni epoca e luogo? Come sopportare la sua erre viscidamente arrotata ed i suoi discorsi melliflui ed inconsistenti? Come resistere per più di un paio di minuti di fronte allo spettacolo laido di *** che incarna l’infinita dozzinalità ed il fatuo sussiego dei personaggi descritti da Gadda nella Cognizione del dolore? Sembra proprio di vedere la crassa borghesia insubre assisa attorno a laute imbandigioni ed impegnata in melensi conversari. È il ritratto perfetto di un’umanità sfatta, corrotta fino al midollo, consumata dal vuoto interiore, nonostante, anzi per via di modi che vorrebbero essere signorili e sono stucchevoli sino a causare conati irrefrenabili.
Come definire costui? Non è neppure uno zerbinotto svenevole. Ricorda semmai un flaccido eunuco che ronza attorno a donne bellissime, uno spadone intento ad intrattenerle con facezie pronunciate con voce querula, ancheggiando e sbattendo femminilmente le palpebre.
Non è un oltraggio il pagamento del canone RAI per assistere a tale scadente vaudeville?
Che dire, infine, degli sperticati sproloqui con cui X Y esamina le opere dell’ingegno umano? Per commentarle conosce un solo aggettivo “commovente”. Davvero commovente questo personaggio… perché è patetico.
Ciao Angela, costui è un Carneade spuntato dal nulla e che finirà nel nulla. Ciao! Buona domenica!
RispondiEliminaSì, Marzian è lui. Sono stato caustico, ma a volte ci vuole...
RispondiEliminaVedrai che insisteranno a mandarti le lettere che fai bene a strappare. Ciao!
Certe persone parlano, parlano, parlano ma spesso non sanno nemmeno cosa dicono. Eppure, la loro parlantina incanta chi non riesce a cogliere le loro vane parole. Ciao
RispondiEliminaCiao Angela, preferirei non dirtelo. Un indizio: porta gli occhiali. Ciao
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