15 gennaio, 2007

Il Padre e la Madre

Onora il Padre e la Madre (Esodo)

“Gesù disse: Chiunque bestemmia contro il Padre sarà perdonato e chiunque bestemmia contro il figlio sarà perdonato, ma chiunque bestemmia contro lo spirito santo non sarà perdonato, né sulla terra né in cielo.

Può sembrare quasi minacciosa questa ammonizione del Messia sacerdotale, ma l’avvertimento, tratto dal Vangelo di Giuda Tommaso, riverbera soprattutto un’eco enigmatica ed accorata. Lo spirito santo cui allude il Messia sacerdotale non è certo una delle persone della Trinità, ma il soffio divino che anima il reale, è la linfa invisibile che scorre nel creato. La vera bestemmia non sembra essere l’empietà (la blasfemia contro il Padre) né l’incredulità (l’onta contro il Figlio). La vera hybris è un’altra: violare la natura, non riconoscerne l’intima sacralità, una sacralità primigenia e, per molti versi, terribile. L’uomo con protervia ha rinnegato le sue origini, ha esiliato le piante e gli animali, protagonisti ormai soltanto di sogni indecifrabili. Mai come in questa epoca arida, la natura ha subito stupri abominevoli, ma soprattutto è stata tanto desacralizzata. Nell’antichità gli aedi sapevano accordare i loro canti alle vibrazioni del vento. Nel Medioevo gli uomini temevano e veneravano le ombre del silenzio. In questo Kaliyuga non ci indigniamo, come invece dovremmo, della neve artificiale, del prato artificiale, della spiaggia artificiale, del cielo sfregiato da nubi artificiali.

Echeggia tuttora a volte la voce di qualche animo sensitivo: Emily Dickinson evoca la magia del paesaggio, si commuove di fronte alla fragilità della vita universa: un’ape, la neve, un sentiero, un nido da cui è caduto un passero; Camillo Sbarbaro scruta il pentagramma delle rondini sui fili, le scaglie lucenti sul mare che lambisce Spotorno… Si ode ancora in qualche raro caso il palpito di un’emozione vera, ma ormai l’aridità e l’indifferenza rendono il mondo un deserto. Forse non ha torto chi pensa che la terra è diventata una landa sterile, poiché gli uomini hanno il cuore di pietra. Non solo, come in alto così in basso, ma anche come l’interno così è l’esterno. È ancora una volta il Messia di Aronne, le cui preziose parole, simili a perle in uno scrigno, sono contenute nel Vangelo di Giuda Tommaso, a ricordarcelo.

Ancora una volta ci è stato elargito un insegnamento profondo, sublime, sebbene, come sempre, inascoltato.

5 commenti:

  1. Il principio è ciò che va rispettato, del resto la religione cristiana (come le altre) non è che la rielaborazione di culti precedenti. Inoltre, la frase in apertura richiama anche come sia inutile fermarsi alle apparenze poichè vuoti simulacri della Verità. Ciao

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  2. Ciao Capitano Nemo, l'insegnamento del Messia sacerdotale è vicino in effetti al Buddhismo, per convergenza o influsso. Ciao!

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  3. Come diceva il grande economista Keynes, agli umani importa relativamente quello che succederà quando i contemporanei saranno comunque tutti morti.

    Il fatto è che le previsioni catastrofiche di scienziati e ambientalisti, non sono più a lungo termine e non sono più ipotesi: il cambiamento è qui, è adesso. I segni crescenti dello squilibrio sono ormai evidenti e stanno procedendo con una rapidità del tutto inusuale.

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  4. I cambiamenti naturali sono catalizzati dagli avvelenatori. Ciao a tutti.

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