24 luglio, 2007

Il terzo strato

Esistono tre strati della vita e della realtà: il primo è costituito dalla dimensione quotidiana ed "oggettiva", dallo spazio-tempo ordinario in cui si dipana l'esistenza "normale", ma inautentica, come la considerava Heidegger che la definiva “chiacchiera”. E' questa purtroppo la dimensione in cui si consuma l'esistenza di quasi tutti gli individui. E' pure necessario e naturale sia così: abbiamo delle scadenze da rispettare (mutui, premi dell'assicurazione, bollette da pagare...), impegni di lavoro e sociali, esigenze fisiologiche. Il 90 per cento della vita è manutenzione. E' un errore, però, quando l’uomo si identifica in toto con questa sfera empirica e normale.

Infatti, ad una profondità maggiore, si estende un'altra falda, quella dell'esistenza interiore, delle emozioni, dei sentimenti, del pensiero intuitivo: è una dimensione psichica in cui ci addentriamo fugacemente durante i sogni, quando meditiamo, fantastichiamo. Questa dimensione è patrimonio di quasi tutti gli uomini (esiste, a mio parere, chi non è sfiorato da emozioni vere), sebbene essa sia, per così dire, un alito di vento che, di quando in quando, sfiora la statua granitica ed inerte della vita ordinaria. Solo alcuni eventi, spesso luttuosi o tragici, oppure, al contrario, esaltanti determinano una scalfittura nella pietra. In questa falda scorre l'acqua delle sensazioni e delle emozioni, ma solo nel terzo strato la vita si radica nella ricerca del senso.

Il transito dalla seconda alla terza dimensione implica, infatti, l'abbandono della passività: gli accadimenti interni ed interiori non sono più subiti, ma osservati e sottoposti ad un tentativo di interpretazione. E' occorso quel particolare accadimento che ha cambiato o ritengo abbia cambiato il corso dell'esistenza: se ci chiediamo non solo come si colloca in relazione ad altri eventi e vissuti, ma anche perché, allora ci addentriamo nel labirinto delle domande fondamentali. Qui infatti pullulano gli interrogativi: esiste il libero arbitrio o il destino? Perché siamo qui? Che significato ha la sofferenza? Perché, in questo mondo al contrario, il Male si accanisce contro gli onesti? Che cosa ci potrebbe attendere dopo la morte? Perché l'universo si dà la pena di esistere? Esiste Dio? etc. Sono domande che raramente assillano un adolescente o un giovane, ma che, col passare del tempo, riempiono gli spazi silenziosi tra un fatto e l'altro della vita.

Sono domande che, pur non trovando spesso una risposta soddisfacente, reputo legittime, sebbene i neopositivisti le abbiano disdegnate, considerandole insensate, ossia metafisiche. Si sa: la metafisica per l'empirismo logico è semplicemente priva di significato. Eppure sono questioni cruciali e che mettono in gioco l'essenza dell'universo e della vita. Importa se un automobilista malaccorto mi ha rigato la fiancata della vettura, se domani non mi sveglierò più? È così rilevante sapere se tra dieci anni potrò andare in pensione, quando ignoro quel che avverrà domani o dopodomani? Che senso ha impegnarsi in mille modi per vedere, ad esempio, pubblicato un romanzo, quando tutto l'agire umano è destinato a dissolversi nel nulla?

Perché angosciarsi tanto per tutto ciò che è effimero? Perché dare tanta importanza alle ridicole pantomime della politica? Sappiamo come e perché agiscono i burattini ventriloqui. Per quale motivo dedicare tanti editoriali e servizi alle insulse e prevedibili dichiarazioni di questo o quel ministro, sottraendo spazio alla riflessione su autori sommi e su temi vitali?

Esemplifico: quando visito alcuni siti della Rete, la mia attenzione è attratta dai testi di Francesco Lamendola che, leggendo e rileggendo filosofi antichi e moderni, va al cuore di interrogativi centrali (1), mentre scorro appena i titoli di tutti quegli articoli che esibiscono un'inutile e noiosa ermeneutica relativa alle dichiarazioni del Dottor Balanzone e di Belzebusconi. Tra l'altro se giornalisti e cittadini evitassero di pendere dalle labbra di questi inetti, essi perderebbero gran parte del loro potere e carisma. Ignoriamoli: ne trarremo anche vantaggi materiali. Che vomitino le loro colossali, solenni sciocchezze di fronte alle loro facce ebeti riflesse in uno specchio. Occupiamoci dei problemi reali con spirito costruttivo, con abnegazione, ma anche con distacco, perché quel che appartiene al mondo non è eterno e anche noi non siamo eterni. Se, invece, lo siamo, sarà il caso di ampliare gli orizzonti e di cominciare a pensare a che cosa ci attende oltre il confine.

(1) Questo non significa che io condivida tutte le sue opinioni, ma almeno Lamendola vola alto.

7 commenti:

  1. Ciao Zret,
    siamo imprigionati da una miriade di falsi problemi, i quali ci relegano ad avere pensieri terraterra, che ci fanno perdere contatto con ciò che di importante ci sarebbe.
    Tale illusione ci tiene soggiogati, facendo il gioco di coloro che ci vogliono prigionieri.
    Cosa c'è di definito e sicuro? Molte persone credono di aver ben chiaro questo concetto; io, invece, più vado avanti, più brancolo nel buio dell'incertezza.
    Ha forse senso tutto questo? Scorgeremo la luce? Per adesso non ci è dato saperlo.
    Saluti, Nico

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  2. "Io, più vado avanti, più brancolo nel buio dell'incertezza.
    Ha forse senso tutto questo? Scorgeremo la luce? Per adesso non ci è dato saperlo".

    Ciao Nico, sono le mie stesse domande, ma la risposta, come sempre, soffia, nel vento... chimico.

    Ciao e grazie.

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  3. "Io, più vado avanti, più brancolo nel buio dell'incertezza.
    Ha forse senso tutto questo? Scorgeremo la luce? Per adesso non ci è dato saperlo".

    Carissimi fratelli,io penso che queste sono domande che ci poniamo tutti!!!.
    Ad ogni modo io penso che questo sia un percorso "obbligato"quindi ci conviene viverlo con grande consapevolezza,e coraggio fino alla fine...dopo si vedrà!!!.

    ps.a proposito di...Belzebusconi.
    GODETEVI,guesta chicca,leggetevi questo http://www.automiribelli.org/?p=44

    Vi abbraccio affettuosamente,oldleon.

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  4. In effetti, Oldleon, � una sfida ed � bello affrontarla insieme con persone come te.
    Ciao!

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  5. La Vita è un Viaggio dove il Paesaggio sempre cambia..
    Dove è importante il "Viaggio" stesso quanto il "Destino"..

    Un Viaggio all'Interno di Noi Stessi.. Strato dopo Strato..

    Quelle che Ieri erano delle Certezze Oggi sono i Dubbi più
    atroci..

    Niente è come sembra, tutto cambia.. Perchè via via che raggiungiamo un nuovo Strato le Cose ci appaiono diverse, cambiano..
    Ma in realtà siamo Noi che siamo cambiati..

    Come le Nuvole al Tramonto, che ci parlano, evidenza di qualcosa che è "nell'Aria".. Meglio che di qualsiasi TG o Quotidiano..

    Connessi con il Tutto, Tutto ci parla, comunica..

    "Sarà il caso di ampliare gli orizzonti e di cominciare a pensare a che cosa ci attende oltre il confine."

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  6. Ciao Mr R. bellisime parole le tue, ariose e profonde.

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