L'elemento fondamentale della comunicazione è, sebbene ciò sia paradossale, il rumore, ossia tutto ciò che, in un modo o nell'altro, disturba la trasmissione del messaggio. Non mi soffermo sui numerosi fraintendimenti e sulle inevitabili distorsioni nei processi comunicativi che infirmano la comprensione tra interlocutori: è questo un argomento su cui mi sono, infatti, già soffermato. (Vedi Forum Boario)
Qui vorrei, invece, riflettere sul rumore che rende arduo intendere i significati testuali: mi riferisco in particolar modo alla difficoltà di decodificare i valori semantici di testimonianze antiche che, proprio per la loro antichità, potrebbero rischiarare molte questioni oscure del nostro presente ed imminente futuro, essendo la cultura di remote civiltà, massime la conoscenza esoterica, ancora oggi la filigrana di molteplici eventi e tendenze.
Chi si accosta a testimonianze vetuste come le tavolette sumere o la Bibbia, solo per citare due esempi, è simile a quegli speleologi che si addentrano in labirinti di grotte muniti di una lanterna la cui luce può rischiarare solo una limitata porzione di parete rocciosa. Chi può affermare di avere una totale padronanza della lingua sumera e di poter quindi tradurre in modo affidabile i sigilli di Ur, Lagash, Eridu, Umma...? Chi non sa che una qualsiasi traduzione, anche da una lingua perfettamente nota, implica sempre una perdita, un rumore appunto, essendo impossibile, a causa della transcodificazione, restituire del tutto la lettera e lo spirito dell'idioma originale?
Le lingue umane, per definizione, sono codici non formalizzati, ossia sistemi di segni destinati a creare attorno a sé un alone di sensi, arricchiti dall'ambiguità, condannati ad esprimere ed a velare, nel contempo, a causa di questa indeterminatezza intrinseca, consustanziale.
Fra i tratti che accrescono il rumore, la percezione del mondo ed il tempo sono quelli salienti. La Weltanschauung di un popolo si correla ad una serie di credenze, convincimenti, valori, modi di definire il reale tali che non possono essere trasferiti in un'altra cultura senza essere snaturati e fraintesi. Si pensi almeno alle lingue antiche che basavano il loro sistema verbale non sulla tripartizione che a noi sembra scontata, tra passato, presente e futuro, ma sull'opposizione tra azione puntuale ed azione durativa, antitesi divenuta ininfluente ed impercettibile in moltissime lingue di oggi, con l'eccezione dell'inglese in cui tale dicotomia è ancora discriminante nella composizione degli enunciati. Non esistendo il futuro nell'ebraico e nell'aramaico originari, anche molte profezie bibliche si possono considerare in una nuova luce, non tanto come predizioni di avvenimenti posteriori, ma come moniti ed esortazioni in nome di Dio.
Il tempo, poi, inteso come trascorrere dei secoli, sbiadisce sempre più i valori originari, a somiglianza di una scultura erosa lentamente dagli agenti atmosferici, i cui tratti fisionomici diventano sempre meno leggibili. Non dimenticherei che le lingue antiche non erano tanto strumenti di comunicazione, banali e miseri mezzi per inviare un'informazione, ma in primo luogo un discorso sacro, un prezioso scrigno di corrispondenze tra oggetti e significati, tra suoni e rapporti numerici. E' per questo motivo che, ad esempio, in ebraico ed arabo le lettere dell'alfabeto indicano anche le cifre. Non è la traccia di una forma mentis rudimentale incapace di sviluppare un logos scientifico, ma la consapevolezza che ogni vibrazione è suono e che i suoni sono (anche) frequenze misurabili, traducibili in numero. E' quello che la scienza ha (ri)scoperto. Ancora una volta, Nil novi sub sole.
Qui vorrei, invece, riflettere sul rumore che rende arduo intendere i significati testuali: mi riferisco in particolar modo alla difficoltà di decodificare i valori semantici di testimonianze antiche che, proprio per la loro antichità, potrebbero rischiarare molte questioni oscure del nostro presente ed imminente futuro, essendo la cultura di remote civiltà, massime la conoscenza esoterica, ancora oggi la filigrana di molteplici eventi e tendenze.
Chi si accosta a testimonianze vetuste come le tavolette sumere o la Bibbia, solo per citare due esempi, è simile a quegli speleologi che si addentrano in labirinti di grotte muniti di una lanterna la cui luce può rischiarare solo una limitata porzione di parete rocciosa. Chi può affermare di avere una totale padronanza della lingua sumera e di poter quindi tradurre in modo affidabile i sigilli di Ur, Lagash, Eridu, Umma...? Chi non sa che una qualsiasi traduzione, anche da una lingua perfettamente nota, implica sempre una perdita, un rumore appunto, essendo impossibile, a causa della transcodificazione, restituire del tutto la lettera e lo spirito dell'idioma originale?
Le lingue umane, per definizione, sono codici non formalizzati, ossia sistemi di segni destinati a creare attorno a sé un alone di sensi, arricchiti dall'ambiguità, condannati ad esprimere ed a velare, nel contempo, a causa di questa indeterminatezza intrinseca, consustanziale.
Fra i tratti che accrescono il rumore, la percezione del mondo ed il tempo sono quelli salienti. La Weltanschauung di un popolo si correla ad una serie di credenze, convincimenti, valori, modi di definire il reale tali che non possono essere trasferiti in un'altra cultura senza essere snaturati e fraintesi. Si pensi almeno alle lingue antiche che basavano il loro sistema verbale non sulla tripartizione che a noi sembra scontata, tra passato, presente e futuro, ma sull'opposizione tra azione puntuale ed azione durativa, antitesi divenuta ininfluente ed impercettibile in moltissime lingue di oggi, con l'eccezione dell'inglese in cui tale dicotomia è ancora discriminante nella composizione degli enunciati. Non esistendo il futuro nell'ebraico e nell'aramaico originari, anche molte profezie bibliche si possono considerare in una nuova luce, non tanto come predizioni di avvenimenti posteriori, ma come moniti ed esortazioni in nome di Dio.
Il tempo, poi, inteso come trascorrere dei secoli, sbiadisce sempre più i valori originari, a somiglianza di una scultura erosa lentamente dagli agenti atmosferici, i cui tratti fisionomici diventano sempre meno leggibili. Non dimenticherei che le lingue antiche non erano tanto strumenti di comunicazione, banali e miseri mezzi per inviare un'informazione, ma in primo luogo un discorso sacro, un prezioso scrigno di corrispondenze tra oggetti e significati, tra suoni e rapporti numerici. E' per questo motivo che, ad esempio, in ebraico ed arabo le lettere dell'alfabeto indicano anche le cifre. Non è la traccia di una forma mentis rudimentale incapace di sviluppare un logos scientifico, ma la consapevolezza che ogni vibrazione è suono e che i suoni sono (anche) frequenze misurabili, traducibili in numero. E' quello che la scienza ha (ri)scoperto. Ancora una volta, Nil novi sub sole.
cavolo in spagna nn c'e la liberta che c'e qui, c'è la societa vril che sono rettili e perseguitano chiunque apra un blog! un rettile mi ha mandato una minaccia nascosta...cioe non diretta ma mi invitava a non scrivere piu...ma qui in italia nn succedono queste cose, pensate a malanga...e questo rettile sa i miei dati xke gli ha trovati nel mio blog, mi sa ke dovro cambiare nick e aprire un sito spagnolo anonimo parlando delle ricerche di malanga
RispondiEliminaQuesto commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaolè!
RispondiEliminahttp://espacioexterior.blogspot.com/2007/05/la-sentencia.html
mr metti bene il link, non skerzare questo e' un rettile che mi sta molestando, in spagna e' l'unico paese al mondo dove perseguitano le persone che trattano certi argomenti, io nn lo sapevo, io sono sei anni che parlo tranquilla, qui abbiamo un sacco di blogs e siti webs invece li nn e' cosi
RispondiElimina"L'Uomo è un accampamento di spiriti"
RispondiElimina(Basilide)
C'è pieno di rettili in giro e questo è uno dei più in vista:
RispondiEliminahttp://wiolawapress.com/dalai.htm
Ma ne avevamo discusso in passato estesamente.
Riguardo all'argomento di oggi, ricordo che anche l'Apocalisse detta di Giovanni - documento ebraico in origine e solo successivamente cristianizzato - ha subito letture non necessariamente di natura profetica ed apocalittica 'stricto sensu', ma critici contemporanei hanno voluto vedere in tale libro ispirato solamente il resoconto di un viaggio celeste.
IN SPAGNA VI SONO SOLO 12 BLOGS CHE PARLANO DELLE SCIE, IN ITALIA SONO 391000 PAGINE CHE PARLANO, DAVVERO CREDONO DI POTER CONTRO TUTTI NOI?
RispondiEliminain spagna crackeggiano i siti ke parlano, ma nel mondo sono milioni di siti, non possono crakkare milioni di siti, uno ne kiudono e 10 APRIAMO
Ciao a tutti!Sono felice di rileggervi,è un pò che mancavo a causa di alcuni problemi di salute non ben identificati(è una lunga storia)...Ottimo articolo come sempre,complimenti!
RispondiEliminaUn caro saluto,
Ishtar
Un'osservazione mossa in ritardo a Timor, il quale ha usato in un commento di qualche giorno fa l'espressione 'Male Assoluto' ( mi scuso per il ritardo con il quale arrivo ma mi trovo tuttora senza una postazione web domestica).
RispondiEliminaDal punto di vista della Metafisica tradizionale non esiste alcuna assolutezza nel Male, essendo tale mancanza di Luce e di Bene una situazione precaria che indica mancanza, indigenza e nulla più. L'Assoluto viene considerato al di là del Bene e del Male e quindi usare l'espressione 'Male Assoluto' risulta inappropriato.
Come tutti ben sappiamo gli antichi Manichei avevano scisso la Divinità in due Principi uguali e contrapposti che si contrastavano, ma anche tale posizione dottrinale apparteneva sicuramente alla porzione più esterna, exoterica di tale dottrina.
Lungi da me la pretesa di insegnare qualcosa a chicchessia e men che meno all'amico Timor, veterano e Adepto della Conoscenza interiore. Ma la Metafisica è un pò come la Matematica e la Geometria: quando fai un enunciato la precisione dei termini risulta essenziale.
Caro Paolo non ricordo dove ho usato il termine Male Assoluto ma sicuramente l'accostamento era inappropiato.
RispondiEliminaIl Male come il Bene sono semrpe relativi e temporalizzati anche se a volte sembrano ammantati di eternità.
Ci sono cose molto dolorose da vedere, talmente dolorose da credere di potersi perdere in frammenti senza speranza di ritorno.
Ma ogni volta sono tornato e con essa la speranza e un nuovo periodo di luce
Ciao
IL MALE ED IL BENE..
RispondiEliminaUna (di)Visione molto relativa..
Purtroppo , mentre il Male è coalizzato ed ha chiari intenzioni e progetti...
Il Bene si perde nel Manierismo..
Vi sono Segni, in questi periodi che sono sempre più prossimi ai momenti decisivi di là da venire..
Dove è evidente ai meno "distratti" che il Male sta esercitando liberamente la sua influenza..
http://www.gadgetblog.it/post/382/lalbero-di-natale-al-contrario
http://www.montagna.tv/front_page?q=node/3434
mr per favore dimmi di piu della porta che si apre a febbraio
RispondiEliminaBellissimo Zret e dettagliato come sempre.. è proprio delle sfumature della lingua di cui parli e del tempo che altera molte cose su cui desidero fare un piccolo allargamento del discorso.. in riferimento ai libri che compongono quella che oggi chiamiamo bibbia (libri).
RispondiEliminaLe denominazioni di "lingua sacra" e "lingua biblica", impiegate oggi correntemente, sono reltivamente recenti e risalgono alla fine del XVIII secolo per il semitico e agli inizi del XIX secolo per l'indoeuropeo.. (quindi non appartenevano agli antichi).
L'indoeuropeo è all'orogine di quasi tutte le lingue parlate oggi in Europa. Sole eccezzionisono: il finlandese, il magiaro o ungherese e il basco (lingue uraloaltaiche), il turco. In Asia, tra le lingue indoeuropee, bisogna annoverare la maggior parte di quelle 'indiane', moltissime dell'Iran moderno e l'Armeno.
La lingua Greca è uno dei
'dialetti' PIU' IMPORTANTI dell'indoeuropeo. Questa lingua madre è il prodotto di una RICOSTRUZIONE a tutti i livelli: sistema fonetico, morfologico, costruzione della frase, sintassi delle frasi semplici e di quelle complesse, stile, forme poetiche, lessico.
Si tratta dunque di una lingua senza testimonianze (nel senso che non abbiamo documenti in indoeuropeo), ma COMPLETAMENTE RICOSTRUITA grazie al "metodo comparativo" messo a punto a partire dell'inizio del XIX secolo.
L'ipotesi che si è imposta è la seguente: è esistita, per tutte le lingue indoeuropee antiche, una LINGUA MADRE comune. Tutte hanno avuto ORIGINE da essa. Da questa lingua madre sono nati dei DIALETTI.
Sulla base di questi dialetti sono apparse delle NUOVE LINGUE. Diventate comuni, esse diedero vita, a loro volta, a dialetti dai quali naquero ALTRE NUOVE LINGUE. Questo è il ciclo caratteristico delle lingue INDOEUROPEE.
Comunità linguistica non comporta necessariamente comunità di popolazione circoscritta: questa comunità determina soltanto la civilizzazione, la cultura, l'espressione di coloro che parlano. Possiamo così fissare approssimativamente il luogo e il tempo in cui questo indoeuropeo veniva parlato.
Se l'indoeuropeo riesce utile per far risaltare tutte in una volta le grandi caratteristiche comuni, le evoluzioni e le varianti di tutte queste lingue, esso tuttavia inciampa in un problema di cronologia: vengono ricostruite forme e strutture che, essendo di età diversa, sono molto difficili da classificare, sia sotto il profilo dell'evoluzione cronologica, sia nel tentativo di ricostruire una sorta di albero genealogico.
Le lingue semitiche vengono così chiamate in riferimento al nome di Sem. Sem è il figlio primogenito di Noè, in base al quadro dei popoli descritti in Genesi 10: "..Ecco la discendenza dei figli di Noè: Sem, Cam, Iafet..". Tutti i discendenti di Sem vengono enumerati in Genesi 10:21-32.
A partire dalla fine del XVIII secolo sono chiamate semitiche le lignue Accadica, Cananea, Aramaica e Araba. Ne fanno parte anche l'Ebraico e l'Aramaico. Esse erano in uso nella regione oggi chiamata Medio Oriente, che è in realtà un 'avamposto' dell'Asia. In questa regione sono state parlate pure altre lingue, ma il gruppo delle lingue semitiche è il più importante; esso è stato preponderante. Le lingue semitiche presentano tra loro una serie di caratteristiche comuni e la maggior parte di esse si ritrovano in Ebraico.
Un confronto tra l'indoeuropeo, il Greco in particolare, e il semitico, l'Ebraico in questo caso, pone in luce la diversa importanza della vocale. Mentre in Greco essa è parte costitutiva della radice, in Ebraico essa è un elemento in sovrappiù, soggetto a varianti, e di invenzione recente in relazione alla scrittura stessa. Soltanto le consonanti costituiscono l'elemento antico, fisso, sacro, che NON PUO' ESSERE CAMBIATO.
Da questa base parte il fondamento che il messaggio dei testi orginali può essere compreso scorrettamente se non si conoscono le basi del linguaggio originale.
Grazie Zret e un caro saluto a tutti gli argonauti.
#B O J S#
gia peccato che..QUESTA LINGUA DA BOJS DEFINITA SACRA SIA LA LINGUA DEI ALIENI RETTILI
RispondiEliminavorrei segnalarvi questo articolo:
RispondiEliminahttp://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2470¶metro=%20%20scienze
non è attinente con il post ma vi consiglio di dargli un'occhiata...
ciao!
Ciao Ishtar,
RispondiEliminaforse il link non funziona, o forse il problema è mio. Boh.
Saluti, Nico
non capisco perchè quando pubblico il commento il link viene modificato,in ogni caso l'articolo si trova nel sito www.effedieffe.com e si chiama
RispondiElimina"Rockefeller si fa l’Arca di Noè. Cosa ci nasconde?"
Sta nelle ultime notizie,spero vi interessi!Scusate ancora il problemino tecnico!
ciao!
ciao Ishtar, l'articolo ci fa intuire che prevedono carestie causate, tra l'altro, dalle sementi sterili. Essi, però, che sanno che gli quei semi sono adatti per farne delle collanine kitch, si premurano, stoccando i semi tradizionali. Chiamali scemi... Come sempre, si spera che qualcuno vanifichi i loro piani.
RispondiEliminaCiao e grazie.
Riguardo l'articolo da effedieffe: le fondazioni esenti da tasse sono solo una squallida copertura.... le loro denominazioni sono inversioni semantiche allo stato puro. Icke denuncia ciò da circa quindici anni. Ma chi ha orecchie per sentire? In pochi ahimè.
RispondiEliminaSaluti, Nico.
guarda questo
RispondiEliminahttp://es.youtube.com/watch?v=
oQW4B17VsDU