Esistono altri mondi dove gli eventi si dipanano in modo differente da come si svolgono qui, in questa nostra dimensione?
E' la teoria elaborata da Hugh Everett III (1930-1982) [1], lo scienziato che ipotizza l'esistenza dei molti mondi. Per Everett, l'idea del collasso della funzione d'onda, ossia del congelamento della realtà in uno ed uno solo particolare stato, discende dall'incapacità degli esseri viventi di interagire con la totalità della realtà quantistica, essendo gli uomini confinati lungo una sola diramazione della nostra realtà che continuamente si scinde in modo schizofrenico. Questo scenario ha conseguenze quasi inimmaginabili, come i paradossi di molti racconti di Borges, in cui ogni cosa che può logicamente succedere succede o dove gli avvenimenti si biforcano in nuove diramazioni da cui si generano altri bivii... "Ciascuno di noi continuerà ad esistere, finché vi saranno lo spazio ed il tempo, perché, anche se moriamo in questo mondo, ne esiste un altro nel quale ciò non accade, ad infinitum." (John D. Barrow, Il mondo dentro il mondo, Oxford, 1988).
Le idee di Everett rivelano in primo luogo il singolare sincronismo che spesso mette in comunicazione la letteratura e la scienza: più o meno negli stessi anni artisti e fisici disegnano prospettive cosmologiche ed ontologiche che tendono a convergere verso una nuova concezione del reale. Anzi, come sovente accade, Jose Luis Borges, letterato ingegnoso e profondo, sebbene talora cerebrale, creatore di geometrie narrative non euclidee, precorre i tempi, immaginando situazioni compossibili. Sono scenari del tutto controintuivi e lontani dal senso comune, ma che aprono una breccia nel muro solido eppure evanescente della nostra realtà. E' singolare che l'idea di immortalità, espulsa dalla scienza materialista e considerata alla stregua di una mera superstizione dalla maggior parte degli accademici, si riaffacci nel nostro orizzonte culturale dominato dall'incredulità e dall'agnosticismo, attraverso le elucubrazioni, comunque non gratuite, di un fisico.
Tra l'altro, visto che alcuni paradigmi, meglio paradogmi si stanno sgretolando, la teoria dei molti mondi sembra adatta ad incarnare lo Zeitgeist dei decenni futuri, quando finalmente il pensiero, liberatosi di inutili involucri scientisti, potrà armonizzare alcune tra le congetture più avanzate della meccanica quantistica con le concezioni di correnti filosofiche non cartesiane. Si profilerà forse un modello interpretativo che, oltre grazie al suo intrinseco fascino, potrà dare linfa a quei sogni che accompagnano un'umanità prigioniera in una segreta spazio-temporale, un'umanità che viaggia in un treno deteministico diretto in modo ineluttabile verso la sua meta entropica, verso la morte termica, il nulla.
Chi può escludere che un giorno forse non lontano riusciremo a trovare un varco ed ad inoltrarci in uno dei tanti giardini dell'universo dove è il tempo è reversibile, dove gli eventi possono essere cambiati ed in cui le "leggi" di natura acquisiscono un'altra natura?
La nostra condizione limitata e costretta da catene invisibili si può superare. Si può aprire una finestra che si affaccia sul sogno divenuto realtà.
[1] Hugh Everett III (Maryland, 11 novembre 1930 – McLean, 19 luglio 1982) è stato un fisico statunitense attivo principalmente all'Università di Princeton. E' stato celebre tra i fisici per aver formulato per primo nel 1957 l'interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica, definito anche multiverso. Secondo questa teoria, quando si esegue una misurazione quantistica e si osserva una funzione d'onda, questa non diventa l'unica reale (come si pensava precedentemente), ma assumono esistenza anche tutte le misure che non sono state trovate, generando ognuna un altro universo. Everett abbandonò gli studi in fisica subito dopo aver completato la tesi di dottorato, scoraggiato dallo scarso interesse degli altri fisici verso queste sue teorie.
E' la teoria elaborata da Hugh Everett III (1930-1982) [1], lo scienziato che ipotizza l'esistenza dei molti mondi. Per Everett, l'idea del collasso della funzione d'onda, ossia del congelamento della realtà in uno ed uno solo particolare stato, discende dall'incapacità degli esseri viventi di interagire con la totalità della realtà quantistica, essendo gli uomini confinati lungo una sola diramazione della nostra realtà che continuamente si scinde in modo schizofrenico. Questo scenario ha conseguenze quasi inimmaginabili, come i paradossi di molti racconti di Borges, in cui ogni cosa che può logicamente succedere succede o dove gli avvenimenti si biforcano in nuove diramazioni da cui si generano altri bivii... "Ciascuno di noi continuerà ad esistere, finché vi saranno lo spazio ed il tempo, perché, anche se moriamo in questo mondo, ne esiste un altro nel quale ciò non accade, ad infinitum." (John D. Barrow, Il mondo dentro il mondo, Oxford, 1988).
Le idee di Everett rivelano in primo luogo il singolare sincronismo che spesso mette in comunicazione la letteratura e la scienza: più o meno negli stessi anni artisti e fisici disegnano prospettive cosmologiche ed ontologiche che tendono a convergere verso una nuova concezione del reale. Anzi, come sovente accade, Jose Luis Borges, letterato ingegnoso e profondo, sebbene talora cerebrale, creatore di geometrie narrative non euclidee, precorre i tempi, immaginando situazioni compossibili. Sono scenari del tutto controintuivi e lontani dal senso comune, ma che aprono una breccia nel muro solido eppure evanescente della nostra realtà. E' singolare che l'idea di immortalità, espulsa dalla scienza materialista e considerata alla stregua di una mera superstizione dalla maggior parte degli accademici, si riaffacci nel nostro orizzonte culturale dominato dall'incredulità e dall'agnosticismo, attraverso le elucubrazioni, comunque non gratuite, di un fisico.
Tra l'altro, visto che alcuni paradigmi, meglio paradogmi si stanno sgretolando, la teoria dei molti mondi sembra adatta ad incarnare lo Zeitgeist dei decenni futuri, quando finalmente il pensiero, liberatosi di inutili involucri scientisti, potrà armonizzare alcune tra le congetture più avanzate della meccanica quantistica con le concezioni di correnti filosofiche non cartesiane. Si profilerà forse un modello interpretativo che, oltre grazie al suo intrinseco fascino, potrà dare linfa a quei sogni che accompagnano un'umanità prigioniera in una segreta spazio-temporale, un'umanità che viaggia in un treno deteministico diretto in modo ineluttabile verso la sua meta entropica, verso la morte termica, il nulla.
Chi può escludere che un giorno forse non lontano riusciremo a trovare un varco ed ad inoltrarci in uno dei tanti giardini dell'universo dove è il tempo è reversibile, dove gli eventi possono essere cambiati ed in cui le "leggi" di natura acquisiscono un'altra natura?
La nostra condizione limitata e costretta da catene invisibili si può superare. Si può aprire una finestra che si affaccia sul sogno divenuto realtà.
[1] Hugh Everett III (Maryland, 11 novembre 1930 – McLean, 19 luglio 1982) è stato un fisico statunitense attivo principalmente all'Università di Princeton. E' stato celebre tra i fisici per aver formulato per primo nel 1957 l'interpretazione a molti mondi della meccanica quantistica, definito anche multiverso. Secondo questa teoria, quando si esegue una misurazione quantistica e si osserva una funzione d'onda, questa non diventa l'unica reale (come si pensava precedentemente), ma assumono esistenza anche tutte le misure che non sono state trovate, generando ognuna un altro universo. Everett abbandonò gli studi in fisica subito dopo aver completato la tesi di dottorato, scoraggiato dallo scarso interesse degli altri fisici verso queste sue teorie.
Se prendessimo coscienza in ogni ipotetico universo parallelo da noi vissuto?!
RispondiEliminaCosa accadrebbe, romperemmo i confini che ci rilegano a questà unica dimensione?! E se fosse, cosa possiamo fare nella singolarità della nostra singolarità?!
Zret è un argomento dalle mille e più visioni e varianti, ma la risposta è sempre una.
Quale?!
Molte risposte ma qual'è quella giustà?!
Forse una giusta per ogni mondo possibile.
ciao
Se prendessimo coscienza, Fenice, credo che impazziremmo. Le domande restano e sono dentro di noi e fuori di noi, come le risposte.
RispondiEliminaGiuda Tommaso docet.
Ciao!
Carissimo Zret,
RispondiEliminaun'altra "Perla" da incastonare nella collana di SAGGEZZA che stai "costruendo" per il tuo bene e quello di ALTRI. GRAZIE..!!
In effetti quello che sempre più ricercatori stanno scoprendo [?] non E' altro che: "LA MENTE DI DIO".
La Creazione è quell'atto che ci permette di "visionare" cose non ancora esistenti, ma che la nostra immaginazione può CREARE.. da ciò nasce "l'Atto creativo" che traspone ciò che è immagginario in ciò che può diventare REALE.
La ricerca scientifica (benchè insidiata da forze distruttive e inquinata da menti diaboliche) cerca nei meandri del "Metodo" di dimostrare come l'uomo possa conoscere e gestire a SUO proprio uso e consumo.. il visibile, l'invisibile e lo scibile.. MA...
guarda caso in realtà TUTTO dimostra che la ricerca non raggiunge MAI un punto FERMO.. c'è SEMPRE qualcosa OLTRE, una scoperta succesiva che confuta o ri-aggiusta una precedente, e così all'infinito.. INFINITO.. come la Mente del Padre del Tutto.
Potrà mai la creatura SCOPRIRE il proprio Creatore..?? O forse sarebbe più semplice prendere ATTO dell'Evidenza..?? La realtà mostra in tutto il suo splendore (benchè rovinato dall'uomo malvagio) un corpus UNICO dal microcosmo al macrocosmo, un progetto INTELLIGENTE, una interrelazione tra TUTTE le cose visibili e invisibili.. e SOLO OGGI [?] si comincia a rendersene conto..??
Sappiamo che non è affatto così, perchè l'uomo dimentica e cancella ed ogni generazione successiva deve ripercorrere lo stesso percorso per scoprire la Verità.. QUESTO è l'inganno dei secoli perpretato dai dominatori occulti della storia di questo pianeta e della sua gente.
Come può la creatura avere la "presunzione" di CAPIRE E MANIPOLARE TUTTO.. mentre stà "giocando" nella MENTE del Creatore..?? Quale uomo può solo IMMAGINARE quello che ha IMMAGINATO e CREATO il Padre dei MULTIVERSI..??
Parliamo SOLO di QUESTO Universo. e diventiamo piccoli.. MOLTO piccoli.. insignificanti.. figuriamoci scoprire o immaginare tutti gli altri "posti" e NON SOLO.. senza considerare tutte le svariate forme di vita, conoscenze, energie che non hanno nome, colori che non sono tali, forme che non lo sono, spazi e vuoti inimmarginabili, TUTTI correlati, avvinghiati in una UNICA ARMONIA CREATIVA.
QUANTE cose dobbiamo ancora conoscere..?? INFINITE.. proprio come la MENTE DEL PADRE. E cosa facciamo NOI su questo pianeta..?
Giochiamo con il male, facendo del male.. non solo a noi stessi.. ma anche alla Mente del Padre. E chi di voi avendo un "Tumore" al cervello non cercherebbe di estirparlo..?? Viene il tempo che IL MALE deve essere per forza estirpato.. non si pò sopportare il dolore più a lungo di quanto sia possibile per TENTARE la guarigione.. non si può più guarire senza l'intervento chirurgico..!!
Doloroso atto.. da prendere affinchè le cellule buone possano VIVERE e moltiplicarsi e RICREARE le sinapsi che il male aveva DISTRUTTO..!! Affinchè la Mente finalmente LIBERA dal male, dal dolore e dalla morte.. possa ricominciare a CREARE NUOVE e INFINITE MERAVIGLIE.
Il futuro è qualcosa di inimmaginabile per le nostre menti accecate dalla razionalità e dall'egoismo... NOI NON SIAMO I PADRONI DEL DNA UMANO, DELLA VITA ANIMALE E BIOLOGICA, DELL'ACQUA, DELLA TERRA E DI TUTTO CIO' CHE VI E' CONTENUTO.. FIGURIAMOCI DELL'UNIVERSO (questo)...
UMILTA' UOMO.. SAGGEZZA.. BONTA'.. CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO RUOLO DI CREATURA.. in un'immenso e sconfinato luogo chiamato MULTIVERSI.. solo cos' possiamo ritrovare la strada che conduce alla Vera Vita.
Grazie Zret.
Un abbraccio sentito e sincero nella luce più alta.. quella della Scienza dello Spirito che proviene dal Padre di Tutto.
Shalom
#B O J S#
Parole magnifiche, da meditare, Bojs, che non voglio rovinare con un commento.
RispondiEliminaUn caloroso abbraccio ed una fraterna stretta di mano.
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