Leggo spesso di cittadini italiani che vessati dal sistema, stanchi di vivere nella "serva Italia, di dolor ostello", progettano di emigrare. Come interpretare questa smania di abbandonare per sempre l'Italia, senza dubbio una delle sentine del mondo?
E' una velleità. Ammesso che una persona abbia i mezzi per trasferirsi in un altro paese, lontano dall'alienazione, dall'inquinamento, dai ritmi convulsi ed insulsi della "civiltà", è veramente possibile trovare oggi nel mondo un'oasi incontaminata e tranquilla, al riparo dalle branche unghiute del sistema?
Già Paul Gauguin, quando abbandonò la Francia per coltivare il suo sogno primitivista in un incantevole angolo della Polinesia, a contatto con genti non ancora corrotte dal “progresso”, dovette avvertire la precarietà di quella scelta. Il pittore era conscio della minaccia che incombeva sui popoli non ancora travolti dalle "magnifiche sorti e progressive". Fu la sua una fuga sull'orlo della fine: l'industrialismo, il capitalismo ed il colonialismo ad una ad una fagocitavano, già alla fine del XIX secolo, le poche isole rimaste di libertà, di verità e di armonia. Oggi dove ci si potrebbe rifugiare? Gli unici "paradisi" sono quelli falsi e tecnologici, come l'eden dolciastro del film Truman show.
Se veramente accadranno eventi calamitosi, non ci salveremo né rintanandoci nelle grotte né internandoci nei boschi, dove in ogni caso, si può oggi facilmente essere scovati, dove, da cittadini inetti quali siamo, potremmo sopravvivere al massimo qualche giorno. Qualcosa di simile alla fuga di Renzo dallo stato di Milano nella Repubblica di Venezia è in questi tempi di ferro mera utopia.
Spesso inoltre, come notarono tanti autori antichi, cerchiamo di allontanarci da noi stessi, perché siamo inquieti, insoddisfatti: la strenua inertia di oraziana memoria ci affatica. Cambiare luogo è del tutto inutile. E' preferibile restare dove la sorte ci ha posto, in prima linea, anche se con pochissime speranze.
Cambiare regione: affermava colui che cambia il cielo, ma non l'animo. Non è neppure più così: l'animo è lo stesso, ma anche il cielo è il medesimo, ormai in ogni dove è sfregiato da scie.
Meglio restare qui: accantonando l'idea di intraprendere un viaggio verso lidi lontani, prepariamoci semmai ad un altro viaggio, l'ultimo.
E' una velleità. Ammesso che una persona abbia i mezzi per trasferirsi in un altro paese, lontano dall'alienazione, dall'inquinamento, dai ritmi convulsi ed insulsi della "civiltà", è veramente possibile trovare oggi nel mondo un'oasi incontaminata e tranquilla, al riparo dalle branche unghiute del sistema?
Già Paul Gauguin, quando abbandonò la Francia per coltivare il suo sogno primitivista in un incantevole angolo della Polinesia, a contatto con genti non ancora corrotte dal “progresso”, dovette avvertire la precarietà di quella scelta. Il pittore era conscio della minaccia che incombeva sui popoli non ancora travolti dalle "magnifiche sorti e progressive". Fu la sua una fuga sull'orlo della fine: l'industrialismo, il capitalismo ed il colonialismo ad una ad una fagocitavano, già alla fine del XIX secolo, le poche isole rimaste di libertà, di verità e di armonia. Oggi dove ci si potrebbe rifugiare? Gli unici "paradisi" sono quelli falsi e tecnologici, come l'eden dolciastro del film Truman show.
Se veramente accadranno eventi calamitosi, non ci salveremo né rintanandoci nelle grotte né internandoci nei boschi, dove in ogni caso, si può oggi facilmente essere scovati, dove, da cittadini inetti quali siamo, potremmo sopravvivere al massimo qualche giorno. Qualcosa di simile alla fuga di Renzo dallo stato di Milano nella Repubblica di Venezia è in questi tempi di ferro mera utopia.
Spesso inoltre, come notarono tanti autori antichi, cerchiamo di allontanarci da noi stessi, perché siamo inquieti, insoddisfatti: la strenua inertia di oraziana memoria ci affatica. Cambiare luogo è del tutto inutile. E' preferibile restare dove la sorte ci ha posto, in prima linea, anche se con pochissime speranze.
Cambiare regione: affermava colui che cambia il cielo, ma non l'animo. Non è neppure più così: l'animo è lo stesso, ma anche il cielo è il medesimo, ormai in ogni dove è sfregiato da scie.
Meglio restare qui: accantonando l'idea di intraprendere un viaggio verso lidi lontani, prepariamoci semmai ad un altro viaggio, l'ultimo.
Zret, l'idea di mollare tutto e lasciare questo Paese, mi ha solleticato spesso. Credo però sarebbe una sconfitta, un voler chiudere gli occhi di fronte la realtà. Noi siamo vittime del ritmo frenetico, scappiamo fondamentalmente da noi stessi. Il solo pensiero di essere soli ci angoscia, poiché siamo profondamente a disagio con il nostro essere più profondo. Solo entrando in sintonia con noi stessi, riusciremo ad essere consapevoli in ogni luogo e in ogni situazione. Anche gli eventi più tragici sarebbero visti per quelli che sono, parte dell'evoluzione della vita sulla terra.
RispondiEliminaUn abbraccio
Gli eventi tragici ci abbattono, ma potrebbero essere anche occasione di crescita: certo, ci vuole una disciplina eccezionale.
RispondiEliminaCiao e grazie.
Tempo e Spazio sono illusioni, come ogni altra cosa. Tutto comincia e Tutto finisce Con NOI e Dentro di NOI.
RispondiEliminaDonnie.
Maya, ombre, fenomeni...
RispondiEliminaCiao!
Eppure...
RispondiEliminaSto per partire per l'Australia, per adesso solo da turista, ma comunque con l'idea di tastare il terreno.
Se dovessi emigrare non sarebbe per trovare la natura incontaminata o la rivoluzione dello spirito ma, nel caso, un posto che mi dia la possibilità di vivere in modo dignitoso.
Adesso sono in Italia, mi sono appena laureato ed pochissime prospettive di trovare un lavoro che non sia il solito co. co. a meno di 1000 euro al mese.
Io amo il mio paese, ma come posso non riflettere sulla possibilità di emigrare?
Certo che mi piacerebbe restare...
Se uno se ne va dall'Italia per cercare lavoro fa bene ma non deve illudersi che le cose si protraggano oramai per molto.
RispondiEliminaL'attuale ciclo anela alla sua conclusione. Ancora un pò - non secoli, non decenni ma qualche anno al massimo - e poi la realtà che ci circonda si sgretolerà come se fosse la fine di un incubo, di un sogno maledetto.Tutto ciò che è relativo e cadùco lascerà al posto a ciò che è fisso ed immutabile.
La fine dell'umano, troppo umano ( e del demonico, ovviamente ).
Questa, in parole povere, l'intuizione che ebbi quando avevo diciannove anni. Quasi una folgorazione la cui eco da allora - son passati quasi quarant'anni - mi ha accompagnato ogni giorno della mia vita.
Anch'io ho questa immagine nella mente; inoltre basta osservare la superficie del "reale", simile a quegli olii venati di sottilissime crepe da cui affiora la mestica, per capire che qualcosa sta per accadere...
RispondiEliminaCiao!
Si Zret, ogni uomo saggio dovrebbe prepararsi all'ultimo viaggio,inevitabile,ogni dove ci si trovi.
RispondiEliminaSarebbe bello poter fare come i "guerrieri della libertà totale" che, secondo Don Juan Matus,nagual, testimoniato da Castaneda,non vengono colti dalla morte come i "normali",ma scelgono il modo e il momento per la dipartita dal mondo,semplicemente consumandosi con un fuoco scaturito dal proprio profondo e scomparendo dalla faccia della Terra,liberi,come se non fossero mai esistiti.
Ora O.T. (ma quì non è mai O.T. questa cronaca delle scie)
Un massiccio solcamento come quello di stamane non l'avevo mai visto sui miei cieli del Garda..
Sarà l'effetto James Bond
Dominavano le x che poi si allargano,ma non mancavano quelle lunghe e sottili, come nemmeno le corte e larghe. Una vera frenesia,che dopo poco ha prodotto un cielo (che sarebbe dovuto restare azzurro con nuvole bianche lontane all'orizzonte) velato e biancastro,tale da anebbiare il Sole.
Passeggiando,verso tarda mattinata,ho orecchiato un commento di un uomo sui 60-65 che diceva pressapoco: ecco che si fà ragnatela,cambia il tempo. Fraintendendo l'ho apostrofato con un : Ha visto? sono le scie rilasciate dagli aerei che creano la "ragnatela"
Lui mi ha guardato strano e poi ha detto: Quali aerei? E' il tempo che cambia,l'avevano detto, quelli delle previsioni,in tv..
Inutile dire che mi sono ancora una volta cadute le braccia.
Non sanno nemmeno più vedere.
Clausneghe, confermi un mio convincimento: la gente "vede" attraverso lo schermo televisivo, come profetizzato da Bradbury in Fahreneit 451. Non si è capito il motivo di un attacco tanto massiccio in una domenica di ordinaria follia. Acelerano l'agenda?
RispondiEliminaMercy, A. nega il Morgellons su Unhivedmind. Io non mi fido. Vedi tu. Senza dubbio la New age orientata verso il materialismo è un'aberrazione. Il cosiddetto lavoro su sé stessi è rinuncia all'ego, al materialismo, alle seduzioni del mondo.
Ciao a tutti.
Studio signoraggio, so bene che il sistema non è sostenibile e che se qualche paese sta meglio di noi è solo una cosa temporanea.
RispondiEliminaSo anche che il collasso è vicino e che investià tutto il mondo.
Premesso questo devo pur vivere e mangiare.
Spero di poterlo fare nel mio paese.
Un saluto a tutti.
sono pressapoco nella situazione di ersandro, anche se più vecchio di lui. ho al momento prospettive di trasferimento al di là dell'oceano che sto attentamente valutando... in genere, in italia, le chances per combinare qualcosa nel mondo del lavoro sono veramente poche. condivido ciò che dite e non è il caso che mi dilunghi, ma per un neolaureato che conosca almeno l'inglese c'è sicuramente di meglio che restare a soffrire tra una delusione e l'altra in un paese che offre realmente poche opportunità. ersandro, auguri per l'australia! saluti a tutti.
RispondiEliminaPosti buoni dove stare meglio ci sono. In ordine di preferenza io avrei individuato questi:
RispondiEliminaVenezuela/isola di Margarita...
Brasile/Minas Gerais/ecc, Yucatan, forse anche Gabon... Cina, perche no?
cmq se c'è un continente che si salverà quello è il sudamerica.
Bisogna salvare il propio paese non fuggire, l'isola felice non esiste... Bisogna risolvere la situazione, la soluzione tanto detestata altro non è che il vostro dubbio nel porre un punto ai vostri quesiti. Ma quanto si può perdurare nel dubbio?!
RispondiEliminaZret, amico mio
RispondiEliminaamo il mio paese ed ancor più il villaggio natio. Per nulla al mondo vorrei cambiare anche perchè penso che saremo tutti nel posto giusto al momento giusto!!!
Un abbraccio sentito a tutti.
saremo tutti nel posto giusto al momento giusto
RispondiEliminagià! ma se restiamo qui difficilmente saremo soddisfatti del nostro amaro destino.
Scordatevi le speranze di recupero: il nostro paese nn si salva; l'occidente, quasi tutta l'asia e l'africa sono contaminati fisicamente e spiritualmente dal NW0...
Se vuoi puoi restare qui a soccorrere chi ami, chi avrà più di te bisogno di aiuto... ma nn facciamoci illusioni del cazzo... che si possa uscire da questa situazione... come uno che sta per annegare gli usa si tireranno giù tutti quelli a cui si possono aggrappare per avere un altro attimo di respiro...
Se vogliamo sopravvivere decentemente dobbiamo andarcene, almeno in montagna, dove ci sia acqua... da questa impasse usciremo solo con una catastrofe ...
il paesello natio tienilo per scavarci la tua fossa - è l'unica reale consolazione che ti può dare - ma se vuoi salvare la vita, esercitare la tua libertà, proteggere i tuoi cari, nn c'è altra soluzione che andarsene.
Sudamerica... da lì ripartirà la civiltà umana, altrove sarà solo barbarie, schiavitù e disperazione.
Ma perchè mai, Badghir, dovrebbe salvarsi proprio il Sud America?
RispondiEliminaQueste mi sembrano - senza offesa -
delle teorie vecchie come il cucco.
Qualcosa del genere aveva estratto dai suoi sogni ovvero dal cappello a cilindro S.Giovanni Bosco.
Lo stesso santo che vagheggiava la conversione al Cattolicesimo degli aborigeni della Patagonia.
La storia dice che effettivamente quelli si convertirono ma dice anche che agli inizi del Novecento di quegli indigeni ne era rimasto...uno, perchè tutti gli altri erano morti per le malattie trasmesse loro dall'uomo bianco.
Sound familiar?
Conclusione in breve: non sappiamo chi si salverà nè dove sarà possibile salvarsi la pelle.
Non sta a noi il deciderlo, ma temo che dei luoghi di salvezza potrebbero essere anche queste stanze nelle quali sediamo per scrivere al PC.
Ducunt volentem fata, nolentem trahunt
RispondiEliminama angelotta è un lui e ha il pisello!nn sto skerzando è vero!
RispondiEliminaWow i nodi vengono al pettine tra show trails e via dicendo
RispondiEliminaCiao!!!
Perchè il sudamerica?
RispondiEliminaMah, so che lo so, nn mi ricordo perchè ... e poi mi sembra ovvio e non è affatto teorico!
Io sto parlando di civiltà, di evoluzione sociale e spirituale, non di sopravvivenza biologica.
Naturalmente potrei sbagliare, come tutti... fate un po' voi... se vi sembra un'idea idiota non
r-accoglietela. Non c'è prob.
Ducunt volentem fata, nolentem trahunt... uffa! devo telefonare ancora una volta all'amico che ha fatto il classico o qualcuno gentilmente ce la decifra ?
Forse significa " Chi vuole dirigere il destino non ottiene nulla" ?
Ma il destino non si può dirigere con un'iterazione di scelte e abitudini coscienti?
Certo uno può avere il destino di salvarsi anche in una stanza col pc, magari in centro a Gaza... ma se tutto intorno è uno sfacelo, sai che soddisfazione!
In circostanze simili molti preferirebebro essere morti, no?
Il destino guida chi lo accetta, e trascina chi è riluttante
RispondiEliminaCon questi al comando NON C'E' NESSUN POST CONOSCIUTO AL MONDO DOVE POTER ANDARE
RispondiEliminaMa allora di che Nwo e compagnia si discute da anni?Se era/è così facile?
Ciao
scusate NESSUN POSTO AL MONDO
RispondiEliminaUn caloroso saluto a tutti i commentatori. Grazie infinite.
RispondiEliminaOttimo il primo commento di freenfo! Lasciare e' in molti casi una sconfitta.
RispondiEliminaLa realta' esteriore(oggi durissima)puo' essere un ottima palestra x chi vuole contattare la realta' interiore.
Li, arrivati in profondita', "loro" non possono arrivare.
E stanno facendo di tutto, da millenni, per non farci arrivare "li"...