Lo schiavo più docile ed ubbidiente è quello che non sa di esserlo.
Quando mi chiedo quale sia il mezzo precipuo che il sistema globale usa per plagiare i cittadini e per distruggerne l'identità, non penso tanto alla pur deleteria e demoniaca televisione, quanto alla scuola. La scuola, che potrebbe essere, se del tutto diversa da com'è, un tempio della cultura è, invece, un campo di concentramento per la mente ed una prigione per l'anima. Ideata per indottrinare le nuove generazioni, si è trasformata nella sentina della nostra società, ingorgata da liquami fetidi ed ammorbanti. Rivelatrice la visione di Corrado circa la scuola (Vedi Come ottenere l'obbedienza) e qui aggiungo solo alcune mie impressioni sul sistema "formativo".
In primo luogo, è necessario considerare il corpo docente costituito da insegnanti che si distinguono, semplificando, in tre categorie: gli eruditi, gli ignavi, i consapevoli. Gli eruditi sono quegli insegnanti che conoscono a memoria centinaia di date e di dati, ma che sono incapaci di articolare anche un semplice ragionamento. Noiosi, pedestri e pedanteschi, si impegnano in studi su argomenti insignificanti. Se vivessimo in un mondo differente, si potrebbe ancora concepire che una persona scialacqui il suo tempo in ricerche tanto settoriali o sterili. Quel che è più grave, però, è l'invadenza di questa algida, soporifera erudizione all'interno delle scuole, con un pullulare di iniziative "culturali" contraddistinte da un'assoluta stupidità su temi insulsi. In realtà la promozione di studi degni di don Ferrante (ma almeno don Ferrante coltivava l'astrologia che è disciplina di grande interesse) è uno strumento per stornare l'attenzione dai problemi concreti, facendo leva sulla vanagloria di certi "intellettuali" che si compiacciono di disquisire dottamente per anni su quisquilie e di impegnarsi in diatribe infinite per semplice puntiglio.
Gli ignavi sono gli insegnanti esecutori: armati di registri e di penna, catalogano, classificano, redigono relazioni, verbali... A costoro interessa solo lo stipendio e, all'inizio dell'anno, calcolano, con precisione scientifica, i giorni di vacanza che possono attaccare al giorno libero, scelto in modo oculato e strategico, in modo da usufruire di periodi di sospensione dell'attività didattica durante i quali partire per viaggi di diporto. Gli ignavi sono impiegati grigi e banali: se la cultura è trasformata dagli eruditi in una stanca ripetizione di nozioni maldigerite e spesso sbagliate, sia in ambito umanistico sia scientifico, gli impiegati sono persone banalissime, non si sa come finite ad insegnare, i cui discorsi sono dello stesso livello dei tifosi che berciano in un bar il lunedì mattina. Poco cambia se, invece di accapigliarsi per l'Inter e la Juventus, si sgolano inneggiando a Belzebusconi contro Veltroni o viceversa.
Infine l'ultima categoria è quella dei docenti consapevoli che credono ancora alla scuola come istituzione culturale: per questo motivo si scontrano ogni giorno contro l'ottusità granitica dei presidi, il conformismo dei colleghi, la passività e l'indolenza di parecchi studenti. A differenza degli altri due gruppi, questi insegnanti, che costituiscono un manipolo sparuto, rifuggono dai pregiudizi, dall'ortodossia didattica, dalle convenzioni e cercano di portare una ventata di aria fresca in una necropoli piena di mummie e di odore di chiuso.
La scuola è parte integrante del sistema, un sistema in ultima istanza satanico, ed è tanto più pericolosa perché riguardata dai genitori e dalla società civile come il luogo dell'apprendimento (sic) e della socializzazione. In verità essa è un carcere in cui i prigionieri (docenti ed allievi) ricevono razioni quotidiane di menzogne e di assurde coercizioni burocratiche. Un po' alla volta viene costruita una visione del mondo del tutto falsa fondata sulla pseudo-storia e sulla pseudo-scienza, sull'ipocrisia dello stato democratico (in realtà demoncratico), dei "valori" europei, della tolleranza... e corbellerie simili. Corsi d'aggiornamento, convegni, progetti, collaborazioni con enti, associazioni “culturali”, sono soltanto il complemento di una strategia diseducativa volta a diffondere le immorali bugie del potere tra le nuove generazioni (le mente degli adulti sono già stati adulterate a dovere) affinché gli studenti, divenuti un giorno impiegati, professionisti, insegnanti, tecnici... accettino, dopo averle interiorizzate, le mistificazioni dei media e spontaneamente propalino menzogne credute verità.
In questo modo il sistema si perpetua, si consolida, si radica sempre più nella mente ignara degli uomini, a somiglianza di una pianta parassita che succhia la linfa e la vita dell'albero su cui alligna.
Quando mi chiedo quale sia il mezzo precipuo che il sistema globale usa per plagiare i cittadini e per distruggerne l'identità, non penso tanto alla pur deleteria e demoniaca televisione, quanto alla scuola. La scuola, che potrebbe essere, se del tutto diversa da com'è, un tempio della cultura è, invece, un campo di concentramento per la mente ed una prigione per l'anima. Ideata per indottrinare le nuove generazioni, si è trasformata nella sentina della nostra società, ingorgata da liquami fetidi ed ammorbanti. Rivelatrice la visione di Corrado circa la scuola (Vedi Come ottenere l'obbedienza) e qui aggiungo solo alcune mie impressioni sul sistema "formativo".
In primo luogo, è necessario considerare il corpo docente costituito da insegnanti che si distinguono, semplificando, in tre categorie: gli eruditi, gli ignavi, i consapevoli. Gli eruditi sono quegli insegnanti che conoscono a memoria centinaia di date e di dati, ma che sono incapaci di articolare anche un semplice ragionamento. Noiosi, pedestri e pedanteschi, si impegnano in studi su argomenti insignificanti. Se vivessimo in un mondo differente, si potrebbe ancora concepire che una persona scialacqui il suo tempo in ricerche tanto settoriali o sterili. Quel che è più grave, però, è l'invadenza di questa algida, soporifera erudizione all'interno delle scuole, con un pullulare di iniziative "culturali" contraddistinte da un'assoluta stupidità su temi insulsi. In realtà la promozione di studi degni di don Ferrante (ma almeno don Ferrante coltivava l'astrologia che è disciplina di grande interesse) è uno strumento per stornare l'attenzione dai problemi concreti, facendo leva sulla vanagloria di certi "intellettuali" che si compiacciono di disquisire dottamente per anni su quisquilie e di impegnarsi in diatribe infinite per semplice puntiglio.
Gli ignavi sono gli insegnanti esecutori: armati di registri e di penna, catalogano, classificano, redigono relazioni, verbali... A costoro interessa solo lo stipendio e, all'inizio dell'anno, calcolano, con precisione scientifica, i giorni di vacanza che possono attaccare al giorno libero, scelto in modo oculato e strategico, in modo da usufruire di periodi di sospensione dell'attività didattica durante i quali partire per viaggi di diporto. Gli ignavi sono impiegati grigi e banali: se la cultura è trasformata dagli eruditi in una stanca ripetizione di nozioni maldigerite e spesso sbagliate, sia in ambito umanistico sia scientifico, gli impiegati sono persone banalissime, non si sa come finite ad insegnare, i cui discorsi sono dello stesso livello dei tifosi che berciano in un bar il lunedì mattina. Poco cambia se, invece di accapigliarsi per l'Inter e la Juventus, si sgolano inneggiando a Belzebusconi contro Veltroni o viceversa.
Infine l'ultima categoria è quella dei docenti consapevoli che credono ancora alla scuola come istituzione culturale: per questo motivo si scontrano ogni giorno contro l'ottusità granitica dei presidi, il conformismo dei colleghi, la passività e l'indolenza di parecchi studenti. A differenza degli altri due gruppi, questi insegnanti, che costituiscono un manipolo sparuto, rifuggono dai pregiudizi, dall'ortodossia didattica, dalle convenzioni e cercano di portare una ventata di aria fresca in una necropoli piena di mummie e di odore di chiuso.
La scuola è parte integrante del sistema, un sistema in ultima istanza satanico, ed è tanto più pericolosa perché riguardata dai genitori e dalla società civile come il luogo dell'apprendimento (sic) e della socializzazione. In verità essa è un carcere in cui i prigionieri (docenti ed allievi) ricevono razioni quotidiane di menzogne e di assurde coercizioni burocratiche. Un po' alla volta viene costruita una visione del mondo del tutto falsa fondata sulla pseudo-storia e sulla pseudo-scienza, sull'ipocrisia dello stato democratico (in realtà demoncratico), dei "valori" europei, della tolleranza... e corbellerie simili. Corsi d'aggiornamento, convegni, progetti, collaborazioni con enti, associazioni “culturali”, sono soltanto il complemento di una strategia diseducativa volta a diffondere le immorali bugie del potere tra le nuove generazioni (le mente degli adulti sono già stati adulterate a dovere) affinché gli studenti, divenuti un giorno impiegati, professionisti, insegnanti, tecnici... accettino, dopo averle interiorizzate, le mistificazioni dei media e spontaneamente propalino menzogne credute verità.
In questo modo il sistema si perpetua, si consolida, si radica sempre più nella mente ignara degli uomini, a somiglianza di una pianta parassita che succhia la linfa e la vita dell'albero su cui alligna.
Zret, un'analisi eccellente del sistema scolastico. Purtroppo troppo spesso si dimentica che la scuola dovrebbe essere la palestra della vita, delle esperienze formative e dell'arte della conoscenza, non necessariamente l'arte delle nozioni.
RispondiEliminaRicordo con affetto una mia professoressa di lettere, che spesso sabotava le lezioni per lasciare libero sfogo a idee, progetti ed esperienze. In quelle ore ci perdevamo a fantasticare e analizzare gli aspetti della vita che caratterizzano veramente l'uomo. Eravamo invogliati a pensare, a formulare ipotesi, pacatamente e senza creare conflitti, consapevoli che lo scopo dell'esercizio era quello di evolvere la nostra conoscenza.
Questo è un esempio che mi piace ricordare, anche se credo sia solo un'eccezione. Non dico che la didattica sia totalmente sbagliata, ma sarebbe bello mettere al centro delle ore scolastiche lo studente, il bambino e il futuro rappresentante della società moderna.
I professori dovrebbero essere valorizzati e spronati all'insegnamento, un arte al di spora di ogni altra, una vera e propria scuola di vita.
Grazie per avermi portato indietro nel tempo e avermi fatto ripensare a cose buone (poche) e cose cattive (molte).
Ciao!
Leggendo le tue parole mi sembra di sentire quelle di mia madre, prof. di storia dell'arte prossima alla pensione.
RispondiEliminaHai ragione quando inserisci la scuola in un sistema più ampio, di cui è solo un ingranaggio. La cosa peggiore è che gli stessi studenti, ed i loro genitori, vogliono che funzioni così.
Comunque ogni sistema ha delle falle che diventano più evidenti quando viene spinto all'estremo.
Come nel bianco si intravede l'origine del nero, così la decadenza della nostra società sarà l'interruttore che ci permetterà di prendere coscienza di noi stessi nel momento in cui diventerà intollerabile.
In fondo chi si pone in modo critico rispetto agli eventi si è pur sempre formato nella scuola degli "inconsapevoli".
Questo basta per farmi essere ottimista.
Un saluto a tutti.
mi unisco al commento di freenfo
RispondiEliminaricordando alcuni dei miei professori con tantissima riconoscenza. Credo che la loro fosse veramente una "missione"! Hanno contribuito all'apertura delle mie aspirazioni, cosa che purtoppo oggi succede raramente.
Le mie figlie ricordano con cotanta stima ed affetto un unico
professore di filosofia, che ha fatto amare loro la vita ed avere l'entusiamo e lo sprone per continuare
Ciao
Parafrasando Goethe, potremmo asserire che la scuola va avanti solo grazie a coloro che si oppongono.
RispondiEliminaSia Freenfo sia Ersandro sia Nepi vanno al cuore del problema, evidenziando i pregi (pochissimi) ed i difetti (innumerevoli) della scuola.
Ciao a tutti e grazie.
Zret, citando Goethe mi inviti a nozze!
RispondiEliminaCiao carissimo
Articolo OTTIMO e scritto in maniera superlativa!
RispondiEliminaComplimenti, Fabrizio
Ciao Zret, hai dato uno spaccato su quelle che sono le tre personalità psicologiche che formano il corpo docenti.
RispondiEliminaIo devo dire,ahimè,di aver incontrato nei miei anni scolastici,quasi sempre le due peggiori,con prevalenza del tipo due,l'impiegato grigio,scemo e violento.
Di alcuni di loro,mi ricordo ancora(ero alle elementari) i colpi di righello sulle mani e i sassolini sotto le ginocchia,per dire.
Già allora ero stato classificato "ribelle" da costoro
Ancora oggi, provo scarsa simpatia per l'ordine dei maestri,professori et docenti in genere..
Ciao
violazione del mio copyright forse x opera di john battista http://perlecomplottiste.blogspot.com/
RispondiEliminascusate l'oT, ma mi sembra importante sapere cos'è successo al sito di Andre Doria ( automiribelli.org) che da 3 gg è down. Qlc1 ha delle info di cosa sarebbe successo?
RispondiEliminasu automiribelli.org adesso ci sono delle spieghe.
RispondiEliminaFine Ot, scuz
E' evidente che Andrea Doria è stato spesso lungimirante. Vedremo che piega prenderà la questione.
RispondiEliminaCiao a tutti.
una sera di qualche anno fa, in giro per le coline di Assisi, mentre cercavo un posto dove passare la notte col sacco a pelo, ho incontrato un tipo anziano, col bastone, ma pieno di vitalità.
RispondiEliminaLui era inglese e viveva in una sorta di eremitaggio lassù.
Di tutto quello che ci dicemmo, ricordo sopratutto una cosa: la sua convinzione che la scuola fosse una aberrazione, una deleteria forzatura dello spirito dei giovani, la causa di innumerevoli problemi personali e sociali. Quali argomenti usasse per sostenere questa opinione nn ricordo bene, ma fu sorprendente notare l'assoluta certezza con cui la promuoveva, coerentemente allo stile di vita radicale che aveva scelto di esercitare nell'austerità, nella meditazione e nella solitudine.
Grazie Fdmpaul.
RispondiEliminaClausneghe, ho grandesimpatia per i ribelli.
Badghir, quell'eremita non aveva tutti i torti, anzi.
Ciao a tutti.
Una volta scrissi un tema scolastico riguardante proprio la scuola. La mia professoressa di italiano (una donna che ho sempre ammirato comunque) si stupì della mia visione meccanicistica del sistema. Ebbene, a distanza di anni, posso dire di averci visto giusto allora...
RispondiEliminaCiao :)
Flo, la preveggenza di Cassandra?
RispondiEliminaHo inserito un commento con domanda sul tuo ultimo articolo. Grazie anticipatamente per la risposta.
Ciao
Uno spunto di riflessione che avevo letto tempo fa...
RispondiEliminahttp://www.polyarchy.org/basta/sussurri/stataniche.html
grande post!
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