Alcuni oggi si chiedono se stiamo vivendo gli ultimi tempi, se siamo vicini ad una svolta nella storia non solo dell'umanità, ma anche del pianeta, se è prossima l'autodistruzione della "civiltà". Occorre, prima di dedicare qualche riflessione a questo tema, cercare di comprendere quali eventi veramente possano coincidere con una svolta. La storiografia ufficiale tende a focalizzare la sua attenzione su avvenimenti politici e militari, trascurando altri fenomeni come le invenzioni tecnologiche, i cambiamenti nella visione del mondo, le scoperte scientifiche. Se proprio intendiamo individuare una discontinuità nella storia recente e passata, dobbiamo considerare più rilevante il Congresso di Vienna o l'invenzione della fotografia, la deposizione di Romolo Augusto o il tramonto della cultura classica e pagana? Considerando tempi a noi vicini, l'uso dell'energia nucleare a fini bellici e "pacifici" dovrebbe essere riguardato come un reale snodo nella disastrosa storia contemporanea. L'energia atomica, ossia il controllo dell'infinitamente piccolo, della materia con le sue esplosive e distruttive energie, si è rivelato un avvenimento gravido di conseguenze per la Terra ed i suoi abitanti, ma non meno importante è la pressoché coeva distruzione, della tradizionale civiltà contadina, che era mentalità, modo di vivere, Weltanschauung. Si rileggano in proposito le memorabili analisi di Pasolini.
Per capire se veramente l'umanità è vicina alla fine di un ciclo, dovremo focalizzare la nostra attenzione su un ambito preciso, ma senza prescindere da una visione globale: sarà la tecnologia sempre più invasiva a ritorcersi contro l'umanità? Sarà l'instaurazione del Nuovo ordine mondiale a causare l'estinzione della vera vita, la morte dell'anima? Saranno cambiamenti naturali (l'indebolimento del campo magnetico terrestre, la migrazione dei poli, l'aumento dell'attività solare...)? Saranno fenomeni cosmici, cambiamenti nell'aura o segni dal cielo?
Epidemie, carestie, guerre, terremoti funestarono l'impero di Giustiniano: erano gli ultimi giorni? Molti di coloro che vissero allora sulla propria pelle quelle calamità, probabilmente, poterono concepirli così. Invece - qui bisogna smentire un diffuso luogo comune (lasciamo che a ripeterlo sia Heidi) - la gente che visse verso la fine del X secolo d. C. nella maggioranza dei casi, non temette la fine del mondo, semplicemente poiché non sapeva neanche l'anno in cui si era. Furono solo alcuni gruppi di chierici all'interno della Chiesa che ritenevano prossima la Parousia del Cristo, preceduta da spaventosi flagelli. Giunse l'anno Mille, nell'indifferenza della stragrande maggioranza della popolazione e tutto continuò più o meno come prima, tra il duro lavoro nei campi, le cacce ed i festini dei signori, i viaggi dei mercanti, le ricorrenze religiose, le composizioni dei poeti, le guerre e le carneficine...
Viviamo negli ultimi tempi? Se consideriamo la cultura, la natura e la libertà, senza dubbio dobbiamo ritenere che esse sono agonizzanti: è questione di anni o, al limite, di decenni, salvo un miracolo. E' proprio il miracolo quello in cui sperano alcune persone: una tecnologia in grado di risolvere le questioni ambientali, energetici e quindi socio-economiche (in parte esiste, ma viene usata per l'esatto contrario, ossia per creare ed aggravare i problemi); un intervento extraterrestre; una palingenesi interiore; un cambiamento cosmico; un ritorno del Messia...
Finirà un ciclo o, per lo meno, una fase storica. Ne comincerà un altro: migliore, peggiore o simile a quello attuale?
Per capire se veramente l'umanità è vicina alla fine di un ciclo, dovremo focalizzare la nostra attenzione su un ambito preciso, ma senza prescindere da una visione globale: sarà la tecnologia sempre più invasiva a ritorcersi contro l'umanità? Sarà l'instaurazione del Nuovo ordine mondiale a causare l'estinzione della vera vita, la morte dell'anima? Saranno cambiamenti naturali (l'indebolimento del campo magnetico terrestre, la migrazione dei poli, l'aumento dell'attività solare...)? Saranno fenomeni cosmici, cambiamenti nell'aura o segni dal cielo?
Epidemie, carestie, guerre, terremoti funestarono l'impero di Giustiniano: erano gli ultimi giorni? Molti di coloro che vissero allora sulla propria pelle quelle calamità, probabilmente, poterono concepirli così. Invece - qui bisogna smentire un diffuso luogo comune (lasciamo che a ripeterlo sia Heidi) - la gente che visse verso la fine del X secolo d. C. nella maggioranza dei casi, non temette la fine del mondo, semplicemente poiché non sapeva neanche l'anno in cui si era. Furono solo alcuni gruppi di chierici all'interno della Chiesa che ritenevano prossima la Parousia del Cristo, preceduta da spaventosi flagelli. Giunse l'anno Mille, nell'indifferenza della stragrande maggioranza della popolazione e tutto continuò più o meno come prima, tra il duro lavoro nei campi, le cacce ed i festini dei signori, i viaggi dei mercanti, le ricorrenze religiose, le composizioni dei poeti, le guerre e le carneficine...
Viviamo negli ultimi tempi? Se consideriamo la cultura, la natura e la libertà, senza dubbio dobbiamo ritenere che esse sono agonizzanti: è questione di anni o, al limite, di decenni, salvo un miracolo. E' proprio il miracolo quello in cui sperano alcune persone: una tecnologia in grado di risolvere le questioni ambientali, energetici e quindi socio-economiche (in parte esiste, ma viene usata per l'esatto contrario, ossia per creare ed aggravare i problemi); un intervento extraterrestre; una palingenesi interiore; un cambiamento cosmico; un ritorno del Messia...
Finirà un ciclo o, per lo meno, una fase storica. Ne comincerà un altro: migliore, peggiore o simile a quello attuale?
Chi vivrà vedrà: speriamo sia un bel vedere.
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credo siamo alla fine di un ciclo...e ringraziamo il cielo di averci dato la possibilità di essere qui, ora, a fare il nostro dovere..ciao
RispondiEliminaa differenza dell'anno 1000 (solo superstizioni) adesso ci troviamo a confrontarci con una serie di profezie che si stanno avverando sotto molti aspetti
RispondiEliminaForse è la fine di un ciclo e l'inizio di un altro
Ma forse è la fine dei cicli
In ogni caso la nascita come la ri-nascita avviene nel dolore
Non focalizziamoci solo sulla sofferenza, ma apriamo anche i cuori alla speranza (senza troppe illusioni)
Nel cielo, infatti, come in un celebre quadro di Matisse, alcune persone intrecciano una danza.
RispondiEliminaCiao a tutti!
guardando come sono ridotte le nostre città e campagne (cemento selvaggio, degrado, sporcizia, traffico, chaos, smog, abbandono, discariche abusive, creazione della più brutta architettura che sia mai stata concepita da quando l'uomo esiste,..)direi proprio che siamo arrivati alla fine_
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