I cumuli che, nonostante tutto, talvolta ancora si formano, rampollando dalle sorgenti del cielo, sono di una bellezza indescrivibile. Essi spumeggiano candidi, si gonfiano simili a bolle immense, soffici come ovatta, morbidi come panna montata.
E' difficile contemplare uno spettacolo più mirabile: non solo per la purezza adamantina della luce che si riflette sulle volute barocche, per le ombre malinconiche che intridono gli incavi, per le mille sfumature di celeste spennellate sui contorni, ma soprattutto perché, forse in modo inconscio, ci immedesimiamo in quelle nuvole vaporose. Immagini di un cambiamento perenne, incessante, emergono dal nulla per espandersi e infine dissolversi nel nulla. Non sono forse potenti metafore della vita e del tempo? Dense ma inconsistenti, efflorescenze dell'intonaco, evocano l'immutabile mutevolezza dell'essere. Impermanenza, a guisa di flussi di pensieri, emozioni, ricordi che si coagulano nelle illusorie parvenze, solo per sciogliersi subito dopo ed evaporare.
Alchimia, processo dell'esistenza.
Invisibili, i cumuli dissolti nell'atmosfera, sono minuscole gocce di umidità permeate di luce, tutt'uno con la luce perché diafane. Non esistono, dacché sono, ma non sono più percepite. Nell'essere che ritorna alla sua quieta scaturigine, si placa ogni tensione, il desiderio si acquieta, il tempo e lo spazio si annullano, mentre il mondo si cancella.
Nel cupio dissolvi, rinasciamo come metalli incandescenti temprati dall'acqua gelida.
E' difficile contemplare uno spettacolo più mirabile: non solo per la purezza adamantina della luce che si riflette sulle volute barocche, per le ombre malinconiche che intridono gli incavi, per le mille sfumature di celeste spennellate sui contorni, ma soprattutto perché, forse in modo inconscio, ci immedesimiamo in quelle nuvole vaporose. Immagini di un cambiamento perenne, incessante, emergono dal nulla per espandersi e infine dissolversi nel nulla. Non sono forse potenti metafore della vita e del tempo? Dense ma inconsistenti, efflorescenze dell'intonaco, evocano l'immutabile mutevolezza dell'essere. Impermanenza, a guisa di flussi di pensieri, emozioni, ricordi che si coagulano nelle illusorie parvenze, solo per sciogliersi subito dopo ed evaporare.
Alchimia, processo dell'esistenza.
Invisibili, i cumuli dissolti nell'atmosfera, sono minuscole gocce di umidità permeate di luce, tutt'uno con la luce perché diafane. Non esistono, dacché sono, ma non sono più percepite. Nell'essere che ritorna alla sua quieta scaturigine, si placa ogni tensione, il desiderio si acquieta, il tempo e lo spazio si annullano, mentre il mondo si cancella.
Nel cupio dissolvi, rinasciamo come metalli incandescenti temprati dall'acqua gelida.
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Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaVeramente bellissima! Complimenti.
RispondiEliminaGrazie infoprof.
RispondiEliminaCiao!
Il concetto di impermanenza è particolarmente caro al Buddhismo Mahayana e proprio da tale presupposto si dipana la sua speculazione relativa all'impermanenza dell'Io in generale, dove per 'Io' si dovrebbe naturalmente intendere l'anima ovvero la psiche di ognuno.
RispondiEliminaResisi conto di tale dato di fatto, il percorso verso la salvezza interiore può decollare.
Osservando da molti anni a questa parte il comportamento dei bambini, in specie di quelli più piccoli, ho sempre nutrito l'impressione che i Buddhisti abbiano preso spunto proprio da essi per le loro riflessioni circa l'impermanenza.
La psiche di un infante che comincia a muoversi e giocare nell'ambiente è di una mutevolezza e di una volubilità che hanno dell'incredibile.
Qualcosa di simile ha in mente la Psichiatria ufficiale quando parla di una situazione patologica definita ' fuga delle idee '.
In altri termini, il soggetto che ne soffre avverte come un continuo ribollire di pensieri che gli frullano in continuazione nella mente senza che egli riesca a concentrarsi su alcuno di essi.
E' come se quegli fosse ritornato infante.
Temo che lo scopo dell'educazione della mente consista nell'arrestare tale continuo flusso di pensieri. Bisogna ciè domare questo drago che vorrebbe avere il sopravvento esercitando in tal modo il ruolo di protagonista della nostra interiorità.
L'analogia con il continuo trasformismo delle nubi naturali è senz'altro appropriata.
Ciao Paolo, molto interssante il riferimento alla psiche dei bambini più simile ad un alone i cui confini sono indefiniti che ad un cerchio.
RispondiEliminaCiao e grazie.