L'Ufologia è relegata tra le pseudo-scienze. Gli ufologi attirano la derisione dello "scienziato" e dell'uomo medio-basso. "E' un'accozzaglia di sciocchezze", si sente ripetere. Eppure, sfidando il dileggio e la sicumera degli accademici, alcuni ricercatori hanno imboccato strade che, dallo studio degli oggetti volanti non identificati, li hanno via via portati verso direzioni inattese. In genere si sono scoperte oscure trame , il coinvolgimento dei militari nei rapimenti. Si sono sfiorati altri temi spinosi come i black projects, le basi sotterranee segrete, esperimenti di ibridazione etc. Qualcuno, partendo da premesse ufologiche del tipo "viti e bulloni", si è avventurato ai confini della cosmologia e della filosofia.
Qui è d'obbligo il riferimento al chimico Corrado Malanga che, dopo anni di ricerche empiriche, si è inoltrato nell'insidioso territorio della fisica quantistica ed in quello ancora più insidioso della speculazione filosofica. Va rilevato che quasi tutte i capisaldi attuali del Malanga-pensiero sono desunti dalle dichiarazioni di presunti rapiti sottoposti a sedute di ipnosi regressiva. Non so fino a che punto tali dichiarazioni siano attendibili. Prescindendo dal loro grado di plausibilità, si deve comunque rilevare come il ricercatore toscano abbia introdotto idee nuove all'interno dell'esobiologia, soprattutto con la sua riflessione sull'anima. Che cosa Malanga intenda per anima non è a chi scrive molto perspicuo: un principio incorporeo ed eterno? Un sistema computazionale o che cos'altro? L'autore è altresì convinto, in una convergenza con la tradizione gnostica (credo di concordare anch'io), che non tutti gli uomini hanno un'anima.
La questione è complessa: esiste l'anima? In caso affermativo, come dobbiamo concepirla? Secondo la Bibbia, (almeno se ci limitiamo ad una lettura exoterica del Testo), l'anima è 'nèfesh': non è nulla di immortale e di spirituale. [1] Per Aristotele, l'anima è la forma del corpo: quando il corpo si disgrega, anche l'anima muore. Il filosofo rinascimentale Pietro Pomponazzi, suscitando le ire del clero, riaffermò la mortalità dell'anima sulla base dello Stagirita. Nel Cristianesimo paolino è esposta la dottrina della resurrezione dei corpi, forse mutuata da credenze persiane, non la sopravvivenza dell'anima dopo la morte, concetto della tradizione filosofica classica e non solo. Pertanto si può sempre pensare che l'immortalità sia garantita da una trasformazione della materia, liberata del suo carattere corruttibile.
Si può, invece, ritenere che la materia alla fine sia un non essere, rispetto all'essere vero, svincolato sia dallo spazio-tempo sia dai processi di degradazione che connotano il mondo ilico. In tal caso, il tentativo di predazione dell'anima per opera di esseri interdimensionali, come è descritto da Malanga avrebbe un suo senso, per quanto, a mio parere, paradossale. Infatti a questi “alieni” non interesserebbe soltanto controllare i corpi e le energie (delle energie anzi dimostrano uno sbalorditivo dominio), ma qualcos'altro. "Voi avete quella cosa che vi permette di andare di là, quella cosa che noi, invece, non abbiamo, quella cosa che permette all'uomo di andare di là, da Lui. Noi non possiamo andare da Lui. Alcuni di voi possono andare da Lui." In questo modo puerile e stentato, si esprime(rebbe) un'entità che si è incapricciata di un giocattolo, l'anima. Siamo al cospetto di una mitologia che non mi convince del tutto: tra l’altro, ritengo che il vero fine di presunti esseri interdimensionali sia la distruzione dei pianeti. Essi, simili a boa, causano la morte delle loro prede per soffocamento. Guardiamoci un attimo attorno: il pianeta è bruciato, sterile, desertificato. Gli Arconti hanno conseguito il loro scopo principale: devastare la terra ed inaridire le coscienze. Il loro sogno di immortalità è l’incubo della ripetizione: l’eterno ritorno dell’uguale.
Siamo seri: se l'anima esiste, essa è una scintilla divina e non credo che qualcuno la possa rubare, come fosse un diamante, un oggetto prezioso. Se, al contrario, l'anima è materiale (cervello o alcunché di simile), bastano delle onde elettromagnetiche per neutralizzarla ed ipotetici scienziati alieni possono, se vogliono, con le loro tecnologie, creare tutti i cervelli artificiali che desiderano, senza bisogno di trafugare niente a chicchessia. Forse chi è irretito in una concezione materialista può ritenere che sia possibile, con strumenti tecnologici, appropriarsi di un principio che collega alcuni esseri viventi alla Fonte. Che cosa, però, potranno ottenere? Una specie di creatura del Dottor Frankenstein la cui larvale vita è data dall'energia elettrica. Non manca - è vero - chi incredibilmente ritiene che Dio coincida con il campo di Planck o con un campo magnetico, ma sono stravaganze e, come tali, le riporto senza commentarle.
Possiamo immaginare che anche l'anima sia un'energia elettromagnetica, ma allora dovremmo rallegrarci delle antenne che vengono da per tutto installate, perché ciò significherebbe che le anime si moltiplicano.
Non intendo affermare che la materia-energia sia priva di aspetti enigmatici e che sia del tutto inerte, ma credo essa sia comunque il segno di uno slittamento rispetto ad una perfezione originaria. Se la materia fosse perfetta, dovremmo immaginare che essa combaci con Dio: ciò mi pare una forma di panteismo, con tutti i limiti del panteismo. Nel sistema dualistico tanto connaturato al pensiero umano, siamo inclini a distinguere tra maschile e femminile, tra corpo e anima, tra bene e male… dimenticando che la realtà è molto più complessa e sfaccettata. E’ possibile che esistano enti di gradi diversi situati lungo una scala dal più denso al più etereo. Mente, coscienza, anima… non sono sinonimi, ma non si comprende bene quali differenze intercorrano tra questi enti. Alla sommità si trova lo Spirito puro di cui alcuni partecipano, anche se in minima misura? Ricondurre tutto alle dimensioni fisiche, per quanto sottili, mi sembra riduttivo.
Infine o l'anima, come ente immortale, non esiste ed ha ragione Epicuro, di cui non occorre ricordare le rassicuranti conclusioni, oppure esiste ed è immateriale. In quest'ultimo caso, non saranno le tecnologie più sofisticate a minacciarla, ad imprigionarla o a trasferirla in altri corpi.
[1] Nefesh è molto più che il nostro concetto di anima, non è una qualità che l’uomo ha, ma è quello che l’uomo è, così come l’uomo è soma e non ha soma. Si tratta di due modi di vedere la stessa cosa e non di due cose diverse. Per capire meglio il concetto, anche il corpo di un morto può essere nefesh, ma solo finché si trova nella socialità, dentro i confini fisici e della società, solo finché è ancora identificabile, ma quando ci si dìsfa del corpo, non è più nefesh. Nefesh è anche l’istinto, volontà e desiderio sessuale e potrebbe sorprenderci che la stessa parola viene usata per descrivere l’anelito del devoto a Dio. Dire che nefesh è la persona non è dire che l’anima è la persona, perché nefesh include e presuppone basar, il corpo. Gli antichi ebrei non potevano nemmeno concepire il pensiero dell’uno senza l’altro. Il corpo tiene l’uomo in terra e, grazie all’anima, l’uomo è capace di trascendere il corpo ed elevarsi sopra ed oltre il proprio ambiente. Quasi unanimemente gli studiosi biblici dicono che l’uso della parola psyche pre-platonica come traduzione di nefesh è insufficiente, se non addirittura ingannevole... Una breve parola sull’idea della risurrezione dei morti: secondo Paolo, il nefesh risorgerebbe con la Seconda Venuta di Cristo. Questo significherebbe che la persona si riunirebbe con il proprio corpo. Per Paolo, l’uomo è nefesh: anima e corpo sono inseparabili. (V. Evola)
Qui è d'obbligo il riferimento al chimico Corrado Malanga che, dopo anni di ricerche empiriche, si è inoltrato nell'insidioso territorio della fisica quantistica ed in quello ancora più insidioso della speculazione filosofica. Va rilevato che quasi tutte i capisaldi attuali del Malanga-pensiero sono desunti dalle dichiarazioni di presunti rapiti sottoposti a sedute di ipnosi regressiva. Non so fino a che punto tali dichiarazioni siano attendibili. Prescindendo dal loro grado di plausibilità, si deve comunque rilevare come il ricercatore toscano abbia introdotto idee nuove all'interno dell'esobiologia, soprattutto con la sua riflessione sull'anima. Che cosa Malanga intenda per anima non è a chi scrive molto perspicuo: un principio incorporeo ed eterno? Un sistema computazionale o che cos'altro? L'autore è altresì convinto, in una convergenza con la tradizione gnostica (credo di concordare anch'io), che non tutti gli uomini hanno un'anima.
La questione è complessa: esiste l'anima? In caso affermativo, come dobbiamo concepirla? Secondo la Bibbia, (almeno se ci limitiamo ad una lettura exoterica del Testo), l'anima è 'nèfesh': non è nulla di immortale e di spirituale. [1] Per Aristotele, l'anima è la forma del corpo: quando il corpo si disgrega, anche l'anima muore. Il filosofo rinascimentale Pietro Pomponazzi, suscitando le ire del clero, riaffermò la mortalità dell'anima sulla base dello Stagirita. Nel Cristianesimo paolino è esposta la dottrina della resurrezione dei corpi, forse mutuata da credenze persiane, non la sopravvivenza dell'anima dopo la morte, concetto della tradizione filosofica classica e non solo. Pertanto si può sempre pensare che l'immortalità sia garantita da una trasformazione della materia, liberata del suo carattere corruttibile.
Si può, invece, ritenere che la materia alla fine sia un non essere, rispetto all'essere vero, svincolato sia dallo spazio-tempo sia dai processi di degradazione che connotano il mondo ilico. In tal caso, il tentativo di predazione dell'anima per opera di esseri interdimensionali, come è descritto da Malanga avrebbe un suo senso, per quanto, a mio parere, paradossale. Infatti a questi “alieni” non interesserebbe soltanto controllare i corpi e le energie (delle energie anzi dimostrano uno sbalorditivo dominio), ma qualcos'altro. "Voi avete quella cosa che vi permette di andare di là, quella cosa che noi, invece, non abbiamo, quella cosa che permette all'uomo di andare di là, da Lui. Noi non possiamo andare da Lui. Alcuni di voi possono andare da Lui." In questo modo puerile e stentato, si esprime(rebbe) un'entità che si è incapricciata di un giocattolo, l'anima. Siamo al cospetto di una mitologia che non mi convince del tutto: tra l’altro, ritengo che il vero fine di presunti esseri interdimensionali sia la distruzione dei pianeti. Essi, simili a boa, causano la morte delle loro prede per soffocamento. Guardiamoci un attimo attorno: il pianeta è bruciato, sterile, desertificato. Gli Arconti hanno conseguito il loro scopo principale: devastare la terra ed inaridire le coscienze. Il loro sogno di immortalità è l’incubo della ripetizione: l’eterno ritorno dell’uguale.
Siamo seri: se l'anima esiste, essa è una scintilla divina e non credo che qualcuno la possa rubare, come fosse un diamante, un oggetto prezioso. Se, al contrario, l'anima è materiale (cervello o alcunché di simile), bastano delle onde elettromagnetiche per neutralizzarla ed ipotetici scienziati alieni possono, se vogliono, con le loro tecnologie, creare tutti i cervelli artificiali che desiderano, senza bisogno di trafugare niente a chicchessia. Forse chi è irretito in una concezione materialista può ritenere che sia possibile, con strumenti tecnologici, appropriarsi di un principio che collega alcuni esseri viventi alla Fonte. Che cosa, però, potranno ottenere? Una specie di creatura del Dottor Frankenstein la cui larvale vita è data dall'energia elettrica. Non manca - è vero - chi incredibilmente ritiene che Dio coincida con il campo di Planck o con un campo magnetico, ma sono stravaganze e, come tali, le riporto senza commentarle.
Possiamo immaginare che anche l'anima sia un'energia elettromagnetica, ma allora dovremmo rallegrarci delle antenne che vengono da per tutto installate, perché ciò significherebbe che le anime si moltiplicano.
Non intendo affermare che la materia-energia sia priva di aspetti enigmatici e che sia del tutto inerte, ma credo essa sia comunque il segno di uno slittamento rispetto ad una perfezione originaria. Se la materia fosse perfetta, dovremmo immaginare che essa combaci con Dio: ciò mi pare una forma di panteismo, con tutti i limiti del panteismo. Nel sistema dualistico tanto connaturato al pensiero umano, siamo inclini a distinguere tra maschile e femminile, tra corpo e anima, tra bene e male… dimenticando che la realtà è molto più complessa e sfaccettata. E’ possibile che esistano enti di gradi diversi situati lungo una scala dal più denso al più etereo. Mente, coscienza, anima… non sono sinonimi, ma non si comprende bene quali differenze intercorrano tra questi enti. Alla sommità si trova lo Spirito puro di cui alcuni partecipano, anche se in minima misura? Ricondurre tutto alle dimensioni fisiche, per quanto sottili, mi sembra riduttivo.
Infine o l'anima, come ente immortale, non esiste ed ha ragione Epicuro, di cui non occorre ricordare le rassicuranti conclusioni, oppure esiste ed è immateriale. In quest'ultimo caso, non saranno le tecnologie più sofisticate a minacciarla, ad imprigionarla o a trasferirla in altri corpi.
[1] Nefesh è molto più che il nostro concetto di anima, non è una qualità che l’uomo ha, ma è quello che l’uomo è, così come l’uomo è soma e non ha soma. Si tratta di due modi di vedere la stessa cosa e non di due cose diverse. Per capire meglio il concetto, anche il corpo di un morto può essere nefesh, ma solo finché si trova nella socialità, dentro i confini fisici e della società, solo finché è ancora identificabile, ma quando ci si dìsfa del corpo, non è più nefesh. Nefesh è anche l’istinto, volontà e desiderio sessuale e potrebbe sorprenderci che la stessa parola viene usata per descrivere l’anelito del devoto a Dio. Dire che nefesh è la persona non è dire che l’anima è la persona, perché nefesh include e presuppone basar, il corpo. Gli antichi ebrei non potevano nemmeno concepire il pensiero dell’uno senza l’altro. Il corpo tiene l’uomo in terra e, grazie all’anima, l’uomo è capace di trascendere il corpo ed elevarsi sopra ed oltre il proprio ambiente. Quasi unanimemente gli studiosi biblici dicono che l’uso della parola psyche pre-platonica come traduzione di nefesh è insufficiente, se non addirittura ingannevole... Una breve parola sull’idea della risurrezione dei morti: secondo Paolo, il nefesh risorgerebbe con la Seconda Venuta di Cristo. Questo significherebbe che la persona si riunirebbe con il proprio corpo. Per Paolo, l’uomo è nefesh: anima e corpo sono inseparabili. (V. Evola)
APOCALISSI ALIENE: il libro
TANKER ENEMY TV: i filmati del Comitato Nazionale
Trattato di Lisbona: firma per chiedere il referendum
L'ebraismo conosce anche la Neshamah e la Ruah (lo spirito santo). Anche io penso che l'anima sia energia e che ad eventuali alieni non freghi una mazza dell'anima. Tra l'altro gli stessi gnostici nel definire gli uomini psichici, dicevano che essi erano totalmente mortali... a differenza degli pneumatici in cui però l'anima aveva per di più una funzione negativa in quanto emozioni che distraevano dal vero mondo (pleroma) e legavano al mondo materiale. In sostanza bisogna distinguere l'anima, ossia energia elettromagnetica che hanno tutti (anche gli animali) dallo spirito che possiedono solo alcuni predestinati. L'umanità? più passa il tempo e più penso che la maggiorparte degli uomini sia composta da ombre, forme pensiero (negative) pensate da alcuni spiriti in questo momento incarnati....alcuni dei quali sono sicuramente alieni.
RispondiEliminaCredo che la Neshamah appartenga alla tradizione cabalistica ed allo Zohar (Splendore).
RispondiEliminaPenso anch'io che la stragrande maggioranza dell'umanità sia composta da uomini ilici, involucri vuoti.
Ciao
Dal mio modesto punto di vista uno straccio di anima ce l'abbiamo tutti. Come si può affermare che un essere vivente non possiede l'anima'? Allora quegli non vive ma è un robot costruito in laboratorio e pertanto non appartiene al genere umano.
RispondiEliminaMi pare che l'anima rappresenti un'interfaccia indispensabile fra Spirito e corpo ilico affinchè quest'ultimo si metta in relazione con il mondo della fisicità.
L'anima è dunque una sostanza e non appartiene al dominio dell'elettromagnetismo. E allora perchè si tenta di influire sulle persone tramite le onde elettromagnetiche?
Queste agiscono probabilmente sul cervello ma non sull'anima che esula dal mondo fisico.
E neppure si può ritenere che gli stati dell'essere consistano in stadi di rarefazione sempre più spinti a partire dal corpo fisico per arrivare allo Spirito.
Esistono salti qualitativi fra una dimensione e l'altra. Lo Spirito non consiste in una rarefazione estrema della materia per il fatto che appartiene ad una differente dimensione.
E così nemmeno l'anima si ottiene rarefacendo un pò la materia grossolana.
Ma i Maestri spirituali insegnano che gli involucri invisibili dell'uomo sono molti e la tripartizione classica corpo-anima-Spirito funge da semplificazione estrema.
Riguardo a Malanga credo sia meglio lasciar perdere. Più noiosi, confusionari, dilettanti ed approssimativi di così non si potrebbe essere.
Ho dovuto faticare non poco per arrivare alla fine del suo ultimo articolo da me letto.
Il giudizio negativo si riferisce ovviamente ai suoi maldestri tentativi di costruire una specie di sistema 'metafisico' desunto dalle sedute di ipnosi.
Rispetto comunque non poco Malanga come studioso di ufologia e di fenomeni paranormali ad essa correlati.
Paolo, hai espresso le idee che avevo esposto in Dualismo, dove individuavo una differenza ontologica tra lo Spirito ed il corpo. Può darsi che il trait d'union tra corpo ed una sfera superiore sia il DNA, ma il DNA non è l'anima.
RispondiEliminaQuanto agli uomini senz'anima, ho l'impressione che alcuni esseri siano automi, ammassi di cellule o, meglio, di cablaggi e niente più. Attribuire anche solo un barlume di anima a personae (maschere) come Kattivix è per me un adynaton. Ad impossibilia nemo tenetur. Mi sbaglierò.
La metafisica è necessaria, ma basarla su resoconti desunti da sedute ipnotiche mi pare una nefandezza.
Ciao e grazie.
Alessandro, puoi andare a spigolare.
RispondiEliminaVorrei segnalarle che il corretto nome del dottore che cita nel titolo e all'interno dell'articolo è Frankenstein e non Frankestein.
RispondiEliminaSpero di esserle stato di aiuto.
Anti-Alieno, correggerò l'errore di battitura.
RispondiEliminaGrazie