"Giovane introdotto alle sette arti liberali" è il titolo attribuito ad un affresco dipinto da Sandro Filipepi, detto Botticelli (1445-1510). L'opera, il cui soggetto è leggibile, nonostante le ampie lacune in basso, è al Louvre, insieme con un altro affresco. Entrambi furono staccati da Villa Lemmi, in Firenze, di cui adornavano la loggia. Pare che la dimora fosse di proprietà dei Tornabuoni e che fosse poi passata ai Lemmi: le opere furono rinvenute nel 1873 sotto lo scialbo. Dapprima furono connesse alle nozze di Lorenzo Tornabuoni con Giovanna degli Albizi (1486); però già il Thiemme [1897] poneva in dubbio l'identificazione della sposa. Presto si riscontrò che il ciclo precedeva la data della cerimonia. Il Gombrich [1945] contestò anche l'appartenenza di Villa Lemmi ai Tornabuoni, identificandola con una magione acquistata da Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici, quando sposò Semiramide di Giacomo Appiani. Gli affreschi dovrebbero risalire al 1483.
L'affresco in oggetto raffigura sette figure femminili (quattro effigiate di fronte e tre di spalle) che accolgono un giovane accompagnato da una giovane donna, forse Minerva. Sulla sinistra, nella parte inferiore dell'affresco, parte per lo più scrostata, un piccolo angelo con la testa reclinata e circonfusa dall'aureola, guarda verso l'esterno della composizione.
Il Botticelli, artista coltissimo e raffinato e che risentì del milieu neoplatonico fiorentino, introduce nell'opera alcuni simboli che potrebbero assumere un significato astronomico ed astrologico. Infatti la figura collocata quasi al centro tiene in mano un grosso e nero scorpione, alla sua destra la donna (la Retorica?) assisa su un soglio a dominare le altre, stringe nella sinistra un arco. Forse il Botticelli volle adombrare i segni zodiacali dello Scorpione e del Sagittario, secondo un disegno iconografico e simbolico, il cui significato potrebbe alludere al centro della galassia come nel cosiddetto Libro perduto di Nostradamus. Secondo lo studioso Jay Weidner, il codificatore del "Libro perduto" usò lo zodiaco a tredici segni, introducendo anche l'Ofiuco, inteso come riferimento al centro della Via Lattea. Nel solstizio d'inverno del 2012, a compimento del grande anno zodiacale, lo Scorpione e l'Arciere saranno allineati in corrispondenza della fessura oscura nel cuore della Galassia.
Pare che l'artista rinascimentale abbia voluto rappresentare una sorta di iniziazione, mediata da un interceditrice che introduce lil neofita al consesso delle arti del Trivio e del Quadrivio. La mimica dei personaggi è sottolineata: in particolare la donna con l'arco, apre il palmo della mano destra in un gesto solenne. Il colore rosso delle vesti indossate dalla Retorica, dall'anziana donna dipinta nella loggia di Villa Lemmi e da Venere (?) che offre doni ad una giovane accompagnata dalle Grazie (sempre al Louvre), secondo alcuni critici, sarebbe un'allusione a Maria Maddalena, apostola del Messia.
Ho solo fornito degli spunti: altri approfondirà l'esegesi di opere tanto complesse sotto il profilo semantico. Si pensi alla "Primavera", sulla cui sinopia esoterica innumerevoli critici si sono pronunciati per proporre letture e rimandi, senza che si sia addivenuti ad un'interpretazione definitiva ed esauriente. E' evidente che il Botticelli appartiene ad una confraternita di artisti i cui capolavori, talvolta densi di valori criptici, saranno un giorno forse compresi appieno, superando visioni accademiche.
Fonti:
O. Gisler, Il libro perduto di Nostradamus, 2009, in Fenix n.14
G. Mandel, L’opera completa del Botticelli, Milano, 1978
L'affresco in oggetto raffigura sette figure femminili (quattro effigiate di fronte e tre di spalle) che accolgono un giovane accompagnato da una giovane donna, forse Minerva. Sulla sinistra, nella parte inferiore dell'affresco, parte per lo più scrostata, un piccolo angelo con la testa reclinata e circonfusa dall'aureola, guarda verso l'esterno della composizione.
Il Botticelli, artista coltissimo e raffinato e che risentì del milieu neoplatonico fiorentino, introduce nell'opera alcuni simboli che potrebbero assumere un significato astronomico ed astrologico. Infatti la figura collocata quasi al centro tiene in mano un grosso e nero scorpione, alla sua destra la donna (la Retorica?) assisa su un soglio a dominare le altre, stringe nella sinistra un arco. Forse il Botticelli volle adombrare i segni zodiacali dello Scorpione e del Sagittario, secondo un disegno iconografico e simbolico, il cui significato potrebbe alludere al centro della galassia come nel cosiddetto Libro perduto di Nostradamus. Secondo lo studioso Jay Weidner, il codificatore del "Libro perduto" usò lo zodiaco a tredici segni, introducendo anche l'Ofiuco, inteso come riferimento al centro della Via Lattea. Nel solstizio d'inverno del 2012, a compimento del grande anno zodiacale, lo Scorpione e l'Arciere saranno allineati in corrispondenza della fessura oscura nel cuore della Galassia.
Pare che l'artista rinascimentale abbia voluto rappresentare una sorta di iniziazione, mediata da un interceditrice che introduce lil neofita al consesso delle arti del Trivio e del Quadrivio. La mimica dei personaggi è sottolineata: in particolare la donna con l'arco, apre il palmo della mano destra in un gesto solenne. Il colore rosso delle vesti indossate dalla Retorica, dall'anziana donna dipinta nella loggia di Villa Lemmi e da Venere (?) che offre doni ad una giovane accompagnata dalle Grazie (sempre al Louvre), secondo alcuni critici, sarebbe un'allusione a Maria Maddalena, apostola del Messia.
Ho solo fornito degli spunti: altri approfondirà l'esegesi di opere tanto complesse sotto il profilo semantico. Si pensi alla "Primavera", sulla cui sinopia esoterica innumerevoli critici si sono pronunciati per proporre letture e rimandi, senza che si sia addivenuti ad un'interpretazione definitiva ed esauriente. E' evidente che il Botticelli appartiene ad una confraternita di artisti i cui capolavori, talvolta densi di valori criptici, saranno un giorno forse compresi appieno, superando visioni accademiche.
Fonti:
O. Gisler, Il libro perduto di Nostradamus, 2009, in Fenix n.14
G. Mandel, L’opera completa del Botticelli, Milano, 1978
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