06 febbraio, 2010

La Confraternita

Nel celeberrimo romanzo di Orwell, "1984", viene descritta la Confraternita, un movimento clandestino capeggiato da Emmanuel Goldstein, che si batte contro il regime del Grande fratello. E' un'invenzione narrativa di notevole rilevanza, poiché nell'opera si intuisce che questa "quinta colonna" è stata creata dal sistema stesso per snidare gli oppositori, convincendoli altresì che è possibile contrastare il potere. L'ideologia di Goldstein si basa su un libro in cui sono svelati alcuni stratagemmi che sono adottati per plagiare i "cittadini" di Oceania. E' quindi il sistema stesso ad ostentare i suoi intrighi e talora i suoi punti deboli, nella certezza che nessuno potrà mai rovesciare lo stato, simile ad un'entità astratta dotata di vita propria, a prescindere dagli esponenti stessi del Partito interno.

Ha nociuto al capolavoro di Orwell il riferimento, sottolineato dai critici, allo stalinismo ed al nazionalsocialismo: sebbene l'autore intendesse adombrare la perversità dei regimi totalitari che schiacciarono l'Europa prima e durante il Secondo conflitto mondiale, soprattutto egli guardava al futuro, presagendo l'ineluttabile involuzione autoritaria della "democrazia". Il costante paragone con Stalin e con Hitler appartiene al machiavellismo delle istituzioni attuali che focalizzano l'attenzione sempre sugli altri e sul passato: noi siamo democratici; essi sono delle canaglie; il presente è il regno della libertà; il passato è il dominio della tirannide. E' la strategia di indottrinamento che si esplica, ad esempio, in un'iniziativa come "la giornata della memoria", ossia un modo per rimuovere e nascondere i genocidi di oggi, convogliando le reazioni emotive dell'opinione pubblica su tragici eventi storici di cui si tacciono abilmente i veri responsabili ed i retroscena inconfessabili, nell'ambito di una storia scritta dai vincitori-"liberatori", occulti alleati, ieri come oggi, degli oppressori.

Queste ed altre iniziative di cartapesta, oltre a denotare pura malvagità, sono talmente tronfie e rozze che, anche fossero (ammettiamolo per assurdo), volte a fini nobili, causerebbero comunque conati di vomito. Tale e tanta è la loro pacchianeria.

Così di Hitler si censurano le origini ebraiche per parte di madre (la matrilinearità è più importante della linea genetica maschile, poiché il D.N.A. mitocondriale si trasmette attraverso le donne), omettendo che, subito dopo l'Anschluss del 1938, il Fuhrer ordinò la distruzione del cimitero austriaco dove erano sepolti alcuni suoi parenti. Si inculca una versione ipocrita e dolciastra degli avvenimenti per condizionare in particolar modo le nuove generazioni che, mentre sono indotte a condannare i metodi della "Gioventù hitleriana", sono controllate e manipolate con gli stessi metodi utili per forgiare una "Gioventù neo-hitleriana".

Questi sono dunque gli espedienti del potere: la commistione tra verità e menzogne, l'infiltrazione dei gruppi che si oppongono al sistema. Uno degli strumenti con cui sono intorbidate le acque e mescolate le carte è il cinema. Prendiamo, ad esempio, il film "Invasion": nella pellicola, non eccelso rifacimento dell'inimitabile produzione per la regia di Don Siegel, "L'invasione degli ultracorpi" (1956), si possono riconoscere tre protezioni, come in molti altri lavori cinematografici. La prima protezione coincide con la finzione: il pubblico che segue il film è indotto, in ultima istanza, a castrarne l'intreccio ed i messaggi, riconducendoli nell'ambito della fantasia, anche quando sono molto più verosimili di molte notizie divulgate dai media mainstream. La seconda protezione è costituita dalla matassa inestricabilmente imbrogliata tra verità, mezze verità, bugie, con la tendenza a rivelare verità che debbono essere, però, lette al contrario. (Vedi L'ambiguità di Matrix, un controdiscorso). La terza protezione, la più difficile da scavalcare, a guisa di serratura la cui combinazione può essere indovinata solo in un caso su un milione, è la simbologia, l'insieme di cifre ed emblemi inseriti spesso in modo subliminale e che la maggior parte degli spettatori non nota neppure o, se li nota, relega nel confuso novero delle coincidenze.

In "Invasion", si anticipano eventi futuri decisi dal Governo occulto: si diffonde una pandemia a causa di un virus proveniente dallo spazio esterno. Distinguiamo e leggiamo al contrario: la Cabal ha veramente l'intenzione di scatenare una pandemia, ma il virus non è alieno, bensì creato in laboratorio negli Stati Uniti. Per combattere il contagio viene attuata con successo una campagna di vaccinazione di massa. Distinguiamo e leggiamo al contrario: la campagna per l'inoculazione degli antidoti è stata promossa, ma i vaccini non salvano, bensì causano malattie o uccidono. Una battuta su cui il pubblico dovrebbe riflettere, se non fosse fagocitato dal vortice della storia, è affidata ad una giornalista che domanda ad un responsabile della sanità come sia stato possibile ai laboratori medici creare un vaccino a pochi giorni dalla diffusione del virus.

Infine, scoperti i precipui e dozzinali escamotages con cui il sistema perpetua, rafforza ed esalta sé stesso (sono sempre i medesimi e sempre più grossolani, ma non importa perché la massa è viepiù decerebrata: si pensi a come si sia riusciti ad installare negli scali aerei i body scanners, in breve tempo e senza colpo ferire, grazie ad una sciatta finzione televisiva), benché sia arduo trovare un modo per abbattere il Leviatano, è agevole rilevarne la bruttezza, la volgarità ed il kitch.

La bruttezza del sistema ci salverà?



APOCALISSI ALIENE: il libro

5 commenti:

  1. 1984 è la grande didascalia al profilo che vado disegnando da tempo, quello de Il Gruppo. I connotati ci sono tutti, forse manca l'aspetto esoterico, gnostico formale, ma il bersaglio è preciso, netto. Hitler è ancora una spina nel fianco del XX° secolo, soprattutto dei suoi vincitori. La sacralizzazione di un genocidio etnico, quello degli ebrei, è il prezzo da pagare del sistema occidentale ad un popolo, anzi il popolo per antonomasia. Silenti e coperti dall'oblio ci sono più di cento milioni di morti assassinati nei gulag e nelle epurazioni maoiste, per gli stessi motivi dei più famosi ebrei. Anche questa porcata planetaria è realizzata dallo stesso potere denunciato da Orwell. Il secolo ventesimo è il secolo sterminato, che ancora non finisce, fatto di stermini mai vendicati, fatto di memorie scadenti, secolo fondato da un potere immane, occulto e palese, demoniocratico quale ultima vera feroce tirannia, la più tremenda categoria del politico. Ma non finisce qui: prepariamoci all'ultimo atto. L'invasione, finale a sorpresa che farà scoprire il vero volto del demiurgo, ma pochi avranno ancora il beneficio della vista.
    Angelo Ciccarella

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  2. E' vero che Orwell non introduce nel suo romanzo il retroscena iniziatico-luciferino, inoltre concepisce una tecnologia, tutto sommato, molto rudimentale, se confrontata con i ritrovati avveniristici e micidiali dei nostri tempi. 1984 resta comunque un testo profetico ed illuminante... sugli Oscurati.

    A proposito di questa invasione cui spesso acceni, in effetti, mi sto convincendo sempre più che essa appartenga al copione della storia futura, benché sia occultata dall'inverosimiglianza e dall'incredulità.

    Ciao e grazie

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  3. Fondamentale l'intuizione - che poi intuizione non deve essere stata in quanto Orwell conosceva bene le modalità operative dei gruppi mondialisti con cui era a contatto - riguardante il fatto che gli Illuminati piazzano i loro agenti in entrambe le fazioni che sembrano affrontarsi.

    Così hanno la certezza matematica di non perdere mai. Trattasi di una filosofia perversa che però funziona sempre: ci cascano quasi tutti.
    Un pò come Berlusconi che ha fondato il suo successo fingendosi visceralmente anticomunista e così accaparrandosi i consensi di quel ceto medio che prima votava per la Balena Bianca.
    Mentre noi sappiamo che non esiste miglior amico dei burocrati comunisti dei grandi capitalisti.

    Quanto al fatto che gli umani ci caschino sempre e comunque nei tranelli ad essi tesi lungo l'arco dei secoli, v'è da dire che le cose non sono tu come affermi,Zret, gra che peggiorate. E' vero che si accetta di tutto e di più: oggi le scie chimiche,i vaccini, i 'body scanners', gli alimenti Ogm e via dicendo; domani il governo anticristico ed i 'microchips'.

    Ma perchè, coloro che accettavano di arruolarsi nell'esercito di Napoleone o coloro che hanno subito la coscrizione alla Prima o alla Seconda Guerra Mondiale non erano forse meno sprovveduti degli uomini e delle donne di oggi? Lo erano molto di più poichè non conoscevano gli interessi celati dietro quelle mostruose imprese belliche.

    L'istinto gregario la fa sempre e comunque da padrone. Ma per fortuna oggigiorno la situazione la darei un pò migliorata rispetto al passato. La diffusione di una quantità enorme di informazioni tramite la rete fa sì che almeno una discreta percentuale di persone non venga presa al laccio dei soliti cialtroni.
    E' questo l'inzio di un processo di autocoscienza, pur se assai circoscritta?

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  4. Paolo, con piacere colgo questa tua nota di ottimismo, circa un processo di consapevolezza che potrebbe segnare, insieme con altri fattori, la fine del sistema.

    Va anche ricordato che i governi del passato, pur esecrandi, non erano così potenti nei confronti dei cittadini né così ipocriti e perniciosi. Ogni tanto agiva un governante saggio, anche se poi veniva prontamente eliminato o emarginato. Mi riferisco, però, alle età precedenti l'evo contemporaneo, quando le élites riuscirono a prendere il controllo dello scacchiere politico ed economico, dalla Rivoluzione francese in poi.

    Credo che fossero, tutto sommato più liberi i sudditi dell'Impero romano di quanto non siano oggi i "cittadini" dell'Europa unita, schiacciata dall'orrido Trattato di Lisbona. Una differenza è nella tecnologia, braccio armato di cui oggi si serve il Leviatano per stroncare sul nascere ogni opposizione.

    Ciao e grazie.

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  5. Basterebbe che la gente imparasse a fare 2+2...

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