Robert Anton Wilson e Robert Shea sono gli autori del ciclo intitolato La trilogia degli Illuminati. La saga comprende L'occhio nella piramide, La mela d'oro ed Il Leviatano. Nel primo volume, Malik, editore di una rivista indipendente, scopre per caso i progetti e le aspirazioni di alcune logge segrete e di altre dementi organizzazioni che controllano le sorti dell'intera umanità. Si trova così coinvolto in rocambolesche disavventure. Tra sostanze psicotrope, sesso e violenza, confraternite magiche, manifestazioni politiche, birri spregiudicati e criminali idealisti, città sommerse, brandelli di filosofie orientali, i due scrittori dipanano una matassa di spaventose congiure e di enigmi sconcertanti.
Non ripercorro l'intricato intreccio del romanzo, poiché vorrei lasciare ai lettori il gusto di scoprire le "predizioni" sul nostro tempo che, nell'ormai lontano 1975, Wilson e Shea disseminarono nel loro èpos post-moderno. Si pongono alcuni problemi: come poterono i due scrittori statunitensi vaticinare il futuro con tanta accuratezza? Come reagisce il pubblico e soprattutto la critica a queste incomode rivelazioni pronunciate con lo stratagemma della finzione letteraria? Al primo quesito non è così arduo rispondere: alcuni autori sono abituati ad osservare, ma soprattutto, spinti da curiosità intellettuale, si addentrano negli oscuri cunicoli della storia occulta, pure talora affiliandosi a società segrete, per carpirne qualche arcano. Fu questo probabilmente il percorso di George Orwell cui, a differenza di molti suoi epigoni, non mancò il talento. Sia quel che sia, talora ci vengono squadernati intrighi che scambiamo per gli scarabocchi di uno schizofrenico.
Eppure, se ricordiamo la natura psicopatica delle élites, non ci sorprenderà quel bric à brac di insane cabale che i critici organici al sistema si affrettano a confinare nel kitsch e nella farneticazione. Giusto! Sennonché il cattivo gusto ed il delirio non provengono tanto dalla sub-cultura, bensì dal potere: la cultura popolare, infatti, sviscera il laidume della storia per esibirlo. Non manca il compiacimento morboso per una realtà putrida, ma l'operazione opposta di chi si ostina a coprire ed a negare è molto più sconcia. Eco, nel plumbeo e pessimo romanzetto Il pendolo di Foucault, si affanna ad infangare in modo indiscriminato tutta la tradizione ermetica, pur d'insabbiare scabrose verità, con l'argomento ormai consunto e bisunto del "sonno della ragione che genera mostri". Colui pare un imbianchino di sepolcri dalle lastre sgretolate.
Lo stesso Ezio Albrile, storico delle religioni, altrimenti noto per i suoi dotti studi sulle religioni iraniche e le loro diramazioni, sdrucciola sul lucido pavimento della normalizzazione e, in un implacabile pamphlet contro David Icke, si attorciglia in un discorso capziosamente persuasivo su spie, contro-spie, spie doppiogiochiste etc. Anche qui l'arma privilegiata è quella della generalizzazione: “Alice nel paese delle meraviglie ed il disastro delle Torri Gemelle” è un delirio. Ne arguiamo che tutto quanto scrive Icke è follia pura, sebbene provenga in parte da fonti dei servizi cui sembra il saggista britannico sia in qualche modo vicino. Si può concordare con la pars destruens, ma la pars construens qual è? Vale a dire, quali sono le mezze verità che intanto bisognerebbe cominciare a divulgare, mentre si preferisce ricorrere ad una tabula rasa?
Nel momento in cui si rinuncia al discernimento, alla cernita (tra il loglio di Icke e di altri, germogliano anche spighe di grano), si sprofonda nel dogmatismo e, quel che è peggio, nel negazionismo. E’ il passo compiuto da Eco (non so se sia stato compiuto anche da Albrile né mi interessa), un passo che potrebbe essere frutto di pur storte convinzioni o di calcoli pragmatici, verso la smentita apodittica e censoria: il giorno 11 settembre 2001, alcuni islamici dirottarono due aerei contro le Torri Gemelle; le scie tossiche sono scie di condensazione... Perfetto: i nostri governanti tutti sono saggi ed onesti.
E' troppo facile disintegrare una statua di creta e non osare neppure guardare negli occhi il bronzeo Moloch. Troppo facile, da esteti a senso unico, essere schizzinosi nei confronti della paccottiglia New age e, nel contempo, tacere sulle incontrovertibili (e pacchiane) trame dei governi, magari mordendo col dente eburneo anche intuizioni gnostiche coraggiosamente "eretiche".
Umberto Eco si rallegrava per il naufragio delle utopie letterarie “generatrici di violenza”, ma si è sempre ben guardato dall'auspicare il superamento di un sistema "generatore e moltiplicatore di violenza". In fondo, l'unica diversità tra la cloaca della cultura underground e quella di Eco è che sulla seconda è stato sparso un po' di profumo.
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Non ripercorro l'intricato intreccio del romanzo, poiché vorrei lasciare ai lettori il gusto di scoprire le "predizioni" sul nostro tempo che, nell'ormai lontano 1975, Wilson e Shea disseminarono nel loro èpos post-moderno. Si pongono alcuni problemi: come poterono i due scrittori statunitensi vaticinare il futuro con tanta accuratezza? Come reagisce il pubblico e soprattutto la critica a queste incomode rivelazioni pronunciate con lo stratagemma della finzione letteraria? Al primo quesito non è così arduo rispondere: alcuni autori sono abituati ad osservare, ma soprattutto, spinti da curiosità intellettuale, si addentrano negli oscuri cunicoli della storia occulta, pure talora affiliandosi a società segrete, per carpirne qualche arcano. Fu questo probabilmente il percorso di George Orwell cui, a differenza di molti suoi epigoni, non mancò il talento. Sia quel che sia, talora ci vengono squadernati intrighi che scambiamo per gli scarabocchi di uno schizofrenico.
Eppure, se ricordiamo la natura psicopatica delle élites, non ci sorprenderà quel bric à brac di insane cabale che i critici organici al sistema si affrettano a confinare nel kitsch e nella farneticazione. Giusto! Sennonché il cattivo gusto ed il delirio non provengono tanto dalla sub-cultura, bensì dal potere: la cultura popolare, infatti, sviscera il laidume della storia per esibirlo. Non manca il compiacimento morboso per una realtà putrida, ma l'operazione opposta di chi si ostina a coprire ed a negare è molto più sconcia. Eco, nel plumbeo e pessimo romanzetto Il pendolo di Foucault, si affanna ad infangare in modo indiscriminato tutta la tradizione ermetica, pur d'insabbiare scabrose verità, con l'argomento ormai consunto e bisunto del "sonno della ragione che genera mostri". Colui pare un imbianchino di sepolcri dalle lastre sgretolate.
Lo stesso Ezio Albrile, storico delle religioni, altrimenti noto per i suoi dotti studi sulle religioni iraniche e le loro diramazioni, sdrucciola sul lucido pavimento della normalizzazione e, in un implacabile pamphlet contro David Icke, si attorciglia in un discorso capziosamente persuasivo su spie, contro-spie, spie doppiogiochiste etc. Anche qui l'arma privilegiata è quella della generalizzazione: “Alice nel paese delle meraviglie ed il disastro delle Torri Gemelle” è un delirio. Ne arguiamo che tutto quanto scrive Icke è follia pura, sebbene provenga in parte da fonti dei servizi cui sembra il saggista britannico sia in qualche modo vicino. Si può concordare con la pars destruens, ma la pars construens qual è? Vale a dire, quali sono le mezze verità che intanto bisognerebbe cominciare a divulgare, mentre si preferisce ricorrere ad una tabula rasa?
Nel momento in cui si rinuncia al discernimento, alla cernita (tra il loglio di Icke e di altri, germogliano anche spighe di grano), si sprofonda nel dogmatismo e, quel che è peggio, nel negazionismo. E’ il passo compiuto da Eco (non so se sia stato compiuto anche da Albrile né mi interessa), un passo che potrebbe essere frutto di pur storte convinzioni o di calcoli pragmatici, verso la smentita apodittica e censoria: il giorno 11 settembre 2001, alcuni islamici dirottarono due aerei contro le Torri Gemelle; le scie tossiche sono scie di condensazione... Perfetto: i nostri governanti tutti sono saggi ed onesti.
E' troppo facile disintegrare una statua di creta e non osare neppure guardare negli occhi il bronzeo Moloch. Troppo facile, da esteti a senso unico, essere schizzinosi nei confronti della paccottiglia New age e, nel contempo, tacere sulle incontrovertibili (e pacchiane) trame dei governi, magari mordendo col dente eburneo anche intuizioni gnostiche coraggiosamente "eretiche".
Umberto Eco si rallegrava per il naufragio delle utopie letterarie “generatrici di violenza”, ma si è sempre ben guardato dall'auspicare il superamento di un sistema "generatore e moltiplicatore di violenza". In fondo, l'unica diversità tra la cloaca della cultura underground e quella di Eco è che sulla seconda è stato sparso un po' di profumo.
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Umberto l'Eco nazionale, è il bulldog della cultura organica al partito egemone. Compagnuccio della prima ora, è riuscito con scaltrezza a far credere che la cultura da lui propagandata fosse quella vera, reale, insomma giusta, tanto da inventarsi una pseudoscienza universitaria a Bologna, la dotta o quasi. In realtà è uno dei tanti tromboni miracolati d'Italia che passano per monumenti del sapere, ma non sono che strapuntini del potere. Proprio per questo si adoperano per nascondere la verità, con solerzia e come i cicapini, stanno a guardia della purezza del conosciuto. Wilson, Icke e compagnia questuante,rappresentano invece i 'rigoletti' del sistema che apparentemente criticano. Valvole di sfogo di quel potere liberticida che sopporta i giullari per meglio controllare quelli che non sono sul libro paga del grande capitale. Lo stesso Albrile, tanto caro a Plato, neognostico enfant prodige, pur da un gradino superiore discetta di materie di per sé poco divulgabili, innescando processi di recupero di elementi che considero altamente tossici, elementi spuri che concorrono a disorientare quanti vorrebbero avvicinarsi a sentieri spirituali non confessionali. Lo stesso Culiano, credendo di poter re-immettere nel tessuto collettivo sociale, stralci di immaginazione archetipale, ha pagato con la vita l'incauto gesto, a dimostrazione del fatto che la magia, quel pensiero risonante, non è gestibile dai professori, dagli intellettuali. Ci vogliono uomini con in petto peli di cinghiale. Il mio vecchio maestro diceva che certe conoscenze son per pochi, perché pochi sono i predestinati, e ancor meno quelli 'tosti'.
RispondiEliminaIl Potere Oscuro non si batte, lo si combatte però, introducendovi dosi massicce di quanti di Luce che è in noi. Se è accesa.
Angelo Ciccarella
Stranamente un membro della setta degli Illuminati a pieno titolo oltrechè insabbiatore matricolato di trame quale Francesco Kossiga ha recentemente rilasciato un'intervista al 'Corrierone' nella quale, per gli attentati dell'11 settembre, punta inequivocabilmente il dito contro i veri responsabili e cioè il Mossad e la Cia.
RispondiEliminaSi trattò, per il buon Kossiga, di un 'inside job' vale a dire di un'operazione sporca messa artatamente in atto onde giustificare l'invasione americana dell'Afghanistan prima e dell'Iraq poi.
Rigurgito di onestà (?) da parte di uno che la sa lunga su diversi avvenimenti riguardanti la Prima Repubblica, come il rapimento Moro, ancora del tutto avvolti nel mistero e sui quali non s'è mai preso la briga di vuotare il sacco? Perchè mai l'avrà fatto? Francamente non so rispondere.
E non dimentichiamo neppure, da parte dello stesso, il recente atto di accusa verso l'attuale Governatore della Banca d'Italia Mario Draghi segnalato all'opinione pubblica come uno dei principali artefici, insieme a Romano Prodi, della svendita alla finanza apolide, avvenuta all'inizio degli Anni Novanta, di alcuni gioielli industriali e finanziari di pubblica proprietà.
E,tanto per cambiare argomento, che dire della gravissima, esiziale affermazione di un fanatico sionista della setta Lubavitch e quindi vicino alle posizioni del governo di Tel Aviv il quale ha affermato nei giorni scorsi che Israele, in caso di estremo pericolo ed in procinto di soccombere, atomizzerà ovviamente senza alcun motivo e così tanto per gradire l'Europa vista come intrinseca nemica?
Nessuno ne ha parlato nè sulla carta stampata nè sul web italiano eccezion fatta per il sito di M. Blondet.
Magie dei meccanismi di controllo dell'informazione.
Caro Paolo, Blondet è personcina scaltra, informata, sveglia, ma ha un limite - come tutti, del resto - un limite però che ne riduce l'acume: è supercattolico a prescindere. A volte a furia di gridare al pericolo sionista dimentica di guardare a casa propria, Vatican City. Già, c'è molto da tirar fuori da quel piccolo staterello, per esempio su alcuni sospetti approvvigionamenti quantomeno sospetti, che riguardano sicurezza elettronica e sistemi di riserva energetica. Ma questo Blondet non lo sa.
RispondiEliminaAngelo Ciccarella
Paolo, ho letto ieri la notizia cui ti riferisci. La riporto di seguito per chi non l'avesse letta.
RispondiEliminahttp://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=Forums&file=viewtopic&t=23195
Circa le rivelazioni di Cossiga, noto che, benché pubblicate su un quotidiano diffuso ed importante, non hanno creato neanche una screpolatura nel muro dell'ottusità e della disinformazione. Forse lo sapeva? Anche per me è un mistero il suo exploit.
Angelo, il ritratto dell'Ego nazionale è perfetto e la pittura della palude in cui galleggiano gli scurrae molto pertinente. Su Albrile preferisco non pronunciarmi. Ricordo, però, che quanto più si ha credito tanto più si è o si può essere permeanti.
Intanto silvio pare sempre più prono ai voleri delle élites. La sua ossessiva insistenza sull'"amore" mi ricorda moltissimo il Ministero dell'Amore di 1984... e sappiamo quale "amore" fosse espresso nella cella 111.
Ciao e grazie.
Forse Blondet finge di non sapere. In fondo le banche del Vaticano non investono in pannelli solari, ma... senza dimenticare che non si può certo escludere che Roma abbia collaborato ad ideare certi piani non proprio di specchiata virtù. Paolo ne è al corrente, anche perché in passato ho pubblicato alcuni articoli su Blondet, il cui limite maggiore è appunto un cattolicesimo dogmatico.
RispondiEliminaAmmettiamo che Roma sappia solo ed abbia preferito tacere: chi tace acconsente ed acconsentire alla costruzione di un Ordo Lucipheri non è peccato veniale.
Angelo, io prendo Blondet per quel che vale. Conosco benissimo i suoi limiti, il suo morbo incurabile che è l'iper-cattolicesimo.
RispondiEliminaMa tu trovami un altro sul web italiano come nella realtà di tutti i giorni che come lui abbia il coraggio di diffondere certe notizie circa un potere organizzatissimo che non scherza ed in virtù del quale ci si può rimettere anche moltissimo.
Sì, Paolo, non è cosa di poco conto il lavoro svolto dal Blondet. La sua miopia, però, ossia non riuscire a vedere le magagne grandissime di un sistema religioso, una gerarchia ecclesiastica, che invece di fare la sentinella alle armate di Gog e Magog, pensa a coprirsi le sacre terga; dicevo la sua miopia mi lascia alquanto perplesso. O è rinco o ci fa. Paolo, io sono nessuno - come disse Ulisse in un momento delicato del suo peregrinare - però nel mio piccolo - 110kg di curiosità/esperienza - senza far pagare il balzello per accedere al mio blog, tento di informare alla mia maniera, non essendo un giornalista, quanti vogliono sapere senza dover per forza appartenere ad una parrocchia. Chi è più libero, il sottoscritto o Blondet, dietro il quale non c'è la Provvidenza né il Tao né il Wyrd, ma la Cei? Quindi, sarò pure fazioso, ma chi non lo è un pochino, però per illuminare l'oscurità ci vuole fegato, rischiando tutto, senza appoggi in alto loco. Si fa presto a puntare il dito sul sionismo internazionale come fa il Blondet; lo hanno fatto altri con i cosiddetti zebedei; ma per essere veramente liberi di vedere quello che è celato ai più, non si devono indossare divise, ma soprattutto non accendere più roghi. Meglio essere eretici e cercare la verità a qualunque costo pure contro le proprie tesi di partenza, che presumere di entrare in Paradiso con la tessera "socio coop cattolico".
RispondiEliminaAngelo Ciccarella
Ma siamo sicuri che chi vede bene attraverso questioni anche controverse e delicate, poi diventi miope di fronte "alle magagne grandissime di un sistema religioso"?
RispondiEliminaE' evidente che non si tratta di miopia, ma di semplice appartenenza a quel sistema, le cui magagne vengono viste benissimo e celate.
Niente di nuovo in certi ambienti; vedo e ascolto tutto, ma non dico nè critico ciò che può danneggiare o anche solo imbarazzare la mia parte.
Fedeli, alla linea soprattutto, sempre e comunque.
Altair, a mio parere non sbagliano quei ricercatori che vedono in Roma, Londra, Sion il triangolo del potere. Sono talora forse in disaccordo sul modus operandi, ma concordano sul fine ultimo, il Novus ordo seclorum. D'altronde la Chiesa di Roma si vendette agli Arconti già nel IV secolo con Costantino: sono passati molti secoli ed essa è una delle teste dell'abominevole trimurti.
RispondiEliminaNon mi stupirei se il 911 fosse stato...
Ciao e grazie.
La verità, questa parola tanto inflazionata, rimane comunque sempre un percorso di lotta, di liberazione, è comunque un percorso che si snoda negli angoli della nostra educazione, sia in battaglie sociali che politiche, i pochi che hanno l'uso della parola sono sotto attacco costantemente tutti i giorni, sono pochi gli operatori che si possono avvalere di insegnanti, poeti e scrittori, che sfogliano l’infinita ricchezza delle parole trovando proprio in questo regno di sfumature la più concreta, sovversiva libertà dal potere terribile che distorce le vite di chi non sa proteggersi.
RispondiEliminaQuando parliamo di pensiero il riferimento arriva puntuale: il tempo passato, lo si può collocare in esperienza e conoscenza che sono inseparabili dal tempo e dal passato. pertanto l'uomo è schiavo del suo passato, Il pensiero è dannatamente limitato e così si vive continuamente in conflitto e affanno, cosicché non c’è evoluzione psicologica.
Il distinguo fra pensatore ed il pensiero, l’osservatore e l’osservato, lo sperimentatore e l’esperienza, realizzando che la divisione è illusione, e solo allora si potrà dire che è comprensione, senza le ombre del passato e del tempo.
Discernere senza l'ausilio del tempo, la mente potrà dirsi libera dai tanti laccioli che la imprigionano, non riconoscere ad oltranza implica l'essenza del reale; compassione ed intelligenza possono allora dirsi "amore", e tutto questo avviene quando la negazione del pensiero ha psicologicamente determinato.
wlady
Wlady, sono molto profonde queste tue parole sulla verità. Soprattutto mi piace la seguente immagine: "sfogliano l’infinita ricchezza delle parole".
RispondiEliminaLa lingua greca ci insegna che la verità è "disvelamento", progressivo venire alla luce dell'essere, un po'come un'alba che, istante dopo istante, disegna il profilo delle cose immerse nel sonno dell'oscurità.
Ciao e grazie.
Ciao a tutti, e’ da poco che frequento questo blog e mi sono risolto ad intervenire sia per la grande attualita’ e l'intrinseco interesse degli argomenti trattati, che per l’intelligenza nel trattarli e, soprattutto, la civilta’ nel commentarli. Complimenti davvero. Leggendo di oscure trame e tradizione ermetica – su Eco non posso pronunciarmi poiche’ lo conosco solamente come semiologo -, la mia mente va immediatamente a due autori che, probabilmente, molti di voi conosceranno e sui quali pertanto mi farebbe piacere avere un vostro commento essendo novizio in questo genere di tematiche. Si tratta di Brian Desborough (ingegnere aerospaziale impegnato nello sviluppo di ‘free-energy systems’ nonche’ noto smascheratore di oscurati) che nel suo ‘They cast no shadows’ anticipa molte delle tematiche care al ‘Bridge of love’ pensiero tanto da poter affermare come questo altro non sia se non un organo divulgatore del primo, almeno questa e' l'impressione che ho avuto. L’altra autrice e’ la nostrana Giuliana Conforto della quale ho letto soltanto ‘Universo organico e l’utopia reale’ dove, oltre a pericolose deviazioni New Age – come gia’ notato da Zret in uno dei suoi recent articoli -, si cimenta in una dimostrazione fisica dell’ermetico “cosi’ nel piccolo, cosi’ nel grande” tramite un’analogia tra sistema solare e sistema sub-atomico, dalle inevitabili ultraottimistiche conseguenze da cui scaturisce la non lontana realta’ dell’utopia. Un dubbio che spesso mi assilla riguarda la costante presenza in questi autori, in un modo o nell’altro, dei Servizi: quelli di Sua Maesta’ a cui parrebbe vicino Icke, il nostro Malanga riferisce come nelle abductions italiane, cosi’ come emerge dai racconti in ipnosi degli addotti stessi, sembrerebbe esservi un continuo riferimento alla presenza di militari francesi, la Conforto e’ la figlia dell’ex capo del KGB in Italia nonche’ notoriamente collegata in maniera ambigua ed inquietante con il caso Moro (connessione che non mi e’ mai riuscito di comprendere). Infine Desborough il quale, negando la veridicita’ aliena di gran parte dei rapimenti o presunti tali (cosi’ come della maggioranza degli avvistamenti UFO), li riconduce a tecnologie militari segrete di vari stati e ad energie psicoidi non meglio identificate ma senz’altro di origine terrestre – lo stesso dicasi d’altra parte per le varie mutilazioni animali e il ritrovamento dei medesimi totalmente privi di sangue. Ringrazio e mi affido ad un vostro chiarimento delle oscurate trame.
RispondiEliminaCiao Rocco, mi premurerò di farti rispondere da mio fratello nella serata di domani.
RispondiEliminaCarissimo Rocco, tocchi argomenti molto scottanti e scabrosi. Conosco meglio la Conforto di Desbourough. Mi rivlogo dunque all'onnisciente Paolo per lumi su questo autore.
RispondiEliminaHo letto il libro della Conforto che citi e so che ella un tempo era legata ad un'organizzazione infiltrata o creata dai servizi. Le mie perplessità sono numerose, benché la Conforto si sia interessata anche di scie chimiche, anche se in modo obliquo ed estemporaneo. La mia sensazione è la seguente: molti autori non allineati sono in realtà dei disinformatori mascherati (questo vale anche per parecchi siti di controinformazione). Veritiero al 100 per cento è Bojs, ma sugli altri non potrei emulare Muzio Scevola. Circa i rapimenti "alieni", credo che in molti casi siano implicati i militari: restano, però, delle zone d'ombra. In realtà, la situazione è talmente intricata che è difficilissimo orientarsi. In genere diffido delle derive New Age (da Ramtha ad Icke, passando per la Conforto), ma veramente è difficile muoversi in questo ginepraio.
Ciao e grazie.
P.S. Un altro che non mi convince del tutto è David Wilcock.
RispondiEliminaCiao Zret e Straker, molte grazie per la sollecita risposta. Si', in effetti la situazione e' veramente intricata ed e' per questo motivo che stavo tentando di applicare il buon vecchio metodo comparativo per riuscire nella difficile quadratura del cerchio; tuttavia come da te rilevato Zret, l'impresa e' piuttosto ardua. Anch'io tendo a diffidare delle derive New Age e infatti mi ero affidato a Desborough che spara a zero su quella perversa corrente dall'inizio alla fine del suo libro salvo poi, da un lato, divenire l'intimo ispiratore di Icke, dall'altro inficiare in maniera consistente gran parte della ricerca sulla casistica dei presunti rapimenti, nonche' sul metodo ipnotico tout court e soprattutto regressivo, in quanto inevitabilmente compromesso da fantomatici 'Meissner biofields' operanti tra cervello dell'ipnotizzatore e ipnotizzato (il quale cosi' non farebbe altro che ripetere a pappagallo le convinzioni subconscie del primo). Condivido i tuoi dubbi su Wilcock nonostante il suo 'Divine Cosmos' sia piuttosto accattivante. Il problema maggiore rimane, a mio avviso, l'impossibilita' di analizzare comparativamente i diversi autori e la loro genuinita' (spesso adombrata da inquietanti retroscena). Grazie e a presto
RispondiEliminaRocco, mi rincresce di non essere riuscito a fugare i tuoi dubbi, ma purtroppo (e per fortuna) non ho verità da dispensare. Una tecnica che suscita in me molte perplessità è l'ipnosi regressiva che temo sia un modo talora per costruire a posteriori storie e psicodrammi. Vero è che l'inconscio (o superconscio?) non mente, ma che cos'è l'inconscio? Quali sono le sue dinamiche, quali i suoi parametri di lettura?
RispondiEliminaUn altro mentore di Icke è un autore di cui ora non mi sovviene il nome. E' attendibile colui? Sono plausibili i suoi saggi? Credo che nessun libro lo sia al cento per cento: certe verità sono sigillate.
A presto.
Ciao e grazie.
Zret, ogni commento intelligente e' di per se un chiarimento; poi e' naturale che dubbi permangano, in special modo per chi, come me, si sta avventurando in tematiche che ignorava fino a non molto tempo fa. In questo mio percorso procedo a tentoni sventolando un "moderato scetticismo" di humiana memoria. Ad ogni modo, ad esempio, non conoscevo Bojs che pertanto comincero' a leggere. Ogni piccola tessera di questo celato mosaico millenario e' preziosa, sempre nella speranza di poterli rompere questi sigilli prima o poi. Grazie di nuovo e a presto.
RispondiElimina