20 giugno, 2010

Un’antica cultura indoeuropea in Carelia?

Recenti spedizioni archeologiche in Carelia rinfocolano il dibattito sulla regione di provenienza degli Indoeuropei: alcuni storici ritengono che gli Arii siano di origine orientale (discendenti dei Sumeri?), altri, invece, propendono per una matrice nordica (progenie degli Atlantidei?). E’ una vexata quaestio su cui si pronunceranno glottologi, archeologi e paleontologi: resta il fatto che alcune civiltà si svilupparono nel Nord Europa, benché sia arduo stabilire donde antiche genti provenissero e quali furono le direttrici delle loro migrazioni. Il testo che propongo, non scevro di contenuti discutibili, pare interessante soprattutto per il passaggio su Febo (vero è che Febo non coincide del tutto con Apollo, ma una tradizione ellenica collega il dio della profezia alle terre settentrionali) e per la descrizione di un manufatto che ricorda il Colosso di Memnone, una delle gigantesche statue innalzate dal faraone Amenofis IV. Si raccontava che, quando i primi raggi dell’Aurora colpivano il simulacro, esso emettesse una musica melodiosa.

La Repubblica di Carelia, che celebra quest’anno il novantesimo anniversario come unità amministrativa, è famosa non solo per le sue leggende, ma anche per gli interessanti reperti archeologici scoperti nella zona settentrionale. Nei primi anni del XX secolo, vari eruditi discussero ed analizzarono antichi petroglifi, incisioni trovate dal poeta russo Nikolai Gumilèv, in Carelia.

Come molti rappresentanti dell'intellighenzia russa, Gumilèv era interessato alla storia ed alla geografia ed amava viaggiare. Nel 1904 esplorò Kuzovsky, nell’arcipelago nel Mar Bianco. Aveva sentito accennare allo Stone Book che presumibilmente conteneva informazioni su tempi remoti ed indizi per la localizzazione del paese misterioso, da dove provenivano i discendenti settentrionali di Mu e, probabilmente, gli Slavi.

La prima menzione di Mu risale al IV secolo a.C. I testi riferiscono che era situata nella parte occidentale del regno egizio. Nel luogo sorgeva un santuario di Ra, il dio del sole. Alcune fonti riferiscono che Alessandro il Macedone si recò nella terra di Mu per ottenere una conoscenza sacra. Il generale macedone si diresse nell'attuale Pamir, dove vivevano tribù scite. Secondo una ricerca contemporanea, gli Sciti erano gli antenati degli Arii che popolavano la maggior parte delle terre slave. Secondo una teoria, gli Indoeuropei provenivano dall'Africa e popolarono il Nord, un'altra ipotesi indica la Siberia come luogo d’origine, ma essi dovettero trasferirsi a sud a causa del clima avverso. Gli Arii rappresentarono una civiltà altamente sviluppata. Alcuni credono che costruirono le famose piramidi egiziane. Strutture piramidali si possono trovare in Russia, in Crimea, Siberia e negli Urali. I ricercatori affermano che sono antecedenti alle piramidi egizie.

Nikolai Roerich pensò che la terra misteriosa di Mu fosse ubicata nel nord della Russia. Ritenne che il "grande lago" descritto negli scritti potesse essere il Ladoga. Gli Indogermanici erano giunti in Russia con navi, attraverso il Mar Mediterraneo (Mar Nero, n.d.t.). La fonte scoperta da Roerich accenna a Febo, il capo degli Arii. Febo (Sole in greco) era considerato un dio. Secondo una leggenda, fu l'antenato di tutti gli Arii ed aveva il dono della vita eterna. Febo ed i suoi seguaci stavano cercando l'ingresso di Shambala, una dimora sotterranea degli dei, dove è custodito il Libro di Pietra, una raccolta di saggezza spirituale di popoli ancestrali. Gli Arii, sotto la guida di Febo, incisero gigantesche epigrafi su un muro per continuare il testo inciso sul Libro di Pietra.

Alcuni graffiti rupestri mostrano animali, volatili, pesci e cacciatori. Altri mostrano figure che gli scienziati pensano possano rappresentare corpi celesti. Alcune immagini effigiano strane creature. I ricercatori ritengono che i petroglifi rappresentino molti simboli sacri legati alle culture del passato, ma sono ancora da decodificare. Nikolai Roerich opinava che la terra di Mu coincidesse con la sacra terra di Shambala. L'esploratore non ebbe fortuna, cercando l'ingresso di Shambala nell’isola Valaam in Carelia.

Alexei Popov, storico russo, così si esprime a proposito delle scoperte archeologiche in Carelia: “La Carelia è famosa per la sue 'seitas'. Questa parola significa 'divinità' e, secondo i geografi e gli etnologi, le 'seitas' rappresentano un culto delle rocce: anche le piramidi di pietra testimoniano questa tradizione cultuale. I Lapponi della Carelia credevano che le anime dei morti albergassero nelle rocce. Le rocce potrebbero anche servire come indicatori o separatori. Durante una spedizione, abbiamo scoperto un’enorme statua a trenta miglia dalla città di Kem. Il manufatto è posto su un podio litico. Tra la statua ed il basamento si apre una fessura: il vento che soffia attraverso l’interstizio emette suoni simili ad una melodia. La tonalità del suono cambiano a seconda della forza del vento. Questa 'roccia che canta' potrebbe essere stata un santuario pagano degli antichi Lapponi”.

Fonte: Pravda.ru




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2 commenti:

  1. che articolo interessante, Zret!!!
    Hai per caso idea di dove posso trovare informazioni sulle trutture piramidali di Russia, Crimea, Siberia e Urali?

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  2. Alpha Canis Majoris, so che recentemente Marco Bulloni ha pubblicato un saggio sull'"Atlantide del Nord Europa", ma non saprei dove trovare informazioni sulle piramidi russe.

    Ciao e grazie.

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