03 giugno, 2011

Libera nos a libris

Si avverte talvolta la radicale insensatezza della vita: il segno della sconfitta è in tutte quelle cataste di libri inutili.

Quante volte ci siamo illusi di reperire dei responsi tra quelle pagine! Ammucchiati su una scrivania, allineati tristemente sugli scaffali, intonsi o consunti da frequenti, vane consultazioni, i volumi si coprono di silenzio e di polvere: i fogli ingialliscono, i bordi si sfrangiano, le copertine si sciupano. Quanti testi abbiamo aperto, come fossero stati scrigni preziosi! Dopo poche pagine, li abbiamo abbandonati: i libri assomigliano a quegli amori travolgenti, la cui fiamma si spenge presto, soffocata dall’abitudine e dalla reciproca indifferenza.

Testi sacri e profani, libelli ed incunaboli, la loro bellezza è spesso nei dorsi istoriati, nei sottili segnalibro che pendono a guisa di stelle filanti, nelle sovraccoperte lucide: invano cercheremo nel brulichio delle parole un frammento di verità o un istante di felicità. Saggi senza saggezza, romanzi trasudanti romanticismo a buon mercato. Tutto è già stato detto, scritto, ripetuto, confutato. Una noia infinita, simile ad un oceano immobile, sommerge la nostra anonima esistenza.

La disperazione non è esorcizzata da una storia, la solitudine non è spezzata dai dialoghi, la tristezza non si stempera nel sogno. Libri: promesse non mantenute! Tutto resta come prima: i giorni si attorcigliano, si arrotolano in una matassa di cui non troveremo mai il bandolo, perché siamo stanchi di cercarlo.

Che tristezza le biblioteche dove i volumi formano tetre teorie simili a lapidi di un cimitero cartaceo! Camminiamo lungo quei filari, incuranti, eppure, di quando in quando, distrattamente attratti da un titolo, da un’aletta colorata, da meandri di pensieri impietriti.

Tuttavia, quando giungerà la fine, premio di una logorante attesa, getteremo uno sguardo pieno di rammarico a quel libro negletto, incastrato tra due tomi: forse custodiva una poesia struggente e vera o una frase incantevole. Chissà… sarebbero potute essere la nostra poesia e la nostra frase, la luce viva dell’anima; ma ora è troppo tardi. Scende l’ultima ombra sul mondo: la parola che avrebbe dato senso e spessore alla vita forse non sapremo mai.


APOCALISSI ALIENE: il libro

11 commenti:

  1. 1 Corinzi 1

    18 Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio; 19 infatti sta scritto:
    «Io farò perire la sapienza dei saggi
    e annienterò l'intelligenza degli intelligenti».
    20 Dov'è il sapiente? Dov'è lo scriba? Dov'è il contestatore di questo secolo? Non ha forse Dio reso pazza la sapienza di questo mondo? 21 Poiché il mondo non ha conosciuto Dio mediante la propria sapienza, è piaciuto a Dio, nella sua sapienza, di salvare i credenti con la pazzia della predicazione. 22 I Giudei infatti chiedono miracoli e i Greci cercano sapienza, 23 ma noi predichiamo il Messia crocifisso, che per i Giudei è scandalo, e per gli stranieri pazzia; 24 ma per quelli che sono chiamati, tanto Giudei quanto Greci, predichiamo il Messia, potenza di Dio e sapienza di Dio; 25 poiché la pazzia di Dio è più saggia degli uomini e la debolezza di Dio è più forte degli uomini.
    26 Infatti, fratelli, guardate la vostra vocazione; non ci sono tra di voi molti sapienti secondo la carne, né molti potenti, né molti nobili; 27 ma Dio ha scelto le cose pazze del mondo per svergognare i sapienti; Dio ha scelto le cose deboli del mondo per svergognare le forti; 28 Dio ha scelto le cose ignobili del mondo e le cose disprezzate, anzi le cose che non sono, per ridurre al niente le cose che sono, 29 perché nessuno si vanti di fronte a Dio.

    Colossesi 2

    Il mistero di Dio, cioè il Messia, 3 nel quale tutti i tesori della sapienza e della conoscenza sono nascosti.

    Salmi 111:10
    Il timor di Yah'u'weh è il principio della sapienza;
    hanno buon senso quanti lo praticano.
    La sua lode dura in eterno.

    Giobbe 28
    20 Da dove viene dunque la saggezza?
    Dov'è il luogo dell'intelligenza?
    21 Essa è nascosta agli occhi di ogni vivente,
    è celata agli uccelli del cielo.
    22 L'abisso e la morte dicono:
    "Ne abbiamo avuto qualche sentore".
    23 Dio solo conosce la via che vi conduce,
    egli solo sa il luogo dove risiede,
    24 perché il suo sguardo giunge fino alle estremità della terra,
    perch'egli vede tutto quello che è sotto i cieli.
    25 Quando regolò il peso del vento
    e fissò la misura delle acque,
    26 quando diede una legge alla pioggia
    e tracciò la strada al lampo dei tuoni,
    27 allora la vide e la rivelò,
    la stabilì e anche l'investigò.
    28 E disse all'uomo:
    "Ecco, temere Yah'u'weh, questa è saggezza,
    fuggire il male è intelligenza"».


    1 Corinzi 8,1
    La conoscenza gonfia, ma l'amore edifica.

    Ecclesiaste 12
    13 Le parole dei saggi sono come degli stimoli, e le collezioni delle sentenze sono come chiodi ben piantati; esse sono date da un solo pastore. 14 Del resto, figlio mio, sta' in guardia: si fanno dei libri in numero infinito; molto studiare è una fatica per il corpo.
    15 Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso:
    Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l'uomo. 16 Dio infatti farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò che è occulto, sia bene, sia male.

    Shalom

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  2. Per fortuna esistono i libri, o forse bastavano solo carta e penna? Certo che per molti poter scrivere fa parte dell'autoanalisi o del solo modo per dire e dirsi ciò che si pensa o si prova, o si ha vissuto. Nessuno è obbligato a leggere, ma tutti prima o poi sono destinati a render conto del loro vissuto.
    Oggi, come non mai, forse, abbiamo la capacità di comprendere che la verità sta in noi e nella nostra fede (speranza?!).
    Ma i libri non parlano solo di questo, non raccontano solo della verità, della scienza, delle religioni, della cucina e della filosofia.
    Trasportano la fantasia: dopo trent'anni leggo a mio figlio delle semplici storie, che mia madre ha letto a me e ne resto meravigliata ancora oggi come allora.
    Nella vita c'è spazio per tutto, come nei libri d'altronde: il libro arbitrio, la scelta, spetta sempre a noi.
    Ho letto con piacere la tua riflessione. ciao

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  3. Articolo provocatorio e paradossale.

    Ciao

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  4. Ciao Zret, sono un divoratore di libri e mi tocchi sul vivo. A tal proposito mi viene in mente il Fedro di Platone passo che riporto prendendo da internet la traduzione (altrimenti troppo lunga da ricopiare dal mio testo) http://www.ousia.it/SitoOusia/SitoOusia/TestiDiFilosofia/TestiPDF/Platone/Fedro.pdf . Ho effettuato qualche taglio per non essere troppo prolisso.

    SOCRATE: Ho sentito dunque raccontare che presso Naucrati, in Egitto, c'era uno degli antichi dèi del luogo, al quale era sacro l'uccello che chiamano ibis; il nome della divinità era Theuth.Questi inventò dapprima i numeri,
    il calcolo, la geometria e l'astronomia, poi il gioco della scacchiera e dei dadi, infine anche la scrittura.
    Re di tutto l'Egitto era allora Thamus […]. Theuth, recatosi dal re, gli mostrò le sue arti e disse che dovevano
    essere trasmesse agli altri Egizi; […] quando poi fu alla scrittura, Theuth disse: «Questa conoscenza, o re, renderà gli Egizi più sapienti e più capaci di ricordare, poiché con essa è stato trovato il farmaco della memoria e della sapienza». Allora il re rispose: «Ingegnosissimo Theuth, c'è chi sa partorire le arti e chi sa giudicare quale danno o quale vantaggio sono destinate ad arrecare a chi intende servirsene. Ora tu, padre della scrittura, per benevolenza hai detto il contrario di quello che essa vale.
    Questa scoperta infatti, per la mancanza di esercizio della memoria, produrrà nell'anima di coloro che la
    impareranno la dimenticanza, perché fidandosi della scrittura ricorderanno dal di fuori mediante caratteri estranei, non dal di dentro e da se stessi; perciò tu hai scoperto il farmaco non della memoria, ma del richiamare alla memoria. Della sapienza tu procuri ai tuoi discepoli l'apparenza, non la verità: ascoltando per tuo tramite molte cose senza insegnamento, crederanno di conoscere molte cose, mentre per lo più le ignorano, e la loro compagnia sarà molesta, poiché sono divenuti portatori di opinione anziché sapienti».

    FEDRO: Socrate, tu pronunci con facilità discorsi egizi e di qualsiasi paese tu voglia!
    SOCRATE: E pensa che alcuni, mio caro, hanno asserito che i primi discorsi profetici nel tempio di Zeus a Dodona
    venivano da una quercia! Agli uomini di allora, dato che non erano sapienti come voi giovani, bastava, nella loro semplicità, ascoltare una quercia o una roccia, purché dicessero il vero; ma forse per te fa differenza chi è colui che parla e da dove viene.
    Non miri infatti solamente a questo, se le cose stanno così o diversamente?

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  5. Johnatan, le parole che esprimono la nostra vera essenza e il non sradicabile dolore non sono state ancora né pronunciate né scritte.

    Ciao e grazie.

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  6. E già, Ron, hai colto l'ispirazione platonica dell'articolo, scritto da chi non potrebbe vivere senza gli odiosamati libri, preziosi ed inutili. Siamo nati sotto il segno della Contraddizione.

    Ciao e grazie.

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  7. Caro Zret, magnifico il tuo articolo. E pensare quanti giovani preferiscono ubriacarsi, sniffare, sballarsi, facendo a meno di confrontarsi con gli autori dei libri, spesso misconosciuti ma che potrebbero dare ancora tanto ad una umanità accecata dalla mancanza di senso. Posseggo 5mila libri, dai romanzi ai saggi e molti, economici nel prezzo, sono ricchi di senso. Ebbene, da tempo cerco di regalarli o prestarli, ma a pochi interessa.

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  8. "Johnatan, le parole che esprimono la nostra vera essenza e il non sradicabile dolore non sono state ancora né pronunciate né scritte. "

    Isaia 53
    1 Chi ha creduto a quello che abbiamo annunciato?
    A chi è stato rivelato il braccio di YAH'U'WEH?
    2 Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella,
    come una radice che esce da un arido suolo;
    non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi,
    né aspetto tale da piacerci.
    3 Disprezzato e abbandonato dagli uomini,
    uomo di dolore, familiare con la sofferenza,
    pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia,
    era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.
    4 Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava,
    erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato;
    ma noi lo ritenevamo colpito,
    percosso da Dio e umiliato!
    5 Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni,
    stroncato a causa delle nostre iniquità;
    il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui
    e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti.
    6 Noi tutti eravamo smarriti come pecore,
    ognuno di noi seguiva la propria via;
    ma YAH'U'WEH ha fatto ricadere su di lui l'iniquità di noi tutti.
    7 Maltrattato, si lasciò umiliare
    e non aprì la bocca.
    Come l'agnello condotto al mattatoio,
    come la pecora muta davanti a chi la tosa,
    egli non aprì la bocca.
    8 Dopo l'arresto e la condanna fu tolto di mezzo;
    e tra quelli della sua generazione chi rifletté
    che egli era strappato dalla terra dei viventi
    e colpito a causa dei peccati del mio popolo?
    9 Gli avevano assegnato la sepoltura fra gli empi,
    ma nella sua morte, egli è stato con il ricco,
    perché non aveva commesso violenze
    né c'era stato inganno nella sua bocca.
    10 Ma YAH'U'WEH ha voluto stroncarlo con i patimenti.
    Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato,
    egli vedrà una discendenza, prolungherà i suoi giorni,
    e l'opera di YAH'U'WEH prospererà nelle sue mani.
    11 Dopo il tormento dell'anima sua vedrà la luce e sarà soddisfatto;
    per la sua conoscenza, il mio servo, il giusto, renderà giusti i molti,
    si caricherà egli stesso delle loro iniquità.
    12 Perciò io gli darò in premio le moltitudini,
    egli dividerà il bottino con i molti,
    perché ha dato se stesso alla morte
    ed è stato contato fra i malfattori;
    perché egli ha portato i peccati di molti
    e ha interceduto per i colpevoli


    Quale soffernza più immane di questo uomo? Lui, che avrebbe potuto vivere in eterno, ha patito tutto questo per dei malvagi. Mai nessun altro l'avrebbe fatto. E penso che nessuno scritto come questo rifletta davvero l'immane dolore fisico, psicologico e spirituale che un essere umano possa provare.

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  9. Angelo, i libri che sono veramente validi sono i classici o testi oggi introvabili; purtroppo le librerie straboccano di "saggi" dei diabolici Angela e di romanzetti da spiaggia. Resto del parere che si può imparare moltissimo, come scriveva S. Bernard de Clairvaux, dagli alberi, ma è vero che certi volumi, disdegnati da molti, sono forzieri.

    Ciao e grazie.

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  10. Johnatan, scrivevo in una riflessione di cui ora non ricordo il titolo che anche chi non crede in Cristo, vede nel Messia crocifisso l'emblema di un male assurdo ed iniquo.

    I versetti di Isaia che hai riportato, secondo i biblisti, non si riferiscono al Messia, ma al popolo ebreo sofferente. D'altronde i profeti sono gli interpreti di Dio e non vati che esplorano il futuro. L'ebraico e l'aramaico antico ignoravano nel sistema verbale il futuro, come il latino arcaico. Ai popoli antichi poco o nulla interessava dell'avvenire: essi vivevano nel presente e non erano alienati nel futuro o nel passato come noi, uomini di un tempo arrugginito ed occiduo. Ad ogni modo è molto bella la pagina di Isaia, intensa e piena di pathos, comunque la si interpreti.

    Ciao e grazie.

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  11. Premettendo che del parere dei biblisti poco importa (non agiscono forse essi con sapienza umana invece che secondo lo Spirito, come invece facevano gli apostoli: "12 Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate; 13 e noi ne parliamo non con parole insegnate dalla sapienza umana, ma insegnate dallo Spirito, adattando parole spirituali a cose spirituali. 14 Ma l'uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente. 15 L'uomo spirituale, invece, giudica ogni cosa ed egli stesso non è giudicato da nessuno." [1 Corinzi 2]?), ecco cosa dicono le Scritture riguardo ai profeti e le profezie:

    Benché non l'abbiate visto, voi lo amate; credendo in lui, benché ora non lo vediate, voi esultate di gioia ineffabile e gloriosa, 9 ottenendo il fine della fede: la salvezza delle anime.
    10 Intorno a questa salvezza indagarono e fecero ricerche i profeti, che profetizzarono sulla grazia a voi destinata. 11 Essi cercavano di sapere l'epoca e le circostanze cui faceva riferimento lo Spirito di Cristo che era in loro, quando anticipatamente testimoniava delle sofferenze di Cristo e delle glorie che dovevano seguirle. 12 E fu loro rivelato che non per se stessi, ma per voi, amministravano quelle cose che ora vi sono state annunciate da coloro che vi hanno predicato il vangelo, mediante lo Spirito Santo inviato dal cielo: cose nelle quali gli angeli bramano penetrare con i loro sguardi. (1 Pietro 1)

    Isaia 42:9
    Ecco, le cose di prima sono avvenute
    e io ve ne annuncio delle nuove;
    prima che germoglino, ve le rendo note».


    Isaia 48:6
    Tu hai udito e visto tutto.
    Non dovreste forse testimoniarlo voi stessi?
    Ora io ti annuncio cose nuove,
    cose occulte, a te ignote.

    Putroppo noi uomini spesso non riusciamo a scorgere la Verità non per ignoranza, bensì per la troppa conoscenza. Del resto, è con essa che il serpente ci tentò e ci indusse in erroe.

    E come disse tempo fa Bojs, il Nuovo Ordine Mondiale altro non sarà che il dominio della conoscenza dell'uomo SULL'uomo.

    Shalom

    Jonathan

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