08 ottobre, 2011

Logica

Questa è l’unica risposta: non esiste alcuna risposta.

Come spiegare le tragedie, le sciagure? Semplicemente non si spiegano: esse accadono come gli altri eventi che succedono e si succedono in una concatenazione cui, se non è fortuita, soggiace una logica che ci sfugge.

L’irrazionalità degli avvenimenti, dal cataclisma che si abbatte all’improvviso, mietendo migliaia di vittime, al silenzioso crollo di un dolore invisibile, sembra risiedere nella loro quadrata, inesorabile inevitabilità. Se il caso annichilisce la direzione, il nesso causale non è garanzia di senso, dal momento che le relazioni cosiddette causali sono di per sé meri avvicendamenti cronologici, interpretati e persino giustificati a posteriori.

Così non possiamo esplicare e motivare i cosiddetti "fatti" del macrocosmo: la morte che ci strappa un parente o un amico come le chiavi che ci sfuggono di mano, cadendo sul pavimento, sono inscritti nello stesso cerchio ontologico, in quanto manifestazioni di una medesima dinamica nascosta. E’ in riferimento alla loro incidenza sulla nostra vita che ne stabiliamo una gerarchia, ma valutati oggettivamente, grandi casi e vicende del tutto trascurabili, oltre ad essere intrecciati in modo inestricabile, sono equipollenti, simili a gravi, che pur di differente massa, cadono nel vuoto con la stessa velocità.

Si pone qui la spinosa questione del libero arbitrio di cui, stante la struttura tetragona degli accadimenti, si può semmai conservare un simulacro interpretabile, più che come ipotesi filosoficamente fondata, quale appiglio consolatorio.

Tuttavia l’enigma del destino impallidisce, se si considera, di fronte alle domande abissali, il granitico silenzio di Dio, il mistero più impenetrabile contro cui ogni istante sbattiamo la testa.[1]

[1] Un’altra sesquipedale sfida è il mistero dell’iniquità.

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La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

7 commenti:

  1. Solo il silenzio è capace di giustificare le tragedie.
    Eppure capita almeno una volta durante la propria vita, di fermarsi. Per un piccolo istante, da fantocci prendiamo vita, e tutto appare chiaro. Non si sa perchè ma si è convinti che ogni cosa è al proprio posto, che non potrebbe essere altrimenti.
    Poi distrattamente, torniamo alle nostre faccende gettando nel dimenticatoio un istante, che avrebbe potuto spiegare il mistero di Dio...

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  2. Ciao Zret.
    Gli eventi che ci capitano non hanno spiegazione, davvero, avvengono e basta, inutile prendersela con il fato o destino. Non dipendono da noi, magari se si crede in un Essere superiore si può essere invogliati a cercarvi una razionalità che purtroppo manca. Per questo la maggior parte degli uomini si limita a sopravvivere anzichè vivere la propria vita.
    Ciao,Sharon

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  3. Sì, Jc, si vivono attimi in cui, come scrive Montale, "le cose sembrano tradire il loro segreto".

    Sharon, chi si illude di poter dirigere dagli eventi è invero da quelli diretto.

    Ciao

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  4. @Zret

    cerchiamo di comprendere con la logica gli eventi, ma forse la mente e limitata quanto gli spigoli.
    Meglio affidarsi all'intuito, al silenzio e poi all'intelligenza.

    Ciao!

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  5. Per giunta, Puntozero, la mente scruta solo la superficie degli eventi. Se tentasse di inoltrarsi nell'essenza...

    Ciao

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  6. Non sappiamo nulla di nulla e la filosofia non è che una piacevole consolazione.

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  7. Sì, Aurelius, sappiamo di non sapere: la verità ci sfugge come acqua fra le dita.

    Ciao

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