13 gennaio, 2012

Agenda

Non uso agende da anni. Quando le impiegavo, tendevo a dimenticarle in ogni dove o a smarrirle: sintomo freudiano... “Agenda” vale letteralmente “cose che devono essere fatte”: è un significato che implica una coercizione insopportabile. Altri tenga con sé codesti taccuini cartacei o elettronici per annotare impegni, appuntamenti, scadenze. Per quanto mi riguarda, ritengo che la condizione di grave schiavitù che schiaccia l’umanità odierna cominci dalle piccole costrizioni. Le catene ed i ceppi, prima di diventare tali, erano lacci. Le incombenze sono già insopportabili: non attribuiamo loro l’importanza che non meritano. I conformisti sono tali, non in quanto si sono adeguati all’ideologia imperante, ma giacché ne condividono i disvalori che hanno introiettato.

Non ci si può certo aspettare che l’uomo medio cominci a ragionare in modo autonomo e ad agire in maniera consapevole. Non basta! Oggigiorno sono rarissimi atti ed i discorsi che dipendono, non da coscienza, ma anche solo da una posa anticonformista. Chissà, potrebbe essere l’abbrivo per qualcosa di più sostanzioso.

Sono soprattutto le nuove generazioni ad essere irretite, ad essere vittime dell’omologazione: la mente di adolescenti e giovani è assemblata nelle fabbriche scolastiche. Gli “studenti” non hanno scampo: nella maggioranza dei casi sono plagiati da insegnanti a loro volta già condizionati. E’ un circolo vizioso. I pochi allievi che manifestano un barlume di personalità sono deviati verso lo scientismo, spacciato per strumento rivoluzionario, di critica dell’esistente. Negli istituti e negli atenei ormai imperversa la “scienza”, a danno delle discipline umanistiche. Reputate inutili, le humanae litterae sono state snaturate in decenni di didattica pseudo-strutturalista.

Si forgiano le leve destinate ad ingrossare le coorti degli apologeti del sistema: tanto ignoranti quanto tracotanti, essi subito indispongono a causa della loro morbosa passione per le formule, per l’ossessione per la retorica fine a sé stessa, per la mania della furbizia dialettica, soprattutto per l’abitudine ad evitare i problemi per concentrarsi sulle quisquilie. Non pensiamo, però, che costoro si distinguano dalla massa: non appena smettono i loro abiti “scientifici”, si confondono nel mucchio. Il conformismo e l’acquiescenza all’ideologia del potere sono la grigia sostanza di chi non ha materia grigia. La loro preparazione evapora, non appena il sito cui attingono a piene mani, per un motivo o per un altro, non è consultabile. All’apparenza liberi pensatori fno alla dissacrazione, sono, invece, integrati nella struttura dominante, più realisti del re.

Dove troveremo chi si ribelli? La ribellione è il rifiuto di accordare il proprio consenso al potere, anche quando si è costretti a subirne le angherie. Per ribellione non intendo una rivoluzione plateale, ma soprattutto l’ironia implacabile che denuncia e mette a nudo le ipocrisie degli apparati. L’ironia sia il pungiglione che resta conficcato nel corpo dell’aggressore, anche se l’imenottero cessa di vivere.

APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

6 commenti:

  1. Complimenti per l' analisi.
    Pungente e realistica, colpisce sopratutto per la chiarezza speculativa con cui metti in luce la triste situazione.
    Sono ancora un liceale, ma non ho nulla da difendere. Siamo persi, mai nati.
    Ma non perchè mi faccio trasportare dalla tua retorica, piuttosto perchè il tuo articolo, risuona dentro e restituisce in me, anche solo per un attimo, la veglia, quella vera.
    Io non so perchè viviamo.
    Ma questi momenti sono uno sguardo oltre la cortina di fumo. Questo per me è vivere.

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  2. JC, purtroppo mi accorgo ogni giorno di più che la consapevolezza, checchè se ne pensi, scema. Esistono le eccezioni, ma sono sempre più eccezionali. Prendere coscienza di certe situazioni è comunque un buon principio. Forse il cambiamento arriverà all'improvviso ed inopinato, anche se ora vedo solo deserto all'orizzonte.

    Ciao

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  3. JC per essere solo un liceale, sei certamente oltre la cortina fumogena.

    Complimenti, auspico che (come dice Zret), ci siano altre eccezioni che possano almeno timidamente confermare il cambiamento per le classi dirigenti future.

    wlady

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  4. Ciao Zret,
    ritengo che in generale gli uomini siano piuttosto insofferenti alle redini e alle costrizioni costituite da obblighi ed impegni, che poi nella maggior parte dei casi si creano da soli. Così è facile perdere di vista quello che conta davvero nella vita. Vedo tanti bambini che già all'asilo sono una copia in piccolo dei genitori: sostituiscono al lavoro la scuola ma il resto è uguale, musica, sport, e poco tempo trascorso insieme in famiglia.
    Personalmente, sono "allergica" alle agende, e mi affido alla mia memoria sufficientemente buona!
    Buona serata, Sharon

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  5. E' vero, Wlady. Se molti liceali fossero come JC, le cortine fumogene sarebbero dissipate.

    Ciao

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  6. Sharon, in effetti le catene più strette sono quelle che noi stessi ci forgiamo. Parecchi bambini sono già incastrati nel sistema. Meglio di un'agenda, qualche foglietto effimero, se non si ha una buona memoria.

    Ciao

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