01 dicembre, 2012

Invasione silenziosa

Alcuni ricercatori paventano che entità malvagie e predatrici siano intente, nel loro disegno di dominio, a decimare l’umanità e ad ibridare i superstiti. Tale sinistro scenario è adombrato anche nella tradizione cabalistica. Certi testi della Qabalah descrivono un regno oscuro da cui promanano energie distruttive che istigano gli individui a mentire, a frodare, ad uccidere. In questa regione tetra albergano demoni il cui influsso perverte gli uomini, perpetuando l’inganno politico e sociale. A. Antonelli accenna a tali presenze in un suo saggio. [1]

Ebbene, questo essere spettrale sembra affiorare anche nella ‘dottrina segreta’, in cui prende il nome e le sembianze del malvagio kelippot. Il termine ‘kelippah’, che si riferisce alla corteccia dell’albero della vita, significa alla lettera ‘conchiglia’. Entità misteriosa e maligna, il kelippot nasce come separazione della creatura dal suo Creatore e compare nella Qabalah come una sorta di figura demoniaca che regna nel mondo materiale o addirittura al di sotto di questo. Sembra, infatti, che i kelippot siano ciò che resta dell’energia divina, una volta attraversate le prime due Sefirot e giunta a Binah: le emanazioni che si trovano sotto di essa, incapaci di contenere tale energia, ne sono sconvolte e finiscono nel mondo materiale. Tale catastrofe iniziale sembra essere avvenuta, perché il male aveva già permeato l’Albero della vita”.

Stando a Scholem, i kelippot, (ebraico קְלִפּוֹת), le cui mani hanno quattro dita, cercano di impossessarsi di un corpo, congiungendosi con gli umani. In passato, i frutti di questi connubi erano considerati progenie illegittima. Tale discendenza era tenuta in disparte durante le riunioni di famiglia ed esclusa o sfavorita, nel momento in cui si spartiva l’eredità. Da un punto di vista psicologico, i kelippot sono le energie magmatiche ed oscure dell'inconscio.

George C. Andrews ritiene che alcuni kelippot siano assimilabili a quegli alieni che costringono i rapiti ad accoppiarsi. Vari studiosi si sono chiesti se lo scopo di tali unioni non sia la creazione di una razza ibrida, destinata a sostituirsi in modo progressivo ma ineluttabile ai veri abitanti del pianeta. David Jacobs, Budd Hopkins et al. delineano un’invasione subdola, silenziosa, assai più efficace di una guerra di conquista. I Grigi ed altre creature allotrie sarebbero la versione contemporanea di lemuri, incubi, succubi, larve... Le parvenze sono un po’ differenti, ma i fini crudeli sono i medesimi. Il loro ideale è quello di un mondo trasformato in un campo di concentramento cibernetico dove l’immaginazione e la creatività sono annichilite.

Epidemie, catastrofi “naturali”, guerre, miseria, inquinamento, coercizione... sono le armi con cui fiaccare e sfoltire l’umanità, condurla sull’orlo del baratro. La terra futura sarà popolata da una massa di schiavi ebeti al servizio di un Golem?

[1] La Qabalah, parola proveniente dalla radice KBL, ‘ricevere’, morfema già attestato in accadico, è il retaggio orale comprendente dottrine mistiche ed esoteriche dell’Ebraismo. Gli insegnamenti sono poi confluiti in alcune opere fra cui la più nota è Sefer ZaZohar, Libro dello Splendore.

Fonti:

G. C. Andrews, Extraterrestri amici e ostili, Diegaro di Cesena, 2001, pp. 424-427
A. Antonelli, William Blake e William Butler Yeats, Sistemi simbolici e costruzioni poetiche, Firenze
D. M. Jacobs, The threat: revealing the secret alien agenda, 1998
R. Tresoldi, Enciclopedia dell’esoterismo, pp. 123-128


APOCALISSI ALIENE: il libro

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4 commenti:

  1. Ciao Zret,
    molto bella l'immagine che hai inserito, un misto di indicazioni apparentemente messe a caso ma tutto torna.

    Sefirot:
    albero della vita, o organismo di dio.

    L'otto (8) coricato:
    questo simbolo matematico viene raffigurato coricato per indicare il continuo di reincarnazioni e morti e nascite, bene e male, un segno puramente dualistico.

    Il pavimento a scacchiera:
    Tipico segno massonico.

    Il portone semiaperto:
    l'altra dimensione che fa intravedere uno spiraglio di luce, su di uno sfondo tutto nero impenetrabile, rappresenta l'ignoto.

    Il saio:
    un chiaro messaggio della manipolazione degli elementi da parte di sinistre presenze con il potere di gestire la Qabalah.

    Ciao

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  2. Ciao Wlady, veramente opportuna questa tua esegesi dell'iconografia. Speriamo resti uno spiraglio attraverso cui passare...

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  3. Di 'qlippot' parla ovviamente anche Guénon a più riprese e le definisce come 'influenze erranti'. Trattasi forse di forze residuali oscure che agirebbero, una volta liberate, quasi automaticamente in quanto prive di una identità e volontà proprie.

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  4. Grazie dell'utile integrazione, Paolo.

    Ciao

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