02 giugno, 2013

Zanoni: ideali ed idoli

Non vi è mistero in ogni dove? Può il tuo occhio scoprire il maturare del seme sotto la terra? Nel mondo morale come in quello fisico, giacciono portenti. (E. Bulwer-Lytton)

“Zanoni” è un romanzo di Edward Bulwer-Lytton. [1] Pubblicato nel 1842, il libro si colloca lungo la direttrice del romanzo gotico, quando il sottogenere è ormai declinante e contaminato. L’autore, però, travalica i confini del gothic novel per comporre un’opera filosofica ed iniziatica: i concetti tuttavia si diluiscono nell’intreccio e vivono nei personaggi, tra cui spicca il protagonista, Zanoni, “oscuro uomo di luce”, quasi terribile nella sua sovrumana abnegazione.

Zanoni è un immortale che si muove al confine tra due dimensioni, l’eterno ed il mondo della caducità. Come potente magnete, l’amore per Viola, donna sensibile e soave, lo attrae nel vortice dell’esistenza, nel tumulto di eventi che un po’ alla volta lo sradicano dai princìpi esoterici e mistici della sua natura eccezionale.

Non sappiamo se Bulwer-Lytton fosse un Rosacroce e se veramente custodisse segreti iniziatici: è indubbio che lo scrittore britannico, noto soprattutto per l’epico “Gli ultimi giorni di Pompei”, seppe trasfondere in quest’opera enigmatica e suggestiva un profondo sentimento della vita, dilaniata dalle grinfie del tempo, eppure proiettata verso l’intangibile serenità dell’infinito.

Con la sua prosa elegante e frondosa, il N. crea una galleria di tipi umani indimenticabili: Meynour, ascetico ed umbratile, Glyndon, artista talentuoso, eppure velleitario, Nicot, spregiudicato e meschino, la sensuale Fillide… Il romanzo si apprezza quanto più si allontana dalle elucubrazioni, invero un po’ astratte (e sinistre), sui misteri del Sacro (Il Guardiano della Soglia, Adonay, l’Oltremondo ), per addentrarsi nei meandri della Storia. Per questa ragione l’episodio più emozionante è l’ultimo. Nell’epilogo, intitolato “Il regno del Terrore”, si è catapultati nella Parigi rivoluzionaria, dominata dal despota democratico, Robespierre.

I protagonisti della Rivoluzione sono dipinti a tinte fosche: l’atmosfera soffocante di sospetto e delazione è resa in modo magistrale. La Francia non è la patria della libertà, della fraternità e dell’eguaglianza, ma il proscenio crudele dove gli ideali più alti si sono impietriti in idoli assetati di sangue. La fredda luce della luna scintilla sulla mannaia della ghigliottina. E’ lontana la Napoli dei primi capitoli, solare e mediterranea. Alle amene e festevoli contrade campane è subentrato il ferreo squallore dei tribunali e delle carceri.

A Parigi si consuma la tragedia: Zanoni, in un supremo sacrificio di sé, dimostra che di fronte all’Amore, la stessa Sapienza è labile ombra.

[1] Bulwer-Lytton è figura molto controversa: fu un genuino rappresentante della saggezza rosacraciana o uno spregiudicato occultista? Certi aspetti della sua biografia depongono a favore della seconda ipotesi: egli, oltre ad essere nelle grazie dei reali britannici, nel 1861 ospitò nel maniero di Knebworth i fratelli polacchi Alexandre e Constatine Branicki. I due gli rivelarono le pratiche magico-sessuali che Eliphas Levi aveva appreso da Pierre Vintras, il mago francese che fu maestro di Boullan. Boullan, in seguito, nella "Clefs des grand mysthères", tacciò quelle pratiche come rituali di derivazione satanica.

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2 commenti:

  1. Lessi 'Zanoni' forse più di trent'anni fa. Mi pare che l'Autore, sotto le spoglie del protagonista, abbia inteso rievocare la figura di un autentico immortale e cioè di quella del Conte di Cagliostro.

    Bulwer-Lytton fu personaggio ambiguo, in sostanza un pò esoterista ed un pò occultista. Egli tentò pertanto di mantenere un piede in due scarpe nel tentativo di servire a due padroni.

    Fu vicerè delle Indie e per tal motivo non poteva che vivere nelle grazie della satanica famiglia reale inglese. Per di più tale Autore è da collocare alle radici di quei gruppi quali la Round Table nati alla fine dell'Ottocento per diffondere l'ideologia mondialista e globalizzatrice.

    In definitiva Bulwer Lytton disponeva senz'altro di molte conoscenze iniziatiche ma non ebbe mai il coraggio di rinnegare completamente il 'Princeps huius mundi'.

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  2. Doverose precisazioni, Paolo.

    Credo che il romanzo di Bulwer-Lytton sia uno di quegli esempi non infrequenti in cui si apre una discrepanza tra vita ed Arte, in cui l'Arte eclissa un'esistenza non integerrima.

    L'ispirazione vera, eccezionale più che occasionale, può cancellare un animo indegno e far scoccare lo scintillio dell'Idea.

    Ciao

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