28 febbraio, 2014

Mimetismo


In un recente editoriale Maurizio Baiata torna sul tema delle mancate rivelazioni per opera di Stati Uniti ed O.N.U. a proposito della vita extraterrestre. L’analisi del ricercatore è piuttosto lucida: a differenza di Pinotti, che addita nell’anomia, cioè il disordine sociale ed il sovvertimento dei valori etico-religiosi, la ragione per cui le autorità sono tanto reticenti sul tema, il Nostro è più perspicace. Una certa dose di caos, anzi, è ritenuta necessaria dagli apparati al fine di mantenere il controllo sociale. D’altronde la crisi finanziaria ed economica, che sta straziando gran parte del mondo occidentale, è proprio volta a generare condizioni di instabilità e di insicurezza nelle masse: in questo modo è più facile pilotarle.

In verità, i presidenti delle superpotenze hanno tutto l’interesse a tenere la bocca ben cucita, almeno per le seguenti ragioni.

1. Gli esecutivi hanno probabilmente stipulate delle scellerate alleanze con visitatori spregiudicati, ottenendo tecnologia in cambio di... Rivelare che i vertici di alcuni stati sono in combutta con alieni carnefici non è proprio il sogno dei vari presidenti-fantocci: costoro si esporrebbero per lo meno alla riprovazione dei cittadini venduti al nemico per un piatto di lenticchie.

2. Cominciare un rilascio di informazioni circa la presenza aliena sul nostro pianeta potrebbe significare dover cedere e condividere con i civili e con le nazioni più fragili alcune tecnologie avveniristiche. Sono tecnologie utili per l’umanità, ma che le multinazionali vedono come il fumo negli occhi. Preferiscono che certe conoscenze restino appannaggio di una cerchia ristretta.

3. La decisione di palesare notizie riguardanti le civiltà stellari non spetta certo a quei buffoni che s’insediano alla Casa Bianca e neppure ai pur influenti militari, quanto agli Altri. Gli Stranieri sembrano motivati a preservare lo status quo, a restare ben nascosti dietro i loro mandanti. Quali benefici potrebbero trarre da una disclosure? Non conviene loro agire per interposta persona, come sovrani che riscuotono i tributi per mezzo di esattori?

E’ difficile che la Cina o la Russia perseguano fini diversi dagli obiettivi cui mirano gli Stati Uniti: forse all’interno delle classi dirigenti opera qualche frangia dissidente, ma appare debole. Ergo è illusorio attendersi una svolta in tempi brevi.

Infine sarebbe anche ora di smettere di elemosinare brandelli di segreti da istituzioni il cui ruolo istituzionale è la diffusione di menzogne. Meglio un brandello di verità strappato alla censura grazie a lunghe e faticose ricerche che una “verità” ufficiale.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

25 febbraio, 2014

Morsi di Coscienza


Fissi alle eterne costellazioni, bisogna imparare nella sofferenza di ogni uomo il senso dell’apparire, il dolore di entrare e di uscire dalla scena. (G. Barbiellini Amidei)

Ormai molti ne sono convinti: è la Coscienza a proiettare questa allucinazione splendida e feroce che chiamiamo “realtà”. Per una ragione che resta inestricabile la Coscienza decide di mordere il mondo. Appena lo morde, però, ne è morsa. L’universo pare ritorcersi contro chi l’ha generato come un figlio matricida. E’ separazione, distacco, dimenticanza.

Nel suo recente libro, intitolato giustappunto “Coscienza”, Corrado Malanga scrive: “Quando l’essere umano vede le cose che si spostano, deve sapere che non sono le cose che si spostano, poiché è la coscienza che offre questo tipo di impressione. In verità tutto è fermo”. Questo discorso varrà anche per gli eventi: il cosmo e l’insieme di tutti i fatti che accaddero, accadono ed accadranno, sono congelati nell’istante senza tempo, impietriti nel volto impenetrabile di una Sfinge. Il libero arbitrio è poco più di un’illusione percettiva.

Viene in mente l’esperimento denominato “coscienza globale” con cui si cerca di comprendere in che modo la coscienza collettiva reagisca agli accadimenti, se essa riesca a presagirli. Se riesce a presagirli, significa che gli avvenimenti sono già lì in attesa di essere captati?

Vengono in mente quelle singolari teorie secondo cui la realtà si forma, non appena è osservata. Osservata da chi? Da occhi superiori? Prima che il reale sia percepito, si estende solo un interminato, profondissimo nulla.

La Coscienza è simile ad un serpente raggomitolato su sé stesso. Assomiglia ad un serpente che, uccidendo il suo vecchio io, rinasce. E’ così: death and life, side by side.

Alla fine sembra che la Coscienza si estruda fuor di sé stessa, condannandosi alla lacerazione ed alla sofferenza. Attraverso il dolore più acuto, il suo sguardo diventa acuto in modo eccezionale… salvo poi accorgersi che non c’è niente da guardare.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

23 febbraio, 2014

Perché no?


Bisogna ammettere che, in questi ultimi tempi, i cittadini e talora pure qualche politico hanno acquisito una maggiore consapevolezza in materia economica. Ad esempio, hanno compreso che il perverso sistema del signoraggio crea un debito inestinguibile. Hanno pure capito che gli interessi di potenti gruppi internazionali sono anteposti a quelli di stati ormai defraudati della sovranità politica e monetaria.

Eppure costoro sono ancora lontani da una vera focalizzazione del problema. Ci tocca ancora leggere le “analisi” di Chomsky (disinformatore di lusso, ma sempre disinformatore) e di vari economisti che cianciano di neo-liberismo, di banche private da salvare, scorticando i contribuenti anche con prelievi sui depositi. Riusciamo a riflettere una buona volta? Gli istituti di credito più importanti possono anche essere afflitti da sofferenze, ma non possono fallire.

Ci tocca leggere di manovre finanziarie che servirebbero a mettere i conti a posto, di governi che hanno un disperato bisogno di denaro. Sono fandonie! La pressione tributaria aumenta in modo spaventoso, perché l’inasprimento del fisco è utile per distruggere l’apparato produttivo, per rovinare la società, per ridurre in miseria gran parte della popolazione. Questo è l’unico, vero scopo: generare caos e povertà per edificare un nuovo ordine sulle rovine fumanti del mondo attuale. Le dittature si instaurano con il sangue e gli stenti.

Le classi dominanti sono senza dubbio avide, ma qual è la differenza tra possedere dieci o cento ville principesche? Dunque la cupidigia non spiega per quale motivo la feccia globalista continui a spremere i popoli e ad affamarli. I ricconi hanno già tutto e di più: che senso ha arraffare tutto l’arraffabile? E’ evidente che i piani delle élites mirano ad altro: al dominio totale ed all’ingegnerizzazione di quasi tutta la Terra. La crisi è artificiale: è solo un pretesto per ulteriori giri di vite. La pecunia serve per i lussi della pletora formata dai parassiti che chiamiamo in modo improprio “politici”, ma i boss hanno risorse a iosa per corrompere questa massa di inetti.

Molti si chiedono: “Con la geoingegneria clandestina non contaminano un pianeta in cui essi stessi vivono? Non si ammalano anch’essi? Non hanno dei figli per cui preservare un ambiente il più possibile naturale?” Sono domande legittime, ma i guerrafondai e gli “scienziati” mentecatti se le sono mai poste, quando hanno compiuto duemila esperimenti nucleari in atmosfera tra il 1947 ed il 1998, oltre a quelli sotterranei? Eppure sapevano che le radiazioni atomiche erano letali: i militari lo sapevano, parecchi si sono pure ammalati e sono morti. Lo sanno, ma per lo più sono dei deficienti e dei fanatici. I soldati si limitano ad obbedire. I vertici dell’esercito seguono le direttive di presidenti pu-pazzi. Questi, a loro volta, seguono ordini impartiti da... altri. Gli ordini non si discutono: per chi protesta o si ammutina è sempre pronto un bell’infarto, un incidente automobilistico o un volo da una finestra.

Il criminale Henry Kissinger è ancora lì in forma smagliante. I capi sono simili alle blatte: evidentemente non patiscono le radiazioni nucleari ed altri veleni. Li possiamo definire attraverso l’ossimoro “architetti della distruzione”, ossia ideatori di tutti i progetti che sono finalizzati al sovvertimento, alla deturpazione, allo stupro della natura, della bellezza e della verità.

Molti concludono: “E’ possibile che i potenti intendano dominare il globo, ricorrendo alle armi ed alle strategie più dannose, senza badare alle conseguenze delle loro scelleratezze. Tuttavia, dopo aver trasformato la Terra in un globo sterile, popolato da una massa di schiavi, dove andranno a vivere, forse in basi sulla Luna o su Marte o su stazioni orbitanti?

Perché no?

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APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

20 febbraio, 2014

Ping pong


L’uomo è il ‘figlio di Dio’ creato a Sua immagine e somiglianza; e tuttavia l’uomo è ‘peccatore’, è preda del ‘Demonio’. Come possono esistere il Demonio ed il Peccato, se Dio è solo il creatore di tutti gli esseri? L’umanità non è riuscita a spiegare come esista il Male, se un Dio perfetto ha creato e governa il mondo e l’uomo”.

Sono domande che si pone Wilhelm Reich nel saggio “L’assassinio di Cristo”. Sono domande che naturalmente non hanno ancora trovato risposta e forse mai la troveranno almeno in questa dimensione. Nonostante ciò, è sempre lecito, anzi doveroso porsele.

Chi anche solo per qualche istante nella sua vita abbia avuto contatti con gli altri, ne trae il convincimento che qualcosa non quadra nella natura umana. Intendiamo chiamare questo quid istinto di conservazione egoismo o grettezza o corruzione o addirittura malvagità? Intendiamo identificare questo quid con qualcosa di fisiologico, con la natura umana stessa? In quest’ultimo caso, dobbiamo ipotizzare che la Natura, perfetta in tutto, abbia fallito proprio nel generare la sua creatura più nobile.

Se, invece, ci collochiamo nel cerchio delle interpretazioni metafisiche e religiose, non riusciamo a reperire la causa profonda della degenerazione umana. Le religioni si sono inventate i miti della ribellione e della caduta; le filosofie per lo più hanno attribuito il pervertimento umano ora al distacco dalla Natura ora all’influsso della società. Come è possibile che l’uomo si sia allontanato dalla Natura, se egli stesso è essere naturale? Come è possibile che sia stata la società a traviare il singolo dal momento che la società è la somma dei singoli?

Non è un caso se il Cristianesimo ha bollato gli uomini inclini al male con il termine di “captivi”, ossia “prigionieri del Maligno”: in tal modo della perfidia è incolpato qualcun altro, uno molto cattivo, il Diavolo. Sì, ma come può esistere il Diavolo, se esiste l’Essere Perfettissimo? Le spiegazioni delle fedi rinviano ad altre spiegazioni che si arenano sulla sponda dell’assurdo.

E’ evidente che qualsiasi “risposta” si infila in un cul de sac. Così, se non vogliamo appellarci a cause misteriose, perderci in elucubrazioni sottili, eppure poco persuasive, siamo costretti a constatare la miseria umana, a vederla come un albero dai rami secchi e contorti ma senza radici. Chi potrà, infatti, negare che solo nel Sapiens il male, che comunque già non è motivato nell’armonia cosmica, tocca vertici di gratuità e di orrore inimmaginabili? Si pensi alla ferocia del tutto immotivata che taluni esprimono contro gli animali e contro i bambini.

La Rete è una sonda formidabile: ha permesso a molti di noi di scoprire campioni di assoluta, irredimibile scelleratezza. Alimentata dalla possibilità dell’anonimato, essa sembra aver oltrepassato l’apice del Male medesimo. Invidia, astio, attitudine alla calunnia, abitudine alla menzogna, cupidigia… sono solo alcune spine di una corona blasfema. Oggi più che mai è facile corrompere uomini già corrotti: per il vile denaro non si vendono l’anima che non hanno, ma tutto il resto.

Chi guardi anche solo per un attimo negli occhi uno di questi figuri, vi scorge un tale abisso di vuoto e di perversità da far vacillare la più solida fede in un mondo perfetto.

Il male umano è più assenza che essenza: è assenza di empatia, incapacità di immedesimarsi negli altri. E’ inoltre attrazione, incomprensibile ma fortissima, verso il brutto, l’orrido, il morboso. Ecco che si conclama in masochismo, in tutte le sue forme, dalle più lievi, la passione per la letteratura horror alle più gravi, l' adesione convinta ad un sistema carnefice.

Sembra che il male sia diluito nell’individuo e nel consorzio umano: come tra due vasi comunicanti scorre in entrambi sino talora a riempirli. Una pellicola tedesca intitolata “L’onda” (Die Welle) è molto istruttiva: vi si narra di un esperimento compiuto da un insegnante di liceo. Egli, nell’ambito di un corso monografico sul tema dell’autocrazia, prova ad irregimentare la classe, ad inculcarle un po’ alla volta il senso della disciplina e dell’appartenenza di modo che il singolo si identifichi in toto nel gruppo, nella squadra. L’esperimento riesce e la classe presto degenera in una banda fanatica e violenta. Comprendiamo che il male si attacca all’uomo attraverso la gerarchia e l’obbedienza, nel momento in cui una fede cieca spinge a negare sé stessi per incorporare la propria debole personalità nel corpo sociale e nel capo. E’ questo il meccanismo che agisce negli stati totalitari. Lo stesso meccanismo, sebbene in forme più blande, si manifesta pure nelle tifoserie, nei partiti, nei movimenti etc.

Tuttavia sottotraccia il messaggio della produzione è un altro: se il culto dell’ordine produce un sistema tirannico, l’assenza di regole ed il permissivismo originano una società di debosciati e di immorali. Tali sono, infatti, molti studenti, prima di frequentare le lezioni monotematiche. E’ così: pare non esistere una forma di governo che riesca a contemperare le regole con la libertà. Quasi sempre si edificano stati dittatoriali (tra cui le cosiddette democrazie) che tollerano, anzi favoriscono i comportamenti più laidi e turpi, mentre qualsiasi dissenso è schiacciato con le forze di polizia, con il fisco e con la “giustizia”. [1]

Qualche critico ha notato che lo stesso celebre romanzo di Robert Louis Stevenson, “Lo strano caso del Dottor Jekyll e di Mr Hyde”, non è tanto una metafora sul lato luminoso della natura umana (Jekyll) cui si contrappone il lato oscuro (Mr Hyde), ma una denuncia della mentalità vittoriana, incarnata dal “civile” Jekyll. E’l’aberrante ed ipocrita forma mentis borghese a partorire la follia di Mr Hyde.

E’ dunque “colpa” dell’uomo e della società, della società e dell’uomo… in un ping pong infinito.

[1] Alcune tribù di nativi americani costituivano delle eccezioni, ma, anche se si esclude una certa idealizzazione, erano appunto casi straordinari.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

17 febbraio, 2014

Linda Porter e l'incendio del cielo


Marzo 1991. La giornalista investigativa Linda Moulton Howe riceve un corposo plico da una donna californiana, il cui nome è Linda Porter. Il plico contiene una missiva, un’audiocassetta e numerosi disegni: la Moulton Howe fiuta che quell’imponente mole di materiale, riguardante fatti conturbanti e all’apparenza incredibili, è meritevole di attenzione.

Nella lettera la Porter afferma di essere vittima di rapimenti per opera di alieni sin dalla tenera età di sei anni. Ella annota: “Noi rapiti ci troviamo al centro di una serie di eventi che un giorno si riveleranno storicamente significativi per il futuro della Terra. Purtroppo, a causa della nostra continua e non voluta interazione con questi esseri, siamo diventati doppiamente vittime del fenomeno: da una parte, siamo sfruttati dagli extraterrestri per i loro scopi, quali che siano, dall’altra siamo esposti al ridicolo, se decidiamo di parlare e diveniamo anche oggetto di intimidazioni e minacce per opera del governo e dei militari. Se tu potessi guardare direttamente negli occhi di queste creature, ti renderesti conto che esse conoscono ogni particolare della tua vita, anche il più insignificante ed intimo. A volte mi chiedo se noi non siamo una specie di bambole, come Barbie e Ken che sono usate per gioco da una razza di esseri emotivamente immaturi e privi di qualsiasi morale. Altre volte penso che siamo finiti nelle grinfie di una stirpe morente capace di fare qualunque cosa pur di assicurarsi la sopravvivenza e pronta a manipolare freddamente altre specie ed a mutilare animali indifesi. Chi non ha sperimentato il trauma di un rapimento non può capire quanto queste creature siano in grado di spogliarci di mente ed anima con la stessa facilità con cui noi ci spogliamo dei nostri vestiti. In un batter d’occhio, questi esseri devastano qualunque libertà personale, qualunque senso di privacy e qualunque speranza di poter vivere un’esistenza normale. La vita di una persona cambia per sempre e non sarà mai più la stessa”.

Le esperienze della Porter dispiegano quasi tutte le invarianti degli incontri ravvicinati del quarto e del quinto tipo, aspetti peculiari di qualche resoconto antecedente e coevo, ma soprattutto della casistica successiva studiata un po’ in tutto il mondo. Ci riferiamo ai seguenti motivi su cui non ci soffermiamo, perché sviscerati in altri articoli e nella vasta letteratura xenologica. [1]

• Intrusioni di visitatori nella camera da letto
• Incontro con i classici Grigi e con le Mantidi
• Trasbordo su navicelle spaziali
• Basi militari in cui si compiono sinistri esperimenti
• Installazioni dove esseri umani sono tenuti in stato di animazione sospesa all’interno di cilindri trasparenti
• Trasferimento dell’anima (?) da un corpo all’altro
• Creazione di cloni
• Capacità dei visitors di manipolare le linee spazio-temporali
• Mutilazioni di animali
• Rapporti ora conflittuali ora di cooperazione tra vertici militari terrestri ed alieni

Un ingrediente differenzia i racconti di Linda Porter da tanti altri simili, l’insistenza su una forma di contaminazione dell’atmosfera e della Terra, un inquinamento dovuto ad operazioni segrete dell’esecutivo.

Scrive la donna: “Mi fu riferito da uno scienziato alieno che si stava diffondendo un veleno nelle nostre terre e che noi non ne eravamo affatto consapevoli. Si trattava del risultato di un qualche esperimento segreto condotto dal nostro governo nello spazio. Quell’esperimento aveva creato un sottoprodotto molto pericoloso che si stava disperdendo nella nostra atmosfera. Mi fu spiegato che esso si concentra soprattutto nelle nostre riserve d’acqua e che le persone che vivono vicino all’acqua sono in grande pericolo. Lo scienziato mi disse che i posti nell’entroterra, lontano dall’acqua, sono più sicuri e mi consigliò di usare solo acqua distillata per cucinare e per bere. Quella sostanza chimica tossica sarebbe stata uno dei fattori che avrebbero portato ad un possibile incendio del cielo. Le scorie nucleari nell’atmosfera, reagendo con altre sostanze, avrebbero potuto causare quel disastro. Le altre sostanze sarebbero particelle prodotte da un’arma a raggio che il nostro governo già possiede. Quindi, (secondo gli alieni) quel veleno chimico, insieme con le scorie nucleari nell’atmosfera, potrebbe innescare una mortale reazione a catena che incendierebbe, letteralmente, i nostri cieli. [...] Mi fu impresso nella mente il concetto che questa reazione a catena, oltre ad essere mortale per noi, avrebbe portato incommensurabili distruzioni su altri mondi e su altre dimensioni. Ricordo che mi sentii completamente devastata, quando compresi quali catastrofi potessero scaturire dall’ignoranza dei nostri militari e del nostro governo”.

La Moulton Howe osserva che questi ragguagli sono confrontabili con analoghe informazioni di Judy Doraty, secondo cui: “Gli uomini si stanno uccidendo con la contaminazione del proprio ambiente. Essi (gli alieni, n.d.r.,) devono essere qui da molto tempo. Monitorano il suolo, l’acqua, la vita animale e vegetale. Un veleno chimico è stato immesso nella biosfera, è passato attraverso la catena alimentare e ora è giunto agli esseri umani. Prima si trovava solo nel terreno, ma ora è nella vegetazione ed essi stanno rilevando la sua diffusione. Causerà molti problemi e moltissima gente morirà a causa sua, perché sta già contaminando l’acqua. E’ nell’acqua e ha qualcosa a che vedere con il plutonio [...] Essi mettono la massima enfasi nel ribadire che, anche se l’inquinante è disperso nello spazio esterno, tuttavia ha gravi effetti sull’ambiente quaggiù. Non avevo il minimo sentore che noi umani stessimo compiendo degli esperimenti nello spazio esterno.” Judy Doraty aggiunse di aver saputo che si stanno conducendo esperimenti anche sott’acqua e che questo provocherà reazioni chimiche pericolose.

Le dichiarazioni della Doraty e della Porter paiono adombrare le attuali operazioni di geoingegneria clandestina nonché test nucleari in atmosfera, ma anche le “sperimentazioni” di armi esotiche. E’ uno scenario allarmante. Suscita totale incredulità che gli Altri bollino come unici responsabili dello spaventevole inquinamento i governi, mentre dichiarano di non essere in grado intervenire. Nazioni stellari progredite sul piano tecnologico al punto tale da poter incidere sulle traiettorie cronologiche, non riescono ad impedire la polluzione globale? E’ verosimile che, invece, siano proprio loro gli ideatori e gli artefici delle pesanti interferenze e della contaminazione di cui accusano la specie umana.

Spesso i contattisti e taluni rapiti sono ingannati dagli Stranieri che si dichiarano ecologisti, ma che lo sono quanto il W.W.F., World wild fraud, Greedpiece, Legaambiniente etc. La Doraty si lascia abbindolare, laddove la Porter comprende che i visitatori sono scaltri e bugiardi. Quanto alle predizioni provenienti dagli Alieni e poi adempiutesi, è facile preconizzare calamità che accadono proprio per volontà di chi le ha vaticinate: il recente disastro nucleare di Fukushima è fra questi flagelli?

Mimetizzati tra le élites, gli Altri attuano il loro piano oscuro tanto più efficace quanto più si ignora chi veramente lo persegue. L’idea del cavallo di Troia non sembra confinata all’epica antica.

[1] Il ricercatore Giacomo Casale riassume i termini del problema come segue: “Il merito principale dell’ipotesi del professor Malanga, a parere di scrive, consiste nell’aver fornito un’interpretazione del fenomeno coerente e che tiene conto di tutti i suoi numerosi e variegati elementi (gli esami medici, gli impianti, la creazione di cloni dei rapiti etc.), che, se considerati singolarmente, sembrano spesso condurre a risultati inconcludenti. È doveroso aggiungere, inoltre, che il concetto di “anima”, con riferimento alle abductions, è già stato trattato da altri studiosi d’oltreoceano. Il controverso fisico Bob Lazar, ad esempio, riferisce di aver letto in un dossier del governo che gli alieni considerano gli umani semplici “contenitori” di anime. Anche gli studiosi Linda Howe e Ray Fowler condividono simile visione. Fowler in particolare ritiene gli U.F.O. un fenomeno di natura parafisica, ossia che trascende l’universo così come noi lo conosciamo, nelle sue definizioni di spazio-tempo. Nel suo volume “The Andreasson Legacy”, riporta l’esperienza dell’addotta Linda Porter che è testimone di un’operazione ai limiti della realtà: il trasferimento di un’anima da un corpo contenitore ad un altro. […] Simili teorie, solo fino ad un decennio fa, erano relegate dagli ufologi ‘seri’ nel limbo del cosiddetto ‘folklore ufologico’, ovvero delle notizie sensazionalistiche e difficilmente verificabili, ma forse è ormai giunto il momento per l’umanità tutta di ampliare le proprie ristrette vedute materialistiche e di ammettere, finalmente, che qualcosa di inquietante sta interferendo con le nostre vite”.

Fonti:

G. Casale, Le abductions aliene in una nuova prospettiva: l’ipotesi Malanga
A. Marcianò, Apocalissi aliene
L. Moulton Howe, Glimpses of other realities


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APOCALISSI ALIENE: il libro

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15 febbraio, 2014

Rileggere alcuni aspetti del Cristianesimo (seconda parte)


Leggi qui la prima parte.

La sconfitta degli Ariani

Non dimentico che la Chiesa celtica è in nuce ariana: il suo patrimonio culturale è notevole. La Chiesa celtica, che sa integrare la tradizione gaelica, è costretta ad assoggettarsi a Roma con il sinodo di Whitby del 664 d.C. Mi pare che l’Arianesimo, secondo cui Cristo è una creatura intermediaria tra Dio-Padre e l’umanità, offra una dottrina non solo un po' più aderente agli Evangeli, ma pure estranea ai cervellotici dogmi del simbolo niceno-cattolico.

Con Costantino, lo scaltro e spregiudicato imperatore che vede nella religione un instrumentum regni, benché egli riceva il battesimo, in articulo mortis, secondo il rito ariano, la Chiesa nicena vince la prima battaglia. Vince la guerra – come è noto – con Teodosio. Tuttavia la Chiesa dal IV secolo in poi è ancora “cristiana”? Non si avvia piuttosto a trasformarsi in un’istituzione che, tra alti e bassi, con persone sia degne sia indegne, mira ad un potere culminato nella granitica teocrazia del Basso Medioevo, nello sterminio di altri cristiani “eretici”, nella logorante lotta con l’Impero?

Le acque sorgive del Cristianesimo scorrono nelle correnti esoteriche ed eretiche, quelle che alimentano l’immortale poesia di Dante (fu cristiano in senso stretto?) o l’arte sublime di Michelangelo. La Chiesa ufficiale con il passare dei secoli si secolarizza ed il suo tesoro, in buona parte ereditato dall’Urbe pagana, si disperde. Certo, alcuni vescovi, cardinali e papi sono mecenati, ma il Vaticano, in età moderna, è ormai una sontuosa monarchia retta per lo più da pontefici fatui: mi chiedo che cosa sia rimasto del Cristianesimo, ammesso che tale termine abbia un significato univoco e non lo ha.

Il Cristianesimo primitivo è quello dei Nazirei cui subentra l’audace rielaborazione soteriologica di Shaul-Paolo. Nei secoli seguenti la religione, impropriamente definita cristiana, si impone nell’Impero romano. Tra IX e XI secolo il Cristianesimo si divide tra Cattolici ed Ortodossi: quali sono i “veri” cristiani?

La storia del C. è costellata di luoghi comuni: è assodato che le persecuzioni contro i proseliti del nuovo credo non furono feroci, a differenza di come le hanno enfatizzate certi romanzi e film pseudo-storici quali “Quo vadis?” Diocleziano tenta di estirpare la superstitio, ma le persecuzioni nella parte orientale dell’Impero sono piuttosto blande, anzi il Cesare Galerio si decide nel 311 d.C. a promulgare l’editto di Serdica con cui si riconosce la liceità di tutte le religioni monoteiste. In fondo sacrificare agli dei significa solo bruciare qualche grano d’incenso di fronte all’effigie del principe. La celebrazione dei martiri più che altro alimenta l’infocata retorica degli apologeti. La teologia cristiana successiva, però, accantona gran parte della polemica anti-pagana per recuperare idee e valori della cultura classica: è ancora cristiana? Così Agostino media tra Platone e Cristo: si inventa l’anima immortale, l’inferno, il peccato originale, anche se nella Bibbia non si trova neppure un cenno a tale macula primigenia. Sta nascendo una nuova filosofia denominata, a torto, cristiana. E’ fondamentale il contributo del vescovo d’Ippona che nel "De civitate Dei” fornisce i capisaldi ideologici al C., mentre le “Confessioni” (sopravvalutate, se si escludono i brani sulla memoria e sul tempo, il libro è poca cosa), sembrano ripercorrere più una carriera ecclesiastica che un’esperienza interiore.

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13 febbraio, 2014

Semantica dell'universo


A volte ci chiediamo quale sia l’etimologia di vocaboli particolarmente significatiivi. Si può percorrere la storia a ritroso Si può, come carpe o salmoni, risalire il fiume per giungere alla sorgente.

Alla fine reperiremo la radice da cui si è formato il tronco del valore principale, donde si sono ramificate le accezioni, i sensi, i simboli. Tuttavia arriva il momento in cui bisogna fermarsi: ci ritroviamo con una sillaba, un paio di suoni impregnati di silenzio, quel silenzio infinito che vibra di voci. Invano cercheremo la genesi della scaturigine.

Stesso discorso vale per l’universo materiale, la vita, la coscienza: quando e da che cosa sono emersi?

Scrive un gigante del pensiero contemporaneo, Karl Jaspers: “L’essenza della materia permane inattingibile. Cosmo e materia trasformano la nostra conoscenza in un processo all’infinito; il cosmo ci dischiude l’infinitamente grande e perciò stesso inattingibile, la materia l’irragiungibile infinitamente piccolo. Il cosmo racchiude la nostra Terra, questo pulviscolo di materia in fuga nell’universo sul quale ha luogo la nostra esistenza. […] Il cosmo, tanto grande che rispetto ad esso tutto è nulla, non è per il nostro sapere che il deserto senza vita dei giganteschi movimenti della materia. Non di meno il nostro mondo, questo stupendo e crudele mondo, pur connesso con la materia, è infinitamente più che materia e non può essere compreso come alcunché di scaturito da essa. […] Noi diciamo con Kant: l’unità della vita, che permetterebbe di comprendere l’emergere della vita dall’inorganico, resta, qualora sussista, irraggiungibile all’infinito. Le nuove conoscenze non fanno che approfondire, con i loro stupefacenti risultati nel dominio del particolare, il mistero che si addensa quanto alla totalità”.

Siamo costretti ad arrestarci sull’orlo dell’illimitato, ma per muoverci subito dopo di un moto centrifugo: il pensiero si irradia in molteplici direzioni. Le intuizioni rimbalzano, come particelle di luce proiettate in ogni dove, dopo che hanno colpito un solido. Così immaginiamo altri universi oltre a questo, una sequela di conflagrazioni cosmiche, il cosmo che pulsa col suo ritmo incessante di espansioni e contrazioni.

L’avventura del pensiero è avventura del linguaggio e viceversa, poiché il pensiero si materializza nelle parole e le parole sono pensieri dissigillati. Siamo in cammino verso il linguaggio dell’essere, come ci insegna Heidegger. L’etimologia è scienza dell’essere, dei lessemi che si sfaccettano in significati ed in cose.

Ogni ricerca è viaggio in un oceano vasto, enigmatico: non bisogna temere né le burrasche né l’ignoto, ma solo le bonacce.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

11 febbraio, 2014

Giornalismo italiano: vecchie e nuove leve

Ci eravamo liberati di lui. Alla storica trasmissione “Le storie” è subentrato, nello stesso orario, “Pane quotidiano”, un programma clone condotto da una soave redattrice che proviene dai ranghi del quotidiano “La Repubblica”, la migliore testata nell’eccelso panorama del giornalismo italiota.

Credevamo di esserci liberati di lui, dell’immarcescibile Corrado Augias, scrittore, giornalista, conduttore televisivo. Finalmente riposto in una polverosa soffitta, qualcuno ha deciso di rispolverarlo in occasione dei recenti fatti occorsi alla Camera dei deputati. Eccolo di nuovo nei salotti catodici a pontificare, a disquisire di “democrazia” e di “regole” con quei suoi modi di superba modestia, di pacata intolleranza, gli stessi modi che affettava nel per nulla rimpianto format “Le storie”.

Lì sfilavano ospiti improbabili e frivoli, tutto il bric-à-brac dell’intellighenzia italiana: romanzieri che ignorano i rudimenti della lingua italiana, scienziati arroccati al darwinismo, sociologi che, capendo tutto, non comprendono alcunché, psicologi da consultorio di borgata... tutti con il loro bel libro, ancora intonso, da pubblicizzare.

Penoso il contorno delle classi opportunamente ammaestrate da maestrine in abiti dai colori sgargianti. Programma pretenzioso “Le storie”, ma incolore e borghese. Non appena baluginava la fiammella di una domanda o di una riflessione appena sagace, tosto accorreva il pompiere Augias a spegnerla.

Il problema è abnorme: questi sedicenti intellettuali non tanto ignorano il vero sapere, quanto propagandano l’ideologia del sistema, spacciandola per cultura. E’ sufficiente andare un po’ oltre le reboanti analisi e l’ostentata erudizione per accorgersi del vuoto in cui fluttuano certi “giornalisti”. I luoghi comuni sono fastidiosi di per sé, ma diventano intollerabili in sommo grado quando sono nascosti da paludamenti ed orpelli, quando sono venduti come princìpi e verità. La mistificazione è irritante soprattutto per la sua disarmante banalità.

Esemplare perfetto del giornalista che sembra spassionato e versatile, Augias incarna lo stereotipo delle menti incollate al pensiero unico, alimentato non dalla volontà di conoscere e di approfondire, ma da slogan e pregiudizi. Aveva ragione Ennio Flaiano ad affermare che “i fascisti si distinguono in fascisti ed anti-fascisti”: sono due schieramenti all’apparenza l’un contro l’altro armati, ma che condividono lo stesso fanatismo. Cambia solo la bandiera. Le due fazioni si equivalgono e sono intercambiabili.

Nonostante questo ritorno di fiamma, Augias è prossimo al pensionamento. Avanzano, però, le nuove leve: un esempio fra molti: Giuseppe Cruciani di Radio 24. Da dove è spuntato costui? Perché si permette a codesti personaggi di infestare le radio, le televisioni, i giornali? Certo, siamo lontani dal gesuitico savoir faire di Augias ed anche dalla sua scintillante benché fatua dottrina. Qui ci tuffiamo nella palude mefitica del turpiloquio, della volgarità gratuita, soprattutto del livore di chi, sapendo quanto vale, invidia chiunque abbia solo un briciolo di buon senso. Qui i preconcetti e persino l’odio nei confronti di chi osa manifestare un pensiero divergente, eretico, si tramutano in aggressioni furiose, in insulti, in un’ira impotente, in frasi digrignate. Che degradante, lurido spettacolo! Quali sozzure che nessuno mai netterà.

Purtroppo oggi non esiste più alcun Eracle che si cimenti nella pulizie di stalle…

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APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

08 febbraio, 2014

Postumi e postumani


Il divario tra chi scorge negli Altri dei carnefici e coloro che li esaltano come salvatori aumenta ogni giorno di più. Come spesso avviene, le interpretazioni estreme sono le meno realistiche.

Alcuni, tra cui il militare, Philip J. Corso, tentano disperatamente di accreditare l’immagine di visitatori benevoli che redarguiscono l’umanità per non aver saputo sfruttare tutte le potenzialità dell’energia nucleare. Da restare esterrefatti! Secondo il colonnello Corso, l’idea di conservare le derrate alimentari bombardandole con i raggi gamma, fu mutuata dalle E.B.E. Che colpo di genio! La diffusione della celiachia e di altre affezioni, un tempo ignote, pare si debba a questa innovazione tecnica. [1]

Passi... La sfacciata apologia dell’atomo, in un periodo in cui le radiazioni di Fukushima stanno compiendo il giro del mondo per contaminare tutto il contaminabile, è più che una provocazione: è una bestemmia. Eppure trovi ancora chi pende dalle labbra di questi ufonauti nuclearisti.

Le spiegazioni estreme rischiano di essere poco verosimili. Forse non si sta combattendo una guerra invisibile tra “buoni” e “cattivi”, ma è in atto una plurimillenaria lotta tra fazioni spregiudicate: tra lo schieramento di Enlil e quello di Enki? Una rapida scorsa agli antichi testi indiani ed alla mitologia sumera (e non solo) potrebbe offrire una conferma a tale congettura.

Lo scenario è presumibilmente più complesso di come molti tendono ad immaginarlo. Sullo scacchiere incognito le forze in gioco sono molteplici: si stipulano alleanze, si rompono, si sferrano attacchi, ci si arrocca... La guerra dura da sempre e noi ci troviamo in mezzo. Lo scopo ultimo non è solo il controllo di un pianeta strategico, ma pure qualcos’altro... Humiles laborant ubi potentes dissident, scrive Fedro, cioè “Il popolo ci rimette quando i potenti si scontrano”. In un umile scrittore di favole si compendia la più acuta teoria politica.

Dunque non guardiamo a tale supposto conflitto come ad una lotta tra S. Giorgio ed il drago. La storia di “Amicizia”, sempre che contenga qualche brandello di verità, è istruttiva. Ci insegna che il culto della tecnologia è inconciliabile con una vera evoluzione: gli Akrij o W56, infatti, additavano nei loro antagonisti, i Weiros, dei fanatici della scienza e della tecnica. E’ un’idolatria dell’arido numero, una religione tecnotronica in cui la smania per la vita eterna è necrofilia, libido per tutto ciò che è sterile, inerte, morto.

Sono noti come “transumanisti” o “postumani”. Sono ad immagine e somiglianza di “grigi” piloti. Vagheggiano un’immortalità che è sopravvivenza cerebrale grazie ad interconnessioni con protesi bioniche, microprocessori ed altre diavolerie. Sono androidi con un occhio vero e l’altro sostituito da una telecamera, arti innestati, zucca cablata. Non è una parodia iconica né un’esagerazione fantascientifica. Costoro non hanno paura della morte fisica: ne hanno un sacro terrore. Non è più nemmeno un cross over tra biologia e tecnica, ma un download di reazioni neuronali in un congegno elettronico.

Sono “le magnifiche sorti e progressive” magnificate dalla stessa N.A.S.A., l’istituzione pseudo-scientifica che ha toccato il livello infimo, quando ha accolto nel suo entourage di negazionisti il falso falbo Federico Pistono, autore di un pistolotto spacciato per saggio inneggiante – non è un caso – al digitale.

Di questo passo, quale destino attende un’umanità tanto immiserita, un pianeta nuclearizzato? Ai postumani l’ardua sentenza.

Se non riusciamo ad immaginare che cosa ci aspetta, sappiamo, però, chi presenterà “Mistero” tra un secolo: Daniele Bossari trasformato in un un iPad con la barba.

[1] Si legga questo sconcertante articolo.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

06 febbraio, 2014

Rileggere alcuni aspetti del Cristianesimo (prima parte)


Un quadro contraddittorio

In un suo recente articolo intitolato “E’ in atto una campagna anti-cristiana per sradicare ciò che resta del senso religioso”, 2014, il Professor Francesco Lamendola denuncia la crociata contro il Cristianesimo a favore di un’ideologia materialista ed atea. Che la nostra società sia dimentica del sacro è indubbio.

Nella sua polemica contro filosofastri contemporanei, tardo-marxisti, tardo-nietzschiani, tardo-freudiani, l’autore dipinge un ritratto icastico di codesti stanchi epigoni. “Sono figure, in fondo, folcloristiche e tutto sommato pochissimo interessanti: accettarli come interlocutori in un serio dibattito culturale significa conferire loro una dignità intellettuale che non possiedono e alimentare l’arroganza, il narcisismo e la spavalda faciloneria che costituiscono il loro abito mentale. Essi, semmai, rappresentano dei buoni esempi di quel che si intende per supponenza dello scientismo; degli esempi in negativo di tutto ciò che non è autentico spirito scientifico né autentico senso storico, perché della scienza e della storia essi vedono sono quel che fa loro comodo vedere e negano o travisano con la massima impudenza tutto il resto. Sono pertanto dei faziosi, dei partigiani, dei militanti di un’ideologia totalitaria che si cela dietro una serie di formule, facili ed accattivanti, di sapore libertario e di largo smercio presso un pubblico che non va troppo per il sottile sul piano intellettuale”.

E’ fantastico: questo è anche il ritratto perfetto, l’ipotiposi dei negazionisti!

Il discorso, però, è più complesso di quanto si potrebbe pensare: rifuggirei da una schematica e tranquillizzante opposizione tra i buoni (i Cristiani, anzi i Cattolici) ed i cattivi (atei, agnostici, massoni...). Si può solo concordare con il Nostro quando demolisce l’idealizzazione del paganesimo gioioso e solare: l’età antica, come ogni epoca umana (umana?) è un groviglio inestricabile di bene e di male. Con i monumenti letterari, filosofici, artistici, scientifici… , alte testimonianze del mondo classico, stridono le efferatezze delle guerre, dei giochi gladiatori, delle stragi, della schiavitù…

Tuttavia ciò non vale forse anche per il Medioevo cristiano? Monasteri in cui pazienti amanuensi copiavano i testi antichi, chiese impreziosite da mosaici e da affreschi, eccelse opere d’arte... : la media tempestas fu un’età splendida, eppure... Eppure accanto a questi fasti, come in un dittico, si assiepano orrori e bugie innominabili: l’omicidio di Ipazia su istigazione di Cirillo, vescovo di Alessandria, le pie frodi di alcuni padri della Chiesa, le menzogne di Eusebio, le persecuzioni ai danni di Pagani, Manichei, Ebrei, Ariani dopo l’editto di Tessalonica, promulgato da Teodosio il Grande nel 380 d.C. fino alla simonia ed alla corruzione esecrate da Dante, fino al Tribunale dell’Inquisizione... La Chiesa cattolica non vanta molti rivali, quanto a numero di vittime: dalle persecuzioni dei Donatisti (cristiani ostili a qualsiasi collaborazione con l’Impero) sino alle atroci carneficine perpetrate dagli Ustascia cattolici in Jugoslavia, è difficile contare quanti uomini e donne furono massacrati in nome di Cristo.

Eppure è doveroso tessere un elogio del Cristianesimo: qui mi riferisco per lo più alle chiese ariane che furono di solito migliori della rigida chiesa nicena (cattolica dall’anno 867). Ariano fu il re degli Ostrogoti Teodorico che si adoperò per una coesistenza pacifica tra Ariani (i Goti) e Niceni (gli Italici). Il suo progetto fallì soprattutto a causa dell’intrigante diplomazia bizantina.

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La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

03 febbraio, 2014

Genova, primi decenni del XII secolo


Genova, primi decenni del XII secolo. “Il Comune non raggiunge autonoma coesione al di sopra delle fazioni: gli opposti schieramenti restano in equilibrio, senza che alcuno riesca a prevalere, in una perenne insicurezza. La cosa pubblica soffre anche la mancanza di una sufficiente base economica; la grande floridezza di questi secoli è prodotta e detenuta in gran parte dai privati. Di fronte ad un sistema fiscale inadeguato, per alimentare le proprie frequenti necessità straordinarie, il Comune chiede prestiti ai cittadini, cedendo in contropartita gabelle già esistenti o istituite ad hoc. Del cui gettito quindi si priva: sin dal XII secolo si delinea un debito pubblico che attraverso sviluppi e ristrutturazioni, è destinato ad accompagnare la vicenda medievale e moderna dello Stato genovese, per alcuni versi indebolendolo e condizionandolo, per altri elaborando innovative tecniche amministrative e finanziarie”.

Lo stralcio sopra riportato è desunto da “Storia della Liguria”, un volume erudito a cura di G. Assereto e M. Doria, comprendente saggi monografici ma in sequenza temporale. Nella monografia “Dalla marginalità alla potenza sul mare: un lento itinerario tra V e XIII secolo”, Valeria Polonio inquadra Genova e la Liguria durante la media tempestas, per ripercorrerne le principali vicende politiche ed economico-sociali.

Il passo in esame è cruciale: il Comune per sostenere le spese correnti ed eccezionali, crea un apparato che gli consente di introitare in modo rapido moneta sonante, ma generando un debito collettivo. I cittadini facoltosi prestano denaro alla Compagna, per ricevere congrui interessi il cui pagamento dipende dall’introduzione di nuovi tributi o dal loro aggravio.

E’ in nuce il meccanismo debitorio che attanaglia oggi molte nazioni. Gli interessi, alla scadenza concordata, devono essere versati: a pagarli sono i cittadini. Si produce un sistema che, se dapprincipio può stimolare i processi economici e finanziari, con il passare del tempo, diventa una morsa che immobilizza le attività produttive, favorendo solo gabellieri e speculatori. Le malversazioni proliferano. Alla fine il debito incatena ad altri debiti... inestinguibili. Ai gravami si aggiungono ulteriori gravami sempre più odiosi. I mali odierni hanno radici tenaci e profonde.

Nella Genova medievale e, in genere, nei secoli passati, le somme raccolte con il fisco, quantunque in parte destinate a corrispondere gli interessi sul deficit, erano impiegate nell’interesse della collettività. Scrive ancora la Polonio: “Già agli inizi degli anni Trenta del XII secolo si nota una buona cura per il decoro urbano e per la tutela di alcune parti di pubblico godimento. Sul mare si delinea il fronte di Sottoripa, solido ed elegante, con colonne in pietra; sono protette aree panoramiche; il fabbisogno idrico è soddisfatto da fontanelle alimentate da un acquedotto che viene dalla Val Bisagno; begni pubblici si trovano dalla parte del ‘Rivotorbido’, dove l’acqua non manca; il Comune controlla i banchi presso i quali gli operatori autorizzati cambiano le monete estere ed esercitano attività finanziarie più complesse, già di carattere bancario. I punti intorno a cui gravita la vita delle grandi famiglie (con tutto l’indotto di parenti e clienti) sono segnati e difesi da torri”.

La sensibile differenza rispetto al tempo presente non è d’uopo rimarcare.

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01 febbraio, 2014

Breakdown


Viviamo momenti febbrili. Quanto sta accadendo in questo periodo in Parlamento dà la temperatura di una situazione ormai prossima al collasso. Se non si riuscirà a frenare il processo involutivo innescato da una masnada di politicanti al soldo di una cricca di psicopatici, anche gli ultimi ruderi di una decrepita democrazia saranno sgretolati.

Ha ragione il magistrato Paolo Ferraro. Egli ci ricorda che i vertici del “Movimento cinque stelle” sono infiltrati da potenti logge, ma nella base opera qualche parlamentare integro e volenteroso. Questi deputati e senatori devono, però, sganciarsi da Casaleggio e rinunciare a progetti velleitari, come la messa in stato d’accusa del re Giorgio. Anche fra i militanti della “Lega nord” qualcuno ha gli strumenti per agire. E’ opportuno che essi concentrino tutte le energie su questioni decisive: in primis la geoingegneria clandestina ed il signoraggio bancario. Devono ricorrere a questi temi come un grimaldello per scardinare il sistema, per denunciare la vergognosa collusione dei politicanti con gli apparati militari ed economici. Se non si percorrerà questa strada – è un’erta, ma tant’è… - si rischia di precipitare nel burrone.

Nel peggiore dei casi, una delegittimazione dell’establishment ci potrà liberare di questa marmaglia che rigurgita di violenti e di inetti. Sappiamo bene che sono dei burattini, ma gli esecutori dei piani mondialisti non sono meno spregevoli dei mandanti. E’ ora non di mandarli a casa, come si suole ripetere, ma a spezzarsi le reni nelle miniere. Non è vendetta, ma karma. Ben venga dunque se questi “incapaci capaci di tutto” trascorreranno delle notti insonni e avvertiranno un brivido gelido lungo la schiena.

Siamo in balia di una spaventosa burrasca. Una ciurmaglia sta devastando l’Italia con leggi omicide, con un fisco sanguinario, per mezzo di una “giustizia” sterminatrice. Si esacerba sempre più il controllo dei cittadini per cui presto sarà creata un’anagrafe del D.N.A. Spacciata per una misura atta a scagionare coloro che sono sospettati di qualche delitto, vi si potrà, invece, ricorrere per incastrare i dissidenti, contraffacendo i risultati delle analisi genetiche.

Lo sconquasso non investe solo il quadro politico-istituzionale, ma soprattutto la società e l’ambiente prossimi alla disgregazione: le ininterrotte attività di geoingegneria abusiva, da cui è dipeso lo spostamento della corrente a getto, stanno strappando il tessuto produttivo. Inoltre i flagelli climatici che si sono abbattuti e si abbattono sul nostro paese stanno creando le condizioni per un’emergenza che potrebbe essere il pretesto per imprigionare la popolazione nelle grandi città o in campi di concentramento alla mercé della “Protezione civile”. Alcune fonti, tempo fa, ci riferirono che, in caso di calamità “naturali”, la “Protezione civile” avrebbe ricevuto l’ordine di minare i ponti e di rendere impraticabili le maggiori vie di comunicazione, appunto per impedire alla gente di cercare vie di scampo.

Negli Stati Uniti li chiamano preppers: sono coloro che, paventando catastrofi di matrice governativa, si organizzano per sopravvivere lontano dai grandi centri urbani. Forse esagerano, ma la famigerata F.E.M.A. ha da tempo costruito dei lager che sono capolinea di strade ferrate. Forse esagerano, ma l’esecutivo di USAtana è capace di delitti abominevoli. I preppers sono saggi a non fidarsi.

Si grida: “Al lupo, al lupo!”... tutti sappiamo come va a finire.

Nota: per una visione metapolitica, di cui lo scenario italiota è solo una sfaccettatura, si legga C. Penna, Ecco come ci stanno vendendo al nemico, 2014

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