Lo Stato non siamo noi. In quanto uomini liberi, integri, amanti della Verità e della Giustizia, noi riconosciamo come autorità solo la nostra Coscienza ed esigiamo che le istituzioni dichiarino di essere onorate della nostra stessa impeccabile esistenza.
Sempre più spesso ci chiedono la nostra opinione circa la sovranità individuale, ossia la possibilità di ciascun uomo di affermare la propria libertà e dignità al di fuori dei vincoli di legge sanciti dagli Stati. Ora, non entriamo nel merito della questione, poiché è un tema alquanto complesso. Qui ci limitiamo ad accennare alcune coordinate.
Il sistema giuridico internazionale risente in misura maggiore o minore della bolla "Unam sanctam" promulgata dall’orrendo pontefice Bonifacio VIII (al secolo Benedetto Caetani) e di altre due lettere papali successive. La giurisprudenza dei paesi anglosassoni, almeno in linea teorica, contempla l’evenienza che il singolo proclami la propria sovranità. Il diritto italiano, invece, in cui i giudici, sempre in linea teorica, applicano una legge a loro superiore, diritto che discende dai principi del Corpus iuris civilis giustinianeo, non pare proprio prevedere tale opportunità.
Il punto comunque non è questo, giacché la legge è un’astrazione: non esiste una giustizia umana da cui possa promanare un ordinamento ineccepibile. Lo Stato di diritto è una chimera. Lo Stato è solo l’espressione di una classe o di una cricca che opprime, sfrutta e vessa il popolo, pensando esclusivamente a preservare i suoi luridi privilegi. Perciò ogni disquisizione a proposito di norme, regole, fonti del diritto, costituzioni... è, prima che inutile, ridicola.
Per quanto ci riguarda, il codice penale ed il codice di procedura penale sui cui ci siamo formati coincidono in toto con “I promessi sposi”. Intendiamo che Manzoni comprese come funziona, anzi come non funziona la “giustizia”, debole con i forti e forte con i deboli. L’autore milanese era tutto fuorché uno sprovveduto: nel romanzo con sarcasmo e con lucidità denuncia una situazione politica e sociale corrotta sino al midollo. Solo i deficienti e gli allucinati possono pensare che i magistrati siano imparziali, che nei tribunali si pronuncino sentenze giuste. Renzo e Lucia e, più in generale, gli umili lo imparano a loro spese. Poiché essi, però, hanno fede in Dio, nella sua Giustizia superiore, alla fine accettano questa vita di mota. Gli altri si attaccano al tram e fischiano l’Aida.
Come ci insegnano i sofisti, la giustizia è la legge del più forte e del più scaltro. Lo Stato, in quanto costruzione del tutto illegittima e criminale, può solo partorire una giustizia iniqua, feroce ed aberrante. All’interno dei codici si troverà sempre qualche cavillo, qualche pretesto, qualche appiglio per un’interpretazione ad uso e consumo del prepotente di turno. Non ha ragione chi ha ragione, ma chi è arrogante, come ci ammonisce Fedro nella celebre ed amara favola, “Il lupo e l’agnello”.
Nel "Paradiso" Dante, scrive “Diligite iustitiam qui iudicatis terram”, ossia “Amate la giustizia voi che giudicate la terra”. Dispiace constatare che il sommo poeta vaneggiasse di uomini amanti della giustizia in grado di giudicare gli altri. I pochi uomini probi, integerrimi, disinteressati non operano nei tribunali, anzi non operano all’interno delle nefaste e nefande istituzioni. Se siamo fortunati, ci imbatteremo in greggi di inetti, in masnade di ignoranti, ma l’onestà appartiene ad un’altra dimensione.
Chi combatte per attestare la sovranità individuale merita un plauso, poiché manifesta una concezione alta e nobile della giurisprudenza. Purtroppo la realtà effettuale è ben diversa: i pre-potenti, anche quei pochi che conoscono i fondamenti giuridici, non esitano un attimo a spiaccicare il cittadino, come fosse una mosca. Coloro non si peritano di trasgredire le regole basilari della convivenza civile: non hanno alcun ritegno. Sono in una botte di ferro. Il vizio e la scelleratezza sono per loro garanzia di totale impunità. Nessuno mai avrà l’ardire non di perseguirli, ma di torcere loro un capello.
Chiarito ciò, ci sembra che i fautori della sovranità individuale siano un po’ come coloro che, basandosi sui cardini teorici di una fisica quantistica mal compresa, sono sicuri di poter modificare gli eventi, anzi l’intero universo con il potere dell’intenzione, potere tra l’altro di un singolo individuo. Sinora non risulta ci siano riusciti.
Questo non significa che non si debbano esperire tutte le vie lecite per rintuzzare gli assalti di un sistema tirannico. Si possono e si devono escogitare strategie per contrastare i misfatti governativi. In effetti, negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito, qualche cittadino, appellandosi al codice della navigazione, è stato in grado di schivare la mannaia dei palazzi di “giustizia”. Tuttavia di fronte a qualcuno che ha trionfato, quanti sono gli infelici che sono massacrati di botte o fulminati con il taser, ancora prima che possano proferire un fonema!
Siamo in ogni caso sempre disponibili a rettificare tali conclusioni: chi fosse riuscito a schivare i fendenti di un establishment odioso, è invitato a comunicarcelo ed a rendere partecipi della sua positiva esperienza il maggior numero di lettori possibile.
Reputiamo, però, che chi confida in questa o in simili forme di difesa della propria libertà empirica (non interiore, che è invulnerabile) sia simile ad un soldato intento a proteggersi da una mitragliata con uno scudo di cartone.
Sempre più spesso ci chiedono la nostra opinione circa la sovranità individuale, ossia la possibilità di ciascun uomo di affermare la propria libertà e dignità al di fuori dei vincoli di legge sanciti dagli Stati. Ora, non entriamo nel merito della questione, poiché è un tema alquanto complesso. Qui ci limitiamo ad accennare alcune coordinate.
Il sistema giuridico internazionale risente in misura maggiore o minore della bolla "Unam sanctam" promulgata dall’orrendo pontefice Bonifacio VIII (al secolo Benedetto Caetani) e di altre due lettere papali successive. La giurisprudenza dei paesi anglosassoni, almeno in linea teorica, contempla l’evenienza che il singolo proclami la propria sovranità. Il diritto italiano, invece, in cui i giudici, sempre in linea teorica, applicano una legge a loro superiore, diritto che discende dai principi del Corpus iuris civilis giustinianeo, non pare proprio prevedere tale opportunità.
Il punto comunque non è questo, giacché la legge è un’astrazione: non esiste una giustizia umana da cui possa promanare un ordinamento ineccepibile. Lo Stato di diritto è una chimera. Lo Stato è solo l’espressione di una classe o di una cricca che opprime, sfrutta e vessa il popolo, pensando esclusivamente a preservare i suoi luridi privilegi. Perciò ogni disquisizione a proposito di norme, regole, fonti del diritto, costituzioni... è, prima che inutile, ridicola.
Per quanto ci riguarda, il codice penale ed il codice di procedura penale sui cui ci siamo formati coincidono in toto con “I promessi sposi”. Intendiamo che Manzoni comprese come funziona, anzi come non funziona la “giustizia”, debole con i forti e forte con i deboli. L’autore milanese era tutto fuorché uno sprovveduto: nel romanzo con sarcasmo e con lucidità denuncia una situazione politica e sociale corrotta sino al midollo. Solo i deficienti e gli allucinati possono pensare che i magistrati siano imparziali, che nei tribunali si pronuncino sentenze giuste. Renzo e Lucia e, più in generale, gli umili lo imparano a loro spese. Poiché essi, però, hanno fede in Dio, nella sua Giustizia superiore, alla fine accettano questa vita di mota. Gli altri si attaccano al tram e fischiano l’Aida.
Come ci insegnano i sofisti, la giustizia è la legge del più forte e del più scaltro. Lo Stato, in quanto costruzione del tutto illegittima e criminale, può solo partorire una giustizia iniqua, feroce ed aberrante. All’interno dei codici si troverà sempre qualche cavillo, qualche pretesto, qualche appiglio per un’interpretazione ad uso e consumo del prepotente di turno. Non ha ragione chi ha ragione, ma chi è arrogante, come ci ammonisce Fedro nella celebre ed amara favola, “Il lupo e l’agnello”.
Nel "Paradiso" Dante, scrive “Diligite iustitiam qui iudicatis terram”, ossia “Amate la giustizia voi che giudicate la terra”. Dispiace constatare che il sommo poeta vaneggiasse di uomini amanti della giustizia in grado di giudicare gli altri. I pochi uomini probi, integerrimi, disinteressati non operano nei tribunali, anzi non operano all’interno delle nefaste e nefande istituzioni. Se siamo fortunati, ci imbatteremo in greggi di inetti, in masnade di ignoranti, ma l’onestà appartiene ad un’altra dimensione.
Chi combatte per attestare la sovranità individuale merita un plauso, poiché manifesta una concezione alta e nobile della giurisprudenza. Purtroppo la realtà effettuale è ben diversa: i pre-potenti, anche quei pochi che conoscono i fondamenti giuridici, non esitano un attimo a spiaccicare il cittadino, come fosse una mosca. Coloro non si peritano di trasgredire le regole basilari della convivenza civile: non hanno alcun ritegno. Sono in una botte di ferro. Il vizio e la scelleratezza sono per loro garanzia di totale impunità. Nessuno mai avrà l’ardire non di perseguirli, ma di torcere loro un capello.
Chiarito ciò, ci sembra che i fautori della sovranità individuale siano un po’ come coloro che, basandosi sui cardini teorici di una fisica quantistica mal compresa, sono sicuri di poter modificare gli eventi, anzi l’intero universo con il potere dell’intenzione, potere tra l’altro di un singolo individuo. Sinora non risulta ci siano riusciti.
Questo non significa che non si debbano esperire tutte le vie lecite per rintuzzare gli assalti di un sistema tirannico. Si possono e si devono escogitare strategie per contrastare i misfatti governativi. In effetti, negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito, qualche cittadino, appellandosi al codice della navigazione, è stato in grado di schivare la mannaia dei palazzi di “giustizia”. Tuttavia di fronte a qualcuno che ha trionfato, quanti sono gli infelici che sono massacrati di botte o fulminati con il taser, ancora prima che possano proferire un fonema!
Siamo in ogni caso sempre disponibili a rettificare tali conclusioni: chi fosse riuscito a schivare i fendenti di un establishment odioso, è invitato a comunicarcelo ed a rendere partecipi della sua positiva esperienza il maggior numero di lettori possibile.
Reputiamo, però, che chi confida in questa o in simili forme di difesa della propria libertà empirica (non interiore, che è invulnerabile) sia simile ad un soldato intento a proteggersi da una mitragliata con uno scudo di cartone.
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Carissimo Amico Zret,
RispondiEliminal'ignoranza regna sovrana tra gli umani, non nel senso dispregiativo della parola ma nel suo vero significato "ignorare".
Oggi non distinguono Omero da Virgilio, tra il Cantico dei Cantici della Bibbia e la Divina Commedia, figuriamoci se comprendono il "codice della navigazione" ed il significato del nome e cognome scritto in maiuscolo piuttosto che in minuscolo, senza prendere in considerazione il battesimo scritto in un "libro" indelebile.
Non c'è speranza che le cose invertano la china dove siamo diretti, non contiamoci molto su eventuali "rettifiche".
Un caro saluto;
wlady
L'ignoranza è la sostanza della nostra società putrefatta. Che cosa possiamo attenderci, se non il peggio del peggio?
EliminaCiao
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaHo sentito su Red Ice radio parlare delle bolle papali e del loro utilizzo per l'asservimento dell'umanita' da Santos Bonacci. Mi e' parso convincente e circostanziato.
RispondiEliminaUn altro ricercatore sudafricano, il cui nome mi sfugge, riportava che ogni essere umano alla nascita viene registrato a Wall street come commodity, cioe' come bene di servizio.
Qui nel Regno Unito fra poco non sara' affatto necessario usare il taser, produce effetti piu' duraturi e deleteri il degrado dell'istruzione, unito alla propensione nazionale a alzare il gomito ogni fine settimana. Spopola una tale Gemma 20enne che ha twittato di sperare che la situazione dell'Ucraina venga risolta dal ......presidente degli United States of Britain, il celeberrimo BARRACO BARNER!!!
Giuro che e' vero. Googlare x credere.
L'idiozia umana ha raggiunto il limite da molto tempo, ormai ...
EliminaCiao :)
... e l'ha pure oltrepassato. Sono uomini?
EliminaCiao
Quanto Bonacci e Cillo riferiscono delle bolle papali è vero nonché la dimostrazione che la Chiesa cattolica è forse la calamità maggiore che si sia abbattuta sull'umanità. Non è caso se Dante, cristiano ma NON cattolico, tuonò contro papa Bonifazio.
EliminaTi assicuro che l'istruzione italiana è in uno stato altrettanto pietoso.
Ciao
Ciao Zret, come stai?
RispondiElimina"[..] l’onestà appartiene ad un’altra dimensione."
Una frase che mi ha davvero colpito e che penso sia al quanto vera.
Da chiedersi cosa sia realmente la Giustizia, come la si determina, da dove deriva. Chi ha deciso ciò che è giusto e ciò che è sbagliato? Veramente l'uomo è in grado di determinare ciò che è bene e ciò che è male?
Suppongo ormai che fra le tante e numerose teorie a riguardo, la risposta è tutta interna, interna a noi stessi.
Mi viene in mente una lettura.
Il dottor Raffaele Morelli aveva in cura un paziente, precisamente un prete che ad un tratto durante il suo percorso, si sente lentamente invadere dall'attrazione per i bambini (fenomeno al quanto continuo) più resisteva all'attrazione più se ne sentiva invadere, tramutandosi in ossesione: pedofilia. Per potersene liberare consultò il dottor Morelli che gli disse di non resistere a quelle ossessioni, di non cacciarle, ma di lasciare che ad occhi chiusi invadessero tutto il suo spirito come se la cosa non lo riguardasse proprio da vicino, di essere quindi solo un canale in cui i pensieri da soli giungono e da soli scivolano. A quanto pare in breve tempo, l'ossesione, il male, se ne andò ed il prete tornò al suo percorso senza sentirsi più ossesionato dalla purezza fatale degli innocenti.
Sembra una favola a lieto fine, ma a quanto pare certi mali, certe ingiustizie, certi giudizi, certi pensieri, certe ossesioni, sono frutto dell'uso errato della nostra mente.
La Giustizia Umana cosa altro è, se non quindi, l'imposizione per tutti di un Io, di un Ego, creato a doc all'interno del sistema, per dominare impulsi, errori umani ma che divengono tali proprio per l'uso scorretto che si fa fin dall'inizio della maturazione, della conoscenza, dei meccanismi tra mente-corpo-spirito?
Spero di essere stata chiara nella riflessione.
A presto!
Sei stata chiara, DOcean. E' il tema ad essere ostico. Alla fine con Platone possiamo solo concludere, senza concludere, che la Giustizia è quel qualcosa che rende la Giustizia tale.
EliminaE' evidente che la giustizia umana è un'accozzaglia di soprusi. Forse esiste una giustizia superiore, di cui, però, qui trapela solo un fioco barlume.
Ciao
Ottimo articolo del tutto condivisibile.
RispondiEliminaOT: strano binomio quello preti/pedofilia. Fenomeno alquanto enigmatico che sembra prediligere il sacerdozio cattolico. Quello di lasciarsi invadere dalle proprie fantasie è una raccomandazione che gli psicologi, a differenza dei confessori, sono soliti usare. Che funzioni non saprei dire. Che quel tizio si sia curato in tal maniera vincendo le proprie pulsioni ci credo poco o nulla.
Sì, è strano questo "sodalizio" piuttosto diffuso pure nella Chiesa anglicana, la cui liturgia e la cui dottrina non sono poi così distanti dal Cattolicesimo.
EliminaAnch'io non ci credo.
Ciao