11 luglio, 2015

Realistico-fantastico



Realistico e fantastico sono i due filoni della Letteratura e, più in generale, dell’Arte: come tutte le dicotomie, tale distinzione, se è comoda da un punto di vista ermeneutico, si rivela sovente riduttiva. L’orientamento realistico privilegia il criterio della verosimiglianza ed un taglio oggettivo nella descrizione del mondo e nella narrazione degli eventi, mentre la corrente fantastica valorizza la trasfigurazione del reale, filigranato di circostanze soprannaturali.

Nondimeno dobbiamo chiederci: che cos’è la realtà? Non è forse enigma a sé stessa? Dove è situato il confine tra natura ed oltrenatura? Quante volte nella nostra vita irrompono fenomeni non riconducibili alla logica aristotelica! Tendiamo ad ignorarli, poiché sovvertono la nostra confortante Weltanschauung. Li ignoriamo, ma le crepe del preternaturale fendono l’edificio della normalità.

La fisica quantistica ci squaderna un universo in cui la “nostra povera ragione” non ha più cittadinanza. Anche se non è corretto affermare che la coscienza agisce sulle particelle subatomiche, giacché sono gli strumenti di misurazione a determinare il risultato, è vero che la dimensione quantistica è controintuitiva, con “effetti” che possono precedere le “cause”, con interferenze dei fotoni su sé stessi etc. Sebbene non sia stato ancora definito un modello interpretativo univoco ed esauriente per inquadrare gli elusivi fenomeni dell’infinitamente piccolo, la fisica subatomica è già alla base di numerose tecnologie, in cui centrale è l’informazione. E’ un contesto che ricorda una persona che guida con grande perizia un veicolo, pur non conoscendo il funzionamento di un motore a scoppio.

Lo sfuggente concetto di “informazione” (meglio “in-formazione”) non è molto dissimile, sotto il profilo teorico, da quello di onda di forma: tali onde sarebbero prodotte dalla specifica configurazione dei corpi, delle figure geometriche, dei glifi, dei simboli. La capacità dell’acqua di reagire a determinate “vibrazioni” (si ricordino gli studi di Masaru Emoto) è riconducibile in parte proprio alle onde di forma. La materia quindi non emetterebbe solo le radiazioni conosciute, ma anche delle altre “oscillazioni” non rilevabili dalle normali apparecchiature, ma non per questo inesistenti. [1] D’altronde le culture antiche ritenevano che ciascun archetipo (incluse le lettere dell’alfabeto), oltre ad essere un’osmosi di significante, di significato e di referente, generasse una sorta di impronta, di eco non fisica.

E’ ovvio che tutti questi orizzonti euristici sono cancellati dalla “scienza” ufficiale, dimentica che “ci sono più cose in Cielo ed in Terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia". Soprattutto ci sono più cose di quante ne possa contenere il cervello nanometrico dei negazionisti.

[1] La tradizione cinese del Feng shui si basa sulle onde di forma.

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