19 novembre, 2016

I filamenti di Evora



Il 2 novembre 1959, a seguito dell’avvistamento di due U.F.O. sulla città portoghese di Evora, cadde una pioggia di filamenti. Tra gli altri, Il preside, gli insegnanti e gli allievi di una scuola scorsero l’oggetto volante che era formato da una calotta superiore di aspetto metallico ed una parte inferiore fluida, simile ad una medusa. Alcuni testimoni raccolsero campioni delle fibre che furono sottoposte ad esami di laboratorio, ma i risultati sono stati tenuti segreti fino al 1978, quando fu pubblicato il rapporto di un biologo secondo cui i filamenti, di natura organica, incistavano una creatura microscopica totalmente sconosciuta, dotata di tentacoli e di un’enorme resistenza alla pressione.

Il dossier riferisce: "Inizialmente la creatura appariva policroma: il corpo centrale era giallo, mentre i tentacoli sfoggiavano un colore rosso molto intenso. In seguito, si rilevò un forte cambiamento cromatico, con la colorazione che virò verso un tono giallognolo”. I tentacoli erano composti da filamenti paralleli, uniti da una sostanza gelatinosa. Ogni fibra aveva un aspetto trasparente, rivelando all'interno corpuscoli il cui numero crebbe con il passare del tempo; al centro del corpo centrale si notava un'apertura a forma di bocca, attorno alla quale si osservavano crepe e pieghe molto sottili".

Purtroppo i campioni di Evora sono andati perduti a causa di un incendio che distrusse il laboratorio in cui erano custoditi.

La caduta di fibre simili è fenomeno tipico degli anni ‘50 del XX secolo; in seguito diventò più infrequente. E’ celebre soprattutto il caso di Firenze dove, il 27 ottobre del 1954, dopo il transito di alcuni oggetti nel cielo, scese una sorta di nevicata, una bambagia vetrosa, i cui fiocchi si scioglievano a contatto del suolo.

Questa sostanza fibrosa, definita anche “bambagia silicea” e conosciuta come angel hair nei paesi anglofoni, fu segnalata a Gela nel 1954, ad Oloron in Francia il 17 ottobre del 1952, a Gaillac il 27 ottobre dello stesso anno, ad Ichinoseki, Giappone, il 4 ottobre 1957, a San Fernando, California, il 16 novembre del 1953 etc. Analizzati, i capelli d’angelo si rivelarono un composto di vetro a base di boro e silicio.

A distanza di decenni, non è ancora stata gettata una luce chiarificatrice su questo fenomeno, anzi l’avvento della geoingegneria clandestina, con le sue piogge di filamenti, risultato della polimerizzazione dei carburanti aeronautici, ha ulteriormente confuso la situazione, giacché non pochi ufologi li interpretano come bambagia silicea, laddove non c’entrano alcunché con i “capelli d’angelo” né con le tele di ragno, a differenza di quanto asseriscono i negazionisti.

Ricapitoliamo. Nonostante certe somiglianze, bisogna distinguere tali ricadute in tre tipologie.

• Filamenti organici di Evora.
• Composti vetrosi inorganici.
• Fibre polimeriche derivanti dal decadimento dei carburanti avio.

Fonti:

- R. Malini U.F.O., il dizionario enciclopedico, Firenze, 2003, s.v. capelli d’angelo e Firenze
- Misteroufo


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2 commenti:

  1. Inquietante. Di simili parassiti, a quanto sembra, ci ha edotto Carnicom con le sue ricerche sul morbo di Morgellons. Chissà che funzione hanno. Sono solo parassiti endogeni? Una cosa è certa: si sta combattendo una guerra senza confini e senza esclusioni di colpi (sopra e dentro di noi) mentre l'umanità vive ignara la sua quotidianità, pianificando un vago futuro che non è mai stato così evanescente. Ciao

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    1. Qualcosa di alieno successe nei cieli portoghesi; oggi qualcosa di alieno, lato sensu, alberga in noi...

      Ciao

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