08 giugno, 2017

Trasalimento



E il calcolo dei dadi più non torna. (E. Montale)

Sempre più spesso accade a chi scrive, a parenti ed amici che, mentre si verga o si legge una parola, la medesima è udita, pronunciata da qualcuno. E’ il noto sincronismo esplorato – non chiarito – da Jung e da Pauli.

Il fenomeno è quanto mai sconcertante, perché si palesa sovente con vocaboli non molto comuni: si è dunque propensi ad escludere una mera casualità. Se, però, non è una manifestazione fortuita, che cos’è il sincronismo junghiano e quali sono le sue radici?

Semplificando le ipotesi esplicative sono due: tutti gli eventi, di là dalla loro apparente dislocazione lungo l’asse temporale, coesistono in un unico stato asincrono. Così, mentre percepiamo una sequenza di avvenimenti, in realtà essi sono già tutti accaduti: la simultaneità è, per così dire, una smagliatura nel tessuto cronotopico con cui il “futuro” irrompe nel “presente”.

Un’altra spiegazione potrebbe essere la seguente: il sincronismo è il segnale di una dimensione parallela alla nostra, un livello dove gli accadimenti si sviluppano secondo una direzione diversa, ma con qualche momento in cui le due realtà si intersecano, generando la coincidenza significativa.

A prescindere da queste e da altre possibili speculazioni ed indagini sulla natura del sincronismo junghiano, dobbiamo osservare che, più dell’evento in sé, è l’eco emotiva associata che sorprende. Infatti, quando si inciampa in una concomitanza, si trasale: a che cosa si deve tale turbamento, se non all’indefinita, eppure netta sensazione che tutto sia necessario, predestinato? Così, mentre si prova questa sensazione, ci si percepisce disarmati di fronte ad una forza recondita ed inscalfibile.

Se il sincronismo è l’indizio di una fatalità, si comprende perché taluni possono antivedere l’avvenire: essi semplicemente leggono ciò che è destinato a succedere, come chi, desideroso di conoscere in che maniera si dipana e conclude la trama di una storia, decide di saltare le pagine o di avvolgere rapidamente il nastro per giungere all’epilogo. Tuttavia è spesso preferibile non sapere, è preferibile ignorare il disegno tracciato dagli dei.

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13 commenti:

  1. Secondo Malanga le anime sarebbero tutte parte comunque di una unità primordiale e quindi in contatto tra di loro.
    Devo dire però che nella mia esperienza personale, ogni accenno alla sincronicità mia ha fatto sempre molto piacere; non di trasalimento parlerei allora ma di gradita sorpresa che segnala una comunità d'intenti, una frequenza condivisa, una solitudine solo apparente. Ciao

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  2. ...ignorare il disegno tracciato dagli dei.
    E se questi Dei fossimo sempre noi?
    «Oh voi che soffrite! Sappiate che soffrite per colpa vostra. Nessuno vi costringe, nessuno esige che voi viviate e moriate.» Buddha

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  3. Credo che il "Trasalimento" sia solo una componente dei nostri limitati cinque sensi; siamo materia e come tale siamo soggetti a tutto quello che ci circonda.

    Da eoni abbiamo perso il nostro ancestrale terzo occhio, ormai atrofizzato e calcificato nel centro del nostro cervello, costituito anche lui di materia.

    Riguardo alla solitudine credo sia un fatto soggettivo, sempre legato ai nostri cinque sensi; tutto quello che ci circonda inquina, depista, e ci induce a credere in una realtà mistificata e di conseguenza: olfatto, udito, tatto, sapori, e visioni sono mendaci, portandoci a creare la nostra personale realtà fallace.

    Possiamo o almeno io posso dire che siamo un hardware (cioè noi materia) con un software obsoleto non aggiornato, in balia di virus sparsi nell'etere.

    Troppo breve la nostra effimera vita e distratta da mille problematiche per contemplare il "disegno tracciato dagli dei".

    Abbiamo appena aperto gli occhi ed è già sera

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    1. Come darti torto wlady, non siamo più in grado di poter superare "le dodici fatiche" ed uscire dalla morsa dei succhia anime..
      Buona serata

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    2. Matt, questi rapinatori di energia hanno gioco facile nella nostra società di oggi; la tecnologia ben veicolata dai servi arcontici ha ormai obnubilato la mente delle nuove generazioni e quelle passate non hanno più l'energia per contrastarli.

      Buona giornata.

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    3. Ciao wlay, la domanda è come fare.. come si fa a vivere sereni sapendo queste cose, a creare una famiglia..io ho 26 anni ed ogni giorno combatto la mia guerra interiore, scavando a fondo nella mia mente riesco a vedere le corde del teatro.

      La mente che si apre ad una nuova idea non torna mai alla dimensione precedente.
      Albert Einstein

      Ciao

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    4. Ciao Matt, vivere sereni è un eufemismo, le cose che sai servono a non commettere errori a stare guardinghi su ciò che ti circonda; non cadere nella trappola dell'ambire cose dove non servono a nulla se non a renderti schiavo.

      Avevo 19 anni quando ho formato la mia famiglia, non ho mai bramato avere di più che la compagnia di mia moglie e figlio.

      Capisco che oggi a 26 anni (i tuoi) è difficile fare proiezioni per il futuro; i tempi sono diversi così come erano diversi i miei negli anni 70 rispetto ai miei genitori degli anni 10/20.

      Oggi sono un nonno con dei nipotini di 13 e 16 anni anche loro in una proiezione temporale ben diversa.

      La vita è un fiume che scorre veloce, una cosa è certa: rimanere sempre coerenti con se stessi senza perdersi nei rivoli luccicanti e mendaci di quello che ci raccontano tutti i media globalizzati.

      Purtroppo quello che ha asserito Albert Einstein è sacrosanto, non sono mai ritornato "alla dimensione precedente"; ogni giorno è diverso dall'altro, l'importante è non tradire se stessi cadendo nell'incongruenza e nella menzogna.

      Ciao

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    5. Hai ragione wlady, purtroppo anche solo lavorando però sento che stia tradendo me stesso.
      Io come tutti quelli della mia generazione siamo nati con troppe comodità di cui è diventato difficile fare a meno, lo riconosco, ne sono consapevole anche se ci sono dentro..
      Se avrai tempo e voglia di una chiacchierata in privato ne sarei felice.

      Buon weekend

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  4. La realtà è irrazionale, contraddittoria ed autocontraddittoria: tentare di comprenderla è impresa vana, forse oziosa.

    Ciao

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    1. Forse possiamo includere l'irrazionalità tra le Costanti Universali, se la estendiamo anche al mondo interiore...

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