14 febbraio, 2006

Bar sport

Absit iniuria verbis

Chi ha la sfortuna di abitare vicino ad un bar non solo è assordato dagli avventori che berciano come indiavolati, quando seguono una partita di calcio, ma talora purtroppo riesce a captare qualche frammento di conversazione. In tal modo si può attingere a tutto un abominevole repertorio di corbellerie, fandonie, luoghi comuni, reazioni pavloviane che disgusterebbero pure un sociologo avvezzo a studiare la psicopatologia della massa, anzi della gentaglia.

Qualcuno, convinto dagli scaltri persuasori neanche tanto occulti, grida che bisogna ricorrere all’energia nucleare, poiché le fonti alternative non possono coprire il fabbisogno italiano; un altro accusa belzebusconi di ogni nefandezza, mentre tesse un commosso elogio del prode prodi; un altro ingiuria il prode prodi e pronuncia un reboante panegirico di belzebusconi… Un altro, nuovo Virgilio, esorta: Paulo maiora canamus, trattiamo argomenti più elevati. Ecco allora le immonde, oscene chiacchiere sul calcio, i giocatori milionari, gli allenatori incapaci, gli arbitri faziosi, i presidenti corrotti ed avidi…

Basta!!! Codesta feccia della società non è nemmeno degna di un paragone con la plebe romana cui gli edili ammannivano panem et circenses. Infatti il popolino di Roma dimostrava, a volte, un sapido senso dell’umorismo, che manca completamente a questa ciurmaglia lobotomizzata dalla televisione e dai “politici”. Inoltre il sottoproletariato della Roma antica sapeva benissimo di non contare nulla, che le decisioni erano assunte dai disonesti “optimates” (veri democristiani ante-litteram) e semmai, furbescamente, cercava di trarre il maggior beneficio possibile dalla situazione contingente; invece la marmaglia del bar è pure persuasa di poter influire sulle scelte politiche con il voto. Poveri illusi!

Intanto, mentre la gente della mescita smanaccia, si agita, s’infervora per far valere le sue stupide tesi, diabolici aerei sorvolano la città spargendo sostanze chimiche letali. I governi, infatti, pensano che il volgo cui promettono posti di lavoro, lotta all’immigrazione clandestina, alla criminalità, protezione (sic) dell’ambiente… debba essere eliminato. Non si accorgono che la gentaglia, anche se sembra viva, è morta, defunta.

Il bar non è Bar sport, ma Bar mort.

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