Leonardo da Vinci (Vinci, Firenze, 1452 – Amboise, 1519), dipinse, come è noto, a Milano, nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie, Il cenacolo. L’opera, compiuta tra il 1495 ed il 1498, è un capolavoro dell’arte rinascimentale.
Come le altre opere del maestro, Il cenacolo, è stato oggetto di innumerevoli indagini, sulla committenza, sugli studi preparatori, sulla tecnica adoperata dall’artista, sul soggetto, sulla composizione, sui restauri eseguiti… L’aspetto su cui vorrei soffermarmi in questo breve contributo è quello iconografico, alla luce del convincimento che Leonardo da Vinci non fu soltanto un pittore, scultore, architetto, ingegnere e scienziato, ma anche un occultista.
L’avventura interpretativa dell’opera comincia quando si comprende che L’ultima cena raffigurata non è solamente l’originale e mirabile trasposizione pittorica di un evento appartenente, almeno in apparenza, alla storia sacra, ma qualcosa di più. Se si rinuncia ad un’esegesi ortodossa e convenzionale, il capolavoro potrà forse rivelare significati inattesi.
Bisogna quindi riconoscere che l’opera va letta a due livelli: quello essoterico e quello esoterico. Il valore esterno si riferisce ad una celebre situazione evangelica: Cristo dichiara, al cospetto dei dodici discepoli, che qualcuno lo tradirà. I seguaci sono sgomenti ed esterrefatti: si interrogano su chi possa essere il fedifrago.
Il significato segreto, forse a sua volta polivalente, invece, si accorda alle concezioni iniziatiche del genio italiano, da considerarsi un eretico, vista la sua devozione per la figura di Giovanni Battista che, come si deduce dai Vangeli canonici e dagli Atti degli apostoli, non fu il precursore di Gesù, ma un suo concorrente. Tra gli altri, i ricercatori Lynn Picknett e Clive Prince hanno messo in luce i contenuti segreti di molte opere del maestro, evidenziando la centralità del Battista. Infatti Leonardo esordì come pittore, dipingendo un angelo all’interno di un quadro del Verrocchio dedicato al Battesimo di Cristo, inoltre il suo ultimo quadro rappresenta il precursore (?) del Messia, infine la sua unica scultura rimasta, eseguita insieme con Giovanni Francesco Rustici, noto occultista, raffigura questo santo. Secondo i due autori, un’analisi credibile delle opere di Leonardo, fa “emergere numerosissime informazioni provocatorie ed inquietanti… simboli e segnali ingegnosi e subliminali… Egli tendeva, sopra ed oltre ogni cosa, alla conoscenza”, una conoscenza occulta condannata dalla Chiesa. Anche se Leonardo non fu Gran maestro del Priorato di Sion, stando a Picknett e Prince, espresse in modo coperto una tradizione antichissima e veneranda, incentrata sul culto del femminino sacro, inteso come principio cosmico. Per questo motivo il personaggio che siede alla destra di Gesù nel Cenacolo non è Giovanni, figlio di Zebedeo, ma Maria Maddalena, consorte del Messia, cui allude anche la gigantesca M, disegnata dal profilo delle due figure, i cui abiti tra l’altro sono degli stessi colori, anche se invertiti.
La congettura secondo la quale accanto a Gesù si troverebbe Maria Maddalena è stata frettolosamente liquidata da storici dell’arte allineati e da teologi. Costoro l’hanno bollata come fantasia, affermando che i tratti femminei di Giovanni (?) si spiegano con la giovane età, che la M è una sorta d’illusione percettiva o una casualità, che altri particolari apparentemente atipici perdono qualsiasi aura misteriosa, facendo riferimento al testo evangelico. La “confutazione” dell’esegesi esoterica lascia il tempo che trova, anche alla luce delle indubbie anomalie di altri capolavori, come, ad esempio, L’adorazione dei magi e La Vergine delle rocce.
In ogni caso, credo che la mia lettura, tesa non a contraddire, ma ad integrare la tesi Picknett-Prince-Brown, darà il colpo di grazia alle interpretazioni comuni e dozzinali, poiché semplice, evidente e consequenziale.
Che cosa volle rappresentare allora Leonardo? Al centro il Redentore rivolge lo sguardo in basso, come assorto, con le mani appoggiate sulla mensa davanti a sé. Egli ha appena pronunciato la fatidica frase: “Uno di voi mi tradirà.” Alla sua destra sei discepoli; altrettanti si trovano a sinistra. Vediamo in ordine i personaggi: essi sono Bartolomeo, che punta le mani sulla tavola, Giacomo il minore, Andrea, con i palmi aperti e quasi nella stessa posizione, Pietro, proteso minacciosamente verso il Signore, Giuda il sicario che si ritrae, Giovanni (?), con il busto ed il capo languidamente reclinati. A sinistra ammiriamo Giuda Tommaso che pare interpellare il Salvatore con l’indice alzato della mano, Giacomo il maggiore, Filippo, in piedi e con le mani sul petto, Matteo, con il busto rivolto verso Simone zelota e le braccia nella direzione opposta, Giuda Taddeo, infine Simone.
In primo luogo, bisogna osservare che i seguaci del Messia sono disposti a gruppi di tre: tale numero ha un valore simbolico, come dodici e tredici, tutte cifre emblematiche all’interno dell’opera. È evidente: i personaggi adombrano i dodici segni zodiacali, da destra (sinistra per chi osserva) l’Ariete, il Toro, i Gemelli, il Cancro, il Leone, la Vergine, la Bilancia, lo Scorpione, il Sagittario, il Capricorno, l’Acquario, i Pesci. Dissento, perciò, da Fabio Delizia che, in un suo pur pregevole contributo, individua il livello astrologico dell’opera, ma cominciando dalla destra dell’osservatore, poiché Leonardo scriveva da destra a sinistra. Questo non è possibile, poiché un conto è scrivere da destra a sinistra, per un motivo su cui è il caso qui di soffermarsi; un altro è stravolgere l’equilibrio della composizione, invertendo la destra di Cristo con la sinistra e viceversa. Inoltre le ingegnose, sebbene poco persuasive osservazioni dell’autore, per identificare la relazione tra gli apostoli ed i segni zodiacali, sono inficiate da premesse errate a proposito dell’inesistente ortodossia del genio toscano, come dalla scarsa dimestichezza con i problemi di esegesi neo-testamentaria.
Nell’ambito di una lettura astrologica, gli apostoli, suddivisi in quattro gruppi di tre, sono le figure zodiacali, distinte in tre segni di fuoco, tre di terra, tre d’aria e tre d’acqua. Cristo è naturalmente il Sole e l’altro personaggio-chiave, alla sua destra è il segno della Vergine. L’accostamento tra i due crea una polarità, un’antitesi-unione tra principio maschile, lato sensu, e principio femminile. Pertanto l’identificazione di “Giovanni” con Maria Maddalena, non è scorretta, purché, per Maria Maddalena, s’intenda non solo la presunta consorte del Salvatore, ma specialmente lo yin, complemento necessario dello yang. D’altronde la compenetrazione degli opposti, la coscienza che nella natura e nella vita agiscono energie complementari è un’idea di molte dottrine esoteriche cui Leonardo alluse in alcune sue opere, come il dipinto raffigurante Monna Lisa del Giocondo. In primo luogo, il nome della donna (in realtà un androgino) contiene quelli di Amon e di Isi, divinità egizie. La Gioconda, poi, è un autoritratto in sembianze maschili-femminili.
La Vergine dunque è uno dei due fulcri del dipinto. Bisogna considerarne, in primo luogo, la valenza astrologica. Illuminanti a tale proposito le parole di due studiosi dell’antica mantica, Antonino Anzaldi e Luigi Bazzoli, parole che sono un’indiscutibile conferma del mio assunto: "Misteriosa l’origine di questa figura zodiacale: nulla, nella disposizione delle stelle, suggerisce l’immagine di una fanciulla, per di più alata. Forse questo personaggio umano fu creato per sorreggere la spiga di grano che si era anticamente vista nella parte sud-est della futura costellazione della Vergine, parte che i Babilonesi chiamavano Ki-hal, spiga. … L’antica spiga di grano fu posta assai presto nella mano sinistra di una fanciulla che fu chiamata in greco parthènos, vergine. Il glifo del segno è una specie di m con una zampetta in più che tende a rientrare nel corpo della lettera, una M ad indicare il termine Mater, madre, poiché la Vergine in principio, probabilmente simboleggiava la fecondità… Ne è indizio la spiga ostentata dalla fanciulla. Ma ancora è stata intesa come onda, simile a quella che, raddoppiata, identifica la figura zodiacale dell’Acquario. Ciò in collegamento con le Grandi madri e l’acqua. Nella zampetta rientrante, poi, si è anche individuata la Luna, sulla scia dell’iconografia mariana (di ascendenza isiaca, preciso io) che spesso mostra la Madonna con la falce lunare ai suoi piedi. Non si dimentichi che la festa di Maria cade il giorno 8 settembre, sotto il segno della Vergine. Non manca infine chi, nel glifo rovesciato del segno, ha ravvisato una navicella, insegna della città di Parigi, posta sotto la protezione della Vergine zodiacale e della Vergine Maria.” (…)
Louis Charpentier scoperse che le chiese gotiche di Francia furono costruite in modo da riprodurre il disegno della costellazione della Vergine. Gli edifici, dedicati tutti a Notre Dame, la Nostra Signora, sorsero su luoghi in cui i Celti veneravano Vergini nere e dove sovente sgorgavano fonti sacre. La ricostruzione di Charpentier ha trovato conferma negli studi di Greg Rigby, che ha esteso l’analisi a località tedesche.
Un filo rosso lega i Templari, che furono i promotori dell’architettura gotica, a Dante, cripto-templare eterodosso, a Botticelli, a Leonardo, seguace dell’eresia giovannita e cultore più che del femminino sacro, dell’androgino primigenio. Con ciò non desidero affermare che la cosiddetta scienza sacra, tanto cara ai cultori della Tradizione, è la dottrina per eccellenza, svalutando, contemporaneamente, altre forme di pensiero, come quello incentrato sulla filosofia razionale e sull’empiria, ma intendo rilevare che, piaccia o no, una linea esoterica ha percorso la storia dell’umanità, simile ad una vena d’acqua sotterranea che, di quando in quando, affiora. Anche gli uomini più logici spesso furono attratti da questa sapienza: da Pitagora, per cui tutto era numero, ma che del numero aveva una concezione mistica, fino agli artisti astratti e concettuali del XX secolo. Questi artisti, infatti, smentendo la loro rigorosa, sistematica, tautologica ispirazione analitica e strutturale, sono sconfinati sovente nella poetica della metafora e in dimensioni spirituali.
L’analisi del capolavoro consente anche di capire per quale motivo sulla mensa imbandita con pani, manchi il vino: Leonardo per dipingere Il cenacolo non s’ispirò ai vangeli sinottici (Matteo, Marco, Luca), ma al Quarto Vangelo (Pseudo-Giovanni) in cui l’istituzione dell’Eucaristia, da considerarsi un sacramento tipicamente pagano, è sostituita dalla Lavanda dei piedi, che è la consacrazione di Gesù (il cui vero nome era probabilmente Giovanni) a re d’Israele. Nel Quarto Vangelo un ruolo fondamentale è svolto da Maria di Magdala (alias Maria Maddalena o Maria di Betania) . Anche ammettendo che questa donna non sia stata la consorte del Cristo, ipotesi per la quale, invece, propenderei sulla base di un’attenta lettura dei Vangeli e di altri riscontri, ella, comunque, assurge a simbolo del principio muliebre, come dimostrato. Questo significa che l’artista e scienziato si sentiva vicino al libricino venato di concezioni gnostiche, da convinto assertore dell’importanza che ciascun vero uomo deve attribuire alla conoscenza. Che cos’è la conoscenza? Comprensione della polarità dei fenomeni, sintesi degli opposti: Il cenacolo non è L’Eucaristia, rito pagano mutuato dal Cristianesimo, né la Pasqua ebraica, mentre il pane è simbolo del sapere, già dall’Alighieri definito “pane de li angeli”.
L’opera di S. Maria delle Grazie è una carta del cielo con Cristo-Sole-Padre al centro e, alla sua destra, Maria Maddalena-Luna-Madre. Il Sole, tra l’altro, si “sacrifica” in concomitanza del solstizio d’inverno, il 21 dicembre. A mano a mano che passano i giorni autunnali, la luce diurna scema sempre più sino al solstizio d’inverno, che è la “morte” dell’astro, destinato, però, di lì a poco a “risorgere”. D’altronde altre osservazioni dimostrano il significato astrologico del testo pittorico: ad esempio, tra i vari discepoli, Andrea è rappresentato in modo da evocare le caratteristiche del segno zodiacale corrispondente, vale a dire i Gemelli. Infatti l’ex pubblicano apre le palme delle mani che risultano quasi simmetriche ad adombrare il glifo dei Gemelli, II, che ricorda il numero due in caratteri romani. In qualche caso il colore delle tuniche allude all’elemento che governa il segno: Giacomo il minore-Toro, segno di terra, indossa una veste color marrone, Filippo-Sagittario, segno di fuoco, un abito rosso-arancio… (cfr infra).
Istruttiva, infine, la disamina della figura di Giuda Tommaso, con il dito indice rivolto verso l’alto, nel classico gesto del Battista: non è un caso se Leonardo attribuisce tale gesto al fratello gemello (carnale o spirituale?) del Signore, per sottolineare forse il nesso tra l’insegnamento di Giovanni Battista e la dottrina spirituale di Giuda Tommaso, cui fu attribuito il cosiddetto Quinto vangelo, che meglio sarebbe definire Primo.
Mi piace concludere questo breve studio con le parole dei già citati Picknett e Prince, per sottolineare quanto sia errato reputare Leonardo soltanto uno scienziato razionalista, alieno da qualsiasi interesse esoterico, come purtroppo pensano gli scientisti: infatti la conoscenza empirica insieme con le nozioni matematiche, da un lato, e sapienza iniziatica, dall’altro, per chi è desideroso di evolvere non sono in antitesi, ma conciliabili, anzi inscindibili.
L’idea di un Leonardo occultista “non è accettata da molti moderni studiosi di formazione materialistico-razionalista, che valutano Leonardo come il primo vero scienziato, un uomo che non aveva tempo per le superstizioni o per coltivare interessi metafisici ed era l’antitesi del mistico e dell’esoterista. Ma essi non hanno voluto guardare ciò che stava chiaramente davanti ai loro occhi.”
Veramente abbiamo i sensi offuscati e la mente obnubilata… e non solo di fronte alle opere d’arte.
Appendice: il significato astrologico dei dodici discepoli
Bartolomeo scatta in piedi, con impeto. Lo scollo della tunica ed il rigonfiamento sopra l’omero delineano il glifo dell’Ariete. L’Ariete è il primo segno: gli si confanno l’impulso iniziale, il movimento, l’energia. Rappresenta, infatti, il primo stimolo dell’energia che comincia a manifestarsi.
Giacomo il minore veste un abito di colore bruno. E’ assiso composto. Il Toro è segno di terra. L’energia si stabilizza.
Andrea ha le mani in posizione simmetrica. Il glifo dei Gemelli è formato da due barre verticali a guisa del numero romano due (II).
Pietro indossa un abito celeste, le braccia si muovono scompostamente. Il Cancro è segno d’acqua, il granchio si muove in modo obliquo.
Giuda riveste nella scena un ruolo negativo. Il Leone è la belva per eccellenza, simbolo di crudeltà infernale.
Giovanni/Maria Maddalena. La Vergine è Mater.
Giuda Tommaso volge il dito verso il cielo. La Bilancia è segno d’aria, simboleggia la giustizia celeste.
Giacomo il maggiore allarga le braccia ad occupare lo spazio di Giuda Tommaso. Lo Scorpione è una grande costellazione, di cui la Bilancia alle origini era solo un’appendice.
Filippo indossa una veste rossa. Il suo nome greco significa “colui che ama i cavalli”. Il Sagittario è segno di fuoco ed è un essere biforme, metà uomo e metà cavallo.
Matteo veste un abito azzurro: ha il capo volto verso destra e le braccia verso sinistra. Il Capricorno è segno di terra, ma possiede anche una natura acquea, perché in origine era il Pesce-capra. Essendo governato da Saturno, signore del Tempo, guarda verso il futuro, ma si protende ancora verso il passato.
Giuda Taddeo è un uomo anziano, dall’espressione saggia. L’Acquario è il “magnifico” nell’astrologia babilonese, dispensatore dell’acqua-sapienza. Simboleggia il progresso spirituale.
Simone indossa una tunica color acquamarina. Tiene il pollice e l’indice della destra a formare una sorta di laccio. Il Pesci è segno d’acqua. Il laccio unisce i due Pesci dell’asterismo.
Opere di consultazione:
A. Anzaldi, L. Bazzoli, Dizionario di astrologia, Milano, 1988
A. Chastel, P. Galluzzi, C. Perdetti, Leonardo, Firenze, 1994
Enciclopedia dell’arte, Milano, 2002
Enciclopedia dei simboli, a cura di H. Biedermann, Milano, 1991
A. Lorenzi, P. Mariani, Bibliografia vinciana, 1964-1974, 1979, 1982
A. S. Mercatante, Dizionario universale dei miti e delle leggende, Milano, 2001
P. Monaghan, Figure di donna nei miti e nelle leggende, Milano, 2004
R. Tresoldi, Enciclopedia dell’esoterismo, Milano, 2002
Come le altre opere del maestro, Il cenacolo, è stato oggetto di innumerevoli indagini, sulla committenza, sugli studi preparatori, sulla tecnica adoperata dall’artista, sul soggetto, sulla composizione, sui restauri eseguiti… L’aspetto su cui vorrei soffermarmi in questo breve contributo è quello iconografico, alla luce del convincimento che Leonardo da Vinci non fu soltanto un pittore, scultore, architetto, ingegnere e scienziato, ma anche un occultista.
L’avventura interpretativa dell’opera comincia quando si comprende che L’ultima cena raffigurata non è solamente l’originale e mirabile trasposizione pittorica di un evento appartenente, almeno in apparenza, alla storia sacra, ma qualcosa di più. Se si rinuncia ad un’esegesi ortodossa e convenzionale, il capolavoro potrà forse rivelare significati inattesi.
Bisogna quindi riconoscere che l’opera va letta a due livelli: quello essoterico e quello esoterico. Il valore esterno si riferisce ad una celebre situazione evangelica: Cristo dichiara, al cospetto dei dodici discepoli, che qualcuno lo tradirà. I seguaci sono sgomenti ed esterrefatti: si interrogano su chi possa essere il fedifrago.
Il significato segreto, forse a sua volta polivalente, invece, si accorda alle concezioni iniziatiche del genio italiano, da considerarsi un eretico, vista la sua devozione per la figura di Giovanni Battista che, come si deduce dai Vangeli canonici e dagli Atti degli apostoli, non fu il precursore di Gesù, ma un suo concorrente. Tra gli altri, i ricercatori Lynn Picknett e Clive Prince hanno messo in luce i contenuti segreti di molte opere del maestro, evidenziando la centralità del Battista. Infatti Leonardo esordì come pittore, dipingendo un angelo all’interno di un quadro del Verrocchio dedicato al Battesimo di Cristo, inoltre il suo ultimo quadro rappresenta il precursore (?) del Messia, infine la sua unica scultura rimasta, eseguita insieme con Giovanni Francesco Rustici, noto occultista, raffigura questo santo. Secondo i due autori, un’analisi credibile delle opere di Leonardo, fa “emergere numerosissime informazioni provocatorie ed inquietanti… simboli e segnali ingegnosi e subliminali… Egli tendeva, sopra ed oltre ogni cosa, alla conoscenza”, una conoscenza occulta condannata dalla Chiesa. Anche se Leonardo non fu Gran maestro del Priorato di Sion, stando a Picknett e Prince, espresse in modo coperto una tradizione antichissima e veneranda, incentrata sul culto del femminino sacro, inteso come principio cosmico. Per questo motivo il personaggio che siede alla destra di Gesù nel Cenacolo non è Giovanni, figlio di Zebedeo, ma Maria Maddalena, consorte del Messia, cui allude anche la gigantesca M, disegnata dal profilo delle due figure, i cui abiti tra l’altro sono degli stessi colori, anche se invertiti.
La congettura secondo la quale accanto a Gesù si troverebbe Maria Maddalena è stata frettolosamente liquidata da storici dell’arte allineati e da teologi. Costoro l’hanno bollata come fantasia, affermando che i tratti femminei di Giovanni (?) si spiegano con la giovane età, che la M è una sorta d’illusione percettiva o una casualità, che altri particolari apparentemente atipici perdono qualsiasi aura misteriosa, facendo riferimento al testo evangelico. La “confutazione” dell’esegesi esoterica lascia il tempo che trova, anche alla luce delle indubbie anomalie di altri capolavori, come, ad esempio, L’adorazione dei magi e La Vergine delle rocce.
In ogni caso, credo che la mia lettura, tesa non a contraddire, ma ad integrare la tesi Picknett-Prince-Brown, darà il colpo di grazia alle interpretazioni comuni e dozzinali, poiché semplice, evidente e consequenziale.
Che cosa volle rappresentare allora Leonardo? Al centro il Redentore rivolge lo sguardo in basso, come assorto, con le mani appoggiate sulla mensa davanti a sé. Egli ha appena pronunciato la fatidica frase: “Uno di voi mi tradirà.” Alla sua destra sei discepoli; altrettanti si trovano a sinistra. Vediamo in ordine i personaggi: essi sono Bartolomeo, che punta le mani sulla tavola, Giacomo il minore, Andrea, con i palmi aperti e quasi nella stessa posizione, Pietro, proteso minacciosamente verso il Signore, Giuda il sicario che si ritrae, Giovanni (?), con il busto ed il capo languidamente reclinati. A sinistra ammiriamo Giuda Tommaso che pare interpellare il Salvatore con l’indice alzato della mano, Giacomo il maggiore, Filippo, in piedi e con le mani sul petto, Matteo, con il busto rivolto verso Simone zelota e le braccia nella direzione opposta, Giuda Taddeo, infine Simone.
In primo luogo, bisogna osservare che i seguaci del Messia sono disposti a gruppi di tre: tale numero ha un valore simbolico, come dodici e tredici, tutte cifre emblematiche all’interno dell’opera. È evidente: i personaggi adombrano i dodici segni zodiacali, da destra (sinistra per chi osserva) l’Ariete, il Toro, i Gemelli, il Cancro, il Leone, la Vergine, la Bilancia, lo Scorpione, il Sagittario, il Capricorno, l’Acquario, i Pesci. Dissento, perciò, da Fabio Delizia che, in un suo pur pregevole contributo, individua il livello astrologico dell’opera, ma cominciando dalla destra dell’osservatore, poiché Leonardo scriveva da destra a sinistra. Questo non è possibile, poiché un conto è scrivere da destra a sinistra, per un motivo su cui è il caso qui di soffermarsi; un altro è stravolgere l’equilibrio della composizione, invertendo la destra di Cristo con la sinistra e viceversa. Inoltre le ingegnose, sebbene poco persuasive osservazioni dell’autore, per identificare la relazione tra gli apostoli ed i segni zodiacali, sono inficiate da premesse errate a proposito dell’inesistente ortodossia del genio toscano, come dalla scarsa dimestichezza con i problemi di esegesi neo-testamentaria.
Nell’ambito di una lettura astrologica, gli apostoli, suddivisi in quattro gruppi di tre, sono le figure zodiacali, distinte in tre segni di fuoco, tre di terra, tre d’aria e tre d’acqua. Cristo è naturalmente il Sole e l’altro personaggio-chiave, alla sua destra è il segno della Vergine. L’accostamento tra i due crea una polarità, un’antitesi-unione tra principio maschile, lato sensu, e principio femminile. Pertanto l’identificazione di “Giovanni” con Maria Maddalena, non è scorretta, purché, per Maria Maddalena, s’intenda non solo la presunta consorte del Salvatore, ma specialmente lo yin, complemento necessario dello yang. D’altronde la compenetrazione degli opposti, la coscienza che nella natura e nella vita agiscono energie complementari è un’idea di molte dottrine esoteriche cui Leonardo alluse in alcune sue opere, come il dipinto raffigurante Monna Lisa del Giocondo. In primo luogo, il nome della donna (in realtà un androgino) contiene quelli di Amon e di Isi, divinità egizie. La Gioconda, poi, è un autoritratto in sembianze maschili-femminili.
La Vergine dunque è uno dei due fulcri del dipinto. Bisogna considerarne, in primo luogo, la valenza astrologica. Illuminanti a tale proposito le parole di due studiosi dell’antica mantica, Antonino Anzaldi e Luigi Bazzoli, parole che sono un’indiscutibile conferma del mio assunto: "Misteriosa l’origine di questa figura zodiacale: nulla, nella disposizione delle stelle, suggerisce l’immagine di una fanciulla, per di più alata. Forse questo personaggio umano fu creato per sorreggere la spiga di grano che si era anticamente vista nella parte sud-est della futura costellazione della Vergine, parte che i Babilonesi chiamavano Ki-hal, spiga. … L’antica spiga di grano fu posta assai presto nella mano sinistra di una fanciulla che fu chiamata in greco parthènos, vergine. Il glifo del segno è una specie di m con una zampetta in più che tende a rientrare nel corpo della lettera, una M ad indicare il termine Mater, madre, poiché la Vergine in principio, probabilmente simboleggiava la fecondità… Ne è indizio la spiga ostentata dalla fanciulla. Ma ancora è stata intesa come onda, simile a quella che, raddoppiata, identifica la figura zodiacale dell’Acquario. Ciò in collegamento con le Grandi madri e l’acqua. Nella zampetta rientrante, poi, si è anche individuata la Luna, sulla scia dell’iconografia mariana (di ascendenza isiaca, preciso io) che spesso mostra la Madonna con la falce lunare ai suoi piedi. Non si dimentichi che la festa di Maria cade il giorno 8 settembre, sotto il segno della Vergine. Non manca infine chi, nel glifo rovesciato del segno, ha ravvisato una navicella, insegna della città di Parigi, posta sotto la protezione della Vergine zodiacale e della Vergine Maria.” (…)
Louis Charpentier scoperse che le chiese gotiche di Francia furono costruite in modo da riprodurre il disegno della costellazione della Vergine. Gli edifici, dedicati tutti a Notre Dame, la Nostra Signora, sorsero su luoghi in cui i Celti veneravano Vergini nere e dove sovente sgorgavano fonti sacre. La ricostruzione di Charpentier ha trovato conferma negli studi di Greg Rigby, che ha esteso l’analisi a località tedesche.
Un filo rosso lega i Templari, che furono i promotori dell’architettura gotica, a Dante, cripto-templare eterodosso, a Botticelli, a Leonardo, seguace dell’eresia giovannita e cultore più che del femminino sacro, dell’androgino primigenio. Con ciò non desidero affermare che la cosiddetta scienza sacra, tanto cara ai cultori della Tradizione, è la dottrina per eccellenza, svalutando, contemporaneamente, altre forme di pensiero, come quello incentrato sulla filosofia razionale e sull’empiria, ma intendo rilevare che, piaccia o no, una linea esoterica ha percorso la storia dell’umanità, simile ad una vena d’acqua sotterranea che, di quando in quando, affiora. Anche gli uomini più logici spesso furono attratti da questa sapienza: da Pitagora, per cui tutto era numero, ma che del numero aveva una concezione mistica, fino agli artisti astratti e concettuali del XX secolo. Questi artisti, infatti, smentendo la loro rigorosa, sistematica, tautologica ispirazione analitica e strutturale, sono sconfinati sovente nella poetica della metafora e in dimensioni spirituali.
L’analisi del capolavoro consente anche di capire per quale motivo sulla mensa imbandita con pani, manchi il vino: Leonardo per dipingere Il cenacolo non s’ispirò ai vangeli sinottici (Matteo, Marco, Luca), ma al Quarto Vangelo (Pseudo-Giovanni) in cui l’istituzione dell’Eucaristia, da considerarsi un sacramento tipicamente pagano, è sostituita dalla Lavanda dei piedi, che è la consacrazione di Gesù (il cui vero nome era probabilmente Giovanni) a re d’Israele. Nel Quarto Vangelo un ruolo fondamentale è svolto da Maria di Magdala (alias Maria Maddalena o Maria di Betania) . Anche ammettendo che questa donna non sia stata la consorte del Cristo, ipotesi per la quale, invece, propenderei sulla base di un’attenta lettura dei Vangeli e di altri riscontri, ella, comunque, assurge a simbolo del principio muliebre, come dimostrato. Questo significa che l’artista e scienziato si sentiva vicino al libricino venato di concezioni gnostiche, da convinto assertore dell’importanza che ciascun vero uomo deve attribuire alla conoscenza. Che cos’è la conoscenza? Comprensione della polarità dei fenomeni, sintesi degli opposti: Il cenacolo non è L’Eucaristia, rito pagano mutuato dal Cristianesimo, né la Pasqua ebraica, mentre il pane è simbolo del sapere, già dall’Alighieri definito “pane de li angeli”.
L’opera di S. Maria delle Grazie è una carta del cielo con Cristo-Sole-Padre al centro e, alla sua destra, Maria Maddalena-Luna-Madre. Il Sole, tra l’altro, si “sacrifica” in concomitanza del solstizio d’inverno, il 21 dicembre. A mano a mano che passano i giorni autunnali, la luce diurna scema sempre più sino al solstizio d’inverno, che è la “morte” dell’astro, destinato, però, di lì a poco a “risorgere”. D’altronde altre osservazioni dimostrano il significato astrologico del testo pittorico: ad esempio, tra i vari discepoli, Andrea è rappresentato in modo da evocare le caratteristiche del segno zodiacale corrispondente, vale a dire i Gemelli. Infatti l’ex pubblicano apre le palme delle mani che risultano quasi simmetriche ad adombrare il glifo dei Gemelli, II, che ricorda il numero due in caratteri romani. In qualche caso il colore delle tuniche allude all’elemento che governa il segno: Giacomo il minore-Toro, segno di terra, indossa una veste color marrone, Filippo-Sagittario, segno di fuoco, un abito rosso-arancio… (cfr infra).
Istruttiva, infine, la disamina della figura di Giuda Tommaso, con il dito indice rivolto verso l’alto, nel classico gesto del Battista: non è un caso se Leonardo attribuisce tale gesto al fratello gemello (carnale o spirituale?) del Signore, per sottolineare forse il nesso tra l’insegnamento di Giovanni Battista e la dottrina spirituale di Giuda Tommaso, cui fu attribuito il cosiddetto Quinto vangelo, che meglio sarebbe definire Primo.
Mi piace concludere questo breve studio con le parole dei già citati Picknett e Prince, per sottolineare quanto sia errato reputare Leonardo soltanto uno scienziato razionalista, alieno da qualsiasi interesse esoterico, come purtroppo pensano gli scientisti: infatti la conoscenza empirica insieme con le nozioni matematiche, da un lato, e sapienza iniziatica, dall’altro, per chi è desideroso di evolvere non sono in antitesi, ma conciliabili, anzi inscindibili.
L’idea di un Leonardo occultista “non è accettata da molti moderni studiosi di formazione materialistico-razionalista, che valutano Leonardo come il primo vero scienziato, un uomo che non aveva tempo per le superstizioni o per coltivare interessi metafisici ed era l’antitesi del mistico e dell’esoterista. Ma essi non hanno voluto guardare ciò che stava chiaramente davanti ai loro occhi.”
Veramente abbiamo i sensi offuscati e la mente obnubilata… e non solo di fronte alle opere d’arte.
Appendice: il significato astrologico dei dodici discepoli
Bartolomeo scatta in piedi, con impeto. Lo scollo della tunica ed il rigonfiamento sopra l’omero delineano il glifo dell’Ariete. L’Ariete è il primo segno: gli si confanno l’impulso iniziale, il movimento, l’energia. Rappresenta, infatti, il primo stimolo dell’energia che comincia a manifestarsi.
Giacomo il minore veste un abito di colore bruno. E’ assiso composto. Il Toro è segno di terra. L’energia si stabilizza.
Andrea ha le mani in posizione simmetrica. Il glifo dei Gemelli è formato da due barre verticali a guisa del numero romano due (II).
Pietro indossa un abito celeste, le braccia si muovono scompostamente. Il Cancro è segno d’acqua, il granchio si muove in modo obliquo.
Giuda riveste nella scena un ruolo negativo. Il Leone è la belva per eccellenza, simbolo di crudeltà infernale.
Giovanni/Maria Maddalena. La Vergine è Mater.
Giuda Tommaso volge il dito verso il cielo. La Bilancia è segno d’aria, simboleggia la giustizia celeste.
Giacomo il maggiore allarga le braccia ad occupare lo spazio di Giuda Tommaso. Lo Scorpione è una grande costellazione, di cui la Bilancia alle origini era solo un’appendice.
Filippo indossa una veste rossa. Il suo nome greco significa “colui che ama i cavalli”. Il Sagittario è segno di fuoco ed è un essere biforme, metà uomo e metà cavallo.
Matteo veste un abito azzurro: ha il capo volto verso destra e le braccia verso sinistra. Il Capricorno è segno di terra, ma possiede anche una natura acquea, perché in origine era il Pesce-capra. Essendo governato da Saturno, signore del Tempo, guarda verso il futuro, ma si protende ancora verso il passato.
Giuda Taddeo è un uomo anziano, dall’espressione saggia. L’Acquario è il “magnifico” nell’astrologia babilonese, dispensatore dell’acqua-sapienza. Simboleggia il progresso spirituale.
Simone indossa una tunica color acquamarina. Tiene il pollice e l’indice della destra a formare una sorta di laccio. Il Pesci è segno d’acqua. Il laccio unisce i due Pesci dell’asterismo.
Opere di consultazione:
A. Anzaldi, L. Bazzoli, Dizionario di astrologia, Milano, 1988
A. Chastel, P. Galluzzi, C. Perdetti, Leonardo, Firenze, 1994
Enciclopedia dell’arte, Milano, 2002
Enciclopedia dei simboli, a cura di H. Biedermann, Milano, 1991
A. Lorenzi, P. Mariani, Bibliografia vinciana, 1964-1974, 1979, 1982
A. S. Mercatante, Dizionario universale dei miti e delle leggende, Milano, 2001
P. Monaghan, Figure di donna nei miti e nelle leggende, Milano, 2004
R. Tresoldi, Enciclopedia dell’esoterismo, Milano, 2002
Bellissimo articolo Zret!bellissimo!ignoravo ilparellismo con i segni zodiacali delle immagini degli apostoli!
RispondiEliminaPARIGI anzi PARIS pare che derivi da PAR-ISIS,città dedicata prima che a MARIA,a ISIDE-
Nella Vergine con la spiga,si ravvisava Demetra-MA figurarsi se ti sto dicendo qualcosa di nuovo!piuttosto vorrei sapere se confermi-
gli "esperti" d'arte forse lo sono dell'arte,ma dubito che abbiano anche una cultura esoterica,quale scuola o università insegna esoterismo???o la critica esoterica?sbaglio?
Immagine subliminale nell'affresco:
io percepisco un volto che fuoriesce, anzi entra dalla finestra,
sovrastante "Giovanni"un volto un po' caprigno che bacia o lecca la spalla...di Giovanni che a me piace pensare con convincimento essere la Maddalena. Ma può essere solo una mia personale percezione! ciao, grazie per l'arricchimento culturale che mi dai!(vai a SPAZIO FORUM ti ho posto una domanda!GRAZIEEE)
L'etimologia di Parigi non è chiara. Secondo alcuni deriverebbe da una tribù celtica, secondo altri da Paride, da cui i Merovingi dicevano di discendere, poi alcuni la collegano ad Iside. Era una città dedicata ad una dea madre: questo è certo. Non ho notato il volto: ci farò caso. E' naturale che senza un approccio esoterico, si rimane alla superficie. Questo è vero anche per Dante. Ti ringrazio degli apprezzamenti. Ciao e grazie!!!!
RispondiElimina…l’ultima risposta a Dan Brown Già nel 1990 con il libro “ Leonardo gli arcani occultati” e successivamente presso il convegno della Rivista Astra ipotizzai la presenza di un messaggio profetico nel Cenacolo di Leonardo che prediceva l’apocalisse.Leonardo, alla luce delle sue conoscenze su Gioacchino da Fiore (e di questo legame vi sono prove inconfutabili proprio nella composizione del Cenacolo stesso), ripercorse l'ipotesi Gioachimita sulla nuova età dello spirito del 1260, tentando di trovare una risposta a quell' incredibile errore che di fatto portò alla distruzione degli stessi gioachimiti...Nell'albero della storia di Gioacchino ci sono 42 generazioni successive alla venuta di Cristo, ciascuna rappresentata dal numerale romano XXX (cioè 30 anni)...poichè 42X30 = 1260, i Gioachimiti fissarono nell'anno 1260 l'inizio del periodo di germinazione del terzo stadio della storia, cioè l'età dello Spirito Santo. Si tratta comunque di una conclusione a cui non era pervenuto neppure lo stesso G. da Fiore e che difficilmente può essere condivisa anche perchè i Gioachimiti iniziarono già nel 1230 ad apportare idee di riforma della Chiesa.Leonardo riprese i calcoli dell’abate e li inserì in una sorta di orologio collocato sul soffitto del Cenacolo: si tratta dei cassettoni presenti nella copertura secondo una suddivisione di 7 x 6 che indicano (come scrissi nel libro gli arcani occultati) nel totale di 42, oltre il significato cabalistico della morte imminente dell’amico (N°42) soprattutto il numero delle generazioni che moltiplicate per 30 (è il numero di anni attribuito ad ogni generazione da Gioacchino) danno quale risultato 1260. Tornando ai (7x6)=42 cassettoni del Cenacolo si deve considerare (come possibile significato simbolico) che il 6 può rappresentare la Quaresima (cioè la sesta età del mondo- il secondo stato) e il 7 la Pasqua (cioè le 7 settimane in cui si fissa il periodo Pasquale)...ciò che nella età sesta (6) si è compiuto secondo la carne, nella settima si deve compiere secondo lo Spirito. E' poi doveroso riflettere sul fatto che Gioacchino considerava in 72 settimane il raggiungimento del tempo finale in cui dovevano accadere gli avvenimenti descritti da Ezzechiele e nell'Apocalisse di Giovanni.E sempre in merito al N°.72 possiamo considerarne la presenza nei libri di Enoch come riferimento alle 72 lingue ed ai 72 Principi.Il 72 è anche corrispondente alla somma numerica delle lettere corrispondenti al Tetragramma Gioachimita. Potremmo considerare questa data come la conclusione del terzo stadio (o età dello Spirito Santo) oppure l'inizio di questa nuova fase auspicata da Gioacchino?E' necessario, prima di trarre delle possibili conclusioni in merito all'opera Leonardesca, considerare alcuni significativi elementi numerologici relativi alla vita dell'uomo medio: secondo S.Agostino la vita si divideva in sei età che equivalevano ai sei giorni della creazione, mentre la storia dell'umanità era divisibile in sei epoche fino a Cristo (condivisa anche da Gioacchino) .Ognuna di queste età durava 12 anni così da ottenere 72 anni.Secondo santa Ildegarda di Binghen (1098-1179) invece la vita dell'uomo si divideva in 12 età che equivalevano al numero delle stagioni per tre che moltiplicate per sei (epoche) dava sempre 72.Tutte queste opinioni portano stranamente a considerare sempre il n° 72 che moltiplicato per 30 anni da sempre 2160.Da un esperimento che si effettuò al computer, nel quale si prolungava il soffitto nel suo naturale sviluppo prospettico fino al limite della parete, si otteneva un prolungamento di 30 cassettoni (5x6) che moltiplicati sempre per 30 anni dava come tempo restante 900 anni, dalla somma fra 1260 e 900 si ottiene anche in questo caso un totale di 2160 anni che corrisponderebbe agli anni che intercorrono fra il passaggio da una costellazione ad un'altra secondo il fenomeno, che Leonardo conosceva, della precessione degli equinozi. E Leonardo pone il Cristo sole al centro della cena con alla sua destra Giovanni (era dei pesci) e alla sua sinistra Tommaso (era dell’acquario), proprio le due costellazioni fra cui avverrà questo passaggio. Ma non è tutto, la dimostrazione che il Cenacolo era ispirato da Gioacchino ed alla sua Nuova età dello spirito ci viene offerta da una prova inconfutabile che ritroviamo nella disposizione degli Apostoli: dal numero 12 (= le Tribù) possono derivare alcuni riferimenti alle cinque chiese principali e alle altre sette di cui si parla nell'Apocalisse. Sono infatti 12 le Chiese come 5 sono i sensi e 7 le virtù (=12). Dodici (12) sono anche i pani dell'Ultima Cena, 5 sono quelli d'orzo (che corrispondono al Vecchio Testamento) e 7 quelli di frumento (che corrispondono al Nuovo Testamento e all'Apocalisse). Il primo ciclo del mondo in cui si compì il Vecchio Testamento ebbe cinque età mentre il secondo, in cui vede la sua realizzazione il Nuovo Testamento, è ripartito in sette suddivisioni quasi fossero sette piccole età. Gioacchino, nel suo libro sull’Apocalisse, riprende proprio il discorso sulle cinque chiese Pietrine (che rappresentano la vita attiva) e sulle sette chiese Giovannee (legate alla vita contemplativa mettendo a confronto i due Apostoli proprio come fa Leonardo). Pietro ha il coltello dietro la schiena e appoggia una mano minacciosa sulla spalla di Giovanni; dietro a Pietro (chiesa di Roma) ci sono proprio i quattro apostoli legati alle chiese di Gerusalemme, di Antiochia, di Alessandria e di Bisanzio. Possiamo quindi ipotizzare la data del 2160 come la possibile Apocalisse o come l'inizio dell'era dello Spirito Santo che ci porterà verso l'Eden?... questa Apocalisse di cui Isaak Newton ha parlato ci sarà?...sarà nel 2060 ovvero 1260 anni dopo la caduta dell’Impero Romano (nell’814 con l’incoronazione di Carlo Magno) o nel 2160 con l’inizio dell’era dell’Acquario e quindi con l’inizio della Nuova età dello Spirito.
RispondiEliminaUn cosa certa è che da questo confronto fra i due apostoli possiamo finalmente trovare quelle risposte importanti al Codice da Vinci di Dan Brown e ad ipotesi come quella del 13° Apostolo di Roberto Giacobbo che molta gente aspettava o ad altre sui legami di Leonardo col priorato di Sion o con i Templari. Questa suddivisione del Cenacolo effettuata da Leonardo col rapporto 5 e 7 evidenzia il contrasto fra le due fazioni: quella capeggiata da Pietro e quella capeggiata da Giovanni (come descritta da Gioacchino) che vengono messe a confronto diretto. Questa spiegazione andrebbe a cancellare l’ipotesi del Giovanni-Maddalena di Brown e del 13° apostolo di Giacobbo. Non conosco la tesi presentata dal Signor Pesci e cercherò di studiarla ma non escluderei a priori come fa Vittorio Sgarbi o come in passato ha fatto anche Philippe Daverio l'esistenza di certi legami con la numerologia e col Neoplatonismo (mistico/esoterico) in opere come il cenacolo leonardesco.
Prof. Ernesto Solari
sito internet www.museosolari.com
Egregio Professor Solari, molto stimolante questa sua analisi cui aggiungerei soltanto che il 72 è numero precessionale, poiché ogni 72 anni il Sole percorre un grado del suo moto apparente a ritroso lungo lo Zodiaco. La filigrana astronomica ed esoterica del Cenacolo è indiscutibile, checché ne pensino i brillanti Daverio e Sgarbi.
RispondiEliminaGrazie e a presto.
Salve. volevo far notare una cosa.Il cortello che tiene Pietro in mano,se guardate attentamente i 6 apostolo al lato dove ce giovanni presunta maddalena si conta una mano in piu',Guardate bene la posizione di ogni singolo apostolo. secondo me,se leonardo era un gran studioso del corpo umano perche disegnare una mano in piu.non e che lui disegno 14 persone ma qualcuno glielo fece modificare. ma lui lascio' sta mano perche comunque nessuno se ne mai accorto. dicendo sempre che sta mano fosse di pietro o di gionvanni che nel ritratto e a braccia consette mmmooooooooo????????
RispondiEliminaMUSEOSOLARI.NET
RispondiEliminaPer tesi, studi e risposte a tematiche leonardiane il Prof. Ernesto Solari (esperto e studioso di Leonardo) ricorda che il suo sito ha cambiato l'estenzione, oggi è su www.museosolari.net