31 maggio, 2006

La Bibbia del XXI secolo

Ogni giorno di più il mondo in cui “viviamo” assomiglia all’utopia negativa descritta da George Orwell nel romanzo 1984. Non solo, infatti, dobbiamo constatare la progressiva instaurazione di un Nuovo ordine mondiale sotto gli auspici dei poteri ecumenici, l’erosione lenta eppure inesorabile delle libertà individuali, la diffusione di sistemi di controllo coercitivi e capillari, nell’indifferenza e nell’inerzia della maggioranza della popolazione ormai lobotomizzata, ma si assiste anche ad un’infida e costante riscrittura del passato proprio come avviene nell’opera dello scrittore britannico.

Il protagonista di 1984, Winston Smith, lavora presso il Ministero della Verità dove ha il compito di modificare il passato: altera i documenti custoditi nella sede del dicastero, ne distrugge altri, ne scrive di nuovi affinché tutto alla fine combaci con l’ultima versione ufficiale propagandata dal Grande Fratello. Non affermerò che tale manipolazione contraddistinse gli autori che elaborarono e “rettificarono” i Vangeli per divulgare ed imporre la loro verità, anche se tale “pia frode” così lontana nel tempo è molto istruttiva.

Vorrei, invece, riferirmi ad un recente episodio di contraffazione, consistente in fotografie che ritraggono velivoli militari della seconda guerra mondiale cui sono state aggiunte, in modo maldestro e sfacciato, delle scie del tutto simili a quelle chimiche. È un’interpolazione facile da eseguire con gli strumenti tecnico-grafici di cui si può disporre ed è evidente l’intento di “dimostrare” che tali formazioni, spacciate spudoratamente per scie di condensazione, non sono un fenomeno nuovo, proprio come nel capolavoro di Orwell l’Oceania e l’Eurasia sono sempre state nazioni in conflitto, sebbene ciò sia falso.

Non esiste nulla di più pericoloso di questa politica di disinformazione attuata attraverso i media di regime, i libri scolastici e non pochi siti della Rete. La cronaca e la storia sono ognora riadattate, un po’ come si ruota la manopola per sintonizzare e risintonizzare una stazione radiofonica: il video dell’autoattentato al Pentagono delle Bermuda è stato sforbiciato di un paio di fotogrammi per nascondere una realtà scomoda che non corrisponde alla vulgata; ora ci propinano fotografie artefatte.


Non tutti, per fortuna, hanno la memoria labile e ricordano di aver studiato su manuali in cui le tavole fuori testo inquadravano i velivoli della seconda guerra mondiale che incrociavano senza neanche l’ombra di una scia né di condensazione né, tanto meno, velenosa. Per le nuove generazioni, però, il pericolo incombe: quanti libri presentano sul 9 11 la grottesca e fallace versione ufficiale, cianciando di terrorismo “islamico”, di Kamikaze sauditi e frottole simili! Il 9 11 è solo la punta dell’iceberg: altri fatti e problemi sono sottoposti ad un diuturno processo di rielaborazione sicché quello che ieri era vero oggi è falso, ciò che ieri è accaduto, oggi è cancellato dal nastro degli eventi e viceversa. Alcuni accadimenti sono eclissati, altri inventati: chi domina l’”informazione” domina il mondo.

Tuttavia esiste ancora un modo efficace per non essere imbrogliati: tenere sempre a mente lo scenario politico, sociale ed ideologico evocato da Orwell in 1984, la Bibbia del XXI secolo. Ciò significa credere all’esatto contrario di quello che raccontano i pennivendoli. Ciò significa diffidare sempre e comunque delle interpretazioni di “politici”, “economisti”, “scienziati”…, oracoli della menzogna.

Infine quando scriviamo, ricordiamoci di smascherare i bugiardi e di confutare tutte queste spregevoli manipolazioni, usando la “penna del contrappasso”.


Le fotografie incriminate sono visibili al seguente indirizzo: http://www.chemtrails.it/forum_chemtrails/viewtopic.php?t=160

30 maggio, 2006

Kaput mundi

Sono sempre più persuaso che, per scoprire trame segrete, non sono necessarie prove incontrovertibili e testimonianze coerenti con i fatti che si vogliono accertare: ad esempio, basta ricordare la data dell'attentato alle Torri gemelle, ossia 9 11, per capire che quell'orrenda strage non fu ideata e perpetrata da Kamikaze islamici, ma da... La documentazione raccolta, gli studi di tecnici e di esperti, le inchieste condotte da giornalisti indipendenti avvalorano quello che è già più che palese. I simboli nascondono, ma svelano quando si possiede la chiave per interpretarli. Certamente non sempre è agevole: qualcuno, dimenticando che il tre è numero magico (e pagano) per eccellenza ha creduto di scorgere nell'episodio del miracolo di Cana, quando il Messia trasformò l'acqua in vino, significati in realtà inesistenti e che albergano soltanto nella sua fervida fantasia. In vino veritas? In ogni caso il presente studio è un contributo per stimolare una ricerca sugli emblemi che possa squarciare il velo opaco della menzogna.

Lo storico romano Livio, nel libro I degli Ab urbe condita, descrive i prodigi avvenuti quando l’ultimo re di Roma, Tarquinio il Superbo (534-509 a. C. per la tradizione), dopo aver espugnato la città di Gabii, fece erigere un tempio consacrato al dio Giove sul monte Tarpeio. Leggiamo il passo che sarà oggetto di un’analisi, con cui proverò a collegare un’antica leggenda ad alcuni simboli occulti che il mondo contemporaneo ha ereditato probabilmente da un passato lontanissimo.

"Presa Gabii, Tarquinio concluse la pace con il popolo degli Equi e rinnovò l’alleanza con gli Etruschi. Quindi rivolse il pensiero alle questioni urbane, la prima delle quali era di lasciare come memoria del suo regno e del suo nome il tempio di Giove sul monte Tarpeio, al fine di testimoniare che dei due re Tarquinii, il padre aveva fatto il voto, il figlio l’aveva adempiuto. Affinché l’area del tempio di Giove che sarebbe stato edificato, fosse tutta libera dal culto di altre divinità, stabilì di sconsacrare templi e sacelli, dei quali alcuni in precedenza erano stati offerti in voto dal re Tazio, al tempo della sua lotta contro Romolo e che erano stati poi inaugurati e consacrati.

Si tramanda che all’inizio della costruzione di quest’opera gli dei manifestarono la loro volontà per indicare la grandezza di un così importante dominio, poiché, mentre gli auspici approvarono la sconsacrazione di tutti i santuari, non l’ammisero per il santuario di Termine; ciò fu accolto come presagio e come augurio, cioè che la mancata rimozione della sede di Termine, solo fra gli dei, ed il fatto che non fosse allontanato dai luoghi a lui sacri, mostravano ferme e stabili tutte le cose romane. Ricevuto questo auspicio di eternità, seguì un altro prodigio che palesava la grandezza del dominio: si narra che a coloro i quali scavavano le fondamenta del tempio apparve una testa umana con il volto integro. Tale apparizione rivelava senza ambagi che quella sarebbe stata l’arce dell’impero ed il capo del mondo; questo e così predissero i vati, sia quelli che erano nell’Urbe sia quelli che erano stati chiamati dall’Etruria per essere interpellati".

Poco importa se gli episodi considerati fatidici dagli auguri etruschi e romani, siano del tutto leggendari o se adombrino qualche fatto realmente accaduto, poiché, nell’ambito di questo breve studio, intendo privilegiare il valore simbolico della tradizione: mi riferisco, in particolar modo, al ritrovamento di una testa umana per opera di coloro che stavano asportando la terra per gettare le fondamenta del tempio. Gli indovini interpretarono il macabro reperimento come un fausto auspicio: infatti in latino il significato originario di “caput” è quello di “capo”, “testa”, ma a tale valenza si associano accezioni metaforiche, tra cui “capitale”. Così Roma, secondo i vati antichi, era destinata a diventare il centro di un potentissimo impero, la caput mundi.

Si può interpretare la leggenda come una conferma a posteriori della supremazia dell’Urbe su gran parte del mondo allora conosciuto: spesso la storia, scritta dai vincitori, per legittimare una situazione di fatto, si avvale di profezie post eventum, di interpretazioni tendenziose. La storiografia ufficiale può essere non di rado instrumentum regni, quanto la religione. Sono propenso comunque a credere che Livio riporti un avvenimento reale: forse il sito in cui fu costruito in seguito il tempio dedicato a Giove era un luogo di sepoltura usato da popolazioni autoctone. Non è da escludere dunque il rinvenimento di una testa umana anche con il volto più o meno integro. Tuttavia è importante l’aspetto emblematico dell’evento insieme con il duplice significato di “caput”, “testa” e “capitale”. Questi due valori s’intrecciano in modo inestricabile.

A questo punto è necessaria una digressione sulla storia del colle romano. Ammirando il Campidoglio dal Foro o da Piazza Venezia o dalla Via di S. Teodoro che passa sotto il Palatino, si può ancora distinguere la sua conformazione scoscesa nell'orografia dei colli di Roma, ormai addolcita dal tempo e da secoli di attività urbanistica. Ancora si notano due sommità separate da una sella, al centro della quale si slarga la Piazza del Campidoglio.
Quando, come riporta la tradizione, Romolo fondò la città quadrata sul Palatino, il Campidoglio doveva essere uno sperone roccioso con pareti a strapiombo sulla pianura sottostante circondata dagli altri poggi e solcata dal Tevere; in un’ansa del fiume dove l’acqua era meno profonda, affiorava l’isola Tiberina. Qui il guado era facile e poco pericoloso anche per i carri e per le mandrie. Per questo motivo si diramavano dal guado sul Tevere le vie che collegavano i Tirreni dell’Etruria con le colonie greche del sud Italia e le strade che scendevano dall'Appennino verso le saline della costa. Inoltre sulle rive del Tevere potevano approdare anche le imbarcazioni. Il Campidoglio e il Palatino dominavano quel crocevia di traffici.

Il Campidoglio divenne la rocca imprendibile della città: fu una cittadella tanto sicura che poté essere espugnata solo con l'inganno: vi riuscirono i Sabini con il tradimento di Tarpea che, per amore o per interesse, secondo le differenti versioni delle leggende, aprì loro le porte.

Verso la fine dell'età monarchica (VI sec. a.C.), quando Roma già aveva cominciato ad entrare in conflitto con i popoli circostanti, il Campidoglio, oltre che l'acropoli, divenne anche il santuario cittadino e punto di riferimento religioso per le genti latine. Così Tarquinio il Superbo intraprese la costruzione di un edificio sacro che fu dedicato a Giove, Giunone e Minerva, la triade capitolina. Da allora il colle fu il luogo più sacro della città, simbolo del potere dell’Urbe, esercitato per volontà degli dei ed il suo prestigio crebbe insieme con l’espansione del dominio romano. In seguito, attorno al santuario furono edificati altri templi, furono collocati altari e statue. Qui, con sacrifici, erano celebrati gli eventi solenni di Roma come l’intrapresa delle campagne militari, il conferimento dei poteri ai consoli ed i trionfi dei comandanti vittoriosi.

In epoca imperiale il Campidoglio visto dal Foro, mostrava sull'altura maggiore, il Capitolium, il grande tempio di Giove e sulla destra, nel punto più alto dell'Arx, dove ora si trova la chiesa dell'Ara Coeli, il tempio di Giunone Moneta. Più in basso, nel 78 a.C. al tempo di Silla, fu eretto il Tabularium, l'Archivio generale dello Stato: un poderoso edificio, innalzato su un gigantesco muro di sostegno, percorso in tutta la sua lunghezza da un porticato con grandi aperture sul Foro.

Nel Medioevo il colle diventò il Monte Caprino e l'area del Foro fu denominata Campo Vaccino: i toponimi popolari evocano con efficacia le sorti medievali di quest’area dell'Urbe. Infatti, ormai piuttosto lontano da un centro cadente e spopolato, che gravitava fra il Tevere e il quartiere di Borgo, cresciuto davanti alla Basilica di S. Pietro, il Campidoglio si era trasformato in pascolo per le greggi e nel Campo si teneva la fiera del bestiame.

Sull'Arce, l'antica rocca, dove si adergeva il tempio di Giunone Moneta fu edificata una chiesa cristiana, Santa Maria in Aracoeli. Degli altri antichi monumenti, rimanevano solo alcune possenti strutture del Tabularium, i cui blocchi furono riusati per costruire le fortezze delle potenti famiglie romane. Nonostante la decadenza, per i Romani il Campidoglio restava il Colle augusto, il simbolo della città. Così, nel 1143, quando il popolo guidato da Arnaldo da Brescia insorse contro il pontefice, il Campidoglio fu scelto come sede delle magistrature comunali, per i Senatori e per le riunioni dei cittadini. Sui robusti muri del Tabularium fu innalzato, forse nel secolo successivo, il Palazzo senatorio destinato a diventare un castello dalle torri quadrate, cui furono aggiunti un portico ed una gradinata. L’insieme architettonico, però, rimase senza ordine e simmetria, finché intervenne Michelangelo con un progetto risalente al 1536, imperniato sull’idea di una delimitazione dello spazio per mezzo di una piazza trapezoidale, tesa a sottolineare i valori prospettici. Al centro della piazza l’artista collocò la statua equestre dell’imperatore Marco Aurelio, che papa Paolo III fece trasferire dal Laterano. Il preesistente Palazzo senatorio fu raccordato all’ambiente circostante tramite il doppio scalone d’ingresso, con la fontana centrale sormontata dalla statua della dea Roma. L’edificio funge da grandiosa quinta con la torre centrale e la fronte spartita da paraste. Le sue proporzioni sono inoltre valorizzate dalla posizione divaricata che, verso di esso, assumono gli altri due palazzi delimitanti la piazza ad est e ad ovest: il Palazzo dei Conservatori (dal 1563) ed il Palazzo nuovo o dei Musei capitolini (1644-55). Sul quarto lato culmina la grandiosa cordonata con le due sculture dei Dioscuri, opere di tarda età imperiale: essa è concepita come un ponte tra il poggio e la città ed esalta l’effetto scenografico dell’intero complesso. La piazza, con i due prospetti, l’uno verso San Pietro, l’altra sulle vestigia del Foro, assurge a simbolo, laico e religioso insieme: il Campidoglio come umbilicus mundi e come Sacro monte.

Questa, a grandi linee, la storia del Campidoglio. Tuttavia la vicenda non è finita giacché continua in un altro continente. Nel 1790 Thomas Jefferson e Alexander Hamilton decisero di stabilire la capitale degli Stati Uniti d’America a Washington e tre anni dopo cominciò la costruzione del grande Campidoglio (Capitol) sulla collina ad est del Potomac. Verso la fine del secolo XVIII gli apparati governativi, finanziari e legislativi vi si cominciarono a trasferire, ma nel 1814 i Britannici lo incendiarono sicché l'intero progetto del Washington Distretto di Columbia fu quasi accantonato. Con una decisione in extremis, il Campidoglio fu ricostruito tra il 1817 e il 1819. Le due ali della Camera e del Senato furono aggiunte nel 1857, la cupola metallica del peso di 4.000 tonnellate nel 1863, infine la facciata orientale fu edificata intorno al 1950, cosicché l'attuale complesso è grande più del doppio di quello originale. Il Campidoglio è l'epicentro e il simbolo della città: infatti i viali principali della capitale convergono tutti in un punto immaginario sotto la cupola. La Capitol Rotunda è decorata con un affresco dipinto dall'italiano Costantino Brumidi. L’affresco raffigura L'apoteosi di Washington, ossia l'ingresso in paradiso di George Washington, primo presidente della Confederazione, accolto da tredici angeli a simboleggiare i tredici stati fondatori. Gli atri sono adornati con dipinti murali che rappresentano gli eroi nazionali e le loro gesta: il più recente effigia gli astronauti morti a causa dell'incidente occorso alla navetta Challenger. Nello Statuary hall, atrio delle statue, sono collocate gigantesche sculture. In teoria avrebbero dovuto essere dedicate a due personaggi importanti per ciascuno stato della Confederazione, ma in realtà ne è stato scolpito un numero un po’ inferiore, perché il pavimento non avrebbe retto il peso del marmo necessario.

Ci si potrà chiedere quale sia il nesso tra il Campidoglio di Roma e quello di Washington: di là dal nome, che cosa li accomuna? Entrambi sorgono su un’altura, sulla riva sinistra di un fiume, rispettivamente il Tevere ed il Potomac; ambedue sono edifici e luoghi emblematici. Tuttavia il legame è molto più profondo ed occulto: mi riferisco alla relazione tra l’Urbe e quella che, dopo Mosca, Bisanzio-Costantinopoli e Roma, potrebbe essere definita la Quinta Roma. Come nell’antichità Roma fu il centro politico, economico e culturale dell’orbe terracqueo, così dal primo dopoguerra in poi gli Stati Uniti d’America sono assurti a cuore del mondo: la luce della fiaccola stretta nella destra della Statua della “Libertà” ha gettato i suoi bagliori corruschi e sinistri sul pianeta, svettando con il suo capo contornato da raggi-corni, all’imboccatura di Manhattan. Sono tutti simboli, che, dietro i significati convenzionali, nascondono valori oscuri, come quell’orrenda testa del colle Tarpeio, come il teschio della famigerata Skull and bones, la setta di origine tedesca fondata nel 1832 su iniziativa di William Huntington Russell e di Alphonso Taft e che, da allora, ha la sua sede a New Haven, nel Connecticut, in un edificio sulla High Street denominato "La tomba".

Un filo invisibile collega l’Urbe a Washington, città in cui la planimetria, insieme con molti edifici e monumenti, crea un disegno esoterico, con cifre massoniche, esagrammi, pentacoli capovolti…

Anche l’emblema dei papi, con la mitra al centro e le due chiavi, una d’oro, l’altra d’argento, se colto con uno sguardo penetrante e, per così dire, obliquo, svela, in filigrana, l’effigie di un teschio con le tibie disposte a decusse. D’altronde la Chiesa cattolica non è forse considerata, per alcuni versi, l’erede della Roma pagana? Il teschio si attaglia perfettamente alla Chiesa universale. Le capitali di domini universali furono edificate su luoghi dal significato magico (si tratta con ogni probabilità di magia nera): la Roma monarchica, repubblicana e dei Cesari sfidò i secoli per crollare miseramente sotto i colpi dei Germani, ma, dalle sue rovine fumanti, come l’araba fenice, sorse la splendida e corrotta Roma dei papi. Washington, la Quinta Roma, oggi tiene lo scettro del potere, mentre il pontefice della Chiesa ecumenica regge il pastorale, nel segno della diarchia del Nuovo ordine planetario.

Eppure anche questi due imperi contemporanei sono destinati a rovinare sotto il peso del loro immenso, iniquo potere.


Fonti:

M. De Pieri, Il numero, 2005

Enciclopedia dell'arte, Mlano, 2002

Enciclopedia dell'arte antica, Roma, 1997

Enciclopedia dell'arte medievale, ibid., 1997

D. Icke, Il segreto più nascosto, Diegaro di Cesena, 2001, cap. 17, La lingua segreta.

A. G. Sutton, America’s secret establishment An introduction to the Order of skull and bones, 2006. Si narra che Prescott Bush, nonno dell’attuale presidente degli Stati Uniti, George Walker Bush, trafugò il teschio del capo nativo americano Geronimo, profanandone la tomba. Il macabro trofeo denota il carattere tenebroso della loggia.

C. Westbrook jr, The talisman of the United States Signatures of the invisibile brotherhood

28 maggio, 2006

Apophis

Apophis è il serpente gigante della mitologia egizia che condensa in sé tutti i rettili nemici dell’armonia cosmica. Attestato dal Primo periodo intermedio (2195-2064 a.C.), Apophis figura nei Testi dei sarcofagi come nemico di Ra e del defunto con i quali combatte una battaglia senza fine, descritta dai libri funerari del Nuovo Regno (1543.1069 a.C.). Il serpente dimora nelle viscere della terra dove non filtra la luce del sole ed entra in azione in tutte le tappe del viaggio celeste del sole per ostacolarlo, dall’alba a l tramonto. Dèi come Seth. Iside e Neith danno manforte a Ra, nella sua strenua lotta contro il pernicioso serpente, che il dio dalla testa di falco, con le sembianze di gatto, annienta presso l’albero ished, pianta legata al culto solare, ad Eliopoli.

Che cosa adombra questo antico mito? Il serpente nella cultura egizia è “solo” un simbolo, l’emblema di un’energia distruttrice, di una luce oscura oppure è il ricordo di una razza ostile che, da tempo immemorabile, decide il destino dell’umanità, sopraffacendo tutti coloro che le si oppongono.

È noto che le piramidi di Gizah riproducono con la loro disposizione l’allineamento stellare della cintura di Orione, così come è stato scoperto che uno dei “canali di aerazione” della “piramide di Cheope” puntava verso l’astro Thuban, nella costellazione del Draco, l’altro verso Zeta Orionis, intorno al 10.500 a.C. Tali orientamenti hanno unicamente un significato astronomico? Circa 4700 anni fa Alpha Draconis era la stella che indicava il nord celeste, quando regnava la seconda dinastia thinita nella terra dei faraoni ed al tempo del re di Uruk, Gilgamesh. Se, invece, alludessero ai sistemi stellari da cui provennero degli… invasori cosmici?

Chi può rispondere a questi interrogativi? Quale significato e quali risonanze acquisirebbe una risposta, che si nasconde tra le volute delle galassie e nel labirinto dei miti?

Qual è la vera origine di culture come quella egizia, sumera, cinese…? Furono create dai superstiti di una civiltà atlantidea semidistrutta da un cataclisma o da una guerra? I testi, l’archeologia, l’archeoastronomia, l’antropologia, la paleontologia, la paleobotanica… ci offrono degli indizi che a volte sembrano convergere verso la risoluzione dell’enigma, talora conducono sull’orlo di abissi. Tuttavia la domanda fondamentale non è tanto quella sulla genesi: quelle antiche civiltà furono fondate dai discendenti di Atlantide, da genti dello spazio o, come vogliono gli storici e gli archeologi ufficiali, da gruppi umani del Neolitico? Il quesito cruciale è un altro: per quale motivo il disegno della storia, a circa cinque mila anni di distanza da quando fiorirono quelle civiltà medio-orientali, tende a formare le spire di un serpente che stritola le sue prede?

Credo che le classi dirigenti nell’antichità, nel Medioevo, nell’età moderna e contemporanea abbiano perseguito e perseguano il fine di rafforzare il loro infame potere attraverso il controllo della conoscenza e della coscienza: furono elaborate, anzi inventate, le religioprigioni e più tardi i sistemi empirico-razionalisti. Per quanto possa apparire strano, la “scienza” e la religioprigione non furono mai veramente avversarie, perché ambedue si fondano sulla scissione, sulla divisione, sulla frattura. La “scienza” era ed è destinata ad intelletti più svegli, mentre la religioprigione è ammannita al vulgus: entrambe, però, con il loro schematismo manicheo (vero/falso; res cogitans/res extensa; giusto/ingiusto; Inferno/Paradiso) sono idonee per disgiungere i due emisferi della mente. Divide et impera: dividi in primo luogo l’anima. “L’uomo non osi separare ciò che Dio ha unito”: gli stolti pensino pure all’indissolubilità del matrimonio; in realtà non avremmo dovuto scindere i due principi.

Ancora una volta per tentare di capire bisogna considerare i simboli, simili a stigmate profondamente incise, indelebili. La triade divina è un archetipo radicato presso le etnie che popolarono le regioni solcate dal Nilo, dal Tigri e dall’Eufrate. Il modello fu ripreso dal primo concilio di Costantinopoli, nel 381 d.C. che sancì il dogma della Trinità, in nuce già ideato nel sinodo di Nicea del 325 d.C. Mutatis mutandis, il solito trucco diventò “verità” di fede. La dea sparì sostituita dallo Spirito Santo che, però, in ebraico (Ruach) è femminile. La luce selenica fu quasi del tutto eclissata dall’abbacinante bagliore di dèi ed eroi solari, la sua energia si affievolì. Il chiarore della “ragione” e della “verità” accecò le menti. Lo stato e la chiesa stipularono la loro alleanza sotto il segno dell’in hoc signo vinces, in seguito con il cristianesimopagano che assurse a religione ufficiale dell’Impero romano, auspice Teodosio.

Qualcuno tentò di opporsi al grande inganno che come la “purga” di montaliana memoria, dura da sempre, senza un perché? Penso di sì: Urukagina, Amenophis IV, Giuliano, Celestino V, Dante Alighieri, Leonardo da Vinci, Giordano Bruno, Giacomo Leopardi, Giovanni XXIII, John Fitzgerald Kennedy, John Lennon… Uno strano elenco, mai quanto la realtà che essi intravidero e di cui svelarono o ri-velarono qualche scorcio.

In che cosa consiste la liberazione dalle catene? Nella conoscenza, la stessa che i potentati economici, “scientifico-culturali”, le chiese occultano per continuare a raccontare le loro immonde menzogne, per esercitare il loro dominio in modo incontrastato con “buone novelle” che non sono buone e ancor meno nuove, essendo vetustissime, superstiziose credenze, via via aggiornate, secondo il contesto e le necessità.


Conoscenza di che cosa? Specialmente dei simboli segreti più rivelatori di mille prove scientifiche. Si pensi, ad esempio, alle cattedrali gotiche: s’innalzano nel cielo quelle magnifiche costruzioni simili ad enormi stalagmiti. Ci hanno sempre insegnato che lo slancio verticale delle chiese gotiche esprime l’anelito mistico verso Dio e la trascendenza, ma altri due sensi oltre a questo exoterico si nascondono tra gli archi, le vetrate policrome, i pilastri polistili: uno esoterico ed uno occulto. Il primo evoca la venerazione per la Vergine celeste, quale principio cosmico: le chiese gotiche di Francia e Germania sono disposte a formare il profilo della costellazione di Astrea. Non di meno le gargouilles, i draghi alati ed altre sculture raffiguranti animali terrifici sono soltanto decorazioni apotropaiche? A Denver, nell’Impero di USAtana, è stato costruito un aeroporto internazionale che pullula di simboli simili. È una coincidenza oppure è la medesima sinopia che contorna luoghi e messaggi occulti?

La fioritura improvvisa dell’arte gotica prima nell’Ile de France, quindi in altre regioni europee, si deve ai Templari: tra i loro iniziati agivano soltanto avidi banchieri e ministri di culti oscuri oppure qualcuno di loro custodì e trasmise a pochi eletti una veneranda tradizione che sia la Chiesa sia gli ordini massonici tentarono in ogni modo di cancellare?

Insomma nell’oscurità che impenetrabile, densa ci avvolge, la luce che, a volte, balugina è quella di una stella o è un fuoco fatuo?

Chemtrail Debunking Operation (seconda parte)

E' iniziata l'operazione debunking

Ok. Nessuno guarda il cielo. Nessuno lo stava a guardare negli anni passati, tantomeno nessuno alza gli occhi al cielo ora. Pochi di noi si sono resi conto che qualche cosa, sulle nostre teste, non quadra...

Per quanto mi riguarda, essendo un naturalista, appassionato di meteorologia, astronomia e... tutti gli altri argomenti nei quali i nostri cieli sono parte preponderante e centrale per la nostra esistenza, non mi ci è voluto molto per capire, il 7 maggio del 2005, che stava accadendo qualche cosa di a dir poco anomalo: anche la Liguria occidentale era diventata fulcro di esperimenti non ben identificati, sulla scia di quelli iniziati nella seconda metà degli anni novanta in Canada e negli Stati Uniti e poi proseguiti in Europa ed in Italia.

Per decine di anni, nel terso azzurro cielo di Sanremo, si potevano ammirare le classiche nuvole dalle forme caratteristiche. Spesso ci si soffermava ad osservarle, ammirando stupiti la fantasia della natura. Ecco... la natura. Esse erano nuvole "naturali". Erano il risultato delle normali condizioni atmosferiche. E cosa dire allorquando il tempo era soleggiato? Uno spettacolo! Colori vividi, che spaziavano dal blu terso, sino a degradare in un delicato azzurro. Albe e tramonti erano da mozzare il fiato.

Per inciso, visto che si parla di aerei e di scie chimiche, non ricordo di aver mai assistito a spettacoli da film di fantascienza come, invece, in questi mesi accade. Si notava il consueto, trascurabile passaggio di aerei di linea ad alta quota. Così alti che, a mala pena, se ne distingueva un'evanescente traccia da essi lasciata (la vera scia di condensazione). Dei puntini all'orizzonte.

Da una anno a questa parte, la situazione è radicalmente mutata. Velivoli come KC-135, KC-10, MD-80, 747, opportunamente modificati, di solito interamente dipinti di bianco, oppure completamente neri o grigio scuro, senza contrassegni, volano a bassa quota, percorrono corridoi a dir poco anomali, effettuano virate improvvise, si incrociano tra loro, volano in formazioni da tre a sette e... rilasciano scie lunghe chilometri che, col passare dei minuti, anzichè dissolversi, aumentano di dimensione come la panna montata ed in breve occultano il sole, tanto che esso può essere osservato direttamente senza venirne accecati.

Tutto questo è normale? Per taluni beoti personaggi sì. Per i debunkers... anche. Per i politici e per le istituzioni, il problema è frutto di fervida fantasia cospirazionista.

Ma ecco che, come di solito accade con tutto quello che si vuole fare nascostamente, il velo di protezione offerto dai media tutti e dalle autorità conniventi, rischia di venire squarciato da quanti, con i mezzi messi a disposizione da Internet, hanno iniziato campagne di divulgazione a tappeto, rischiando anche in prima persona, ma certi che era l'unico modo per scavalcare il muro di gomma eretto dalle autorità e dai mezzi di informazione(?).

Continuare a nascondere una siffatta capillare operazione di irroraggio chimico e biologico di vaste aree del globo, per mezzo di enormi velivoli, sta diventando sempre più difficile. Troppe persone cominciano ad essere coscienti di quanto sta accadendo. Altre, cominciano a porsi ed a porre delle scomode domande. I forum di discussione iniziano ad essere un pericoloso (per gli "illuminati") terreno di coltura per la conoscenza del fenomeno. Ecco quindi che urge inventarsi nuovi modi di offuscamento delle menti e nuovi metodi... "rieducativi", atti a disinformare o meglio... utili per assuefare il comune cittadino a quanto, magari distrattamente, osserva e far sì che tutto gli appaia normale e consueto.

E' quindi iniziata, da molti mesi, una capillare campagna diseducativa, che più propriamente chiamerei con il suo nome, ovvero: "Ricondizionamento subliminale".

Il progetto parte da molto in alto, è evidente, ma quello che disarma e preoccupa maggiormente, è il fatto che esso si appoggia sulla totale compiacenza di varie branche dell'informazione multimediale, cominciando dagli spots pubblicitari, passando per i cartoni animati, film e telefilm, per arrivare alle trasmissioni per le previsioni meteo ed i telegiornali.

Il metodo adottato è tanto semplice, quanto insidioso. Tutti noi sappiamo che, se ci si abitua a certe situazioni di vita, tutto diventa più sopportabile. E' così, sia per i rapporti sociali, sia per l'ambiente in cui si vive o si lavora. Nessuno fa infatti più caso, per esempio, al rumore causato dal traffico sulle strade, nemmeno la notte. Il cervello si abitua e fa sì che certi rumori vengano, per quanto possibile, ignorati, a livello cosciente. Diversamente... sarebbe la follia.

Sfruttando quelle che sono le conoscenze acquisite sul condizionamento subliminale, ormai non v'è spot televisivo, cartoon o film, dove non siano riprese ampie panoramiche di pochi secondi, che ritraggono le famigerate chemtrails.

Attenzione! Il vero messaggio subliminale implica immagini che durino centesimi di secondo, poichè non è l'occhio cosciente che deve vedere, ma il subcoscente che deve recepire, ma nel caso delle scie chimiche, ciò non è necessario. Lo scopo è assuefare le persone non attente o non consapevoli ai nuovi "panorami" e, in primis, alla presenza di scie anomale nei nostri cieli.

L'aspetto più inquietante di tutta questa vicenda, è rappresentato dal fatto che, se nei films o nelle pubblicità, vista la sempre più pervicace presenza di chemtrails, è in un certo qual modo comprensibile che esse appaiano per caso(?), non si può dire la medesima cosa nei cartoni animati, laddove, queste, necessariamente, devono essere appositamente disegnate o ridigitalizzate da riprese effettuate in pre-produzione. Ne è un esempio l'ultimo prodotto in fase di realizzazione, della Walt Disney, già tristemente famosa per aver inserito, spesso, fotogrammi subliminali inequivocabilmente a sfondo satanico o pornografico.

Più recentemente, in aggiunta al "messaggio multimediale" classico, si è assistito a commenti, ad opera del meterologo di turno, relativamente a non ben precisate "Velature e stratificazioni ad alta quota", che poi intendono giustificare quella patina biancastra che si forma sempre dopo il passaggio dei tankers chimici e che purtroppo fa parte del panorama, oramai, sei giorni su sette (ci si salva nei giorni di stop dei voli per ordinaria manutenzione o perchè dirottati su altre areee).

Se da un lato, per una persona adulta e cosciente di quanto accade, tutte queste azioni, possono solo essere motivo di sconcerto e collera, è indubbio che, per tutti coloro che ignorano completamente l'esistenza del problema "Scie Chimiche" e, soprattutto, per le nuove generazioni (che di per sé, non possono attingere ad esperienze passate), questa abile operazione di debunking è drammaticamente insidiosa, tanto quanto lo sono le chemtrails.

A questo punto, penso proprio che ci rimanga poco tempo per agire. Signore e signori... Il lavaggio del cervello è cominciato e questo... è solo l'inizio!

**Straker**

27 maggio, 2006

Chemtrail Debunking Operation (prima parte)



Un'aviocisterna vola a quota molto bassa e rilascia un nuovo tipo di aerosol, che si dissolve subito e solo in seguito si trasforma in una inconsistente patina biancastra. La nuova tecnica di dissimulazione richiede, però, passaggi a quote più ridotte del normale. Non fatevi ingannare! Sono sempre SCIE CHIMICHE!

**Straker**

L'italiano medio-basso (articolo di wyxyx)

Qualche giorno addietro, mi rilassavo sul sofà, davanti alla televisione, come spesso faccio. Il dito del telecomando si ferma su una partita di tennis al Foro italico, durante gli "Internazionali d'Italia". Una Italo-svizzera, Romina Oprandi, ed una Russa. Partita avvincente, la ragazzona italiana (chissà perché ha poi deciso di vivere in Svizzera), gioca un tennis di altri tempi, ricco di fantasia e non solo muscolare come quello di oggi. Alla fine grande vittoria!

Durante la consueta intervista di fine partita un giornalista, ovviamente a conoscenza delle simpatie calcistiche della giovane atleta, chiede: "Ma lei, dopo quello che sta succedendo, è ancora Juventina?" La ragazzona italo-svizzera strabuzza un po' gli occhi e, quasi scocciata e infastidita dalla profondità della domanda, risponde: "Ma ovviamente, perché non dovrei più esserlo?"

Lungi da me commentare quello che sta accadento nel mondo del calcio e i suoi risvolti per l'italiano medio (basso), ma come possiamo pretendere o solo minimamente sperare che il mondo dei media apra gli occhi su argomenti drammatici come le guerre per petrolio e potere, le scie chimiche, il missile cruise che colpisce il Pentagono durante l'11 settembre... quando un giornalista pone una domanda tanto idiota?

Grazie Romina, per la splendida partita e per la faccia disgustata alla domanda di tale beota della stampa.

26 maggio, 2006

Torquemada

Absit iniuria verbis

L'efficacia della dialettica e la verità non possono nulla contro i dogmi.

L’altra sera un fazioso Enrico Mentana, nel suo programma, Matrix, ha avuto come ospiti Marco Taradash e Giulietto Chiesa per affrontare il tema dell’autoattentato del 9 11. Giulietto Chiesa, interpellato per commentare la documentazione relativa al missile che distrusse un’ala del Pentagono ed altre incongruenze di quel tragico giorno, ha dimostrato di essere, nonostante alcune titubanze e debolezze, un vero giornalista che non si limita a riportare le veline e le mendaci versioni ufficiali, perché, avendo scoperto delle “incrinature” nella storia raccontata dai media di regime e dalla commissione d’”inchiesta”, ha deciso di approfondire e di verificare.

Un'altra persona che, come Chiesa, ma con stumenti molto più raffinati, ha studiato, insieme con validissimi collaboratori, retroscena, risvolti, implicazioni del 9 11, accumulando una mole notevole di materiale dal valore incontrovertibile (fotografie, analisi, filmati, studi di esperti, articoli…) è il geniale ed arguto Massimo Mazzucco, l’ideatore di
www.luogocomune.net, un sito che consiglio caldamente di visitare per scoprire quante ignominiose menzogne hanno ammannito all’opinione pubblica i soliti scellerati.

Taradash no. Taradash è stato solo capace di ingiuriare e di aggredire tutti coloro che non la pensano basandosi sulle sue distorte, aberranti idee: Taradash mi ricorda quei fanatici, ottusi “fedeli” che si aggrappano ai loro granitici pregiudizi con mostruosa, stolida pervicacia e che rifiutano di porli tra parentesi anche solo per un attimo. Taradash, con l’atteggiamento di un inquisitore formatosi sulla sua Bibbia, il Malleus maleficarum, ha saputo soltanto berciare, come un invasato, il suo putrido, maleodorante dogma: gli Stati Uniti d’America sono una democrazia (sic), una grande nazione democratica, ergo non è logicamente possibile che la commissione d’”inchiesta” sul 9 11 abbia insabbiato la verità.

L’evidenza, le prove, le testimonianze non valgono niente per Torquedash, poiché contraddicono la sua stupida equazione: AMERICA=LIBERTA’=DEMOCRAZIA. Colui, nella sua infinita dabbenaggine, non è neppure mai stato sfiorato dal dubbio che gli Stati Uniti potrebbero essere per lo meno un regime plutocratico, laddove sono una delle tante teste dell’Idra, il governo occulto mondiale. Pretendiamo forse un salto quantico, una metànoia, un modo di ragionare scevro da irrigidimenti e da preconcetti? Perché codesto scervellato non comprende che quella che può sembrare coerenza spesso è sinonimo di chiusura e di atrofia mentale?

Infine, però, che cosa ci si può attendere da Torquedash? La risposta è nel suo cognome: qualcuno evidentemente gli ha fatto il lavaggio del cervello.

24 maggio, 2006

Tautoteologi (quarta parte)

Absit iniuria verbis

Mauro Pesce è un insigne storico del Cristianesimo, docente universitario dell’Università di Bologna. Il volume da lui curato “Le parole dimenticate di Gesù”, sebbene sia stato concepito e scritto per un pubblico di specialisti, ha conseguito un inatteso risultato di vendite. Perché? Non solo poiché il professor Pesce dimostra una commendevole dottrina, ma anche in quanto, con argomenti persuasivi, è riuscito a delineare un’immagine del Messia finalmente più aderente ai testi, togliendo tutte quelle incrostazioni che generazioni di stolidi catechisti e di tautoteologi vi avevano depositato. Così le lettere paoline, i Vangeli canonici e quelli non riconosciuti, i frammenti papiracei, le citazioni nelle opere dei Padri della Chiesa (io direi delle chiese) ci restituiscono un’immagine di Gesù nuova, lontana dai soliti, frusti stereotipi. Quantunque la limpida introduzione del libro possa sembrare un’esposizione ‘ortodossa” ed asettica sulle fonti, in realtà, dietro i modi pacati dello stile, si nascondono affermazioni quasi rivoluzionarie, rivoluzionarie ovviamente per la gente comune e per gli arcigni tutori del dogma, non per me e per chi ha approfondito senza aspettare la manna dal cielo. Si mediti su certe asserzioni: “Nella prima metà del II secolo esisteva una tradizione orale che veniva considerata addirittura più importante di quella scritta; essa coesisteva con la produzione di diversi vangeli e opere su Gesù non ancora discriminati secondo criteri di presunta ortodossia; la collezione canonica è una base teologica veneranda ed irrinunciabile per le chiese di oggi, ma non è uno strumento preciso per conoscere la realtà storica dei primi due secoli del cristianesimo; esistevano molti cristianesimi…”


Dopo aver letto il ponderoso volume curato dal professor Pesce, credo che i cristiani praticanti ed osservanti dovranno porsi qualche domanda in più. Ad esempio, non sarà forse il caso che rivedano la loro morale, tenendo conto delle seguenti parole di Gesù? “Sono venuto per abolire i sacrifici e, se non cesserete dai sacrifici, non cesserà l’ira da voi”.

Il saggio di Pesce potrebbe essere la classica goccia che fa traboccare il vaso, se la comunità degli storici e degli esegeti ne considerasse e comprendesse le implicazioni rivoluzionarie, se lo stesso ordinario fosse un po’ meno timido ed avesse il coraggio intellettuale per proseguire lungo questa strada che si allontana da quel cul de sac in cui sono finiti i tautoteologi. Non so se il professor Pesce intenda, però, affrontare il rischio di essere volgarmente ingiuriato dai vari lacchè della Chiesa. Altri sono stati esposti al pubblico ludibrio per colpe assai meno gravi. Certo, mi pare che le acquisizioni non proprio tempestive del professor Pesce risentano di una visione monoculare: i Messia probabilmente erano due e, se si continua a disquisire sul Cristo, si corre il rischio di aggirarsi in un labirinto senza il filo d’Arianna. Diversamente, non penso che si farà quadrare il cerchio, ma molte dense nebbie che impediscono di scorgere la meta, saranno dissipate. Si ponga pertanto tale assioma: i Messia erano due, uno con ruolo politico, l’altro spirituale e si proceda con serenità ed obiettività negli studi.

Tale premessa purtroppo è pervicacemente rigettata dai caparbi, ottusi fautori dell’establishment “culturale”, il cui atteggiamento di assoluta, pregiudiziale chiusura è simile ai negatori del problema relativo alle scie chimiche. Costoro ricorrono ad “inferenze” pretestuose e capziose per tentare di dimostrare che tutto è riconducibile ai normali voli di linea. Tali debunkers si arrampicano sugli specchi, per far credere che due più due dà cinque. Negando l’evidenza relativa a quote, rotte, frequenza dei voli, corridoi aerei, tipi di velivoli implicati nell’irrorazione, contestando la palmare differenza tra una nuvola naturale ed una nube artificiale, credono di abbindolare le persone, che pur non addentro l’aeronautica, la chimica e la fisica, non sono prive di buon senso e subodorano l’inganno a distanza di mille leghe, senza bisogno di ammissioni ufficiali che, in questi campi, assai difficilmente, potranno essere ottenute. Infine, quando non riescono più a confutare le prove degli avversari, li accusano di usare materiale contraffatto: le fotografie ed i filmati, che costituiscono la smoking gun, per costoro sono sempre e comunque il risultato di manipolazioni. (1)

Immagino già le obiezioni dei tautoteologi: i vangeli canonici sono ispirati da Dio, gli altri NO. Chi l’ha stabilito? La Chiesa voluta da Dio. Bella risposta. La Chiesa fu fondata da Cristo che è Uomo-Dio. Dio ovviamente ispirò gli autori dei quattro libretti. Questi sofisti sanno rispondere solo con petizioni di principio.

Non sembri peregrino il parallelo tra tautoteologi e negatori delle evidenze: vedremo qual è il nesso la prossima volta.



(1) Non si dimentichi che numerosi scienziati, tra cui medici, chimici, meteorologi… hanno appurato, di là da ogni ragionevole dubbio, che le scie chimiche, intese come arma non convenzionale, sono un fenomeno reale, così come storici, esegeti ed archeologi hanno confutato le storielle raccontate dai vari Introvigne, Messori, Socci, Lista, Cardini… Nonostante ciò, le parole dei parolai sono verità rivelate, gli studi degli altri, invece, fandonie. Ipsi dixerunt.

NBC4-TV trasmette uno speciale sulle scie chimiche

"Toxic Sky"

NBC4TV Investigation
Paul Moyer reports: is the government manipulating the weather?

Fonte: NBC4TV - Los Angeles
Original Video URL (E' necessario Windows media Player)


23 maggio, 2006

I prodi di Prodi

Absit iniuria verbis

Finalmente si è insediato il nuovo esecutivo presieduto dal valentissimo Prodi. Il dottor Balanzone ha scelto i collaboratori del suo governo, tutte personalità politiche di notevole caratura: Padoa Schioppa, già da parecchio tempo ministro in pectore, è il titolare del ministero delle casse vuote (se si affrontasse il problema del signoraggio, se non si dilapidassero i denari della collettività per le missioni di guerra, per costruire faraoniche ed inutili opere pubbliche, per gli appannaggi principeschi di una classe di parassiti, per la diabolica “operazione scie chimiche” etc., non avremmo raschiato il fondo del barile); a Fioroni è stato assegnato il ministero dell’ignoranza, a Pecoraro Scanio quello dell’ambiniente, alla Turco quello delle patologie, a Di Pietro quello delle infrastrutture. Quest’ultima designazione ha suscitato perplessità e malcontento tra i sostenitori dell’ex magistrato, poiché molti elettori e simpatizzanti dell’”Italia dei valori” avrebbero voluto l'idolo di pietro al dicastero della giustizia. Dissento: per causare danni irreparabili, un “politico” vale l’altro. Se Di Pietro non farà assolutamente nulla, sarà una benedizione per tutti noi. Ministro degli esteri è uno scolaretto noto per la pronta, canina obbedienza a Bill Clinton, ill suo maestro arcigno e plagosus, quando si trattò di punire quegli scapestrati di Serbi. Un’ottima scelta!

Infine, sorvolando sugli altri prestigiosi, incliti nomi della compagine, come ministro di disgrazia ed ingiustizia è stato designato Mastella. Un’altra decisione sagace, un vero colpo di genio: almeno costui sarà… clemente.

Stop & Go chemtrail operation: the smooking gun

I nostri piloti "chimici" hanno velleità artistiche, con orientamento cattolico. In questa circostanza, infatti, interrompendo il flusso di aerosol (il che dimostra, una volta di più, che non si tratta di scie di condensa), hanno disegnato una... croce.

Il filmato qui proposto è dedicato a tutti coloro che, con somma supponenza (ed incommensurabile tracotante ignoranza), continuano ad affermare che le scie persistenti, che per noi sono "SCIE CHIMICHE, non sono altro che normali scie di condensa. Il video è la classica "pistola fumante". Ho avuto infatti la fortuna di riprendere il misfatto in quella manciata di minuti in cui veniva perpetrato. Ed ora... come la mettiamo? Che spiegazione si inventeranno?

**Straker**



22 maggio, 2006

Tautoteologi (terza parte)

Absit iniuria verbis

Non lo traduco perché essi conoscono l'aramaico, figuriamoci se non sanno la lingua di Roma.

Tra le accuse più frequenti che i pontefici del nulla rivolgono a quegli studiosi che osano mettere in discussione la versione ufficiale circa il Cristianesimo delle origini, bisogna ricordare la seguente: “Costoro conoscono l’ebraico, l’aramaico, il greco, il latino, il copto, la patristica, la filologia… ? No. Allora tacciano e non osino penetrare nel sancta sanctorum dei Vangeli. Umilmente obbediamo. I detrattori ricorrono agli stessi argomenti di chi sostiene la ridicola versione ufficiale in ordine al 9 11: “Sei un esperto di statica, di tecnologia delle costruzioni per stabilire che le Torri gemelle crollarono e si sbriciolarono, a causa soprattutto di una serie di microcariche fatte esplodere al momento giusto?” Spieghiamo a questi saccenti che il buon senso, l’attitudine alla ricerca non viziata da tare-dogmi, a volte, sono più fruttuosi di tante elucubrazioni e delle loro ragnatele mentali: è un’impresa tanto ciclopica quanto inane.

L’obiezione di cui sopra è del tutto pretestuosa: in primo luogo vorrei sapere se Socci, Introvigne, Lista, Messori e tutti gli altri “profeti” conoscono quegli antichi idiomi. Perché tale domanda non è mai rivolta a codesti tautoteologi? Mario Pincherle, poi, ha una piena padronanza dell’ebraico e dell’aramaico, come del copto: non a caso tradusse dall’antica lingua egizia il Vangelo di Giuda Tommaso. Eppure i nostri amici non lo citano mai o, se lo menzionano, respingono pregiudizialmente le sue conclusioni: infatti Pincherle ha interpretato la figura del Messia in modo discorde rispetto alla communis opinio, sicché è stato ostracizzato. Sintomatico ed eloquente il titolo di un suo illuminante saggio: Il Gesù proibito, Duemila anni di paganesimo cristiano. Paganesimo, proprio così! Certo, di fronte ad un autore che dimostra il coraggio di esprimere delle tesi (?) scomode, invece di nascondersi dietro infingimenti, cavilli e corbellerie, gabellati per verità, la censura ed il disdegno sono inevitabili. (1)

Tuttavia, anche senza una cognizione delle lingue antiche, è possibile, a mio parere, stabilire dei punti di riferimento, formulare ipotesi verosimili: una lettura attenta ed oggettiva dei Vangeli è istruttiva e rivelatrice. Leggiamoli pure in italiano: essi riservano molte sorprese a chi non ha la mente affatto ottenebrata dai preconcetti. Se poi la traduzione nella nostra lingua è radicalmente diversa dagli originali, che cosa dovremmo pensare? Che per decenni sono state ammannite ai fedeli delle versioni quasi del tutto non veritiere? In tal caso, i passi che si leggono durante la Messa ed in altre occasioni sono falsi? Questa sarebbe un’ammissione epocale. Allora lor signori, che hanno compenetrato le lingue antiche, ci offrano delle traduzioni corrette che, a questo punto, presumiamo saranno differenti in modo sconvolgente da quelle diffuse sino ad oggi.

Recentemente una casa editrice cattolica assai prestigiosa ha pubblicato una traduzione della Bibbia dai testi originali. Udite, udite, originali! Leggetela: è soltanto un’altra mistificazione. I numerosi errori, per lo più voluti, sono quelli di sempre: Elohim – è ovvio – è reso con Dio (che rigore!!!), invece che con “Lui-gli-dei” o con “dèi”. ”Noli me tangere” è ancora traslato con il solito grottesco “Non mi trattenere”. Beoti! Non sanno neppure la prima declinazione latina e poi osano dispensarci la “verità”.

Insomma costoro, la cui arroganza intellettuale è pari soltanto alla loro ignoranza, possiedono le stesse conoscenze circa il Nuovo testamento di un bambino che frequenta il primo anno di “dottrina”, utile solo ad indottrinarlo, ma si atteggiano a profondissimi esegeti. In questo Gotha va annoverato anche il tautoteologo per antonomasia, tale Joseph Ratzinger che, dal 2005, è assiso comodamente “sullo scranno di Pietro”. Qualche settimana addietro, Benedetto XVI, riflettendo sulla resurrezione di Cristo, affermò che tale evento non deve essere inteso solo nel suo significato spirituale (sic): infatti Cristo, dopo essere risorto, come è narrato nel capitolo XXI del Quarto vangelo, mangia del pesce arrostito. In primo luogo, il fine tautoteologo non ha capito che i pesci possono avere un valore simbolico, quindi ignora che il capitolo in esame è una maldestra interpolazione, infine dimentica che il Messia, quello vero, non quello inventato, era probabilmente vegetariano. Benedetto, racconta le tue fandonie agli imbecilli totali, non a persone che almeno sanno contare sino a venti!

Qualcuno potrà obiettare, dicendo che Ratzinger è al corrente di tali aspetti testuali ed esegetici, ma che non può e non vuole rivelarli per evitare di confessare che, da almeno duemila, anni si mente in modo spudorato. Su questo concordo: infatti i catechisti ed i loro accoliti si dividono in due categorie, le persone in mala fede, come il papa, e gli ottusi-saccenti. Entrambe queste genie sono disprezzabili, ma soprattutto la prima. Solo che, se l’ignoranza non fosse diffusa in modo così capillare, la gente in mala fede non avrebbe il facile gioco che purtroppo ha.


(1) Pincherle è solo un esempio fra mille: perché non ricordare almeno lo storico delle religioni, Ambrogio Donini?

21 maggio, 2006

La metempsicosi in una nuova "luce"

Lo statunitense Alex Collier è un presunto contattato le cui divulgazioni spaziano dalla storia antica alla religione, dalla genetica alla fisica ed alla cosmologia. Egli fu avvicinato, circa trentacinque anni fa, da visitatori originari dalla stella Mirach, nella costellazione di Andromeda, che altresì proverrebbero dal futuro. Vediamo succintamente le informazioni che gli Andromediani hanno trasmesso a Collier per verificarne il tenore.

Per quanto attiene alla storia dell’umanità, Maroney, il portavoce degli Andromediani, ha rivelato che, da tempi immemorabili, razze extraterrestri visitano il nostro pianeta. Molte vi si insediarono: gli Anunnaki di Nibiru crearono una specie umana, il lulu dei Sumeri, tramite complesse manipolazioni genetiche, mentre cosmonauti di Orione costruirono le piramidi egizie. A proposito del DNA, il corredo cromosomico umano comprende i geni di ventidue razze cosmiche. Per questi geni molte razze palesano uno straordinario interesse, poiché è nel DNA che anima, pensiero, energia… si fondono in modo inesplicabile. L’anima è una consapevolezza, una fonte di energia interdimensionale che, più che trasmigrare di corpo in corpo, crea differenti stati vibrazionali percepiti come involucri materiali. La psiche, attraverso le varie esistenze, conserva i ricordi delle vite anteriori, anche se spesso in forma molto offuscata.

Maroney ritiene che Gesù sia stato un personaggio composito, che predicava anche la dottrina della metempsicosi, condannata dalla Chiesa nel 545 d.C. Da molti secoli opera una razza ibrida i cui individui sono assai longevi e che dominano le èlites politiche. A costoro alluse pure Winston Churchill, quando evocò non meglio definiti “personaggi” molto potenti: ciò spiega perché l’umanità, sebbene possieda un DNA regale, ossia contenente le tracce geniche di ventidue razze, non si sia evoluta sul piano spirituale, essendo rimasta imprigionata in preconcetti e schemi di pensiero ideati da creature negative per soggiogarla. Tale forma di controllo è vitale per le razze ostili. Gli Andromediani preannunciarono nel 2001 un cambiamento per la Terra e l’umanità pressappoco nei termini accennati da altri contattisti e canalizzatori: la svolta dovrebbe occorrere tra il 2007 ed il 2013, quando i poli magnetici si sposteranno, il pianeta transiterà in un’altra dimensione, mentre gli avvistamenti di UFO si intensificheranno per opera di civiltà cosmiche benevole, che, però, non interferiranno sullo sviluppo degli avvenimenti. Il potenziale genetico sarà sbloccato e gli uomini finalmente comprenderanno la loro origine ed i loro destino.

Le varie notizie desunte dal libro di Collier, Defending sacred ground, a volte bizzarre, trovano riscontri nei rapporti di altri contattisti e studiosi: si rintraccia la conferma a posteriori delle teorie di Sitchin su Nibiru ed i Sumeri, il consueto riferimento al passaggio dimensionale ormai imminente…
Originali sono tuttavia il riferimento a Gesù, come figura eterogenea: in questi ultimi anni alcuni storici hanno scoperto, dopo aver a lungo e diligentemente studiato le fonti, che effettivamente potrebbe nascondersi dietro Gesù di Nazareth un personaggio che è il risultato della sovrapposizione e fusione di Giovanni di Gamala, combattente messianista, figlio di Giuda, appartenente ad un’influente famiglia ebrea, con Gesù Bar Abba, il messia sacerdotale cui si devono molti sublimi insegnamenti dei Vangeli. Secondo altri, il ruolo di Giovanni di Gamala, sarebbe stato completamente depoliticizzato per costruire un personaggio umano e divino, Cristo, modellato, per lo più, sullo stereotipo di antichi dèi che si sacrificano per l’umanità al fine di liberarla dal male, muoiono e risorgono. Giovanni sarebbe servito, per così dire, come semplice profilo per dipingere poi i lineamenti del divino Salvatore.

Ancora più intriganti sono le informazioni relative al DNA, inteso anche come archivio di ricordi, come “ponte” tra anima e realtà. Il chimico ed ufologo toscano Corrado Malanga, studiando attraverso sedute ipnotiche, la programmazione neurolinguistica e la grafologia, i racconti di presunti rapiti, ha constatato un nesso tra DNA e coscienza, come obiettivo delle interferenze di alieni, intenti talvolta a trasferire la memoria da una psiche ad un’altra.
Recentemente un’altra studiosa, Daniela Giordano, partendo da un’esperienza che risale al 1978, quando una notte vide un essere glabro, dai grandi e dolci occhi azzurri, che teneva tra le mani una piccola piramide, ha riconosciuto la pregnanza di concetti elaborati da Grazyna Fosar e da Franz Budorf, rispettivamente fisico e matematico. I due ricercatori hanno divulgato i risultati ottenuti nel campo della genetica da scienziati russi e tedeschi, quali Fritz Albert Popp. Popp, che è un biofisico, “ha condotto ricerche sul fenomeno dei bio-fotoni, una naturale radiazione luminosa emessa da ogni organismo vivente. Questa radiazione bio-fotonica è molto debole e può divenire visibile solamente con metodi di rafforzamento in una camera oscura. Popp ed il suo gruppo di ricerca osservarono che il nostro corpo non solo emette luce, ma che la assorbe anche dall’ambiente… Ulteriori ricerche dimostrarono che qualcosa all’interno del corpo è in grado di immagazzinare l’energia della luce… e che la memoria della luce si trova nel DNA, in quella parte denominata “DNA silente”. A causa della caratteristica forma, il DNA rappresenta un’ideale antenna elettromagnetica, che si comporta forse come un microprocessore biologico idoneo a comunicare con l’ambiente. Per questo motivo – chioso – alcuni contattati affermano che gli alieni stanno modificando il DNA umano col fine di prepararli ad una percezione nuova del mondo, più viva, penetrante. Non è forse un caso se Whitley Strieber riferì che i visitatori erano stati attratti su Gaia dalla luce, dalla luce dell’anima, non da quella irradiata dalle città durante la notte.

Sempre circa il DNA, il numero ventidue ad esso correlato, riporta alla mente le altrettante lettere dell’alfabeto ebraico che corrispondono agli archetipi cabalistici attraverso i quali prende forma la “realtà”.

Concludo con un insegnamento di Maraney. Ci aiuti a riflettere e, se possibile, a capire. “La verità giace silente dentro di voi, come razza. Sul vostro mondo il condizionamento è la voce che parla più spesso. Non è con parole o pensieri da voi espressi che la vostra anima si rivelerà. Nella nostra percezione, è attraverso il silenzio dell’uomo che riusciamo a comprenderlo meglio. Gli esseri umani sul vostro pianeta diverranno ciechi, se continueranno a camminare come l’ombra della loro stessa illuminazione".

Nota: le fonti del presente studio saranno indicate in Apocallisi aliene, di prossima pubblicazione.

20 maggio, 2006

Universi paralleli

Per Patricia Cori la domanda se esistano o no gli alieni non ha più senso, poiché per questa italo-statunitense nata a San Francisco e residente da anni nel nostro paese, essi sono già tra noi ed un contatto è ormai imminente. La Cori cominciò a ricevere messaggi dall’Alto consiglio siriano, cioè entità extraterrestri, dopo che aveva percorso i cerchi del gigantesco pittogramma denominato Julia set e comparso in Inghilterra.

I messaggi canalizzati dalla Cori riguardano argomenti di fisica e di cosmologia, il cambiamento vibrazionale della Terra, la necessità di smascherare gli inganni e le bugie del governo segreto. La realtà quadrimensionale, secondo i Siriani, non è l’unica: esistono altri livelli paralleli di realtà-coscienza, in cui vive l’alter ego di ciascuno di noi. Tale bizzarra rivelazione ha trovato una conferma, per quanto ipotetica, in teorie cosmologiche che contemplano la coesistenza di universi paralleli, in cui potrebbero addirittura valere leggi fisiche differenti da quelle che conosciamo. Tra gli altri, il fisico giapponese Michio Kaku ha elaborato un modello di questo tipo. Lo scienziato nipponico pensa che i buchi neri non siano concentrazioni di materia associata a campi gravitazionali così elevati da far richiudere lo spazio-tempo su sé stesso, ma che siano porte interdimensionali. I Siriani asseriscono che il sistema solare sta entrando in un’altra dimensione, passando attraverso un buco nero. Il cambiamento è vicino – riferisce la Cori – che ammonisce l’umanità sulle insidie insite nell’azione dell’esecutivo occulto con cui cooperano alieni negativi.

Le informazioni apprese dalla Cori sono molto simili a quelle della medium Yvonne Cole, i cui ragguagli sono stati riportati dall’ex pilota ed esponente del MUFON, Donald Ware.


Fonti e note:


Articolo della pubblicazione Le scienze.


La fisica attuale non esclude, almeno in via teorica, la possibilità di viaggiare nell’universo attraversando dei cunicoli spazio-temporali. Vedi Enciclopedia dell’astronomia e della cosmologia, a cura di John Gribbin, Milano 2005, sotto gli approfondimenti "cunicoli spazio-temporali" e "viaggi nel tempo".


P. Cori, The cosmos of soul; Id., Atlantis rising; Id., No more secrets, no more lies. Un compendio delle informazioni di questi libri, è reperibile all’interno dell’articolo di G. Federici, In un battito di ciglia. L’intervista è contenuta all’interno della rivista ufologica Area 51, n. 7, aprile 2006.

19 maggio, 2006

L'ultima ora per scettici ed increduli

Al congresso USA è stata introdotta una normativa che testimonia il riconoscimento ufficiale dell'esistenza e della fabbricazione di armi non comuni. Sotto il nome di Space preservation act del 2001 (H.R. 2977), è richiesta l'eliminazione delle armi nello spazio tra cui le seguenti: armi elettroniche, armi psicotroniche, sistemi ULF ad alta quota, armi elettromagnetiche, ad onde plasma, ultrasoniche, sistemi di armi laser, armi biologiche, ambientali, SCIE CHIMICHE.

Fonte: Decreto N. H. R. 2977 presentato alla Camera dei deputati USA il 2 ottobre 2001 dal rappresentante dei Democratici Dennis J. Kucinich. Nel 2002 il deputato presentò un'altra versione del decreto notevolmente ridotta.

Al seguente indirizzo, si può leggere il documento originale:

Tautoteologi (seconda parte)

La conoscenza apre le porte alla coscienza (Straker)


Prima di proseguire il discorso, intendevo puntualizzare che il presente studio non implica soltanto un approccio di tipo storiografico-erudito, ma mira altresì a toccare temi etici, filosofici ed anche legati all'attualità, come diverrà chiaro nel prosieguo del testo. Se tale saggio fosse circoscritto all’ambito filologico, sarebbe ben misera cosa: giustamente Nietzsche disconobbe la sua formazione di filologo, ritenendo che la filologia fosse una disciplina arida, ogni volta in cui essa si atrofizza in questioni cavillose, in sterili dibattiti tra i sostenitori della lectio facilior ed i propugnatori della lectio difficilior.

Riprendiamo il cammino interrotto: dicevo delle tautologie in cui restano imprigionati molti studiosi a causa dell’errore metodologico di cui sopra, che è pure contraddistinto non da un procedimento più o meno rigoroso che conduce alla dimostrazione della tesi, ma dall’enunciazione di un dogma sotto le mentite spoglie di una congettura, da cui scaturiscono ulteriori definizioni del dogma che, in quanto tale, non deve essere né provato né confutato: ecco perché colui può scrivere, nel migliore dei casi, dei racconti edificanti, ma non ambire alla storicità.

Ad esempio, egli ci ammanisce le seguenti riflessioni:”Giuda, affermano gli estimatori del novello vangelo gnostico, consente che il disegno divino si avveri. Io chiedo: ma che cosa opera, (fossi in lui toglierei questa virgola) Giuda, di risolutivo? Sobilla forse il popolo a scegliere Barabba, (espungerei pure questa) e non Gesù, quale prigioniero da liberare? No, non lo fa. Testimonia, forse, davanti ai principi del Sinedrio che cercano qualche falsa testimonianza contro Gesù per farlo morire, rivelando loro notizie sconosciute?”

L’estratto è la palese, indubitabile testimonianza dell’errore di metodo: l’autore trae l’abbrivo da premesse indimostrate, imbalsamate nella dottrina ufficiale della Chiesa: Barabba, scritto tutto attaccato, contrapposto a Gesù, il Sinedrio che cerca qualche falsa testimonianza contro Gesù per farlo morire e via discorrendo. Né rassicura il preambolo del novelliere in cui egli così si esprime: “Non è mio proposito, in questo scritto, affrontare questioni teologiche. L’analisi (?) che seguirà, infatti, non intende occuparsi di Giuda persona bensì di Giuda personaggio letterario, nel modo in cui egli è stato raffigurato nelle scritture dei Vangeli canonici. Scritture che, pur quando si considerino sacre, anche se annoverabili nell’originale genere storico-kerygmatico, in ogni caso hanno una forma letterale, posseggono un corpus indagabile con criteri filologici. L’approccio non va considerato irreligioso perché già l’assunzione di una coerenza narrativa, sui piani della lettera e dei simboli, nell’ambito di testi vari attribuiti ad autori differenti e passati per le mani di traduttori e copisti, presuppone un’altissima considerazione intellettuale, storica ed estetica dell’opera”.


La nota introduttiva non tranquillizza, poiché le ambigue affermazioni iniziali sulla letterarietà del testo sono contraddette dallo sconfinamento nella teologia e nella pseudo-storia. Credo, che in modo alquanto subdolo, il romanziere abbia insinuato considerazioni teologiche, sub specie fabulae. D’altronde il suo scopo diviene trasparente laddove, verbi gratia, si legge: “Esiste un orientamento interpretativo – citato dallo stesso Herbert Krosney… - secondo il quale l’appellativo “Iscariota” deriverebbe dal nome degli appartenenti ad una setta ebraica, detti Sicari o Zeloti, i quali ingaggiarono una fiera resistenza contro il potere di Roma. Già in più di un testo è stato ipotizzato che Giuda, nella missione messianica, non colse il disegno celeste delle “cose di Dio”, bensì l’opportunità di una liberazione concernente le cose di “questo mondo”: l’affrancamento dal potere di Roma. L’analisi dei passi testé effettuata conduce alla conferma dell’ipotesi: Giuda, con lo scopo di perseguire il proprio fine, non già quello divino, essendo, secondo le Scritture in stretta compartecipazione con il disegno di Satana, non desidera la Passione di Cristo ma, al contrario, intende forzare l’intervento del Padre, costringendolo ad inviare i suoi angeli in difesa del Figlio e, di conseguenza, in favore d’Israele”.

“Esiste un orientamento interpretativo… secondo il quale l’appellativo Iscariota deriverebbe (sic) dal nome degli appartenenti ad una setta ebraica, detti Sicari o Zeloti.” Che straordinaria tempestività? È un orientamento datato e noto ormai lippis et tonsoribus: colui se ne accorge solo adesso né occorre una straordinaria perspicacia per capire che Iscariota è la contraffazione di Sicario, a sua volta da sica, il pugnale con cui gli Zeloti assassinavano gli invisi romani ed i collaborazionisti. Transeat. Non di meno la conclusione è la riprova di come, in modo surrettizio e, per così dire, clandestino, lo scrittore si sia inoltrato nell’ambito “storico”, in contrasto con la precisazione dell’incipit. “L’analisi dei passi testé effettuata (che verbo orrido!) conduce alla conferma dell’ipotesi…: ipotesi? (1) In un testo narrativo? Conferma? Ma quale conferma! Soltanto la riformulazione di frusti dogmi (il disegno di Satana, la Passione di Cristo, il Figlio…). Tra l’altro, l’operazione si rivela doppiamente scorretta sul piano metodologico (cfr supra) ma anche morale, giacché gli sprovveduti lettori, non avvedendosi di come l’articolo trascolori dal genere narrativo al saggio, sono portati a pensare che l'autore abbia formulato una congettura più o meno condivisibile, mentre si è esibito in una forma di onanismo letterario, rispetto al quale niente deve essere suffragato o smentito.

Insomma, se proprio vi ambisce, si cinga l’augusto capo di colui con il lauro dei poeti, ma non si occupi di storia e di esegesi dei Vangeli, quella seria, non quella da catechista indottrinato della parrocchia.

Per ora concludo. Nella terza parte considererò gli errori, le incongruenze, le fragilità della dottrina ufficiale della Chiesa anche alla luce delle acquisizioni filosofiche più recenti.



(1) L’”ipotesi” in sé come può essere reputata? Giuda, gli angeli in difesa del Figlio, Satana, il Padre… E’ un pastiche, una fantasmagoria di allucinazioni. Se costui avesse letto un manuale di storia in cui si spiega il ruolo degli Zeloti e se sapesse che anche Pietro, sì proprio lui, il “successore” di Cristo, era quasi certamente uno zelota…

18 maggio, 2006

Quando il cielo si oscurò



Scie chimiche - chemtrails apr/mag 2006 north-west Italy

Collage di due week-end di scie chimiche nel nord ovest d'Italia. Per saperne di piu' visita:

www.sciechimiche.org
www.luogocomune.net
www.zret.blogspot.com

Per sapere da dove vengono i fondi per queste operazioni di aerosol:

www.signoraggio.com

Tautoteologi (prima parte)

Una mia cortese ed intelligente lettrice, a proposito della montatura intorno al romanzo di Dan Brown, Il codice da Vinci e del silenzio circa il saggio di Luigi Cascioli, La favola Di Cristo fa le seguenti osservazioni: “La tesi di Cascioli è una vera BOMBA ed il cover up ha funzionato alla grande, grazie alla collaborazione della stampa di regime asservita anche al Vaticano! Il Codice da Vinci è solo un’occasione d'oro, su un piatto d'argento per la Chiesa per ribadire con forza le bugie consolidate nei secoli, nel bel mezzo del polverone... BROWN! Come sanno giocare bene! Come sono tutti complici, pur dando fumo negli occhi, a mantenere lo status quo!”

In queste poche ma icastiche righe, la lettrice ha messo il fuoco il problema, dimostrando tra l’altro di aver compiuto il salto quantico, di aver distrutto gli schemi mentali che oppongono in modo fittizio la Chiesa a Dan Brown. Purtroppo, quando affronto certe tematiche, non riesco ad essere conciso: perciò riprendo l’argomento, ma in più di una tornata.

Cerchiamo di fare chiarezza. In primo luogo, che cosa rilevano Cascioli, Donnini, Tranfo ed altri studiosi? Essi, dopo aver sviscerato i testi “incriminati”, in primis i Vangeli, quindi le fonti (Giuseppe Flavio, Svetonio, Tacito, Plinio il Giovane…) ed altre testimonianze, sono giunti, per quanto ne so per vie diverse, alla seguente conclusione: dietro il personaggio pressoché universalmente conosciuto ed in modo improprio definito Gesù di Nazareth, si nasconde un combattente messianista, Giovanni di Gamala, figlio di Giuda il Galileo. Qualsiasi discussione in merito, però, subito s’incaglia, non solo per il pervicace rifiuto dei teologi e di molti storici di leggere in modo critico e spassionato i Vangeli canonici, ma soprattutto perché, commettendo un gravissimo errore, gravido di deleterie conseguenze per una ricerca seria, si prescinde da una premessa fondamentale: i Messia con ogni probabilità erano due, il Messia di David ed il Messia di Aronne, il primo con un ruolo squisitamente politico, il secondo con un ruolo spirituale. Ciò si evince dai Vangeli ufficiali: basterebbe leggerli! (1)

Cominciando da questo presupposto fondamentale, che è un’ipotesi di lavoro ma molto utile per risolvere una serie di contraddizioni che altrimenti inficerebbero l’investigazione, le indagini successive possono prendere diverse direzioni, ma con un punto di riferimento preciso. Tale presupposto è una fiaccola che, con il suo bagliore, illumina il cammino, anche quando ci si è allontanati assai dal punto di partenza; in caso contrario, con tutto l’acume e tutta la conoscenza della storia, dell’archeologia, delle lingue antiche… si rischia di brancicare nel buio, di fare come quel superstite che, costruitosi una zattera per allontanarsi dall’isola in cui è naufragato, s’inoltra in mare aperto e, dopo aver affrontato burrasche e bonacce, quando ormai le scorte d’acqua potabile e di viveri stanno per esaurirsi, avvista finalmente terra. Giunto a riva, però, lo sventurato, affranto e consumato dall’arsura, si accorge di essere approdato su un’altra sponda dell’isola maledetta. Ciò succede anche a studiosi valentissimi: ex nihilo nihil fit.

Dal teorema discendono poi le logiche dimostrazioni, che potranno anche non essere del tutto plausibili sotto il profilo storico, ma almeno non saranno assurde, incongruenti e contraddittorie.

Purtroppo accade il contrario. Mi spiego: le argomentazioni dei teologi e dei loro caudatari che pontificano dalle cattedre universitarie, sono dei paralogismi, cioè ragionamenti errati dal punto di vista formale, in quanto fondati su uno o più precedenti erronei. Un esempio può essere utile: un tale, che si diletta di storia dell’arte e di archeoastronomia, si è pure cimentato in un’esegesi del miracolo delle nozze di Cana, episodio contenuto nel Quarto vangelo. Precisato che l’interpretazione pubblicata su una prestigiosa (dicono) rivista, è per lo meno opinabile, essa diventa del tutto fantasiosa, surreale, destituita di qualsivoglia fondamento non appena si rammentano i presupposti su cui è fondata. Quali sono tali presupposti? Cristo (Quale dei due? chiederemmo noi) è Dio, Egli si sacrifica per l’umanità, versando il Suo sangue. Con Lui termina l’età del Padre, mentre principia quella del Figlio, anche se “l’ora… non è ancora venuta.” Questa suggestiva e speciosa ipotesi esegetica non è solo contraddetta, ad esempio, dalla constatazione della teologa Ranke-Heinemann, la quale osserva: “ L’episodio delle nozze di Cana è una fiaba ellenistica riferita a Gesù: come Dioniso, Gesù trasforma l’acqua in vino”, ma è anche minata alle radici da sbagli di fondo. L’intera ricostruzione del teologo dilettante, infatti, crolla miseramente come un castello di carte per un soffio di vento nel momento in cui si eliminano le premesse false o indimostrate ma date per dimostrate, che sono, exempli gratia, le seguenti: il Quarto vangelo fu scritto da Giovanni, uno dei dodici discepoli di Gesù; ergo è un Vangelo ispirato da Dio; ergo i suoi contenuti sono al cento per cento cristiani; Cristo era ed è Uomo, ma anche Dio; Cristo sapeva che si sarebbe sacrificato per l’umanità per redimerla (?) dal peccato e dal male.

Se costui e tutti quelli che si accostano ai Vangeli, invece di prendere le mosse da questi pseudo-assiomi, si premurassero in primo luogo, di stabilire chi potrebbe essere il vero autore del Quarto libretto, se almeno si proponessero di verificarne la struttura e la tradizione, con gli efficaci strumenti della filologia e della narratologia (2), non incorrerebbero nelle loro asserzioni tautologiche, come queste: ”Il Vangelo di Giovanni è un testo cristiano perché fu scritto da Giovanni, apostolo di Cristo: dunque i suoi contenuti sono cristiani, poiché Giovanni era cristiano, quindi è un Vangelo cristiano, giacché Giovanni era un discepolo di Cristo… (3) insomma, dopo che hanno causato un esaurimento nervoso ai lettori, si ritrovano in un circolo vizioso, in cui ogni affermazione, sebbene formulata in modo diverso, ripete solamente sé stessa. Più che teologi, costoro sono tautoteologi, vale a dire teologi che si avvalgono nei loro “ragionamenti” soltanto di tautologie, talora belle ed originali, ma sempre tautologie.

Per oggi concludo qui: est modus in rebus e poi urgono problemi più importanti della disquisizione su certe fole. O no?


(1) Non so per quale motivo la stragrande maggioranza degli studiosi non abbia ancora riconosciuto questa acquisizione molto attendibile come punto di partenza: forse Donnini e Tranfo sono disdegnati ed ignorati, perché non sono baroni universitari, forse non si vuole prendere in considerazione un’ipotesi di lavoro persuasiva ma che rischia di far rovinare in modo ignominioso l’edificio della Chiesa, puntellato, a volte, anche da “studiosi” laici, agnostici ed atei. Probabilmente è pigrizia mentale, ma con questa inerzia tra l’altro, oltre a rimanere impantanati in una sterile erudizione si fa il gioco dei potenti per i quali “l’ignoranza è forza.”

(2) In modo mirato ed opportuno, Giancarlo Tranfo ha applicato gli strumenti della narratologia alla disamina del Vangelo di Giuda, facendo riferimento, con un certo piglio provocatorio, a “Cappucetto rosso”. Il richiamo narratologico non è stato compreso sicché il ricercatore è stato coperto di vituperi o di critiche, mentre l’altro che ha scritto un raccontino su Giuda infirmato dagli errori di cui sopra, è stato acclamato come fosse un eccelso storiografo, un sagace esegeta dei sacri testi. Misteri della fede. Mi scuso con Tranfo se ho accostato il suo nome all’altro personaggio: so che è come far confronti tra un vino pregiato ed acqua… avvelenata. Tuttavia tale giustapposizione serve onde si comprenda che la narratologia può essere preziosa come strumento d’analisi, laddove l’altro la impiega come congegno per comporre un testo narrativo spacciato per interpretazione: è un totale stravolgimento del metodo.

(3) Con ciò non voglio asserire che l’autore del Quarto vangelo non è un quasi centenario Giovanni trasferitosi ad Efeso, uomo indotto che sa di greco e di filosofie ellenistiche, ma affermare che è necessario dimostrarlo in modo persuasivo, mentre mi sembra che finora sia avvenuto l’esatto contrario. Si vedano i saggi di Donnini.

17 maggio, 2006

Finzioni

Ieri è stato mostrato un video da numerose televisioni sia negli Stati Uniti sia in Italia che, secondo alcuni, dovrebbe porre fine alle speculazioni sull’aereo fantasma che colpì l’edificio sede del Ministero della “difesa”. Nelle immagini mostrate e che si potevano vedere in vari siti della Rete già parecchio tempo fa, si nota solo un bagliore, che ha tutta l’aria, tra l’altro, di un effetto speciale, neanche tanto speciale. Del Boeing schiantatosi contro la costruzione, non si scorge neanche l’ombra. Tuttavia, per una volta, devo riconoscere che hanno ragione i sostenitori della versione ufficiale. Il velivolo impattò contro l’edificio, ma subito scomparve, perché è il Pentagono delle Bermuda: gli aerei vi spariscono!

Oggi alla rassegna cinematografica di Cannes è stata proiettata la pellicola tratta dal controverso romanzo di Dan Brown, Il codice da Vinci: ovviamente pullulano le interviste ai numerari dell’Opus diaboli, pardon, Opus Dei, che si dannano nel rammentare che sia il libro sia il romanzo sono opere di fantasia, scevre di qualsiasi plausibilità storica. Insomma si tratta di fiction, come ha precisato un inclito esponente della prelatura. Hanno perfettamente ragione: si tratta di fantasiose ricostruzioni, di invenzioni inverosimili, proprio come quei quattro libretti conosciuti come Vangeli.

Scie chimiche, HAARP, l'alba del dominio elettromagnetico



Scie chimiche, HAARP, l'alba del dominio elettromagnetico (Streaming video)

di Vincent Gambino

1 hr 4 min. 59 sec. 29 Aprile 2006

Un documento che consiglio caldamente di visionare, soprattutto agli scettici...

**Straker**

Da alcuni anni, e con sempre maggiore frequenza, nei nostri cieli appaiono inspiegabili ‘scie’ biancastre, troppo basse, troppo voluminose, troppo persistenti, troppo ordinate… troppe per essere semplicemente le ben note scie degli aerei a reazione. In Europa, Nord America, Canada, Russia, il fenomeno ha suscitato grande e preoccupato interesse, con studi, servizi giornalistici, interrogazioni parlamentari, anche e soprattutto in seguito a episodi di intossicazioni e strane malattie manifestatasi proprio in zone nei cui cieli le ‘scie chimiche’ erano apparse. Sali di bario, sali d’alluminio… questi alcuni degli agenti chimici rilasciati: perché? L’ipotesi più accreditata è quella di esperimenti di modificazione del microclima; altri pensano a utilizzi militari, soprattutto in relazione alla Haarp, un sistema di guerra climatica che sarebbe stato messo a punto dal governo degli Stati Uniti. Haarp (High Frequency Active Auroral Research Program, cioè «programma di ricerca attiva aurorale con alta frequenza») consiste in una selva di enormi antenne eretta nel bel mezzo della foresta boreale nordamericana, per alcuni capace di condizionare il clima di continenti alterando, tramite l'emissione di microonde, la temperatura o l’umidità.

Link al video (è richiesta banda larga):

16 maggio, 2006

Orchidee parassite (articolo di Roberto Renzetti)

Uno dei tanti Vangeli disseminati in grotte, in orci, sotto la sabbia... Se ne troveranno altri che si aggiungeranno alle problematiche che già vi sono e che saranno una minima parte di quanto è emerso e non perduto. La gerarchia, con questo Papa improbabile, scende sul terreno della polemica spicciola. Afferma che questo Vangelo, come la vicenda di Dan Brown, nasce solo per fare soldi.

Qui occorrono alcune riflessioni relative a chi non può fare a meno di fare il Berlusconi della situazione (mentire, mentire, sempre mentire!). Intanto anche "Il codice da Vinci" prende spunto da un Vangelo apocrifo. Quindi discutiamo di questi due Vangeli. Essi sono considerati apocrifi dalla Chiesa, cioè la Chiesa ritiene che non raccontino le cose che la Chiesa stessa vuole. La Chiesa decise che solo quattro Vangeli erano "veri". Gli altri no (quelli dove, ad esempio, il piccolo Gesù si divertiva ad uccidere bambini o a tramutarli in agnellini). La Chiesa decide oggi che ciò che viene ritrovato recentemente non può negare quanto la Chiesa stessa decise centinaia di anni fa. La Chiesa fa il suo mestiere che consiste nel difendere con unghie e denti il suo credo. Perché sono brave persone? Ma neanche per idea! Solo perché, non stupitevi, sono i gerarchi di tale istituzione che vogliono proseguire imperterriti sulla strada del lusso e della menzogna per l'eternità. Una Chiesa che si schiera sempre con i vincitori, che sostiene ogni fascismo nel mondo (proprio così!), che dice sciocchezze sulla difesa della vita e della famiglia solo per dare un qualche contenuto al nulla del suo messaggio.


Ma voglio argomentare quanto ora detto. Come si può parlare di difesa della vita, quando si sostiene questo modo di produzione che è alla base del maggior numero di morti sul lavoro nei paesi "civili"? Ogni giorno vi è un rosario di giovani ammazzati dai padroni per maggior gloria del profitto. MAI ho sentito una parola che condanni questi omicidi a scopo di rapina.

Non è per caso anche la famiglia quella che paga queste cose? Quelle migliaia di famiglie che non lo sono più. Che famiglia si difende quando si sposa il liberismo e si sostiene il berlusconismo in politica? Il lavoro precario sostiene la famiglia? Eppure i gerarchi non dicono nulla contro la legge Biagi (legge 30). Lor signori, che non hanno le ambasce del lavoro precario, sputano sentenze, senza dare contenuto alle parole. La famiglia si sostiene con queste pensioni e con le loro riforme? con questi ospedali? con queste scuole? Ma che Chiesa è quella della quale parliamo? Dov'è la solidarietà, dov'è il messaggio di amore che pure doveva essere di Gesù (quello dei Vangeli scelti dalla Chiesa) che, per come lo conosco, doveva essere molto vicino al Vangelo di Giuda e di Tommaso. Forse nei favori che scambiate con chi vi assegna orfani e malati che voi regolarmente abbandonate (se non hanno soldi per ungervi)? Una società accorta, sveglia, senza falsi moralismi ed ipocrisie, vi definirebbe dei fiori, belli, puliti, odorosi e splendenti. Delle orchidee, appunto. Quella specie amazzonica che si sviluppa solo sui tronchi di alberi sani, quella che è sintomo di malattia per il tronco, quella specie parassita. Noi ci coccoliamo la malattia, il parassita. Lo istighiamo a crescere, adulando un presunto Papa ridicolo e reazionario. Poi ci stupiamo del successo di Berlusconi e Wanna Marchi. Questo è un Paese malato, che sta marcendo. Che forse si riprenderà (solo per un poco) quando avrà un bello scossone che, speriamo, attivi le ghigliottine.