08 agosto, 2006

Il toro di Falaride (considerazioni incoerenti su saggezza, amore ed universo-prima parte)

Perché l’essere, invece del nulla? (Leibniz)

Il presente testo vuole essere una risposta per quanto parziale, decentrata non definitiva ed interlocutoria alle domande di alcuni gentili lettori, come Denis, a proposito di coloro che prospettano l’amore universale come risoluzione di ogni problema. Credo che le contraddizioni rilevate da Denis siano un riflesso di contraddizioni assai più profonde, ontologiche e, in quanto tali, ineliminabili. Penso che sia arduo - forse neppure è auspicabile - essere del tutto coerenti, giacché l’esistenza stessa, con le sue infinite ambivalenze, impedisce di trovare un ubi consistam, un baricentro. Critiche e contributi sono ben accetti.

Falaride era un tiranno di Agrigento dove fu al potere dal 570 al 554 a.C. Feroce e dispotico, egli fece costruire da un artigiano ateniese un toro di bronzo, nel quale i rei di lesa maestà erano fatti morire tra le fiamme. Qualche filosofo stoico, in vena di facezie, affermò che il saggio poteva essere felice anche nel toro di Falaride.

Saggezza è una parola di cui mi sfugge il vero significato sicché a volte mi sembra un vocabolo vuoto. Eppure, sin dall’antichità, molti pensatori hanno fatto appello alla saggezza, fondata sulla virtus che, innanzi tutto, si esplica attraverso una volontà ferrea. Che poi gli stoici fossero fatalisti, non è di grande rilievo, perché destino e volontà, sebbene, almeno all’apparenza, antitetici, non di rado vanno di pari passo. Del resto, un fatalista radicale come Schopenauer sottolinea l’importanza di un impegno personale sovrumano per liberarsi dalla Volontà: è una sorta di rimedio omeopatico?

Oggi, di fronte all’universale carneficina, all’odio che distrugge gli ultimi brandelli di civiltà, l’appello al volere è per lo più sostituito dall’esortazione all’amore. Dal papa all’uomo politico, dallo scrittore new age al contattista, quasi tutti (pochi in buona fede) esortano all’amore, alla riconciliazione, all’armonia: grazie all’amore, l’umanità sarà rigenerata. Amore è un altro termine dal senso oscuro: che cos’è? Un’energia, una frequenza, un sentimento, un modo di essere? Esiste l’amore puro, disinteressato? È difficile disquisire su qualcosa la cui esistenza è molto dubbia.

Se la saggezza ci conduce nello splendido ma vuoto tempio dello Stoicismo, l’amore, propagandato da certi movimenti e dalle chiese ufficiali, ci innalza fino al cielo azzurro ma finto della New age. Così, se l’antichità possiede A sé stesso di Marco Aurelio, come summa conclusiva di una concezione della vita nobile ma astratta, il nostro tempo trova nel breve romanzo Il gabbiano Johnatan Livingston di Richard Bach, l’emblema di un sogno di libertà e di equilibrio interiore altrettanto chimerico.

4 commenti:

  1. Ciao Zret,

    il tuo post è davvero denso e solleva problemi che appartengono al dialogo infinito nel quale giace e che forse è l’uomo stesso.

    Per adesso mi limiterò ad esporti le prime considerazioni che ha suscitato in me.

    Vi sono contraddizioni che davvero hanno carattere ontologico ed appartengono alle profondità abissali dell’essere ed in quanto tali ineliminabili e a ragione affermi che questo non è nemmeno auspicabile: come Blake afferma ”Chi vuole eliminare i contrari attenta all’esistenza stessa”.
    I più grandi pensatori, poeti, artisti, chi ha spinto la propria visione oltre alcuni confini immancabilmente si trova ad affrontare contraddizioni irrisolvibili. Questi “sentieri interrotti” non sono il segnale di incapacità o incompetenza. Al contrario sono invece l’inquietante ed affascinante elemento che indica quanto “vicino alla fonte” si sia giunti.

    Vi sono invece contraddizioni che portano alla luce soltanto la pochezza e la superficialità del pensatore o forse semplicemente il suo collocarsi nell’ambito del talento piuttosto che del genio.
    Contraddizioni che indicano soltanto come la “dura scorza dell’essere” non sia stata nemmeno scalfita. Contraddizioni figlie al contempo di grande povertà intellettuale, culturale e mi permetto di aggiungere spirituale.
    In tale ambito colloco senza esitazione la newage (uso tale termine per comprendere in efficace sintesi pseudo-pensatori e pseudo-dottrine). In tale ambito colloco anche Icke (da una riflessione sulla sua opera è nata la discussione): nonostante egli critichi aspramente la newage negli esiti non se ne distacca..

    In tale ambito scorgo la presenza avvolta dalle nebbie del tempo anche di opere antiche ad opera di personaggi illustri quali Marco Aurelio… questa volta però possiamo parlare di talento privo di genio e non certo di “pochezza”.

    A presto Zret.

    Cordiali Saluti

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  2. "Difficile disquisire su qualcosa la cui esistenza è molto dubbia"
    parole sante!
    mio parere:a noi"umani"ci viene facile odiare,è quasi spontaneo e...diffilissimo amare,tant'è che ci fu imposto come comandamento da osservare!
    Perchè predicare l'amore?...
    è evidente che è un sentimento estraneo alla nostra specie!
    è una conquista della mente?
    è un moto dell'animo?
    di certo non è prevalente,altrimenti non saremmo al punto in cui siamo!
    difficilissimo educare all'amore...
    facilissimo...all'odio,perchè?
    buona giornata!
    Angela

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  3. Ciao Zret!

    "Amore..."
    Su questo argomento son state scritte milioni e milioni di pagine, ma, ancora oggi, nessuno è riuscito a darne una definizione soddisfacente.
    Innanzitutto, credo che si debba fare una distinzione fondamentale:
    Amore come sentimento che si prova verso una persona speciale, e amore come una sorta di "voler bene" che serve a mantenere determinati equilibri.
    Nel primo caso, solo chi ha Amato veramente sa che cosa significhi Amare! Ma non può darne una definizione universalmente corretta e accettabile, perchè ogniuno di noi è diverso dall'altro ed ha un modo tutto suo di Amare.
    Nel secondo caso...
    ribadisco che è soltanto un modo per mantenere in equilibrio una realtà che altrimenti andrebbe allo sfascio totale.
    Forse è solo ipocrisia... ma almeno la terra continua a girare!

    Ps: Ho terminato le ferie :-/ In compenso ho letto quasi tutti i tuoi articoli e qualcosa su Icke.
    Devo dire che molte cose, a cui prima non facevo caso, mi hanno fatto riflettere...
    Però, per quanto riguarda il complotto prospettato dal nostro David, sono un pò scettica...

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  4. Ciao Denis, molto profonde le tue riflessioni. Per ora, ti rispondo in modo iconoclasta, affermando che per me lo Stoicismo è, in un certo senso, la New age dell'antichità. Schopenauer, infatti, notava che lo Stoicismo aveva molti pregi, ma additava come meta l'atarassia e la felicità. Peccato che esse non esistano, proprio come la New age che vagheggia l'ascensione e la palingenesi. Mi riservo di riflettere ancora su Icke e su altri temi prossimamente.
    Un saluto a tutti.

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