Ci si trova, però, di fronte ad un’antinomia: da un lato il fattore Rh negativo è più frequente tra gruppi etnici emarginati ed oppressi, come i Baschi ed i Gaelici (Irlandesi, Scozzesi, Gallesi, Bretoni…), dall’altro Icke lo associa ad una genia ariano-rettile e correnti neo-naziste sostengono che gli Rh negativi sono la “razza pura”, gli Ariani, discendenti degli Atlantidei o di un popolo delle stelle.
Come si è visto, da alcune fonti pare affiorare un punto in cui convergono tradizioni, a prima vista disparate e lontane tra loro sia nel tempo sia nello spazio: il marchio di Caino dovrebbe essere una croce celtica, con i bracci di eguale lunghezza che oltrepassano un cerchio. Essa è simbolo cosmico, solare, dell’equilibrio dei quattro elementi, ma, come spesso avviene, gli emblemi sono bivalenti e polivalenti: allora la croce adombra pure significati negativi. Secondo Sitchin, essa allude a Nibiru, il pianeta dell’incrocio, mentre Icke ne mette in evidenza i poliedrici valori, in ordine alla lingua segreta di antiche popolazioni, un codice trasmesso, attraverso il tempo, a sette, chiese, logge, confraternite che operano anche nel mondo contemporaneo, ma dietro le quinte.
È stato notato che i Grigi ed altri intrusi tendono a sequestrare soggetti con il fattore Rh negativo. Da che cosa può dipendere questa singolare predilezione? Esiste una maggiore compatibilità ematica e genetica tra questi rapiti e gli alieni? Tale compatibilità dipende da una comune, anche se lontana, origine? La traccia di tale comune genesi è nel sangue, ma anche in un segno sulla pelle? Il chimico e ricercatore Corrado Malanga, studiando molti casi di abduction, ha pure indugiato sulle cicatrici, in cui si imbatté per la prima volta studiando il caso di Valerio Lonzi. Nell’estate del 1982 Valerio Lonzi, ragazzo genovese allora quindicenne, fu vittima di un rapimento, il cui lascito è costituito da tre cicatrici, come dei fili sottili rossi orizzontali collocati in fondo alla schiena, lunghi circa 15 centimetri e ben distanziati. Per il medico quei segni erano cicatrici dovute a sutura. Le cicatrici di altri rapiti spesso sono circolari e non molto dissimili dal presunto marchio di Caino.
Certo, ci si trova con i rapiti di fronte ad un’inversione di “segno”: essi non sono dei prescelti, a differenza dei re giudei e dei Merovingi, ma delle vittime, oggetto delle attenzioni di intrusi che perseguono fini di ibridazione, forse per preservare una razza sterile o debole sotto il profilo genetico. Forse gli ufonauti intendono impadronirsi di qualcosa che certi uomini possiedono ed altri no, come suggerisce Malanga.
Resta, infine, da stabilire se anche i “prescelti” dell’antichità non siano stati degli ambasciatori, più o meno consapevoli, di una civiltà extraterrestre che per infiltrarsi tra le classi dirigenti, in modo dissimulato e graduale, manipolò ed indottrinò ierofanti, maghi e sovrani.
Le interferenze aliene sono un fenomeno soltanto recente?
Fonti:
AA.VV., I figli degli dei, in Area 51, giugno 2006
Come si è visto, da alcune fonti pare affiorare un punto in cui convergono tradizioni, a prima vista disparate e lontane tra loro sia nel tempo sia nello spazio: il marchio di Caino dovrebbe essere una croce celtica, con i bracci di eguale lunghezza che oltrepassano un cerchio. Essa è simbolo cosmico, solare, dell’equilibrio dei quattro elementi, ma, come spesso avviene, gli emblemi sono bivalenti e polivalenti: allora la croce adombra pure significati negativi. Secondo Sitchin, essa allude a Nibiru, il pianeta dell’incrocio, mentre Icke ne mette in evidenza i poliedrici valori, in ordine alla lingua segreta di antiche popolazioni, un codice trasmesso, attraverso il tempo, a sette, chiese, logge, confraternite che operano anche nel mondo contemporaneo, ma dietro le quinte.
È stato notato che i Grigi ed altri intrusi tendono a sequestrare soggetti con il fattore Rh negativo. Da che cosa può dipendere questa singolare predilezione? Esiste una maggiore compatibilità ematica e genetica tra questi rapiti e gli alieni? Tale compatibilità dipende da una comune, anche se lontana, origine? La traccia di tale comune genesi è nel sangue, ma anche in un segno sulla pelle? Il chimico e ricercatore Corrado Malanga, studiando molti casi di abduction, ha pure indugiato sulle cicatrici, in cui si imbatté per la prima volta studiando il caso di Valerio Lonzi. Nell’estate del 1982 Valerio Lonzi, ragazzo genovese allora quindicenne, fu vittima di un rapimento, il cui lascito è costituito da tre cicatrici, come dei fili sottili rossi orizzontali collocati in fondo alla schiena, lunghi circa 15 centimetri e ben distanziati. Per il medico quei segni erano cicatrici dovute a sutura. Le cicatrici di altri rapiti spesso sono circolari e non molto dissimili dal presunto marchio di Caino.
Certo, ci si trova con i rapiti di fronte ad un’inversione di “segno”: essi non sono dei prescelti, a differenza dei re giudei e dei Merovingi, ma delle vittime, oggetto delle attenzioni di intrusi che perseguono fini di ibridazione, forse per preservare una razza sterile o debole sotto il profilo genetico. Forse gli ufonauti intendono impadronirsi di qualcosa che certi uomini possiedono ed altri no, come suggerisce Malanga.
Resta, infine, da stabilire se anche i “prescelti” dell’antichità non siano stati degli ambasciatori, più o meno consapevoli, di una civiltà extraterrestre che per infiltrarsi tra le classi dirigenti, in modo dissimulato e graduale, manipolò ed indottrinò ierofanti, maghi e sovrani.
Le interferenze aliene sono un fenomeno soltanto recente?
Fonti:
AA.VV., I figli degli dei, in Area 51, giugno 2006
M. Baigent, R. Leigh, H. Lincoln, Il santo Graal, Milano, 1982
F. Barbiero, La Bibbia senza segreti, Milano, 1998
L. L. Cavalli-Sforza, Geni, popoli, lingue, Milano, 1996
J. De Galibier, I Celti, Aosta, 1998
D. Donnini, Nuove ipotesi su Gesù, Diegaro di Cesena, 1994
A. Faber Kaiser, Gesù visse e morì in Cascemir: la tomba di Gesù a Srinagar?
C. Fabre-Vassas, La bete singulaire, Paris, 1994
G. Garbini, I Filistei, Milano, 1997
D. Icke, Il segreto più nascosto, Diegaro di Cesena, 2001
C. Malanga, Alien cicatrix, 2005
Id., Gli UFO nella mente, Milano, 1998
A.S. Mercatante, Dizionario universale dei miti e delle leggende, Roma, 2001
Pensatore, Hydra tripudians
M. Pincherle, Il Gesù proibito 2000 anni di paganesimo cristiano, Diegaro di Cesena, 1997
J. Renan, Vita di Gesù, Milano, 1992
Z. Sitchin, Il pianeta degli dei, Casale Monferrato, 1998
G. Tranfo, Studi pubblicati su www.yeshua.it
G. Vinci, Omero nel Baltico, Roma, 1995 e 1998
Pedro, mi piacerebbe avere una risposta alle tue domande. Secondo Schopenauer Dio non esiste: se esistesse , dice, non vorrebbe essere Dio di questo universo. Secondo Malanga, quanto più Dio acquisisci in conoscenza, tanto più perde in coscienza (un Dio incosciente). A mio parere, Dio, se esiste, è un pasticcione, un bambino che gioca col piccolo chimico. Gli atei, infine, (ma potrei continuare) non sono quelli che non cedono in Dio, ma quelli che intendono scagionarlo. Sull'anima e sull'inferno, ho intenzione di scrivere qualcosa. Angelotta, meglio essere imparentati con le scimmie che con gli "dei". Ciao. Smile!
RispondiEliminaCiao Pedro, l'avvistamento di Roma è riportato ed analizzato su www.ufologia.net. Per quanto riguarda, la cospirazione, sono più he convinto che essa trova il suo fulcro nel Vaticano. Ieri venerdì 13 ottobre, anniversario dell'inizio della persecuzione dei Templari, prodi è andato a ricevere ordini da B 16 a sua volta cameriere di Hans Peter Kolvenbach. Stanno tramando quacosa: ne sono sicuro. Se avrò tempo, tornerò sull'argomento: tra l'altro sto scoprendo che Dante aveva già intuito tutto. Sto trovando degli indizi nel Purgatorio. Ciao a tutti.
RispondiEliminaChiariamo un concetto: Dio non esiste! Se esistesse, dovremmo ammettere che egli si sia distratto un attimo, lasciandoci nella mota. Se non si trattasse di distrazione, non potremmo giudicarlo meglio della nostra terribile vicina di casa (la contessa). :-D
RispondiEliminaE' evidente: Dio è un'invenzione di coloro che si divertirono, per mezzo di provette e DNA, nel creare l'uomo a loro immagine e somiglianza. Essi ci diedero un giocattolo con cui trastullarci nei momenti di difficoltà ed un ottimo alibi per scannarci l'uno con l'altro, in nome del nostro Dio. Alla fine... poi, sono loro che continuano, da millenni, a giocare con le nostre vite.
E quindi? Cosa fare?
Niente. Rassegnamoci. Nessuno ci potrà salvare, se non noi stessi. E visto che noi umani siamo proprio degli stupidi col pallino della superiorità tra le specie e nell'universo, faremo la fine che meritiamo: non ci salveremo.
Caro Straker,
RispondiEliminase Dio no esistesse tutto sarebbe assurdo e allora converrebbe...farla finita. Già i nichilisti dell'800 annaspavano in simili dubbi. Forse un briciolo di fiducia, nonostante il mondo che ci circonda sia tanto assurdo e confuso, appare necessario.
E' vero quel che dici: la salvezza parte da noi stessi. E d'altronde cosa hanno mai affermato i Maestri di Saggezza lungo il corso dei secoil e dei millenni? Uno spiraglio al di là del non-senso e del nulla ci verrà prima o poi concesso. Paolo
Gentilissimo Paolo. Perchè farla finità? Non è meglio essere consapevoli della grande truffa?
RispondiEliminaNon ho dubbi. Dio, in quanto tale, non esiste, ma ciò non mi turba... anzi.
Non avere dubbi e` sinonimo di fede. Credi di essere libero ed invece sei piu` in trappola di coloro che pretendi di smentire. Avere la certezza assoluta di qualcosa che non si può in alcun modo accertare,non è un atteggiamento razionale.
EliminaL'ateismo è dogmatico non meno del fideismo: in realtà non sappiamo, ma siamo in cerca, anche se, come dice Heidegger, i sentieri sono interrotti. Meglio tormentarsi nel dubbio che adagiarsi nell'errore, osservava Manzoni il giansenista che dubitò anche dell'Incarnazione mai citata nei Promessi sposi.
RispondiEliminaCiao
Se Dio esiste, la chiave per trovarlo è nell'anima.
RispondiEliminaE se è vero che siamo gli unici (e neanche tutti) ad averla, allora siamo gli unici ad avere la possibilità di capirci qualcosa in questo universo.