15 ottobre, 2006

Romanticismo

Poche parole hanno subito uno snaturamento come Romanticismo: oggi l’aggettivo “romantico” richiama subito alla mente, almeno nella maggior parte delle persone, una cenetta a lume di candela in un ristorante alla moda, con sottofondo di una languida melodia.

Nulla di più lontano dall’essenza del movimento romantico che fu la presa di coscienza, pur tra numerose contraddizioni ed incertezze, del conflitto insanabile tra l’individuo e la società, della solitudine dell’individuo, dello stupro perpetrato dalla rivoluzione industriale ai danni della natura.
Gli artisti romantici furono qualche volta dei nostalgici e dei malinconici, in qualche caso dei reazionari, ma seppero intuire a quali obbrobri avrebbe condotto il “progresso” scientifico e tecnologico.


Le innumerevoli declinazioni del Romanticismo europeo (ora ossianiche ora mistiche ora gotiche ora realistiche etc.), pur nelle loro differenti, in qualche caso antitetiche interpretazioni della realtà, furono accomunate dalla consapevolezza della debolezza dell’individuo, anche nelle sue velleitarie ribellioni prometeiche. Pure un romantico dimidiato, se non mancato come Alessandro Manzoni, raffigura l’uomo dominato dall’irrazionalità della storia e quasi annichilito dalla rassegnazione ad accettare l’imperscrutabile disegno divino.

È questo senso di sconfitta che rende, però, l’uomo vittorioso, direbbe Pessoa, perché solo chi fallisce può riuscire. Può riuscire, per esempio, a liberarsi del suo ego ipertrofico per perdersi nello spettacolo sublime ed evocativo del paesaggio, avvolto in un misterioso silenzio.

Così dipinge gli scenari della natura Friedrich, uno dei pittori romantici più intimisti e pensosi, dai cui quadri promana un’aura di sacralità del creato che i nostri tempi aridi e feroci sono incapaci anche soltanto di concepire.

4 commenti:

  1. Marzian, hai senso estetico: i quadri di Friedrich sono tutti magnifici. Condivido la tua amara riflessione. Ciao.

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  2. Già, il significato di romanticismo è stato completamente travisato con il tempo... e proprio l'inquietudine dell'animo, tipica dei romantici, può aiutarci a riflettere su noi stessi e guidarci nel nostro cammino..

    p.s. non sono molto presente ai commenti ma il tempo mi manca davvero, tant'è che i post sono costretto a scriverli giorni prima per poterli pubblicare in poco tempo poi. Ciao

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  3. Ciao Capitano Nemo, senza dubbio inquietudine è parola chiave del R. Anche se non commento i tuoi testi per ragioni d tempo, li leggo sempre. Ciao.

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  4. Vorrei aggiungere che anche la musica del periodo romantico (il cui massimo esponente è senz'altro Beethoven) esprime molto bene il concetto di inquietudine proprio del romanticismo.Ciao

    p.s. ti capisco benissimo, d'altronde il tempo è forse la moneta più preziosa

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