Nel 431 d.C. ad Efeso il terzo concilio ecumenico sancì a maggioranza (chissà se qualche vescovo chiese il voto di fiducia) il dogma che dichiarò Maria madre di Dio, (Theotòkos). Il vescovo Nestorio, secondo cui in Cristo coesistevano due nature, una umana ed una divina, ma anche due persone, continuò a considerare la Madonna, madre di Gesù e non di Dio. Il nestorianesimo, bollato come eresia, si diffuse in Oriente, dalla Mesopotamia alla Cina, ma era destinato a divenire una chiesa sparuta.
Maria diventò dunque Madre di Dio, come Iside e, come Iside, fu venerata come Vergine Genitrice, Vergine come Artemide, la dea pagana in onore della quale era stato edificato proprio ad Efeso un grandioso tempio, una delle sette meraviglie dell’antichità. Artemide veniva definita «colei che ascolta le preghiere» e «salvatrice»; nel mese di maggio, come poi nel culto mariano, si dedicavano alla dea particolari celebrazioni.
Alessio Mannucci ricorda che: “Sulla decisione presa ad Efeso influì un'incredibile opera di corruzione con danaro, elargito dal patriarca di Alessandria nelle tasche di tutte le persone interessate, a cominciare dagli alti funzionari statali fino alla moglie del prefetto del pretorio ed ai potenti eunuchi e camerieri particolari; in questo lavoro scialacquò le proprie cospicue risorse, tanto che fu costretto a un prestito di 100.000 pezzi d'oro”.
Oltre alla dogmatica, anche l’iconografia “cristiana”, compresa quella mariana, si modellò su esempi ellenistici, soprattutto egizi: Andrè Grabar, tra gli altri, ha dimostrato che i soggetti della religione cristiana sono una ripresa di moduli iconografici, narrativi e stilistici pagani, sin nei particolari. L’aureola che, in origine circonfondeva il capo di imperatori e principi quale emblema di potere, diventò poi l’attributo di Cristo, della Madonna e dei santi. (1)
Travasato il vino vecchio (il paganesimo con i suoi parafernali di teofagia, dèi che nascono il 25 dicembre, muoiono possibilmente crocifissi e risorgono immancabilmente dopo tre giorni e superstizioni simili) nell’orcio nuovo (il cristianesimo), la religione fondata da Shaul (o chi per lui) si adattò via via alle varie circostanze politiche, sociali, economiche come una tuta elasticizzata.
Maria, trasformata in una Vergine, poi in Madre di Dio, diventò il fulcro di culti superstiziosi e fanatici che dalla tarda antichità giungono sino ai nostri giorni, culti alimentati da ricorrenti e provvidenziali miracoli: Madonne parlanti, piangenti, che esortano al digiuno ed alla penitenza.
Maria diventò dunque Madre di Dio, come Iside e, come Iside, fu venerata come Vergine Genitrice, Vergine come Artemide, la dea pagana in onore della quale era stato edificato proprio ad Efeso un grandioso tempio, una delle sette meraviglie dell’antichità. Artemide veniva definita «colei che ascolta le preghiere» e «salvatrice»; nel mese di maggio, come poi nel culto mariano, si dedicavano alla dea particolari celebrazioni.
Alessio Mannucci ricorda che: “Sulla decisione presa ad Efeso influì un'incredibile opera di corruzione con danaro, elargito dal patriarca di Alessandria nelle tasche di tutte le persone interessate, a cominciare dagli alti funzionari statali fino alla moglie del prefetto del pretorio ed ai potenti eunuchi e camerieri particolari; in questo lavoro scialacquò le proprie cospicue risorse, tanto che fu costretto a un prestito di 100.000 pezzi d'oro”.
Oltre alla dogmatica, anche l’iconografia “cristiana”, compresa quella mariana, si modellò su esempi ellenistici, soprattutto egizi: Andrè Grabar, tra gli altri, ha dimostrato che i soggetti della religione cristiana sono una ripresa di moduli iconografici, narrativi e stilistici pagani, sin nei particolari. L’aureola che, in origine circonfondeva il capo di imperatori e principi quale emblema di potere, diventò poi l’attributo di Cristo, della Madonna e dei santi. (1)
Travasato il vino vecchio (il paganesimo con i suoi parafernali di teofagia, dèi che nascono il 25 dicembre, muoiono possibilmente crocifissi e risorgono immancabilmente dopo tre giorni e superstizioni simili) nell’orcio nuovo (il cristianesimo), la religione fondata da Shaul (o chi per lui) si adattò via via alle varie circostanze politiche, sociali, economiche come una tuta elasticizzata.
Maria, trasformata in una Vergine, poi in Madre di Dio, diventò il fulcro di culti superstiziosi e fanatici che dalla tarda antichità giungono sino ai nostri giorni, culti alimentati da ricorrenti e provvidenziali miracoli: Madonne parlanti, piangenti, che esortano al digiuno ed alla penitenza.
(1) Si ritiene che il nimbo, simbolo solare, sia originario della Persia mazdea.
Nota: le fonti del presente articolo saranno indicate in calce all'ultima parte.
Circa i divini Archetipi, i Principi metafisici universali cui appartiene la Grande Madre, gli Dei e le Dee non possiamo affermare o negare alcunchè, non disponendo della Gnosi cioè della conoscenza delle cose invisibili.
RispondiEliminaUna sola cosa mi fa specie, vale a dire la volontà dissennata da parte dei Padri del Cattolicesimo di voler storicizzare tutte queste figure divine, creando loro storie ed alibi narrativi talmente leggendari che non stanno nè in cielo nè in terra.
Basta un bambino per capire che ci troviamo di fronte a delle 'fictions'spesso anche mal concepite e peggio narrate.
Il Mito per corrispondere a verità dovrà per forza di cose essere rivestito di vicende storiche?
Paolo
L'argomento è avvincente ed assai complesso: ho cominciato da Efeso, perché lì nel 431 Maria diventò Vergine Madre. Certo si può e si deve risalire ad Iside.
RispondiEliminaQuanto agli Archetipi, alle Idee, è evidente che appartengono all'iperururanio; in questo mondo sublunare ci dobbiamo limitare all'empiria.
Il Cristianesimo ha depauperato i miti storicizzandoli e la storia, riducendola a storiella.
Ciao a tutti.