03 giugno, 2007

Io

“Io, il più lurido dei pronomi”, sentenziava sardonico ed amaro Carlo Emilio Gadda. Come dargli torto? Non siamo forse egocentrici, superbi, vanagloriosi? La lingua inglese addirittura proclama e conferma quest’idolatria dell’ego, quando scrive il pronome di prima persona singolare con la maiuscola. Una riforma ortografica della lingua di Albione dovrebbe in primis stabilire che “I” si deve modificare in “i”.

Io, questo pronome microscopico, eppure ingombrante, invadente, abnorme… Quando comprenderemo che è necessario rinunciare alla nostra egomania e scendere dal nostro trono eburneo per andare incontro agli altri ed alla realtà?

Non è tuttavia sufficiente sentirsi uomini tra gli uomini: occorre rinunciare ad una visione antropocentrica, una concezione creata, alimentata e blandita, come nota il filosofo Emil Cioran, dalle religioni monoteiste, soprattutto dall’Ebraismo, dal “Cristianesimo” e dall’Islam. Rinunciamo a quei poveri miti che ci collocano al centro dell’universo, come sovrani di un regno desolato. Consideriamo che la nostra coscienza è simile ad una nuvola labile, fluttuante e mutevole, una nuvola formata da un innumerevoli gocce ognuna delle quali riflette un frammento di cielo.

Pensiamo che la nostra mente è attraversata da pensieri altrui, da intuizioni provenienti da dimensioni invisibili. Pensiamo quanto è proficua l’ipercomunicazione, l’interazione con gli altri di là dallo spazio e dal tempo: possiamo attingere ad idee, provare emozioni, intravedere altre sfere di esistenza. Quando una folgorazione ci rivela una verità inattesa, quando scopriamo qualcosa di sorprendente, è forse perché, avendo demolito il muro dell’identità, abbiamo lasciato filtrare la luce dell'Empireo. Abbiamo così accolto un insegnamento che qualcuno ci ha elargito: foras habitat veritas. Comunicare significa letteralmente “mettere in comune” ed è più difficile condividere il proprio spazio interiore che dei beni materiali, ma, se, per avventura, ci riusciamo, anche solo per un istante, se ne ricaveranno tesori.

Ricordiamoci che, nel cosmo, un’ape o un ranuncolo sono, per molti versi, preziosi quanto una vita umana. La prossima volta, se avremo l’occasione e la fortuna di incamminarci lungo una viottola di campagna, invece di essere tentati di cogliere un ranuncolo, strappandolo dalla terra del prato, lasciamolo lì dov’è. Ci abbandoni questa smania, tutta occidentale, di possedere. Nec habere nec haberi.

Infine, come Odisseo, dichiariamo il nostro nome, ossia “Nessuno”, ma non per ingannare, ma poiché siamo convinti di essere Nessuno.

Forse un io che è “nessuno” potrà scoprire in sé il vero io.

12 commenti:

  1. .......IO penso,IO dico,IO faccio...IO ,IO, IO.....è forte,è preponderante,anche quando lo vorresti sepolto, affogato,annientato...riemerge con una incredibile forza,costanza...
    E' il nostro nemico numero uno,ci può uccidere,ma noi imperterriti gli diamo spazio,anzi lo coltiviamo amorevolmete,ci fa sentire importanti,senza andremmo subito in crisi!
    Nessuno?....L'IO SUONA FORTEMENTE,solo allora sono PERSONA! perchè NESSUNO'? come faccio a sostenermi senza il mio IO? non mi posso annullare!scherziamo?
    E' per amore dell'IO che esiste l'Arte,la musica,la letteratura,la Scienza!...ma è davvero così?
    credo proprio di NO!
    L'IO nonostante si senta protagonista è solo un mezzo, come pare evidente nelle opere dei Grandi:Dante,Leonardo,Mozart...che, sono certa, dell' IO non sapevano che farsene!
    Buona Domenica a tutti
    Angela

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  2. Troppo egocentrismo domina l'universo umano e fino a quando non avremo l'umiltà di considerare gli altri nostri pari (e di esser considerati tali a nostra volta) non riusciremo mai ad evolverci spiritualmente. Non ha caso il mio soprannome è "nemo" cioè "nessuno". Ciao

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  3. Bravi!!! Avete interpretato il mio pensiero. L'io deve essere un mezzo e non un idolo. Ho notato che le persone che cominciano sempre una frase con io sono quelle da cui bisogna guardarsi. Ciao a tutti.

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  4. Mi è sempre più scomoda la presenza di costui, con le sue illusioni e sentimenti negativi, la sua arroganza e cecità. Cerco sempre di più di ascoltare quella voce silenziosa che viene dal profondo, la stessa che ti permette di sentire gli altri in maniera diversa o di ascolare la natura intorno con il suo sfavillìo di colori, suoni e vita. Mi chiamo Red Cloud perché quando mi sono iscritto nel forum, nel momento in cui avrei dovuto inserire uno pseudonimo, mi è venuto in mente un episodio accadutomi a Londra quando ero studente universitario. Trovai per terra un francobollo con la faccia di
    quest'indiano, bonaria ed austera e ciò che mi colpì fu l'immagine di uomo di pace che quel volto ispirava. Poi, ho letto qualcosa su questo capo indiano e, in effetti, la storia della sua vita fu nel segno della lotta contro l'ingiustizia e il mantenimento di una identità minacciata per sempre. Sento, quindi, di ritrovare molte cose di me stesso in questa figura e per questo ho adottato questo pseudonimo. L'io è un mezzo come dice Zret e credo che questo possa diventare il vero io se uno coltiva sentimenti di fratellanza e rispetto nei confronti degli altri, se l'identità personale, cioè, diventa un mezzo per sentire e operare nell'identità collettiva. Come ho già detto, questa è l'epoca del grande io e a nulla possono valere gli inganni dei media e della cultura imperante con i loro modelli di comportamento che tendono a disarmonizzare ed intrappolare le persone in una falsa ed effimera identità. La lotta per il risveglio è dura, ma i progressi sono incoraggianti.
    Un caro saluto a tutti, come sempre. Ciao.sqwyxr

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  5. Ho sempre amato la cultura americana (dei nativi americani, non le abominevoli manifestazioni della pseudo-cultura statunitense)e lo pseudonimo Red Cloud evoca quella saggezza e quell'amore per la natura che purtroppo quasi tutti hanno perduto. Noi tutti assomigliamo un po' agli Americani, in lotta per la giustizia e per preservare la nostra identità minacciata dalla barbarie e dalla massificazione. Certo, "La lotta per il risveglio è dura, ma i progressi sono incoraggianti".

    Ciao e grazie per il tuo magnifico commento.

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  6. Immaginiamo se i nativi americani non fossero stati sterminati. Se la loro civiltà fosse stata alla base dell'attuale, forse non saremmo a questo punto.

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  7. Forse vado un po' OT, ma non troppo se si considera quanto la cultura di un popolo possa rendere viva o mortificare l'identità di una persona. Per questo, vorrei ricordare i Kalash in questo nobile spazio e rendere loro sincero omaggio.
    http://landsofshadow.medialighieri.it/griot/kalash/kalash.htm

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  8. la cultura dei nativi americani mi ha da sempre appassionato... consiglio di leggere (a chi non l'abbia ancora fatto) qualcosa di enzo braschi (proprio quello che faceva il "paninaro" negli anni 80). il rispetto, ma anche solo l'interesse verso la natura, che nel nostro mondo viene a mancare, presso quelle antiche culture era tutto, era la spiritualità... anche gli americani invasori talora cercano la fuga dalla schizofrenia della società a cui appartengono ritirandosi in in qualche riserva e partecipando ad antiche cerimonie. purtroppo attualmente queste sono i luoghi più tristi e desolati d'america, in cui regna l'alcolismo e l'apatia... Wakan Tanka, non ci lasciare!!!

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  9. Ci manca solo che ci si debba domandare se un commento non è in tema, Red Cloud. Mi viene in mente quel passaggio del Giovane Holden, in cui dei beceri studenti gridano in coro "fuori tema!!!", non appena Holden travalica i confini del soggetto proposto.
    Ben venga dunque questo nostro tributo agli Americani, la cui cultura in questi tempi di ferro, è un raggio di luce e di speranza, soprattutto quando ci esorta ad ascoltare la voce del Grande spirito. Purtroppo, come scrissi, a distruggere ed a snaturare le culture dei nativi, fu più dell'alcool, della corsa all'oro, dello sterminio dei bufali... la lingua inglese. Quando si estinsero le lingue americane, morirono le culture.
    Ciao a tutti!

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  10. Cari e profondi amici,

    la storia dell'IO nasce con la psicanalisi e la psicologia che a loro volta sono germogli di radici ancora più profonde = la Cabala = Esoterismo = Magia = Conoscenze Occulte che sono la "base" delle forze che "dominano" il nostro mondo.

    La truffa delle spiegazioni ANTROPOLOGICHE sull'Io e sul Sè hanno radici negli insegnamenti antichi dei Vigilanti scesi sulla Terra per dare all'uomo la conoscenza dopo che ESSO aveva abbandonato il VERO CREATORE per associarsi ai rivoluzionari universali (parassiti) che ingannandolo lo avevano indotto a credere che L'UOMO sarebbe diventanto simile Dio o un dio.

    Da quel preciso momento l'IO divenne sinonimo di D'IO.
    Cioè l'uomo con d'io in sè stesso.

    I risultati di questo millenario "inganno" sono sempre più evidenti agli occhi di chi sà vedere oltre la cortina. I soprusi, le violenze, gli orrori, le ingiustizie, che hanno causato nella storia umana immani sofferenze a tutto il genere umano sono la conseguenza del "credersi" simili a D'IO.

    Una piccola precisazione per il fratello Zret è che il VERO Cristianesimo (non quello cattolico romano) non mette 'assolutamente' al centro l'Io ma all'opposto mette al centro della relazione umana l'Altro come primo essere a cui donare Vero e Sincero Amore.

    Quindi altruistico e affatto egoistico.

    Detto ciò, rimane "pietra miliare" la disquisizione sull'Io del fratello Zret, che mi trova pienamente fuso con il suo pensiero.

    Inoltre gli indiani d'america avevano insiti in se stessi la "base" dell'armonia e dell'amore pur essendo "in parte" avvolti da una religione spirituale formata dai vari "spiriti" a cui faceva "capo" il Grande Spirito origine di tutte le cose visibili e invisibili.
    La loro grande attenzione agli aspetti di armonia con la natura era il "retaggio" di una parte del DNA "perduto" originario, quella parte che oggi è quasi completamente "estinta" nel DNA dell'uomo (cosiddetto) moderno ma che io chiamerei 'inadatto' allo scopo per cui fu creato avendo perso appunto le parti del DNA necessarie alla realizzazione della sua felicità e di quella degli altri.

    L'imperfezione intervenuta, anzi più precisamente 'introdotta', al progetto originario che ne è seguita a causato la cancellazione, ormai, quasi totale del "ricordo" sull'origine, la natura e lo scopo della specie umana su questo pianeta. Gli indiani avevano, tramite tradizione orale, mantenuto se pur in maniera 'inquinata' il ricordo e lo scopo delle origini della razza umana sul pianeta Terra.

    Il loro "rispetto" per la vita sia degli uomini che degli animali (infatti cacciavano solo per procurarsi il necessario per vivere e chiedevano sempre perdono allo spirito prima di compiere l'atto) derivava dal loro DNA ancora non completamente 'annientato' ed è per questo motivo che le "forze invisibili" che dominano il mondo hanno spinto l'uomo bianco a sterminarli. Per cancellare le ultime poche tracce nel DNA della razza umana sull'"origine", l'armonia e l'amore che vengono naturali nella specie umana e nella natura.

    Ma i discorsi sarebbero lunghi e sarebbe bellissimo poter passare qualche girno insieme magari in una baita di montagna davanti ad un bel fuoco e con il calumet della pace per parlare con pace e amore di tutto questo.

    Con infinto affetto invio un fraterno abbraccio a tutti quanti i meravigliosi amici e fratelli di questa casa virtuale di Zret.

    B O J S

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  11. IO..

    Vocabolo che connota l'unico punto di vista dell'Essere Umano dal quale egli vede l'Esterno, il Mondo, il Reale..

    Quindi già solo per questo andrebbe soppresso e sostituito,magari con più vocaboli, per darci differenti possibilità di Percezione..

    ..la Percezione di un io dominante,separato da tutto il resto è pura illusione..
    Il Dominio ,che ne consegue da questa visione, dell'Uomo sull'Universo dovrebbe essere sostituito dall'Arte del "Lasciare che accada".. Come nel libro: "lo Zen ed il tiro con l'Arco"..
    Quando gli Arceri non scoccavano la Freccia, ma la Freccia semplicemente "si scoccava"..

    La Nostra Cultura ci ha insegnato ad identificarci ed a "pensarci" come attenzione cosciente, come "ego"..
    Mentre esiste una Consapevolezza più ampia e più profonda che è quella del "se"..
    Questa è presente ed opera in ogni Nostra terminazione nervosa, e nella sua massima ampiezza si identifica con l'intera Realtà..

    Raramente le persone ne hanno Coscienza, perchè purtroppo fin da piccoli siamo educati a "pensarci" come "centri isolati di Consapevolezza", in un Mondo Straniero ed Ostile.. Contro il quale lottare..
    Al contrario secondo una più profonda Consapevolezza ciò che Noi stiamo facendo ,quì ed ora, lo sta facendo tutto l'Universo..
    Esattamente come un Onda è qualcosa che tutto l'Oceano sta facendo..
    (Watts)

    Finchè continueremo a credere di essere solo ciò che è racchiuso all'interno della nostra pelle e non capiremo che il Mondo intero è il nostro Corpo..
    Tenderemo sempre ad essere aggressivi verso gli altri Esseri Umani e verso la Natura in generale..

    "L'Importanza personale"..
    come la chiamava Don Juan.. (Indiano e Sciamano Yaqui..)
    La nostra superbia ed il nostro ego..
    Alla fine non sono altro che la nostra vera gabbia..

    Negli "Inventari dei Guerrieri", l'Importanza personale è l'attività che consuma la maggior quantità di energia, per questo ad ogni "Apprendista" è richiesto un Capolavoro di Strategia per rendere libera questa energia..
    Smantellando gli schemi che la dissipano per potere ricanalizzarla e con Essa affrontare "l'Ignoto" accessibile solo a Sciamani impeccabili..

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  12. Il ricco e profondo commento di Bojs offre spunti interessantissimi. Egli giustamente individua nei Viglianti (o Veglianti) i grandi fraudolenti. Enoch dice che hanno volto di vipera. Inoltre puntualizza che qualcuno (credo gli Annunaki) corruppe il DNA e che l'Io è una creazione piuttosto recente. Gli antichi greci non sapevano neppure che cosa fosse.
    La glossa di Bojs è un prezioso complemento al mio lacerto sull'io, un approfondimento su cui riflettere.

    Un saluto a tutti i sodali ed un ringraziamento per i vostri contributi.

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