24 maggio, 2008

Il denaro tra sacro e profano

Il denaro è un simbolo, letteralmente, poiché, come tutti i simboli, esso sta per. Già questo basterebbe per trasferirlo da mondo della venalità ad una sfera superiore, ermeneutica. Siamo, però, abituati a considerare il denaro come qualcosa di concreto, di solido, su cui fondare le nostre sicurezze economiche, eppure esso possiede una natura mercuriale, fuggevole, mobile. I soldi circolano: circolante è sinonimo di denaro. I beni mobili sono quelli monetari.

Tralasciate complesse e sovente astruse questioni di tipo economico, riscopriamo il vero valore dei lingotti e delle monete nell'antichità. Il loro valore non era solo nel conio e nel titolo, ma nel baluginio divino ed astrale che l'oro, l'argento e l'elettro custodivano. L'oro è il sole, l'argento la luna. Nei tempi remoti i metalli scintillanti riverberavano una luce sacra, sia pure destinata a stimolare la virgiliana sacra fames auri, un'esecranda avidità. Allora le monete, che portavano l'effigie di un dio, a volte erano tesaurizzate, tenute come talismani o gioielli: per gli scambi si poteva ancora ricorrere al baratto, ai doni reciproci, al bestiame. Era questa l'economia della cultura omerica.

I primi banchieri furono i sacerdoti delle città di Sumer: a loro già si deve la lenta, funesta trasformazione della pecunia da amuleto, da strumento per le transazioni commerciali in merce. Dall’uso del denaro all’usura il passo è breve. Con usura, ci ammonisce Ezra Pound, si può solo corrompere e rovinare. Non è un caso se Dante, condannando i prestatori ad essere tormentati nell'inferno, li reputa peccatori contro l'arte. L'arte è il lavoro onesto: nulla è disonorevole e disonesto come l'arricchimento frutto di speculazioni e di frodi. Che cosa penserebbe il sommo poeta dell'ignobile sistema definito signoraggio bancario?

A Cesare quel che è di Cesare; a Dio quel che è di Dio;... a me quel che è mio, come chiosa Gesù in un altro Vangelo. Dubitiamo che il Messia intendesse avallare, con la sua risposta ad una domanda insidiosa dei Farisei, il tributo all'imperatore. Piuttosto, come ritiene Elémire Zolla, si può congetturare che egli, esortando a rendere il denaro a Cesare, dichiarasse che la coniazione è un atto di forza. "Il Messia accusa i banchieri di essere dei ladri, perché speculano sui cambi. Se si fosse ascoltato il Cristo, o il denaro non esisterebbe o solo una moneta sacra avrebbe circolato, con un rapporto fisso tra oro ed argento." Il numerario, benché non più sacro, può essere, se frutto di attività probe, giovevole, favorendo i commerci ed un certo benessere, purché si creda nel suo portentoso potere di trasformarsi in un oggetto d'uso o in una prestazione d'opera. Le persone che dimostrano fede non sono tanto quelle che credono in Dio, ma coloro i quali si affidano alla magica virtù del denaro: fede, fido, fideiussione... sono termini dell'economia.

E' quindi possibile pensare ad una società in cui la moneta sonante sia usata per acquistare e vendere, ma senza che essa sia gravata di interessi. Anche un interesse dell'un per cento annuo è usura: peccato che la Chiesa di Roma l'abbia dimenticato, anzi apprendendo perfettamente le scaltre, spregiudicate pratiche dei feneratori, si è trasformata in una banca. Se, invece, il denaro diventa banconota, carta forzosa, cifra digitata sullo schermo di un elaboratore si smaterializza in un'entità astratta. Pur non esistendo, essendo un ente creato dal nulla per dominare tutto e tutti, opprime i deboli, depaupera i derelitti, stringe in un cappio soffocante i debitori, rende schiavi di tesori chimerici gli avari, rafforza lo scellerato dominio dei potenti che impiegano i loro immensi, insanguinati capitali per uccidere, distruggere, inquinare, compiere delitti di ogni genere.

A Cesare quel che è di Cesare, dunque: come il Messia rifiutiamo in toto il potere. Poco importa se un celebre interprete del suo messaggio raccomandava che gli schiavi obbedissero ai padroni, legittimando così de facto e de iure quelle inique autorità politiche e religiose contro cui Cristo (o chi per lui) aveva consigliato la spada.

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6 commenti:

  1. poi non sono nemmeno buoni come fazzoletti di carta!

    ciao!

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  2. Infatti, nemmeno come carta igienica.

    Ciao!

    RispondiElimina
  3. http://www.marra.it/



    Leggi perché le cause contro le
    banche sono ormai vinte in partenza

    Chiedici come agire in giudizio:

    1) per opporti ai decreti ingiuntivi o ai pignoramenti della tua banca;

    2) perché venga dichiarato non dovuto il pagamento del fido e del mutuo estinto o in corso nonché per la restituzione di tutto quanto già pagato o, in subordine, ove il Tribunale ritenga in primo grado dovuto il pagamento del fido o del mutuo, per la condanna della banca alla restituzione di tutto quanto preteso per interessi, anatocismo, commissioni di massimo scoperto, remunerazione e costi esosi eccetera;

    3) per chiedere la condanna della Banca d’Italia e della Banca Centrale Europea a restituirti il signoraggio primario in euro 28.000 + 28.000 per danno non patrimoniale


    c'è un software forense per calcolare quanto le banche ci rubano...

    è un po' OT ma spero vi torni utile...

    ciao

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  4. Non esula Badghir. Più che altri ci si affida a tribunali controllati dai banchieri. Lupo, diventa vegetariano!

    Ciao

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  5. Salve Zret, sono Battaglia. Anche se non è pertinente con l'ultimo suo articolo, vorrei esprimere un parere riguardo l'amato/odiato Attivissimo.
    Lei ha già scritto di ritenere questo personaggio una marionetta certamente in mala fede, dietro al quale c'è sicuramente qualcosa. Dopo aver letto qualche suo articolo e visto alcuni suoi video, ho maturato piuttosto l'impressione che si tratti di un "indipendente" che trova assai divertente scovare gli errori e ridicolizzare il lavoro di tutti i "complottisti", senza alcun guiderdone. Questa mia impressione (che poi vorrei confrontare con la sua) si avvale delle seguenti considerazioni:
    1) Le lobby di potere non credo si affiderebbero a comune un blogger, senza alcuna competenza specifica (ex DJ!) per fare una potente disinformazione; infatti si avvalgono più spesso di "esperti" allineati.
    2) Attivissimo, pur criticamente, analizza le teorie complottiste, mentre di norma esse ufficialmente non vengono nemmeno considerate; mi sembra più un approccio da appassionato che da venduto.
    3) Il suo stile demenziale, che gioca sul ridicolo, non ha la parvenza della critica seria, ma piuttosto segue il suo sincero divertimento nello "scovare bufale". Ciò denota a mio parere un'intolleranza al cospirazionismo tutta sua e a priori delle argomentazioni.
    4) Non dispone di visibilità tale da farlo sembrare un "protetto" dalle lobby: cervello a parte, Zret e Paolo giocano ad armi pari.
    5) Attivissimo mette in campo tesi contro-complotto che non si limitano a riprendere acriticamente le versioni ufficiali, ma scaturiscono da una sua personale ricerca che mostra errori più o meno grandi nelle argomentazioni dei suoi bersagli.

    Tutto questo mi porta a credere che Attivissimo sia uno vero scettico, che riscuote successo più che altro perchè il sentire comune della gente sta dalla sua parte; gli basta mostrare qualche imprecisione per poter far credere (innanzitutto a se stesso) che sia tutto da gettare nel water...
    Spero in una replica via e-mail Grazie!!

    RispondiElimina

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