24 novembre, 2008

Il marchio dell’Anticristo cristianizzato

L'amico Menphis mi ha segnalato un'agghiacciante risposta del teologo (sic) Privitera ad un lettore di Famiglia "cristiana". Il lettore aveva interpellato sulla possibilità che sia introdotto un microprocessore sottocutaneo per controllare alcuni condannati. Precisato che sarebbe preferibile che un teologo si occupasse di temi quali l'adequatio rei ed intellectus, evitando di pronunciarsi su argomenti di attualità di cui nulla comprende, risultano abominevoli e speciose le argomentazioni di Privitera per giustificare l'introduzione del microchip.

L'editorialista afferma: "Il microprocessore può servire per non limitare del tutto la libertà di un essere umano che per motivi di giustizia (???) è sottoposto ad un controllo particolare oppure di una persona smemorata che con quel chip mantiene la sua libertà di movimento, pur rimanendo rintracciabile in qualsiasi momento."

Gli "argomenti" addotti dall'esimio scrittore sono del seguente tenore: “Dal piano della scoperta di uno strumento qualsiasi a quello della sua applicazione nella vita quotidiana il passaggio non è mai così automatico ed acritico. Del resto oggi siamo già quasi sempre sottoposti al controllo di una telecamera, senza che ciò ci crei particolari problemi... Per non parlare dei telefonini cellulari mediante i quali viene registrato ogni nostro movimento e addirittura si può risalire alle nostre conversazioni."

E' l'atteggiamento tipico di chi tende a ridimensionare, a tranquillizzare e che, volente o nolente, fa il gioco dei globalizzatori, o per collusione o per insipienza e sottovalutazione dei problemi. Il discorso di Privitera è, poi, del tutto inficiato dal suo riferimento alla "giustizia" con cui intende il tribunale umano, che, nel migliore dei casi, è vendetta sublimata, quando non è coercizione e violenza istituzionalizzata.

Aveva ragione Manzoni a reputare la legge degli uomini un coacervo di norme inefficienti contro i prepotenti e draconiane contro gli umili, mentre confidava soltanto nell'unica vera giustizia, quella divina. Purtroppo molti "cristiani" di oggi sono sostenitori del sistema, integrati in esso ed hanno abiurato il messaggio rivoluzionario delle origini. Non si pongono più domande, cercando di cogliere l'intima connessione-divaricazione tra la violenza degli stati e la violenza dei singoli. Per quanto mi riguarda, ritengo che la prevaricazione sia sempre esecrabile nonché inutile. Ciò non significa che il cittadino debba essere acquiescente, tutt'altro.

La denuncia delle storture e delle iniquità è doverosa, ma non serve rivoltarsi contro i burattini, bensì è più giovevole svelare gli inganni globali, affinché le persone ritirino completamente la loro fiducia al potere. Non ha alcun senso aggredire Berlusconi ed elogiare il suo sodale Veltroni o viceversa: entrambi sono semplici esecutori di ordini che vengono dall'alto. Non ha alcun senso manifestare contro la stucchevole Gelmini, se si ignora che i tagli collegati alla legge finanziaria, sono un mezzo per fomentare una protesta spesso confusa e caotica. Che significato ha chiedere che si rinunci alle economie nell'ambito del sistema "formativo", se non si comprende che un governo potrebbe sopperire a tutte le esigenze della collettività, con una drastica decurtazione delle spese militari ed abolendo il signoraggio? Dunque l'affossamento della scuola risponde a due obiettivi: accendere la scintilla della rivolta in vista di auspicati interventi repressivi ed eliminare gli ultimi avamposti di dissenso all'interno di istituti ed università.

Lodevole sarebbe un'azione basata non su un attacco ideologizzato contro questo o contro quello, ma sul rifiuto a riconoscere il sistema in quanto tale ed a valorizzare un nuovo modo di approcciare i problemi, con consapevolezza, solidarietà, equilibrio e senza settarismi.

Ad esempio, potrebbe essere forse proficuo mostrare quanto siano organici alla Matrice certi intellettualoidi, come Privitera che si avvale di sofismi tipici dei sinarchisti. E' noto, ad esempio, che costoro sono fautori della gradualità: sapendo che, in genere, i cittadini rifiuterebbero un'intrusione nella loro libertà e dignità che giungesse ex abrupto, ricorrono a misure progressive. Così, si passa dal documento di identità con fotografia, alla carta con l'impronta digitale, per culminare nella tessera con microchip contenenti tutti i dati del suddito fino al microprocessore sottocutaneo, già introdotto, in qualche caso negli Stati Uniti ed in Messico con la scusa di sorvegliare galeotti o bambini o pazienti affetti da Alzheimer o con altre motivazioni.

Questa introduzione è coonestata dal "teologo" che minimizza i rischi della sorveglianza e si affida alla saggezza delle istituzioni che sapranno limitare l'uso di tali dispositivi ai casi strettamente necessari. Così, mentre un po' alla volta ci si avvia verso il marchio dell'Anticristo obbligatorio per tutti, la città di Sanremo, diventa come Londra, con l'installazione di un numero astronomico di telecamere, ufficialmente con lo scopo di scoraggiare i crimini. L'amministrazione comunale, orgogliosa di questa iniziativa, annuncia che questo sistema, costato ai contribuenti 800.000 euro e fonte di nocive irradiazioni elettromagnetiche, sarà ulteriormente integrato. Non risulta che a Londra i delitti siano diminuiti grazie al Grande Fratello, mentre il controllo dei cittadini onesti diventa sempre più invadente. Inoltre ci chiediamo se la delinquenza si combatta solo con la costrizione: se alla violenza dello stato non è etico rispondere con la violenza, il crimine (ammesso e non concesso che si voglia debellarlo) si argina con sempre più draconiane e soffocanti misure?

Infine il "teologo", con i suoi spericolati equilibrismi, di fatto, legittima il marchio dell'Anticristo. E' ironico ed istruttivo che una così sfacciata e scervellata apologia del potere diabolico provenga ufficialmente da un seguace di Cristo.

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2 commenti:

  1. A proposito di piacevolezze cattoliche ti sottopongo il seguente brano tratto da un articolo pubblicato sul quotidiano 'Avvenire' del 13 settembre 2007 dal giornalista Filippo Rizzi in merito alla rievocazione della teologa nonchè 'mistica' belga Adrienne von Speyr,personaggio tenuto in grandissima considerazione da capataz della teologia cattolica moderna quali Henri De Lubac e Hans Urs von Balthasar.

    Il brano curioso a più di un titolo è il seguente:

    «A testimonianza di tutto questo mi viene in mente che poco dopo la sua entrata nella Chiesa cattolica - rivela oggi uno degli allievi del teologo svizzero e presidente dell’Associazione Lubac-Balthasar-Speyr, il gesuita belga Jacques Servais -, tornando in macchina dal suo ufficio medico, Adrienne fu improvvisamente fermata da una luce irruente, tanto che un passante scorgendo qualcosa d’insolito fuggì spaventato. Quindi udì una voce pronunciare in francese le parole Tu vivras au ciel et sur la terre (”Vivrai in cielo e sulla terra”). Parole strane ma che sono forse la chiave della missione ricevuta assieme a padre Balthasar: fondare un’istituzione di vita consacrata, la Comunità di San Giovanni.

    'Sound familiar?' Fa venire in mente forse qualcosa lo strano episodio?
    Innanzitutto ci fa venire in mente una scena basilare del film ET di Spielberg e poi il malaugurato evento capitato alla Speyr ci induce a pensare che essa sia stata l'oggetto di una 'abduction' o quanto meno di un intervento alieno che condizionò il resto della sua vita.

    Altrochè illuminazione mistica: gli astanti dotati di retto intendimento se la davano a gambe levate nel vedere simile stranezza!

    Ahimè, questo è il livello del Cattolicesimo ai nostri giorni.
    Mi viene spontaneo chiedermi: ma ci furono anhe dei periodi nei quali tale religione fu un pò meglio di così?

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  2. Il quotidiano Avvenire nel cui logo è codificata la solita piramide catto-massonica, ci informa dunque su chi manipola certi "teologi". L'episodio riportato evoca proprio un'interferenza arcontica (o "aliena") e riporta alla mente tanti altri eventi consimili, anche di molti secoli or sono.

    La tua domanda, Paolo, è, a mio parere, retorica. Almeno dal IV secolo la Chiesa nicena, poi cattolica, è, pur qualche eccezione, sentina di turpitudini.

    Ciao e grazie.

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