30 novembre, 2009

Nel senso che

Ormai si assiste impotenti alla distruzione della lingua italiana o di quel poco che di essa è rimasto. I manigoldi che l'hanno stuprata sono sovente "intellettuali" e "scienziati". Questo è il segno di quanto sia ormai degenerata la nostra società: addirittura, con mirabile finezza, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, (nomen omen), si è di recente esibito nel turpiloquio. Certo, le azioni della classe “politica” sono assai più turpi delle loro parole, ma restano lo sfacelo dell'idioma, la bruttura, lo scadimento come bubboni purulenti di una peste linguistica. I problemi veri sono altri ed è ozioso scandalizzarsi per qualche espressione colorita, per la distruzione della sintassi ed il depauperamento del lessico.

Così l'attualità è piena di eventi atroci, in una climax di violenza e di iniquità che non ha precedenti nella storia umana, soprattutto perché sono sovente brutalità ed ingiustizia istituzionali, di stato. Stefano Cucchi è stato massacrato di botte ed i suoi carnefici forse riceveranno un'ammonizione come calciatori fallosi. Federico Aldrovandi, manganellato ed umiliato da agenti di polizia, morì mentre con la voce soffocata tra i rantoli implorava un aiuto dai suoi aguzzini. Questi sono solo due episodi balzati ai disonori della cronaca, ma quanti restano oscuri e si perdono tra le migliaia di crimini cui quasi siamo assuefatti! Infatti lo sfruttamento, la ferocia e la tortura come norma non riescono neppure più a risaltare sullo scenario della pazzia planetaria.



Intanto i governi nazionali sono stati de facto esautorati affinché cedano i poteri ad organismi sopranazionali, tesi ad instaurare con le buone, ma soprattutto con le cattive, il funesto Nuovo ordine mondiale, imperniato sul controllo assoluto, di tipo tecnologico. La strada per la futura tirannia è spianata, con sadica lentezza, grazie ad una congerie di iniziative, anche per mezzo di quelle che paiono innocue o che sono addirittura presentate come misure nell'interesse della collettività. La privatizzazione dell'acqua "potabile", i nuovi tributi per finanziare l'operazione "scie chimiche", le leggi sulla "sicurezza", la campagna per le vaccinazioni "contro" l'influenza AH1N1, la crisi economica mondiale, i conflitti che insanguinano vaste aree del pianeta... sono solo alcune delle tessere di un grottesco mosaico.

Di fronte alla cupa tragedia dei tempi finali, che cosa può significare lo stupro della lingua? E' uno dei fini perseguiti dalle ripugnanti élites, perché consuona con l'affossamento delle culture nazionali annacquate in un dolciastro e vomitevole europeismo o mondialismo, evirate in una neo-lingua che non trasmette più alcun pensiero ed emozione, piatta, arida, morta.

Suona ironico che una siffatta lingua castrata si incanti, come un disco graffiato di vinile, in un sintagma ossessivo, usato ormai ad ogni piè sospinto, ossia "nel senso che" (talvolta abbreviato con "nel senso... ", amore per la brachilogia). "Nel senso che": espressione insensata sulla bocca di insensati in una società ormai priva di senso.



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12 commenti:

  1. Regnano sovrani la stupidità e un ego smisurato nelle persone e negli amici a cui ho semplicemente proposto la lettura dell'articolo di Solange Manfredi - IL GRANDE INGANNO: DA MAASTRICHT A LISBONA -
    A leggerlo, e comprenderlo, chiunque salterebbe sulla sedia, ma... niente, aria di sufficienza!

    Ognuno ha in testa il suo mondo, generato da informazioni di "sistema", pregiudizi, rifiuto di informazioni "sconosciute", sostenuto con la sufficienza, propria della stupidità e dell'ego.

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  2. Il milieu "scientifico" pullula di ottusi saccenti, Faraday.

    Guénon la definiva "scienza profana"; io aggiungerei "profanatrice".

    Stolidità e superbia vanno di pari passo.

    Ciao e grazie.

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  3. Ma una cosa ,per noi e contro di Loro, possiamo cominciare a pensare di farla : sottrarre i prodotti sulla nostra mensa al Loro Mercato. Ognuno come puo'.

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  4. Caro Zret, hai colto un segno dei tempi decisivo. Il linguaggio è figlio dei tempi, così come il "parlato", oggi più di ieri, è infarcito di espressioni volgari con riferimento ai genitali maschili e femminili. Un esempio su tutti: il coraggio, si identificava con il cuore, da cui deriva la parola, poi si è usato il fegato, e sempre più in basso, oggi è rappresentato dalle p.....
    È la degenerescenza dell'uomo. La tecnica, poi, diventa l'ultima zavorra ontologica, attraverso gli strumenti del comunicare. I messaggi attraverso i telefonini, esprimono con fraseologie monche e tronche, il balbettio frastornante dei tempi. I pensieri abbozzati, presunti, ipotetici, in un miscuglio semantico che ha del patologico.
    Teniamo duro, non abdichiamo.
    Angelo Ciccarella

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  5. Aggiungerei , alla lista di Autori veramente formativi recentemente presentata da Angelo Ciccarella(Meyrink , Kolosimo, Scanziani e pochi altri) il nome di Claudio Mauri, col suo bellissimo romanzo ,pubblicato qualche hanno fa dall' editore Mursia : La catena invisibile . Egli ,Mauri , ha toccato davvero da vicino le modalita' privilegiate d' azione reale del Potere Mondialista atlantico : quelle dell' infiltrazione, laterale in strutture sociali e spirituali sane , e della suggestione , a mezzo di poteri psichici : poteri che traggono evidentemente la loro forza devastante dal contatto medianico di taluni "iniziati" col magnetismo terrestre (vedine la disamina ne : IL MISTERO DEL DOPPIO,di Rudolf Steiner, proprio su questo blog indicato alla nostra attenzione come opera chiave).

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  6. Angelo, la riflessione linguistica sul coraggio e sulle sue espressioni metaforiche è pregnante.

    Grazie, Jacolliot, dei tuoi consigli bibliografici. Anche Steiner ebbe delle intuizioni non di poco conto.

    Ciao e grazie.

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  7. La lingua è in continua evoluzione, molti termini cadono in disuso e altri si impongono sul panorama delle comunicazioni, non sempre si può parlare di "sturo", talvolta ci troviamo di fronte ad una semplice evoluzione. Sono convinto che e Dante avesse letto un testo di Manzoni avrebbe avuto la stessa tua reazione, oh Zret, ma ciò non vuol dire che Manzoni sia stato uno stupratore della lingua Italiana, vuol dire solo che ha scritto in un' altra lingua: un evoluzione del volgare dantesco. Allo stesso modo una lingua non si può imporre su un tempo che non le appartiene, sarebbe anacronistico. La lingua è lo specchio della società, e la società che ci piaccia o meno cambia, quindi cambia anche la lingua. Con ciò non difendo certo i turpiloqui, che dovrebbero essere riservati ai plebei e la classe dirigente nazionale dovrebbe quasi ignorarne l'esistenza, ma si sa cosa succede quando sono i plebei a prendere il potere ed ad entrare in un "parlamento" (termine che ritengo errato nel caso italiano, parlamento deriva da una parola francese che vuol dire discussione, ma nel nostro parlamento ci sono solo goffe urla animalesche).

    Ritengo che bisogni quindi accettare l'evoluzione della lingua, e accettare i nuovi termini stranieri, d'altronde è la storia dell'italiano: un continuo afflusso di termini stranieri, è inutile emulare il fascismo che italianizzava ogni cosa, in tal modo si cade solo nel ridicolo.


    Ritengo che bisogni quindi accettare l'evoluzione della lingua, e accettare i nuovi termini stranieri, d'altronde è la storia dell'italiano: un continuo afflusso di termini stranieri, è inutile emulare il fascismo che italianizzava ogni cosa, in tal modo si cade solo nel ridicolo.

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  8. llsk, il mio discepolo, Dante Alighieri, talora usava espressioni laide, ma fu sempre sublime, laddove i "politic"i e gli "scienziati" come Como-retto, resterebbero dei beoti, anche qualora conoscessero la lingua italiana. Trattasi di adynaton.

    Ciao

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  9. Più che di evoluzione, io parlerei di involuzione, di declino: tale decadenza investe tutto.

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  10. più aberrante di "nel senso che" possiamo citare il "ma anche" di veltroniano conio, o l'odioso, urticante uso errato di "piuttosto che" in funzione di "oppure"... la lingua, la parola, fa la realtà, laddove questa decade decade la realtà e anche lo spirito mi sa...

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  11. Esselle, "piuttosto che" invece di "oppure" è un monstrum linguistico, il "ma anche" di Veltroni, infido esponente del Gruppo Bilderberg, denota la gesuitica e melliflua ambiguità del viscido e molle personaggio.

    Ciao

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  12. Potete votare l'interlocuzione peggiore qui

    http://paroletario.blogspot.it/2012/09/dizionario-dei-modi-di-dire-le.html

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