25 dicembre, 2011

L’origine del male secondo Tolomeo

Guido Pagliarino, nel saggio “Cristianesimo e Gnosticismo 2000 anni di sfida”, riporta la dottrina di Tolomeo, teologo gnostico-cristiano, di scuola valentiniana.[1]

Scrive l’autore: “Per Tolomeo, Cristo ha, oltre allo Spirito, un corpo psichico, non carnale, ma neppure solo apparente, in quanto è dotato di reale anima (psiche) umana, per cui possono essere salvati gli psichici oltre agli spirituali: secondo lui, solo i materiali (ilici) cadono senz’altro nel nulla. Anche per Tolomeo, quindi come per tutti gli gnostici, l’immortalità dei salvati da Cristo non è quella cristiana in corpo ed anima; anzi, come vedremo parlando di Paolo, quella di un corpo animale psichico trasformato in corpo spirituale glorioso. Secondo Tolomeo, Dio è Uno e si devono considerare inesistenti Abisso e Silenzio predicati da Valentino. Il Demiurgo è buono anche se, potremmo dire, pasticcione: non è in grado di realizzare, pur con ottima intenzione, il mondo che è nella mente dell’Uno. L’ha fatto maligno per avventatezza, non apposta, un po’ come certi piccoli che vogliono di nascosto imitare la madre in cucina e vi combinano qualche guaio”.

Come si comprende dai lineamenti della dottrina elaborata da Tolomeo, la presenza del male è spiegata, delineando un Demiurgo imperfetto e maldestro. In questo modo non solo si scagiona Dio (l’Uno), ma pure l’artefice del mondo considerato, invece, malvagio da alcune frange gnostiche e talora identificato con YHWH. La teologia di Tolomeo implica una visione entropica del processo creativo che genera una realtà inferiore all’idea primigenia: uno scollamento ontologico separa l’archetipo dalla materia, secondo un quadro che si ritrova nel Neoplatonismo e, più in generale, in tutte le fiosofie incentrate sul concetto di emanazione. Il male è dunque, per così dire, non tenebra, ma luce molto fioca.

E’ una delle tante congetture che – ne sono conscio – molti reputeranno una bestemmia più che un’eresia: la visione di un Dio incompiuto, non onnipotente è un escamotage teorico per tentare di chiarire il mysterium iniquitatis o contiene un’intuizione corretta? Un Dio simile è ipotizzato da alcuni scienziati: essi ritengono che la Mente cosmica, per evolvere, per diventare cosciente di sé, abbisogni di esperire lo spazio-tempo, di proiettarsi nella dimensione fisica. Solo, postulando un Essere siffatto, ha senso riferirsi al concetto di evoluzione, poiché è palese che un Dio perfetto non esige alcuno sviluppo. Il cosmo stesso diventa la palestra in cui ci si allena per un salto evolutivo: chiuso un ciclo, se ne apre un altro ad un livello superiore, fino a quando il Tutto non culmina nel Compimento e nella Quiete. E’ un pensiero ragionevole o l’essere tende, a mo’ di asintoto, verso una Perfezione intangibile? Sono supposizioni che producono una gragnuola di domande, creando più aporie di quante ne “risolvano”, con il modello evolutivo che si oppone alla teoria dell’involuzione. (Si pensi a Fiorella Rustici).

Forse non ha torto il filosofo Pareyson, secondo cui il male abita nel cuore stesso dell’universo. Ogni teodicea, più che una giustificazione della sofferenza, è una difesa di Dio: difficile stabilire chi sia l’avvocato migliore.

[1] Purtroppo il libercolo di Pagliarino è viziato da una superficialità disarmante, anzi l’autore prende le mosse da una tesi preconcetta, ossia lo Gnosticismo è una deviazione del Cristianesimo, per ribadirla in tutto l’opuscolo. Ora, non discuto l’interpretazione dell’autore, ma liquidare un problema tanto ostico in poche paginette, per giunta affermando che già nel I-II sec. d.C., Cristo è creduto la Seconda Persona della Trinità, mi pare molto azzardato. Non meno avventata è la datazione bassa dei Quattro Vangeli, la cui redazione è collocata dallo studioso nel I sec. Su queste ed altre premesse errate, è costruita una tesi opinabile e debole, perché basata non su un’indagine, ma su una semplice panoramica di correnti e dottrine. Ben più vigorose e rigorose sono le ricostruzioni del rumeno Culianu, dottissimo discepolo di Mircea Eliade, e, in parte, le analisi dell’erudito Ezio Albrile che, però, osserva lo Gnosticismo con la lente deformante del cattolico. In ogni caso, il tanto vituperato Gnostiscismo, almeno in alcune sue diramazioni, su certi temi fu profondo. Se non altro, i pensatori pneumatici compresero che la carneficina dell’esistenza è inconciliabile con l’idea di un Dio perfettissimo ed infinitamente buono: se le loro risposte furono deludenti e goffe, non fu tanto colpa loro, quanto dell’abissalità della questione.

Fonte: G. Pagliarino, “Cristianesimo e Gnosticismo 2000 anni di sfida”, Civitavecchia, 2003, p. 44

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10 commenti:

  1. ^_^ che dire, forse dio e´ solo una nostra invenzione della mente, ne abbiamo bisogno per continuare a vivere.

    Sia le scritture dettate dal divino? Che quelle apocrife sono state scritte dall´uomo, che tanto perfetto non e´, pertanto l´ínganno e`sempre in agguato, per confonderci e portarci dove il demiurgo arcontico ha stabilito la nostra meta.

    Rimango sempre dell`idea che beme e male {come lo intendiamo noi}, sia solo una distorsione della realta`, una scielta tra il fato ed il destino, nella compagine del tempo lineare.

    Anche l`articolo precedente la dice lunga su di un popolo gli Hyksos; naturalmente chi scrive del passato e pontifica, altro non e`che l`ennesima prova di una interpretazione umana, non verificabile, probabilmente, tramandata dagli stessi vincitori di una guerra e hanno cancellato ogni traccia occultando manufatti e monumenti.

    wlady.

    Ps: mi scuso per eventuali errori di scrittura, ma la tastiera Alemanna, e`alquanto ostica.

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  2. Chi può saperlo, Wlady, forse Dio è una creazione del nostro pensiero o forse no. Mi ha colpito rilevare che, nel saggio di Sabato Scala e Fiammetta Bianchi, alcune idee rispecchiano ipotesi che tempo fa ventilai. A volte per giunta ritrovo gli stessi termini. Gli autori optano per una teologia debole, ossia opinano che Dio non sia onnipotente. Strane convergenze...

    Anche gli Hyksos sono un bel nodo di Gordio.

    Un abbraccio a te ed ai nipotini teutonici.

    Ciao

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  3. Ciao Zret,
    Se Dio non e`onnipotente allora non e`dio, ma qualcosa simile a noi con piu`poteri.

    Si strane convergenze, strane si ma non del tutto peregrine; dopo due ipotesi casuali, si dice che la terza diventa certezza ...

    Ricambio l`abbraccio.

    Ciao

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  4. Giusto, Wlady. Dio per definizione, è l'Essere perfettissimo. Allora perché... ? Molte cose non quadrano.

    Ciao

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  5. ...per definizione Zret? Vuoi dire la definizione che noi gli abbiamo attribuito.

    Cosi`dicasi per bene e male, sono solo proiezioni della nostra mente che fanno molto male a livello della psiche e della materia.

    Dio (se esiste), non puo´essere definito, almeno da noi umani, e senza dubbio Lui non si definirebbe, Lui E´ ...

    (errata corrige nell´mio primo post), mi e´ scappata una "i" in scelta, sorry.

    Ciao

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  6. Sono questioni abissali, Wlady. Le risposte sono sempre insufficienti, anche se non possiamo evitare di cercarle.

    Ciao

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  7. Ciao Zret,
    sono dell'idea che il male appartenga a quella sfera oscura che nell'uomo è intrinsecamente agganciata, come zavorra psicoemotiva,al sè.Il lavoro interiore di, ripulitura, dovrebbe portare verso una consapevolezza sempre maggiore, di chi siamo e dove andiamo e quindi, cosa è l'UNO. la gnosi può essere una via di Conoscenza importante e valida se considerata nel suo aspetto universale e non di sola gnosi Cristiana. Non credo che il concetto di DIO sia un'invezione dell'uomo quanto piutosto un idea-base atavica e atemporale che ci spinge ( almeno coloro i quali hanno aperto la breccia per la conoscenza)verso l'esplorazione del Sè, per giungere a contemplare sfere di consapevolezza sempre maggiori ma, almeno, al momento non definibili. Il male è , in ogni caso, un aspetto atroce dell'esistenza, un aspetto che tutte le Tradizioni, in un modo o nell'altro, per quanto ne so,cercano di spiegare come forza anomala di questo spazio-tempo, non fosse altro per il fatto che tutti dobbiamo fare i conti con la fine di questa esistenza e quindi con la morte, che rimane il mistero più insondabile ma anche il più oscuro e tutto sommato uno stimolo a cercare e capire.
    Ciao

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  8. Circa questo tema tanto refrattario, posso di nuovo richiamarmi ad Anassimandro, il filosofo che probabilmente si è più accostato, a mio avviso, ad una possibile verità. Egli vede nelle cose stesse e nel tempo la radice del male, come consustanziale all'essere stesso.

    Il Sé contiene una scintilla divina, ma troveremo mai la pietra focaia per farla scoccare?

    Ciao

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  9. Zret, queste foto mi fanno venire in mente il tuo carattere malinconico:

    http://www.giornalettismo.com/archives/183081/il-senso-della-vita-in-una-foto/

    Qui invece, un fumetto che prende in giro i complottisti e che meriterebbe attenzione:

    http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/12/27/intrighi-contro-intrighi/180092/

    Ciao

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  10. Freeanimals, non voglio apparire sgarbato, ma se segnali cose che sono tratte da quel sito di svaniti che è Giornalettismo, non potrò pubblicare i tuoi contributi.

    Ciao

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