Di recente una rete televisiva ha mandato in onda la pellicola “Un eroe borghese”, per la regia di Michele Placido. Il film dipana le note vicende dell’integerrimo Giorgio Ambrosoli (Milano 1933-1979), l’avvocato scelto per liquidare la Banca privata italiana, appartenente a Michele Sindona (Patti 1920 - Voghera, 1986). Ambrosoli, per aver toccato dei nervi scoperti, fu assassinato da un sicario il giorno 11 (!) luglio 1979. Sindona, rampante uomo d’affari, tra il 1969 ed il 1974 aveva costruito un impero finanziario, al cui crollo era riparato negli Stati Uniti. Il faccendiere, essendo coinvolto nel fallimento della banca “Franklin”, fu arrestato e condannato. Morì in carcere per avvelenamento.
Che significato può assumere per il sistema inserire nei palinsesti certe produzioni cinematografiche e dedicare reportages e dibattiti ai crimini della mafia perpetrati con la collusione - come si suol dire – di “pezzi dello stato”? Si chiamano in causa trattative tra lo stato e Cosa nostra (c’est-à -dir lo stato tratta con sé stesso… ), servizi segreti deviati, quasi esistessero servizi retti come rette.
Non bisogna illudersi: il potere, che trova nei media un potente e capillare strumento di plagio dell’opinione pubblica, non lascia nulla al caso. Le celebrazioni untuose ed ipocrite in memoria dei compianti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino obbediscono ad alcuni precisi scopi. In primo luogo, sono la maschera delle istituzioni che amano presentarsi, per alimentare il consenso della massa, come oneste e strenue oppositrici della delinquenza organizzata. Il governo così esibisce il suo volto imbellettato… peccato che sia il viso di una mummia putrida e puzzolente.
Inoltre l’insistenza sulle nefandezze della malavita cui si intrecciano complicità degli apparati, induce a credere che è sufficiente recidere i pochi legami tra la criminalità e qualche esponente della società civile o della politica (funzionario o sottosegretario o ministro) per ripristinare la legalità. Ecco allora che pullulano ripugnanti iniziative soprattutto “scolastiche”: commemorazioni, concorsi, mostre, spettacoli sono volti ad indottrinare le nuove leve, ad inculcare il convincimento che lo stato è buono. Supremo e vergognoso paradosso: il regime celebra gli eroi che esso stesso ha trucidato.
Anche lasciar balenare il sospetto che, dietro certi omicidi eccellenti si trovino personaggi del calibro di Giulio Andreotti, non rivoluziona le cose, non sovvertendo la fiducia nel sistema tout court. Si resta sempre ad un livello di comprensione non solo incompleto, ma tendenzioso, poiché è un’interpretazione del reale che prescinde dalla coscienza che “non esistono poteri buoni”. (F. De André)[1]
Compiere un passo decisivo nell’intelligenza dei processi politici significa acquisire che le élites sono talmente feroci e spregiudicate da non esitare a massacrare inermi ed ignari cittadini, spesso della stessa nazione cui, all’apparenza, appartengono le stesse classi dirigenti. Questo modus operandi è ben documentato, ad esempio, nel libro di Marco Pizzuti, “Rivelazioni non autorizzate”, in cui è illustrato come il Gotha sedicente ebraico non esitò a strumentalizzare ed a sacrificare inconsapevoli giudei, pur di perseguire i suoi diabolici fini. E’ una raison d’état che ignora e calpesta le patrie ed i popoli.
Non basta, però, concludere che la politica e l’economia mondiale sono dirette e gestite da pochi influenti centri: è codesta una conclusione che il cittadino medio, quasi sempre, rifiuta a priori, pur con tutte le prove che si possono addurre. Bisognerebbe, infatti, concepire una longa manus allotria dietro il sipario degli accadimenti…. e questo è davvero chiedere troppo anche ad un eroe, borghese o proletario che sia.
[1] E' naturale che all'interno delle istituzioni agiscono persone degnissime, ma purtroppo sono poche.
Che significato può assumere per il sistema inserire nei palinsesti certe produzioni cinematografiche e dedicare reportages e dibattiti ai crimini della mafia perpetrati con la collusione - come si suol dire – di “pezzi dello stato”? Si chiamano in causa trattative tra lo stato e Cosa nostra (c’est-à -dir lo stato tratta con sé stesso… ), servizi segreti deviati, quasi esistessero servizi retti come rette.
Non bisogna illudersi: il potere, che trova nei media un potente e capillare strumento di plagio dell’opinione pubblica, non lascia nulla al caso. Le celebrazioni untuose ed ipocrite in memoria dei compianti Giovanni Falcone e Paolo Borsellino obbediscono ad alcuni precisi scopi. In primo luogo, sono la maschera delle istituzioni che amano presentarsi, per alimentare il consenso della massa, come oneste e strenue oppositrici della delinquenza organizzata. Il governo così esibisce il suo volto imbellettato… peccato che sia il viso di una mummia putrida e puzzolente.
Inoltre l’insistenza sulle nefandezze della malavita cui si intrecciano complicità degli apparati, induce a credere che è sufficiente recidere i pochi legami tra la criminalità e qualche esponente della società civile o della politica (funzionario o sottosegretario o ministro) per ripristinare la legalità. Ecco allora che pullulano ripugnanti iniziative soprattutto “scolastiche”: commemorazioni, concorsi, mostre, spettacoli sono volti ad indottrinare le nuove leve, ad inculcare il convincimento che lo stato è buono. Supremo e vergognoso paradosso: il regime celebra gli eroi che esso stesso ha trucidato.
Anche lasciar balenare il sospetto che, dietro certi omicidi eccellenti si trovino personaggi del calibro di Giulio Andreotti, non rivoluziona le cose, non sovvertendo la fiducia nel sistema tout court. Si resta sempre ad un livello di comprensione non solo incompleto, ma tendenzioso, poiché è un’interpretazione del reale che prescinde dalla coscienza che “non esistono poteri buoni”. (F. De André)[1]
Compiere un passo decisivo nell’intelligenza dei processi politici significa acquisire che le élites sono talmente feroci e spregiudicate da non esitare a massacrare inermi ed ignari cittadini, spesso della stessa nazione cui, all’apparenza, appartengono le stesse classi dirigenti. Questo modus operandi è ben documentato, ad esempio, nel libro di Marco Pizzuti, “Rivelazioni non autorizzate”, in cui è illustrato come il Gotha sedicente ebraico non esitò a strumentalizzare ed a sacrificare inconsapevoli giudei, pur di perseguire i suoi diabolici fini. E’ una raison d’état che ignora e calpesta le patrie ed i popoli.
Non basta, però, concludere che la politica e l’economia mondiale sono dirette e gestite da pochi influenti centri: è codesta una conclusione che il cittadino medio, quasi sempre, rifiuta a priori, pur con tutte le prove che si possono addurre. Bisognerebbe, infatti, concepire una longa manus allotria dietro il sipario degli accadimenti…. e questo è davvero chiedere troppo anche ad un eroe, borghese o proletario che sia.
[1] E' naturale che all'interno delle istituzioni agiscono persone degnissime, ma purtroppo sono poche.
Citazione:
RispondiElimina"Che significato può assumere per il sistema inserire nei palinsesti certe produzioni cinematografiche e dedicare reportages e dibattiti ai crimini della mafia perpetrati con la collusione di “pezzi dello stato”?".
Perché è giunta l'ora della dissoluzione degli stati nazionali. Me ne sono accorto dal gran numero di utenti del Gazzettino che riversano odio verso la classe politica, anche con toni offensivi che la redazione non censura.
L'inizio di questa manovra può essere attribuito a Gian Antonio Stella e al suo libro "La Casta", a cui ne sono seguiti altri, di altri autori, ma tutti impegnati a mostrare quanto vergognosi siano i comportamenti dei nostri politici.
L'odio delle masse viene così indirizzato verso una possibile, benché poco probabile, rivoluzione popolare, con i politici appesi ai lampioni delle città.
Se la gente normale non avrà mai il coraggio di fare fisicamente ciò, ci penseranno gli Illuminati assoldando mercenari come si sta facendo al momento in Siria. I politici penderanno veramente dai lampioni stradali e alla gente verrà fatto credere che la cosa sia spontanea.
Quando gli stati nazionali saranno distrutti ci verrà offerta sotto ricatto la possibilità di un governo unico mondiale. Sui giornali di oggi Mario Draghi ha ripetuto il suo solito ritornello: dobbiamo cedere pezzi di sovranità.
Anche lui, come i palinsesti televisivi, fa la sua parte.
Ciao
P.S.
Ti scriverò in privato fra poco.
Giusta analisi Ron, l'esempio della Siria e prima ancora della Libia, non lasciano dubbi del loro modus operandi, così come ha detto Zret per la rivoluzione francese, la rivoluzione d'ottobre e il nazismo che non se n'è mai andato ma solo passato oltreoceano.
EliminaCiao
Scusa Freeanimals :)) ti ho chiamato Ron, ma penso che anche lui la pensi nello stesso modo.
EliminaNon c'è problema, Wlady. E' che io non ho tutto il tempo che ha Ron e quindi intervengo raramente. Ciao
EliminaSono perfettamente d'accordo con quanto scrivi. E' una conclusione cui giunsi tempo fa. Accadrà quel che avvenne in concomitanza della rivoluzione francese: fu ghigliottinato anche qualche superbo aristocratico, ma fu instaurato un regime di terrore peggiore dell'ancien régime.
RispondiEliminaIl popolino non ha capito che non esistono poteri buoni, che l'europa e l'ONU non sono preferibili all'italia. Tuttavia, se si vedesse pendere Napo orso capo...
Ciao
Anche Maroni ieri sera ha asserito: "Gli stati devono cedere pezzi di sovranità".
RispondiEliminaChi poi vede il V. dietro Draghi e Monti?
Ho visto Zret, la trasmissione, adirittura PB ha fatto (in ultima analisi) i complimenti a Maroni, mentre lui e Giannino lo prendevano in giro; cosa continua ad andare a quelle trasmissioni preconfezionate PB?
EliminaNon scrivo che PB mi ha deluso, poiché non ne ho grande stima. Ha solo accennato alla moneta sovrana, ma non ha spiegato che essa è emancipata dal signoraggio. Ha descritto la deflazione attuale, laddove siamo in condizioni di paurosa stagflazione. Secondo lui, basterebbe che lo stato stampasse banconote senza prenderle in prestito dalla BCE per risolvere tutto.
RispondiEliminaNo! Occorre anche abolire la Borsa, azzerare le spese militari (Geoingegneria inclusa), decurtare i giganteschi esborsi per la burocrazia, favorire un'economia basata sull'autosufficienza etc. Altrimenti si rischia di generare un'iperinflazione a causa della quale, alla fine, chi ha fame potrà mangiare... le banconote.
Maroni ha triturato i...
Ciao
Maroni è solo un pover'uomo che si illude di avere abilità politica e addirittura del carisma. Essendo da sempre una mezza calzetta o anche meno, il suo avvenire politico è segnato come segnato è quello della Lega Nord. Movimento fallito già in partenza e nelle premesse, il destino della Lega è quello di scomparire insieme agli altri Partiti politici in generale.
RispondiEliminaE' come scrivi, Paolo. Bobino è un quaquaraqua che si crede uno statista.
RispondiEliminaCiao