Leggi qui la seconda parte.
Si pensi alla strana visione di Uri Geller, il famoso presunto sensitivo israeliano. Geller asserì di aver ricevuto alcune delucidazioni dagli abitanti di un pianeta extragalattico chiamato Hoova. Gli alieni di Hoova sarebbero capaci di agire sulla materia subatomica, per far apparire e sparire gli oggetti, sarebbero in grado di controllare il tempo. Inoltre gli ufonauti di Geller opererebbero con l’ausilio di androidi, unità bioniche attive all’interno di enormi astronavi, di cui l’ammiraglia è la “Spectra”.
Nel 2009 era stato pubblicato uno strano libro, a firma di Maja Ricci Andreini, “Il plico misterioso”. Preceduto da un insistente battage, il volume, che delineava uno scenario in cui la Terra è gestita da una piattaforma informatica nello spazio, si è dissolto nel nulla come la sua autrice.
Alcuni archetipi di questa concezione sono l’episodio della serie “Star Trek”, “Il ritorno degli Arconti” ed una novella di Fredric Brown, “La risposta”.
Di recente l’architetto Giorgio Grati ha esposto una teoria, per certi versi, simile. Stando a Grati, la vita sulla Terra è originata e preservata dall’Informazione, un segnale che proviene da un generatore ubicato a Nord ed allineato alla Stella polare. Per cause non chiare, tale segnale si starebbe indebolendo e Grati ha fantasticato che le scie chimiche servirebbero a mappare le zone del pianeta in cui è in atto un processo di deterioramento del segnale. Le anomale morie di pesci e volatili sono occorse giacché il segnale si è affievolito soprattutto nelle zone a nord del trentacinquesimo parallelo. L’architetto, che ha assicurato di essere in possesso di tecnologie per rafforzare il segnale, reputa che lo spirito coincida con l’informazione. “Esso è la nostra memoria, un programma informatico della quarta(?!) dimensione”.
Rispetto a tale Weltanschauung tecno-informatica, è più elevata la concezione di Dick. Egli considera il cosmo come la conseguenza del pensiero di una Mente che si è scissa in due diverse entità, dando luogo a due livelli di realtà, superiore ed inferiore, la Forma I e la Forma II di Parmenide (oppure, rispettivamente, Yang e Yin). L'umanità sarebbe intrappolata nell'universo inferiore, meccanico e deterministico ed un Velo di Maya occulterebbe il regno superiore, la vera realtà. La scissione della Mente divina sarebbe la causa di una sospensione del tempo intorno al 100 d. C., per cui solo un’immagine illusoria, trasformando lo spazio circostante, imiterebbe il flusso cronologico.
Il narratore statunitense, con il suo dualismo di origine gnostica, assegnando solo al mondo sublunare caratteristiche meccaniche, ci emancipa da una teoria tecnotronica del cosmo che, invece, è proposta da chi identifica la Mente con un software, riducendo materia, energia e coscienza ad una serie di bit.
Vero è che nessuno sa quale sia la quintessenza né della materia né della coscienza e così ogni supposizione è possibile, anche la più peregrina e bislacca.
Fonti:
M. R. Andreini, Il plico misterioso, 2009
Enciclopedia della fantascienza, Milano, s.v. Dick
G. Lombardi, 2013, l’uomo nuovo, dai creatori alieni al primo contatto, 2013
A. Marcianò, Apocalissi aliene, 2008
Si pensi alla strana visione di Uri Geller, il famoso presunto sensitivo israeliano. Geller asserì di aver ricevuto alcune delucidazioni dagli abitanti di un pianeta extragalattico chiamato Hoova. Gli alieni di Hoova sarebbero capaci di agire sulla materia subatomica, per far apparire e sparire gli oggetti, sarebbero in grado di controllare il tempo. Inoltre gli ufonauti di Geller opererebbero con l’ausilio di androidi, unità bioniche attive all’interno di enormi astronavi, di cui l’ammiraglia è la “Spectra”.
Nel 2009 era stato pubblicato uno strano libro, a firma di Maja Ricci Andreini, “Il plico misterioso”. Preceduto da un insistente battage, il volume, che delineava uno scenario in cui la Terra è gestita da una piattaforma informatica nello spazio, si è dissolto nel nulla come la sua autrice.
Alcuni archetipi di questa concezione sono l’episodio della serie “Star Trek”, “Il ritorno degli Arconti” ed una novella di Fredric Brown, “La risposta”.
Di recente l’architetto Giorgio Grati ha esposto una teoria, per certi versi, simile. Stando a Grati, la vita sulla Terra è originata e preservata dall’Informazione, un segnale che proviene da un generatore ubicato a Nord ed allineato alla Stella polare. Per cause non chiare, tale segnale si starebbe indebolendo e Grati ha fantasticato che le scie chimiche servirebbero a mappare le zone del pianeta in cui è in atto un processo di deterioramento del segnale. Le anomale morie di pesci e volatili sono occorse giacché il segnale si è affievolito soprattutto nelle zone a nord del trentacinquesimo parallelo. L’architetto, che ha assicurato di essere in possesso di tecnologie per rafforzare il segnale, reputa che lo spirito coincida con l’informazione. “Esso è la nostra memoria, un programma informatico della quarta(?!) dimensione”.
Rispetto a tale Weltanschauung tecno-informatica, è più elevata la concezione di Dick. Egli considera il cosmo come la conseguenza del pensiero di una Mente che si è scissa in due diverse entità, dando luogo a due livelli di realtà, superiore ed inferiore, la Forma I e la Forma II di Parmenide (oppure, rispettivamente, Yang e Yin). L'umanità sarebbe intrappolata nell'universo inferiore, meccanico e deterministico ed un Velo di Maya occulterebbe il regno superiore, la vera realtà. La scissione della Mente divina sarebbe la causa di una sospensione del tempo intorno al 100 d. C., per cui solo un’immagine illusoria, trasformando lo spazio circostante, imiterebbe il flusso cronologico.
Il narratore statunitense, con il suo dualismo di origine gnostica, assegnando solo al mondo sublunare caratteristiche meccaniche, ci emancipa da una teoria tecnotronica del cosmo che, invece, è proposta da chi identifica la Mente con un software, riducendo materia, energia e coscienza ad una serie di bit.
Vero è che nessuno sa quale sia la quintessenza né della materia né della coscienza e così ogni supposizione è possibile, anche la più peregrina e bislacca.
Fonti:
M. R. Andreini, Il plico misterioso, 2009
Enciclopedia della fantascienza, Milano, s.v. Dick
G. Lombardi, 2013, l’uomo nuovo, dai creatori alieni al primo contatto, 2013
A. Marcianò, Apocalissi aliene, 2008
Ciao Zret, posto che devo assolutamente prima o poi recuperare qualcosa di Dick, non riesco assolutamente a giudicare con un minimo di coerenza l'ipotesi dell'architetto Giorgio Grati, anche se forse andrebbe in qualche modo approfondita per capire meglio su che basi si fondi.
RispondiEliminaMi ha invece incuriosito il libro di Maja Ricci Andreini (sono andato anche a recuperare il vecchio post in cui ne avevi parlato per la prima volta) e probabilmente mi deciderò a procurarmelo.
Ciao Embraze, il Dottor Grati, recentemente scomparso, a mio avviso, ha elaborato una teoria à la page. Oggi è di moda affermare che l'Informazione è lo Spirito. In verità, che cosa sia l'Informazione di preciso non si sa. Certo, anche lo Spirito è enigmatico e sgusciante, ma i filosofi più insigni non lo concepiscono in modo così "tecnico". Sottolinerei una differenza ontologica tra gli enti e l'Essere, altrimenti si rischia di avallare le concezioni tecnotroniche dell'universo, in altre parole la teoria del cosmo-software. E' comunque interessante l'osservazione di Grati sulle scie chimiche, se la si legge al contrario.
RispondiEliminaLo strano libro dell'Andreini temo non sia più reperibile.
Ciao
Il libro è reperibile per fortuna, ho controllato. E non per vie "traverse". :)
RispondiEliminaTi ringrazio come sempre dei tuoi stimolanti articoli e dei tuoi commenti intelligenti.
Grazie a te, Embraze. Alla prossima.
RispondiElimina