Il presente appartiene agli uomini, ma il futuro agli dei.
Molti si chiedono se la crisi ucraina sia destinata a precipitare. E’ il preludio di un Terzo conflitto mondiale? Risponderei in modo ambivalente: no e sì. No, perché è sempre possibile che la traiettoria degli eventi cambi ex abrupto. Sì, in quanto ciò che è destinato ad accadere, accadrà: infatti tutto è già accaduto nell’istante atemporale, inoltre, se un evento non si verifica in questa dimensione, succede in un’altra.
Si sono versati e si versano tuttora fiumi di inchiostro per analizzare le cause profonde, i risvolti, i retroscena delle tensioni internazionali che hanno come teatro l’Ucraina. Purtroppo siamo alle solite: non si supera il consueto e radicato dualismo per cui si pensa di assistere ad un conflitto tra Occidente e Russia. Questa è solo la superficie, per quanto significativa, degli avvenimenti. Come spesso è avvenuto nella storia contemporanea, i due schieramenti sono manovrati da un unico regista: ricordiamo la Seconda guerra mondiale con il Tripartito (RO.BER.TO.) finanziato e sostenuto da chi finanziava e sosteneva gli Alleati. Le carneficine, le distruzioni furono reali, ma la contrapposizione, almeno ai vertici, era finta. La feccia mondialista usò la deflagrazione come arma per creare l’O.N.U., secondo il solito schema dialettico: problema, reazione, risoluzione. Gli aerei della Lutwaffe non sarebbero stati in grado di decollare, senza un additivo che era venduto al Terzo Reich da industrie occidentali né i Tedeschi avrebbero potuto organizzare e gestire i campi di lavoro senza il contributo dell’I.B.M.
Non saremo molto distanti dalla verità se riusciremo ad intravedere, di là dagli interessi economici che pure sono rilevanti, di là dagli stessi equilibri geopolitici, la longa manus della Compagnia fondata nel 1540. L’attacco alla Russia è soprattutto aggressione alla Chiesa ortodossa russa nei confronti della quale i Gesuiti sono animati da odio incoercibile?
Che scoppi o non scoppi un conflitto su larga scala, conclusosi il braccio di ferro, l’assetto internazionale sarà ridisegnato verso un’ulteriore semplificazione del quadro con la supremazia di superstati (Stati Uniti, Unione europea, Russia, Cina...) destinati a diventare sempre più potenti.
Tutte le persone con un briciolo di intelligenza possono solo esecrare l’Impero di USAtana, la diabolica Europa, i banchieri ed i profittatori che fomentano le “rivoluzioni colorate”, rovesciando governi a loro sgraditi. Tuttavia dubitiamo che Putin, pur più simpatico del pu-pazzo della Casa Bianca, sia il salvatore dell’umanità. Si sparge del sangue innocente: i popoli sono carne da cannone. Questa è, come la definì Hegel, “la prosa del mondo”. La Storia continua il suo percorso, noncurante del destino dei singoli. La Storia se non possiede una logica, una ratio, adombra un imperscrutabile significato, una labile filigrana. A noi comuni mortali non resta che adeguarci.
Gli economisti dovrebbero imparare a tacere: le interpretazioni marxiste degli eventi segnano il passo, mentre dovrebbero essere i filosofi e pure i fisici a cimentarsi nell’interpretazione delle dinamiche umane, enucleando i nessi tra microcosmo e macrocosmo, tra le recondite leggi della natura ed il mondo delle cose in movimento. Ci potrebbero anche aiutare a comprendere qual è il ruolo degli uomini in questa tragicommedia di cui non conosciamo né la fine né il fine.
Molti si chiedono se la crisi ucraina sia destinata a precipitare. E’ il preludio di un Terzo conflitto mondiale? Risponderei in modo ambivalente: no e sì. No, perché è sempre possibile che la traiettoria degli eventi cambi ex abrupto. Sì, in quanto ciò che è destinato ad accadere, accadrà: infatti tutto è già accaduto nell’istante atemporale, inoltre, se un evento non si verifica in questa dimensione, succede in un’altra.
Si sono versati e si versano tuttora fiumi di inchiostro per analizzare le cause profonde, i risvolti, i retroscena delle tensioni internazionali che hanno come teatro l’Ucraina. Purtroppo siamo alle solite: non si supera il consueto e radicato dualismo per cui si pensa di assistere ad un conflitto tra Occidente e Russia. Questa è solo la superficie, per quanto significativa, degli avvenimenti. Come spesso è avvenuto nella storia contemporanea, i due schieramenti sono manovrati da un unico regista: ricordiamo la Seconda guerra mondiale con il Tripartito (RO.BER.TO.) finanziato e sostenuto da chi finanziava e sosteneva gli Alleati. Le carneficine, le distruzioni furono reali, ma la contrapposizione, almeno ai vertici, era finta. La feccia mondialista usò la deflagrazione come arma per creare l’O.N.U., secondo il solito schema dialettico: problema, reazione, risoluzione. Gli aerei della Lutwaffe non sarebbero stati in grado di decollare, senza un additivo che era venduto al Terzo Reich da industrie occidentali né i Tedeschi avrebbero potuto organizzare e gestire i campi di lavoro senza il contributo dell’I.B.M.
Non saremo molto distanti dalla verità se riusciremo ad intravedere, di là dagli interessi economici che pure sono rilevanti, di là dagli stessi equilibri geopolitici, la longa manus della Compagnia fondata nel 1540. L’attacco alla Russia è soprattutto aggressione alla Chiesa ortodossa russa nei confronti della quale i Gesuiti sono animati da odio incoercibile?
Che scoppi o non scoppi un conflitto su larga scala, conclusosi il braccio di ferro, l’assetto internazionale sarà ridisegnato verso un’ulteriore semplificazione del quadro con la supremazia di superstati (Stati Uniti, Unione europea, Russia, Cina...) destinati a diventare sempre più potenti.
Tutte le persone con un briciolo di intelligenza possono solo esecrare l’Impero di USAtana, la diabolica Europa, i banchieri ed i profittatori che fomentano le “rivoluzioni colorate”, rovesciando governi a loro sgraditi. Tuttavia dubitiamo che Putin, pur più simpatico del pu-pazzo della Casa Bianca, sia il salvatore dell’umanità. Si sparge del sangue innocente: i popoli sono carne da cannone. Questa è, come la definì Hegel, “la prosa del mondo”. La Storia continua il suo percorso, noncurante del destino dei singoli. La Storia se non possiede una logica, una ratio, adombra un imperscrutabile significato, una labile filigrana. A noi comuni mortali non resta che adeguarci.
Gli economisti dovrebbero imparare a tacere: le interpretazioni marxiste degli eventi segnano il passo, mentre dovrebbero essere i filosofi e pure i fisici a cimentarsi nell’interpretazione delle dinamiche umane, enucleando i nessi tra microcosmo e macrocosmo, tra le recondite leggi della natura ed il mondo delle cose in movimento. Ci potrebbero anche aiutare a comprendere qual è il ruolo degli uomini in questa tragicommedia di cui non conosciamo né la fine né il fine.
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