La “candida rosa” descritta da Dante nel Paradiso è immagine che si comprende ricordando la letteratura occitanica in cui la rosa è simbolo dell’eros, ma di un eros per lo più sublimato, quasi incorporeo che in talune esperienze assurge a slancio contemplativo. In francese ed in inglese “rose” è anagramma di eros. I rosoni delle cattedrali paiono evocare significati astronomici oltre che mistico-esoterici.
Imprescindibile riferimento culturale nella Weltanschuauung del Basso Medioevo è il Roman de la rose, il rapsodico poema narrativo-allegorico in lingua francese (XIII secolo) di Guillame de Loris e Jean de Meung in cui la donna amata è rappresentata da una rosa. Il Roman de la Rose fu adattato da Ser Durante nel poemetto didascalico-allegorico intitolato Il fiore: con persuasivi argomenti stilistici il critico Gianfranco Contini ha ravvisato in Dante l’autore della volgarizzazione. Così l’anello si chiude a circoscrivere le più insigni manifestazioni della cultura romanza, una in lingua d’oil, un’altra in lingua d’oc, l’ultima nel volgare italiano.
Qualcuno sostiene che la “candida rosa” sia un’icona dipinta dal “ghibellin fuggiasco” per la sua armonia formale in cui è contenuta la corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo. E’ ipotesi che non convince del tutto, poiché il poeta fiorentino intende esaltare valenze spirituali che trovano la loro linfa nella rosa concepita come simbolo dell’amore perfetto, in un processo di progressiva idealizzazione.
Dopo Dante la rosa è sempre più spesso associata a concetti elevati: nel Rinascimento sorse la confraternita iniziatica dei Rosacroce, di impronta cristiano-evangelica il cui simbolo è una rosa a cinque petali posta al centro di una croce latina. L’arma di Johann Valentin Andreae (1586-1654), i cui scritti rivelarono le concezioni dei Rosacroce, era una croce di Sant’Andrea con quattro rose collocate alle estremità dei bracci.
Che cosa è accaduto in età contemporanea? Nello stravolgimento e nella depravazione generale che trascina con sé tutto, la simbologia della rosa è stata snaturata ad adombrare liturgie contro-iniziatiche e delitti rituali: il significante (la forma del fiore) è rimasto il medesimo, ma il significato (l’idea sottesa alla figura) è degenerato a tal punto da suggerire intenti abominevoli, antitetici ai nobili fini perseguiti dalle congregazioni medioevali e moderne. Si è scelto come unico colore della rosa il rosso che allude all’effusione di sangue. Ecco perché servizi televisivi e fotografie di testate giornalistiche indugiano sovente, nel caso di omicidi, su una rosa rossa da cui a volte stilla una goccia: è una sorta di firma apposta dagli Oscurati, un funesto sigillo, l’impronta di un destino mortale.
Imprescindibile riferimento culturale nella Weltanschuauung del Basso Medioevo è il Roman de la rose, il rapsodico poema narrativo-allegorico in lingua francese (XIII secolo) di Guillame de Loris e Jean de Meung in cui la donna amata è rappresentata da una rosa. Il Roman de la Rose fu adattato da Ser Durante nel poemetto didascalico-allegorico intitolato Il fiore: con persuasivi argomenti stilistici il critico Gianfranco Contini ha ravvisato in Dante l’autore della volgarizzazione. Così l’anello si chiude a circoscrivere le più insigni manifestazioni della cultura romanza, una in lingua d’oil, un’altra in lingua d’oc, l’ultima nel volgare italiano.
Qualcuno sostiene che la “candida rosa” sia un’icona dipinta dal “ghibellin fuggiasco” per la sua armonia formale in cui è contenuta la corrispondenza tra macrocosmo e microcosmo. E’ ipotesi che non convince del tutto, poiché il poeta fiorentino intende esaltare valenze spirituali che trovano la loro linfa nella rosa concepita come simbolo dell’amore perfetto, in un processo di progressiva idealizzazione.
Dopo Dante la rosa è sempre più spesso associata a concetti elevati: nel Rinascimento sorse la confraternita iniziatica dei Rosacroce, di impronta cristiano-evangelica il cui simbolo è una rosa a cinque petali posta al centro di una croce latina. L’arma di Johann Valentin Andreae (1586-1654), i cui scritti rivelarono le concezioni dei Rosacroce, era una croce di Sant’Andrea con quattro rose collocate alle estremità dei bracci.
Che cosa è accaduto in età contemporanea? Nello stravolgimento e nella depravazione generale che trascina con sé tutto, la simbologia della rosa è stata snaturata ad adombrare liturgie contro-iniziatiche e delitti rituali: il significante (la forma del fiore) è rimasto il medesimo, ma il significato (l’idea sottesa alla figura) è degenerato a tal punto da suggerire intenti abominevoli, antitetici ai nobili fini perseguiti dalle congregazioni medioevali e moderne. Si è scelto come unico colore della rosa il rosso che allude all’effusione di sangue. Ecco perché servizi televisivi e fotografie di testate giornalistiche indugiano sovente, nel caso di omicidi, su una rosa rossa da cui a volte stilla una goccia: è una sorta di firma apposta dagli Oscurati, un funesto sigillo, l’impronta di un destino mortale.
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Argomento ... 'spinoso'! La Rosa Rossa esiste purtroppo e non saprei davvero quali possano essere le connessioni con la Rosa+Croce, che qualche ideale intellettivo lo conservava gelosamente. Credo che si tratti di un ulteriore meccanismo per la scansione del tempo storico, un orologio sotterraneo che emerge qui e là, facendo spuntare dal fango i suoi fiori scarlatti. Non sarei così sicuro sull'inversione recente delle sue finalità. Secondo me 'età dell'oro' non sono mai esistite, ma sempre giochi di pesi e contrappesi. I fatti di sangue sono la triste dimostrazione della perdita di senno in chi si incammina in sentieri (o selve?) oscuri. Ciao, ottime riflessioni.
RispondiEliminaDubbi più che legittimi, Ghigo.Davvero è arduo non perdersi in questa "foresta di simboli".
EliminaA proposito di rose e di omicidi, qualche settimana fa si accennò al fatto che alcune donne erano state viste mentre deponevano delle rose ai bordi di una strada in cui furono poi assassinati due fidanzati. La stampa ha dato pochissimo risalto a questo inquietante particolare.
Ciao
P.s. Ho visto di recente l'immagine di Yara abbinata ad una stella a cinque punte rovesciata... Il vero omicida NON è Bossetti.
EliminaCome l'omicida dei colli fiorentini non era Pacciani. La scelta dei capri espiatori, sempre in bilico tra colpevolezza ed innocenza, serve probabilmente per attirare e prolungare l'attenzione mediatica sull'ennesimo macabro 'giallo'. Devo dire che la chiave di lettura di Franceschetti, in questo ambito, è quella giusta. Ho fatto alcuni riscontri personali e devo dire che non solo tutto 'tornava' ma che ho trovato ulteriori spunti a conferma delle sue tesi di cui lui non aveva accennato. Essi sono ovunque ed in particolare nei media. Chissà chi sono realmente e cosa vogliono, forse l'anima anche loro (che di certo non possiedono)? Secondo F. le loro credenze si fondano sulla magia della Golden Dawn ma, secondo me, attingono a rituali macabri molto più antichi. Chi (oppure cosa) li guida?
EliminaSì, scelgono un capro espiatorio per prolungare l'eco mediatica, ma pure per dare in pasto al popolino feroce ed inferocito il "colpevole". Nel contempo il vero reo è tranquillo. Senza dubbio attingono a conoscenze ancestrali, forse risalenti persino ad Atlantide. Così il male si perpetua e continua a tiranneggiare il mondo.
EliminaCiao
L'omicidio rituale è un abbaglio di onnipotenza.
EliminaIntanto continuano a pullulare gli articoli ed i video sul settembre venturo, in particolare sul 23 settembre che dovrebbe essere giorno decisivo. Si noti che oggi si commemora il ventesimo e terzo anniversario della strage di stato in cui morirono il giudice Falcone, la consorte e gli uomini della scorta. Era il 23 maggio: il numero 23 è caro al movimento definito "Discordianesimo".
EliminaCiao
Ciao raga è un piacere leggervi, ma vi siete scordati 'una rosa', la Roselyn, o linea della Rosa, cioè - a quanto parrebbe - una sorta di meridiano energetico del pianeta Terra, fra le migliaia che ci sono, che dal Regno Unito arriva all'Italia Meridionale, attraversando Londra, Parigi e Roma. Gli oscurati, nei secoli, avrebbero spostato il baricentro del proprio potere da Roma a Parigi, a Londra, seguendo appunto questa 'linea della Rosa' passando anche per la Svizzera (c'è una cittadina di nome Sion vicino a Losanna, e circolano strane leggende fra gli abitanti svizzeri..). Ma qui mi fermo... Aggiungo solo che - guardacaso - i banchieri elvetici hanno dato origine alle proprie immense fortune con i soldi depositati dagli ebrei in Svizzera, durante la seconda guerra mondiale, dal momento che in pochi sono tornati a riscuotere. E tutto questo da qualcuno era stato previsto, per non dire organizzato.. Ancora oggi, un attimo prima del crollo dell'euro, il franco svizzero s'è chiamato fuori, stralciando in un attimo gli accordi internazionali (...).
RispondiEliminaIn rete non ho trovato molto, in questo momento.. ed è tutto da prendere con le molle, ma questo lo sapete già :)
http://storia-controstoria.org/europa-segreta/il-priorato-di-sion-e-la-linea-rosa/
http://storia-controstoria.org/europa-segreta/il-priorato-di-sion-laraba-fenice-delle-societa-segrete/
http://www.treccani.it/enciclopedia/sion/
Ciao
Emanuele, il Tuo contributo è molto succulento.
EliminaPare che il toponimo Rosslyn non c'entri alcunché con la rosa. Vero è che la chiesa templare scozzese è legata a misteriose tradizioni. E' indubbio anche che esistono linee energetiche: la più importante è quella sacra a Michele Arcangelo. Se avrò tempo, approfondirò il tema da Te lumeggiato.
Ciao
Rosslyn dovrebbe significare "antico sapere tramandato da generazioni".
EliminaInteressante.. E complimenti per il vostro lavoro
EliminaE’ “noto” che per condizionare le masse, il sistema si serve di capri espiatori, ma nel caso di Yara il colpevole è senz'altro Bossetti.
RispondiEliminaChi commette omicidi efferati, modifica i lineamenti del volto. I contorni dei lineamenti del viso si contraggono, in modo tale da lasciare tracce visibili per chi è in grado di vedere.
Naturalmente non ho la pretesa di essere creduto, ma un giorno tali tracce facciali, diventeranno scienza.
Bossetti è colpevole e sarà dimostrato. Per chi ha seguito il caso, a prescindere da quanto riportato sopra, ce n’è abbastanza per inchiodarlo alle sue responsabilità.
Ciao
Dissento, Marco. L'esame del D.N.A. che inchioderebbe Bossetti è una fandonia: com'è possibile rilevare un D.N.A. integro su un corpo esposto per mesi alle intemperie? Com'è possibile eseguire un'analisi accurata e plausibile in poche ore? Esclusa la "prova" del DNA, nulla depone contro Bossetti. Un autore della Rete si è avvicinato molto al vero omicida, ma è meglio fermarsi qui.
EliminaCiao