28 ottobre, 2015

Prescienza e predestinazione

I numerosi esempi di pellicole cinematografiche che predicono un evento spartiacque come l’inside job del 9 11 ci inducono a riflettere sul nesso tra prescienza e predestinazione. Se, escludendo la mera coincidenza, è possibile prevedere il futuro, significa che qualcuno orchestra gli eventi e che, ad un livello superiore, essi si dispongono lungo una traiettoria predefinita.

Come abbiamo osservato in altre occasioni, la concatenazione degli avvenimenti potrebbe essere solo apparente, poiché le vicende paiono disporsi lungo una sequenza temporale, ma sono già accadute nell’istante ucronico. E’ naturale che tale configurazione ontologica esclude il libero arbitrio: esso non è solo la possibilità di optare tra A e B, ma anche la chance (abbaglio?) di piegare i fatti e la realtà alla propria volizione.

Si ripete che l’assenza della libertà umana distrugge la morale. E’ certamente così: infatti quale responsabilità etica hanno degli esseri le cui esistenze sono predeterminate al 100 per cento? Si afferma che Dio, pur conoscendo il futuro, lascia agli uomini la libertà di decidere e di agire. Nondimeno la prescienza divina, se non collide con l’idea di libero arbitrio, la immiserisce: quale valore può avere per l’Essere supremo un futuro di cui conosce ab origine tutto? E’ come se seguissimo un film, sapendo, sin dai titoli di testa, ogni particolare dell’intreccio sino all’epilogo, del sistema dei personaggi, della sceneggiatura etc. Che tedio! La prescienza non è meno noiosa della predestinazione.

Per tentare di superare l’impasse si potrebbe congetturare una Coscienza semi-incosciente (concezione ossimorica) che esperisce miliardi di situazioni, proiettandosi ora nel bene ora nel male. In quanto Coscienza unica essa è libera, ma, nel momento in cui si frammenta (dimenticandosi) nelle sorti dei singoli, questi sono predestinati, giacché si limitano a recitare, nonostante non ne siano consapevoli, uno dei tanti copioni scritti dalla Coscienza in trance. In questo modo si riuscirebbe a conciliare l’inconciliabile, ossia il fato e la libertà, rinunciando, però, all’idea di Provvidenza.

Purtroppo tentiamo di dar ordine alle cose, di rintracciare una logica nell’universo, laddove l’irrazionalità esplode in milioni di schegge. Così la stessa idea di Dio, più che essere difficile da concepire, è inaccettabile, perché non si riesce ad armonizzarla con la presenza perenne ed indomita del male. Ci ritroviamo allora in un "punto di Lagrange" dove la fede e la miscredenza si annullano a vicenda: mentre molti indizi depongono a favore dell’esistenza di un Creatore, altrettanti la smentiscono.

Che il non-senso, la malvagità ed il mysterium iniquitatis siano confinati nel tempo, non è motivo sufficiente per accogliere l’infinito, gelido silenzio in cui annegano le domande (e le richieste) lancinanti.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

24 ottobre, 2015

Il monumento a Washington codifica l’Armageddon?



Il monumento a Washington è un obelisco di marmo, eretto a Washington D.C. per commemorare George Washington, padre fondatore e primo presidente degli Stati Uniti d'America. La costruzione dell’obelisco cominciò nel 1848 su progetto dell’architetto Robert Mills. Alta 169 metri, l’opera fu aperta al pubblico il 21 febbraio 1885.

Poiché George Washington fu, come altri padri fondatori, affiliato alla Massoneria, (una Massoneria non ancora infiltrata e traviata?), il monumento a lui dedicato non ha mero valore commemorativo, ma, stando ad alcuni ricercatori, codificherebbe, tramite i suoi piani, gli stadi e le svolte principali della storia moderna e contemporanea dalla caduta dell’Impero romano d’Oriente nel 1453, quando Bisanzio fu espugnata dai Turchi, fino all’anno 2022. Il 2022 sarebbe l’anno conclusivo della civiltà (?) umana (?), preceduto da un periodo di sconvolgimenti ambientali, politici e socio-economici culminanti nell’Armageddon, la battaglia finale tra le schiere della Luce e le armate delle Tenebre. Il teatro dello scontro decisivo è, nelle varie tradizioni, la Palestina. [1]

Davvero il 2022 sarà un anno spartiacque o capolinea? Il mondo è in subbuglio e non è improbabile che il Medio Oriente sarà il focolaio del Terzo conflitto mondiale vagheggiato nel cosiddetto carteggio Pike-Mazzini. Che siamo prossimi ad un cambiamento epocale è possibile; che questa società sia ormai del tutto perduta e non riformabile è certo.

[1] Anche la piramide effigiata sulla banconota da un dollaro cripterebbe gli snodi della storia contemporanea. Essa è considerata simbolo massonico, anche se fu ideata dal gesuita Athanasius Kircher.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

21 ottobre, 2015

Il timone



A volte si insinua nella vita il soprannaturale? Non è proprio così, visto che già la natura va oltre sé stessa, ponendosi come enigma inesplicabile. Tuttavia è vero che talora nella straordinaria ordinarietà dell’esistenza irrompe l’inatteso, il messaggio in codice che non sappiamo interpretare. Chi lo invia e perché, se quasi sempre è il classico plico nella bottiglia abbandonata alla corrente di un destino cieco e bieco?

E’ come se il timone per un istante fosse retto da qualcun altro.

Purtroppo, per paura di essere derisi, molti non rendono partecipi gli altri delle loro esperienze liminali, defraudandoci di preziose conoscenze: custodiscono nello scrigno della propria memoria i rarissimi episodi che, trascendendo la normalità, paiono aprire una breccia nel muro granitico dell’ignoto, una prospettiva su una dimensione ulteriore, persino offrire una speranza in un senso…

Speranze? Su cento speranze, novantanove sono inganni e spesso, dopo aver setacciato tutto, nel crivello resta un’illusione, mentre la microscopica pagliuzza d’oro scivola via nel fiume rapinoso del tempo.

Così in bilico tra allucinazione e realtà, tra veglia ed ipnosi, si sfoglia il calendario dei giorni e delle notti.

Intanto, contro ogni logica, cerchiamo segni, ma le mani sono ferite dai cocci di troppi sogni infranti.

Video correlato: Presenze

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APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

17 ottobre, 2015

I numeri in un mondo capovolto



Anni fa conobbi uno studente universitario che, ritenendo il numero la quintessenza della realtà, si era persino convinto che le sequenze alfanumeriche delle targhe automobilistiche contenevano messaggi reconditi. A suo parere, bastava decodificare i numeri, unirli secondo particolari combinazioni, associarli a lettere per ottenere frasi di senso compiuto con cui prevedere il futuro (idea folle) e scoprire nuove leggi fisiche. Qualsiasi cifra poteva rivelarsi utile all’uopo: un numero di telefono udito durante una conversazione, un codice su un prodotto, una data in calce ad un foglio, i numeri delle corriere… Le cifre erano poi inserite in sistemi, funzioni, equazioni, algoritmi, a loro volta tradotti in enunciati. A che cosa conducono tutte queste cabale è facile immaginare: nel migliore dei casi, si enucleano dagli oggetti sezioni auree ed altre euritmiche corrispondenze. Che cosa cambia?

Il goliarda mi ricorda una pellicola d’essai il cui protagonista è un matematico che crede di poter attingere Dio attraverso l’aritmetica. Dopo una serie di disavventure e di cerebrali dibattiti con il suo ex docente, l’uomo perde il senno: invece dell’Assoluto, trova il Nulla più assurdo, poiché la logica lo ha condotto nel territorio della follia. Gli si para innanzi l’infinita insensatezza del Tutto congelata nella solitudine di uno sguardo. L’efficace film è in bianco e nero a suggerire la rigida, cartesiana illusione dello scienziato.

Davvero il nucleo della realtà è una matrice? Se così fosse, difficilmente si spiegherebbero sia l’emergere della Coscienza sia il male: infatti la matematica è algida, ma innocua ed inanimata.

Sentiamo, invece, di vivere in un mondo, come scrive Carl Gustav Jung, “bellissimo ma crudele”. E’ in questa inestricabile contraddizione che si situa la vita. E’ da questo nodo ontologico che dipende l’abnorme irrazionalità del reale a tal punto che addirittura esso si capovolge, assumendo connotati contrari a quelli coerenti, regolari, come se una mente malandrina si fosse divertita a sparigliare, a mescolare le carte.

Così, quanto più rintracciamo nella natura nascoste armonie e correlazioni digitali, tanto più ci sembra di allontanarsi dal cuore delle cose. Questo cuore è carne, vene e sangue. Il rigore e la precisione dei numeri dileguano al cospetto dell’immenso, feroce enigma del cosmo e dell’esistenza.

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La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

13 ottobre, 2015

Qualche aforisma



La metafisica mi è sempre sembrata una forma comune di pazzia latente. Se conoscessimo la verità, la vedremmo; tutto il resto è sistema e periferia. Ci basta, se riflettiamo, l'incomprensibilità dell'universo; volerlo capire è essere meno che uomini, perché essere uomo è sapere che non si capisce. (F. Pessoa)

A volte, quando alzo la testa stanca dai libri nei quali segno i conti altrui e l'assenza di una vita mia, avverto una sorta di nausea fisica che forse deriva dalla posizione curva, ma che trascende i numeri e la delusione. La vita mi disgusta come una medicina inutile. (Id.)

La felicità è fuori dalla felicità. Non esiste felicità, se non con consapevolezza. Ma la consapevolezza della felicità è infelice, perché sapersi felice è sapere che si sta attraversando la felicità e che si dovrà subito lasciarla. Sapere è uccidere, nella felicità come in tutto. (Id.)

Meno credo in Dio, più ne parlo. (G. Bufalino)

Diffidate degli ottimisti: sono la claque di Dio. (Id.)

Gli uomini vogliono essere solo confortati nelle loro illusorie certezze, rassicurati di fronte all’ignoto, blanditi e persino ingannati. Quando l’autoinganno non funziona più, essi trovano subito il libro o il seminario utile per sedare l’ansia e convincerli che viviamo nel migliore dei mondi possibili, anche se nessuno finora se n’è mai accorto. Per questa ragione hanno tanto successo le pellicole ed i romanzi consolatori dove la debolezza, l’inettitudine e la malvagità sono mascherate, in cui un bene dolciastro e futile trionfa su un male mediocre. Per questa ragione le improbabili promesse di “politici”, guru quantici e chierici trovano sempre un vasto uditorio, mentre i maestri veri sono ignorati o addirittura vilipesi. (J.K.)

L'infinita insensatezza del Tutto congelata nella solitudine di uno sguardo. (Id.)

Senza un senso, senza una direzione, pesano in modo indicibile le vuote, inani, inerti liturgie dell’esistenza quotidiana. (Id.)

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La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

06 ottobre, 2015

Addio Darwin



Fra gli innumerevoli argomenti addotti contro la teoria dell’evoluzione di Darwin i più persuasivi non provengono dallo studio degli ominidi né da quello degli animali, ma dalla botanica.

Sappiamo che le Spermatofite (piante con semi) si distinguono in Gimnosperme ed Angiosperme: il primo gruppo comprende specie con semi nudi, ossia visibili, in quanto provenienti da ovuli posti sulla faccia superiore o sui margini di carpelli aperti (che non si saldano, cioè, a formare un ovario a differenza di quanto avviene nelle Angiosperme); il secondo include essenze legnose o erbacee in cui gli ovuli sono raccolti in un involucro chiuso formato dai carpelli da cui fuoriescono come semi maturi, dopo che l’ovario da solo o con altre parti del fiore, si è trasformato in frutto. [1]

Anche prescindendo dall’incredibile complessità e varietà del mondo vegetale, non facilmente spiegabile per mezzo della selezione naturale e di mutazioni genetiche fortuite (Neodarwinismo), resta da capire sulla base di quale necessità evolutiva ed in che modo piante in sé già perfettamente adattate ad un ecosistema, come le Gimnosperme, cambiarono le loro caratteristiche morfologiche ed ereditarie in guisa da diventare Angiosperme, ossia vegetali con fiori. Si potrebbe pensare che tale impulso evolutivo sia dipeso dall’urgenza di favorire l’impollinazione entomofila, ossia tramite gli insetti. Esistevano già gli insetti quando sul pianeta prosperavano le Gimnosperme? Come potevano sopravvivere gli insetti impollinatori, se non nascevano ancora piante con fiori? Insetti impollinatori e fiori sono interdipendenti: chi venne prima, come e perché? Sono forse concomitanti “ideazioni” della Natura? Sono domande cui è quasi impossibile rispondere: certo non può replicare il Neodarwinismo. Questo non significa aderire ipso facto al Creazionismo, ma esibire le contraddizioni insanabili di uno schema interpretativo a torto considerato ancora valido. [2]

Hanno probabilmente ragione i biologi statunitensi Eldredge e Gould: essi, pur essendo considerati evoluzionisti, intaccano i fondamenti del Darwinismo con la loro teoria degli equilibri punteggiati, secondo cui molte specie sono immutate da milioni di anni, mentre altre compaiono ex abrupto (speciazione), non come risultato di un lentissimo e graduale processo. Perché all’improvviso compaiano nuove “forme” viventi non è per nulla chiaro, ma è ragionevole pensare che nel corso delle ere passate numerose specie apparvero e si avvicendarono, mentre altre si estinsero.

Siamo comunque di fronte ad un puzzle: non si può escludere nella Natura operino forze che non abbiamo ancora scoperto sicché la stessa teoria di Lamarck, sebbene oggi sia per lo più reputata rozza ed inverosimile, potrebbe avere una sua ratio. Si potrebbe pensare ad un agente recondito che soggiace ai presunti cambiamenti dei modelli vegetali ed animali. Ecco, il termine “modelli” è significativo: esiste un paradigma, un archetipo platonico di ciascuna specie, per cui possiamo affermare che nacque prima la gallina dell’uovo?

E’ molto improbabile che, seguendo Lamarck, un giorno all’uomo spuntino le ali, giacché Homo sapiens sapiens è spinto da un’esigenza incoercibile a volare. Tuttavia, come si accennava, si potrebbe ipotizzare un influsso di energie oggi ignote, anche se, per quanto ci consta, un pino è tale da tempo immemorabile e, in un futuro lontanissimo – se non si sarà estinto - continuerà ad essere un pino, a produrre pigne e pinoli e non corolle dai colori vivaci.

[1] Il carpello nelle Spermatofite è ciascuna delle foglie fiorali che formano il pistillo, la parte femminile del fiore.

[2] La teoria elaborata da Charles Darwin è “scientifica”? Valutandola da un punto di vista popperiano, sì: infatti essa è falsificabile ed è stata falsificata, sebbene continui ad essere proposta ed insegnata come Verità negli ambienti accademici e nelle scuole. Qui notiamo l’infinita ignoranza e malafede di chi si ostina ad ammannirla come aletheia: infatti le teorie scientifiche, pure quelle più plausibili, sono pur sempre dei sistemi esegetici della realtà o di parte di essa, non la realtà stessa.

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04 ottobre, 2015

Se il futuro è passato



Il futuro è un libro già scritto: basta inforcare gli occhiali adatti per leggerlo.

Un interessante studio sembrerebbe dimostrare che siamo dotati della capacità di precorrere gli eventi. In breve, l’organismo reagirebbe con un anticipo di qualche secondo ad uno stimolo esterno. Lo suggeriscono i risultati di oltre venti sperimentazioni condotte dai ricercatori di sette laboratori indipendenti. Una meta-analisi del fenomeno è stata eseguita dalla psicologa Julia A. Mossbridge della North western University e pubblicata sulla rivista specialistica, “Frontiers in Psychology” nell’ottobre del 2012.

In molti degli studi analizzati, ai soggetti erano mostrate delle immagini scelte a caso, per suscitare sensazioni emotive di vario genere ed intensità. Ancora prima di mostrare la figura, l’organismo della persona esaminata registrava già un riscontro appropriato. Le reazioni più forti si sono rilevate dopo aver mostrato l’icona, ma sono state rilevate dei leggeri feedback anche alcuni secondi prima, suggerendo così una risposta inconscia ad un impulso futuro. [1]

Se le risultanze della ricerca saranno confermate, si dovranno trarre delle inevitabili conclusioni. Quali sono, infatti, le implicazioni teoretiche e filosofiche di tali esiti empirici?

Ci pare che siano le seguenti.

• La coscienza erra su quando occorrono gli accadimenti: essi sono avvenuti alcuni istanti prima, ma la mente li percepisce in ritardo.
• Come corollario di quanto sopra osservato, si dovrebbe congetturare che il libero arbitrio non esiste, giacché l’io si limita ad annotare quanto già accaduto.
• Il tempo, inteso come sequenza di passato-presente-futuro, è un’illusione: tutti i fatti trascorsi, presenti e futuri sarebbero in realtà condensati in un istante atemporale, anche se colti dall’io lungo una direttrice cronologica, consequenziale e causale (di rapporto causa-effetto) ingannevole. L’avvenire potrebbe agire sul tempo trascorso, come sostengono i fisici quantistici, non secondo un principio causale, ma sulla base dell’ucronia dell’universo, ucronia che si abbina alla non-località del mondo subatomico.

Le correlazioni sin qui accennate tenderebbero tutte a smentire l’idea della libera volizione. Cadrebbe uno degli idoli più venerati da teologi, filosofi ed anche non pochi scienziati. Il condizionale è comunque d’obbligo: attendiamo ulteriori sviluppi.

[1] Sono indagini molto simili agli esperimenti di Libet. Vedi “Appunti sull’Idealismo di ieri e di oggi”, 2010

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01 ottobre, 2015

War games



Il mondo è in fibrillazione: la Russia di Putin ha deciso di intervenire in Siria contro l’I.S.I.S., il califfato anti-islamico creato dalla C.I.A. Molti, dopo aver letto il discorso tenuto all’assemblea dell’O.N.U. cominciano a convincersi che il presidente russo è non solo uno statista di notevole caratura, ma pure una specie di salvatore. In effetti il discorso in oggetto è improntato a buon senso, moderazione nonché vivificato da alti ideali, sebbene in filigrana si intraveda un’inquietante venatura mondialista. E’ evidente che un politico usa un linguaggio che non rivela i veri obiettivi: si pensi allo scaltro Bergoglio che si avvale di una retorica sanguigna, corposa per incantare le masse, occultando obiettivi che sono diametralmente opposti a quanto dichiarato Urbi et orbi.

Dispiace deludere molti lettori, ma crediamo che non sia in corso una lotta tra il Bene (la Federazione russa) ed il Male (l’alleanza Stati Uniti-Vaticano), ma o una faida tra potenti logge o un mortale war game. Non pensiamo che Putin adempia un compito salvifico nello scacchiere internazionale, nonostante il suo indiscutibile carisma e le sue capacità diplomatiche. Come molti altri, in modo consapevole o no, interpreta una parte e gioca in una squadra il cui allenatore è presumibilmente lo stesso della rappresentativa avversaria.

Settembre è da poco trascorso e, malgrado le apparenze, è stato un mese cruciale, perché si è rinsaldata la micidiale coalizione tra Roma e Washington: è un patto in funzione anti B.R.I.C.S. con cui si sono gettate le premesse per un inasprimento delle tensioni nel Risiko planetario.

La politica è l’arte della simulazione e soprattutto della dissimulazione ed i più influenti centri di potere sono quelli più nascosti, lontani dagli opachi riflettori dei media, dall’attenzione distratta dell’opinione pubblica.

Stando a varie tradizioni, la Russia ed i suoi alleati, sono pur sempre Gog e Magog, le genti destinate ad invadere l’Europa ed a sconfiggere l’Occidente. La storia si alimenta anche di oscuri presagi e non solo di attriti economici, di contrasti militari. Di conseguenza non è improbabile che i vari focolai tendano ad allargarsi fino a conflagrare in un conflitto di ampia portata. Anche il recente riconoscimento della Palestina per opera della Chiesa di Roma è un atto che, lungi dall’essere ispirato a principi umanitari, è volto a fomentare discordie nella tormentata regione medio-orientale.

Lo scenario anticipato e descritto nel carteggio Pike-Mazzini sembra delinearsi sempre più in maniera netta e riconoscibile. All’orizzonte si profilano neri vessilli.

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APOCALISSI ALIENE: il libro