La metafisica mi è sempre sembrata una forma comune di pazzia latente. Se conoscessimo la verità, la vedremmo; tutto il resto è sistema e periferia. Ci basta, se riflettiamo, l'incomprensibilità dell'universo; volerlo capire è essere meno che uomini, perché essere uomo è sapere che non si capisce. (F. Pessoa)
A volte, quando alzo la testa stanca dai libri nei quali segno i conti altrui e l'assenza di una vita mia, avverto una sorta di nausea fisica che forse deriva dalla posizione curva, ma che trascende i numeri e la delusione. La vita mi disgusta come una medicina inutile. (Id.)
La felicità è fuori dalla felicità. Non esiste felicità, se non con consapevolezza. Ma la consapevolezza della felicità è infelice, perché sapersi felice è sapere che si sta attraversando la felicità e che si dovrà subito lasciarla. Sapere è uccidere, nella felicità come in tutto. (Id.)
Meno credo in Dio, più ne parlo. (G. Bufalino)
Diffidate degli ottimisti: sono la claque di Dio. (Id.)
Gli uomini vogliono essere solo confortati nelle loro illusorie certezze, rassicurati di fronte all’ignoto, blanditi e persino ingannati. Quando l’autoinganno non funziona più, essi trovano subito il libro o il seminario utile per sedare l’ansia e convincerli che viviamo nel migliore dei mondi possibili, anche se nessuno finora se n’è mai accorto. Per questa ragione hanno tanto successo le pellicole ed i romanzi consolatori dove la debolezza, l’inettitudine e la malvagità sono mascherate, in cui un bene dolciastro e futile trionfa su un male mediocre. Per questa ragione le improbabili promesse di “politici”, guru quantici e chierici trovano sempre un vasto uditorio, mentre i maestri veri sono ignorati o addirittura vilipesi. (J.K.)
L'infinita insensatezza del Tutto congelata nella solitudine di uno sguardo. (Id.)
Senza un senso, senza una direzione, pesano in modo indicibile le vuote, inani, inerti liturgie dell’esistenza quotidiana. (Id.)
A volte, quando alzo la testa stanca dai libri nei quali segno i conti altrui e l'assenza di una vita mia, avverto una sorta di nausea fisica che forse deriva dalla posizione curva, ma che trascende i numeri e la delusione. La vita mi disgusta come una medicina inutile. (Id.)
La felicità è fuori dalla felicità. Non esiste felicità, se non con consapevolezza. Ma la consapevolezza della felicità è infelice, perché sapersi felice è sapere che si sta attraversando la felicità e che si dovrà subito lasciarla. Sapere è uccidere, nella felicità come in tutto. (Id.)
Meno credo in Dio, più ne parlo. (G. Bufalino)
Diffidate degli ottimisti: sono la claque di Dio. (Id.)
Gli uomini vogliono essere solo confortati nelle loro illusorie certezze, rassicurati di fronte all’ignoto, blanditi e persino ingannati. Quando l’autoinganno non funziona più, essi trovano subito il libro o il seminario utile per sedare l’ansia e convincerli che viviamo nel migliore dei mondi possibili, anche se nessuno finora se n’è mai accorto. Per questa ragione hanno tanto successo le pellicole ed i romanzi consolatori dove la debolezza, l’inettitudine e la malvagità sono mascherate, in cui un bene dolciastro e futile trionfa su un male mediocre. Per questa ragione le improbabili promesse di “politici”, guru quantici e chierici trovano sempre un vasto uditorio, mentre i maestri veri sono ignorati o addirittura vilipesi. (J.K.)
L'infinita insensatezza del Tutto congelata nella solitudine di uno sguardo. (Id.)
Senza un senso, senza una direzione, pesano in modo indicibile le vuote, inani, inerti liturgie dell’esistenza quotidiana. (Id.)
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