29 aprile, 2016

La teoria del caos è plausibile?



Oggigiorno l’aggettivo “scientifico” è diventato sinonimo di oggettivo, di vero, di incontestabile: la “scienza” gode di totale credito presso la massa. Si dimentica che la scienza è, in fondo, una forma di filosofia, sia quando si radica nell’esperienza sia quando si libra nel cielo astratto della matematica. Ciò non significa sminuirla, tutt’altro.

Tralasciamo pure la “scienza” evocata dai negazionisti a sostegno dei loro pregiudizi, deliri, aberrazioni ideologiche, soprattutto dei loro attacchi ad personam: bisogna comunque riconoscere che non poche teorie sono soltanto idee balzane, sotto paludamenti logico-matematici o empirici.

Abbiamo già visto quanto sia basso il livello di credibilità del modello cosmologico noto come teoria del Big bang. Discorso analogo può valere per la teoria del caos. Vediamo per quali ragioni: se tale sistema implica il fatto che una causa, per quanto piccola ed insignificante, si colloca al principio di una catena di ulteriori cause, allora siamo al cospetto di una banalità, dimenticando poi che il concetto di causa in ambito scientifico è ormai squalificato ed obsoleto, giacché essa è solo un post hoc, non un propter hoc. E' un criterio che può valere nel macrocosmo, non nel microcosmo o nel mondo intelligibile.

Se, invece, si ritiene che un piccolo movente possa da solo essere all’origine di fatti significativi sì da modificare il corso degli eventi o da annullare l’influsso di circostanze preponderanti, ci si trova di fronte ad una costante smentita di tale ipotesi. E’ come se, mentre è in corso un violento attacco chimico volto a neutralizzare una perturbazione, bastasse aver piantato un nuovo albero in una vasta area per vedere la pioggia cadere, grazie al contributo all’evotraspirazione dato da una pianta in più. E’ evidente che certe situazioni possiedono un’energia di gran lunga superiore rispetto ad altre che semmai possono ritardare una serie di conseguenze, non stornarla.

Così l’idea dell’”effetto farfalla” è poco più che una sciocchezza… e di sciocchezze sono piene molti paradigmi “scientifici” tanto alla moda. Come ogni moda, codesti modelli sono destinati a durare poche stagioni.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

25 aprile, 2016

Germania: un U.F.O. interferisce con un'esercitazione militare?



Il cronista Matteo Morini nel commentare un video, riporta in modo del tutto inconsapevole un formidabile documento di taglio ufologico.

Scrive il cronista:

Germania, cedono i paracadute: le jeep militari precipitano al suolo.

Un'anomalia può capitare, ma quando ben tre paracadute falliscono il loro compito nel giro di un paio di minuti, è evidente che il problema è più serio. Questo video riprende l'operazione di ‘air dropping’ per opera dell'esercito statunitense a Hohenfels, in Germania.

Durante l'esercitazione ‘Saber junction 16’, alcuni aerei sganciano una serie di veicoli militari che dovrebbero atterrare morbidamente al suolo. Si tratta di Humvee, le grosse jeep in dotazione allo U.S. Army. Per tre di questi lanci, però, qualcosa va storto, gli involucri dei pesantissimi 'pacchi' cedono o si sganciano dalle funi e i mezzi, progettati per resistere ad urti violenti, ma non ad una caduta da quell'altezza, precipitano e si fracassano. Secondo la rivista ‘Army Times’, il comandante della 173rd Airborne brigade, il maggiore Juan Martinez, ha dichiarato che sarà aperta un'indagine per stabilire le responsabilità dell'accaduto
”.[...]

L’autore del trafiletto non si è accorto che, al secondo 11, si può intravedere, quantunque sia velocissimo, un oggetto che saetta da sinistra verso destra. Non solo, contemporaneamente si ode un beep frammentato che si sovrappone all’audio del filmato, un’interferenza sonora con ogni probabilità legata al passaggio rapido ed a bassa quota dell’ordigno di colore scuro e forma rettangolare. Non è un volatile: è troppo celere per essere un pennuto.

L’episodio può sembrare eccezionale, ma un insider ci informa che, invece, sono sempre più numerosi gli avvertimenti ed i piccoli sabotaggi ai danni di unità militari e civili, compresi gli aerei commerciali impegnati nelle criminali, quotidiane operazioni di biogeoingegneria clandestina.

Il caso va dunque inquadrato in una guerra invisibile ed ignota ai più: è un conflitto che si protrae (o si è riacceso) almeno da alcuni decenni e che ha conosciuto fasi alterne. Siamo in un momento particolarmente delicato e cruciale che potrebbe preludere a svolte importanti. Non intendiamo con ciò affermare che sia in corso un duello che oppone i “buoni” ai cattivi, ma, come l’autore dello strepitoso video, possiamo solo compiacerci, allorquando la scellerata élite militare-industriale è in difficoltà. Questa struttura è senza dubbio l’incarnazione del male, della morte e della distruzione. Perciò, da ferventi antimilitaristi che aborrono dalla violenza, non vediamo l’ora che gli eserciti e le alleanze strategiche (N.A.T.O. in primis) degli Stati totalitari, siano ridotti a mal partito e costretti a battere in disonorevole ritirata.

Il nostro giubilo sarà allora immenso, irrefrenabile.

Video segnalato da Straker.

Fonte: video.gelocal

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APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

23 aprile, 2016

Il sito-civetta “Comedonchisciotte” finge di chiudere



Un Lager è sempre un Lager, anche se il cancello è di pregevole fattura.

Pare che il sito "Comedonchisciotte" fosse in procinto di chiudere. Ecco che subito molti, ad esempio l’ineffabile Massimo Mazzucco, si sono strappate le vesti: che notizia ferale! Che disgrazia! Quale enorme perdita per l’”informazione indipendente”! Storie: se "Comedonchisciotte" chiudesse i battenti, sarebbe solo un beneficio.

La nostra esperienza ha seguito la parabola discendente di questo portale: potemmo documentarci sul 9 11 come inside job grazie ad una serie di portentose indagini giornalistiche pubblicate su "Comedonchisciotte", due lustri fa punto di riferimento per la divulgazione non allineata.

Ricordo anche che anni addietro tra i curatori si annoverava Spartan con cui instaurammo una proficua collaborazione, traducendo a quattro mani un monumentale articolo di Amy Worthington sulla geoingegneria clandestina, alias scie chimiche. Il testo fu inserito sul sito, ma fu un unicum. Spartan si dileguò. Presto cominciò il declino. Il sito si deteriorò un po’ alla volta in un aggregatore di pamphlets e di editoriali scritti da penne (o pennivendoli?) italiane e straniere: articoli cerebrali, noiosi, torbidi, paludati, mal scritti e peggio tradotti, accomunati soltanto da una mano di vernice pseudo-critica e pseudo-intellettuale. Era una forma sottile di disinformazione, un negazionismo all’acqua di rose, in un’accozzaglia di fondi in cui il lettore affonda alla terza riga.

Qual è la differenza rispetto a tutto quel bric à brac di testate che fingono di essere la coscienza critica del sistema, come l’indecente quotidiano “La Repubblica”, solo per citarne uno fra i tanti? Nessuna. Cambia l’etichetta, ma il prodotto scadente ed avariato è lo stesso.

Bisogna riconoscere che gli amministratori del forum sono stati quasi sempre tolleranti: non hanno censurato le ricerche sulla geoingegneria bellica, ricerche che di volta in volta inserivamo sull’agorà telematica, ma al tempo stesso sulla pagina principale è stato pubblicato del becerume assoluto sia su temi scottanti sia su soggetti meno significativi. E’ stato offerto immenso spazio a “notizie” oscillanti tra l’isteria di P. B. ed il nulla patinato di qualche firma statunitense.

Mentre la caratura del portale precipitava, si è pure abbassato il livello dei lettori e dei commentatori formati sempre più da quella legione di intellettualoidi che pontificano su temi che non conoscono, pretendendo di aver ragione.

Qualcuno ritiene che "Comedonchisciotte" sia controllato dai Gesuiti, come molti altri portali “autonomi”: si pensi a quello che rece un giorno sì e l’altro pure... luoghi comuni. Non abbiamo le prove per asserirlo né è poi così importante dimostrarlo. E’ evidente, però, che tutta questa galassia di siti apparentemente fuori dal mainstream è infiltrata, inquinata dai servizi o da loro ramificazioni: diversamente la loro linea editoriale sarebbe ben diversa, diversamente l’opinione pubblica non sarebbe così decerebrata. Se CDC avesse pubblicato a raffica studi sulla geoingegneria bellica, sulle operazioni falsa bandiera, sul signoraggio etc., non si sarebbe forse raggiunta la massa critica? Niente! Solo scemenze tratte dal quotidiano di pseudo-sinistra “Il Manifesto” e paccottiglia simile.

Questi siti-civetta servono solo ad irretire quei pochi che non sono irretiti dalla televisione e dalla stampa di regime. Chi esce dal recinto dei media ufficiali si ritrova in un’area più ampia, ma non è il luogo della libertà: è solo un altro territorio di cui non si vede lo steccato, anzi il filo spinato elettrificato, ma dal quale ugualmente non si potrà uscire.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

21 aprile, 2016

Dissonanza evolutiva



In questi ultimi tempi è di moda la Programmazione neurolinguistica, in particolare imperversa uno dei suoi capisaldi concettuali, la dissonanza cognitiva. Il tema è complesso e non si può presumere di sviscerarlo. Tuttavia è doveroso ampliare un po’ il discorso.

Per “dissonanza cognitiva” si intende il coesistere di due pensieri antitetici all’interno della stessa persona: questa compresenza può generare disagio e tensione. Il concetto era già stato anticipato dalla Psicanalisi che considera il “complesso” un coacervo di idee, sentimenti e pulsioni contrastanti sì da creare una situazione di malessere suscettibile di sfociare nella nevrosi.

Stando agli psicologi che aderiscono alla corrente della Programmazione neurolinguistica, la dissonanza cognitiva si può superare o attraverso un adattamento o per mezzo di un cambiamento: si modifica così il modo di agire e quello di pensare.

ll problema maggiore della società attuale non ci sembra, però, la diffusione di stati psichici discordanti, quanto il fatto che gli individui della massa non percepiscono neppure le disarmonie. Essi non vivono, se non in modo superficiale ed effimero, quei contrasti che potrebbero propiziare una crescita, la costruzione di una visione del mondo più scaltrita. Ad esempio, posti di fronte all’evidente falsificazione mediatica di un evento, sebbene per qualche istante gli utenti notino una contraddizione tra la versione ufficiale e la sua reale dinamica, presto cancellano ogni incongruenza per adagiarsi nell’inerzia e nella stasi del non-pensiero di regime. Qui la dissonanza non agisce: insinua solo un lieve dubbio che è tosto sublimato. Sarebbe auspicabile, invece, che la discrepanza cognitiva ed emotiva, portasse ad un lavorio che è presupposto di una maturazione.

Dunque, se la dissonanza non incide, non porta ad alcun cambiamento: la si può definire allora una dissonanza paralizzante. In casi estremi può provocare situazioni paradossali: si pensi a coloro che accolgono due o più “verità” cui aderiscono secondo il contesto e le richieste di una figura considerata carismatica. Anche in tali circostanze, la discrepanza conferma uno status quo psichico, coincide con una sclerosi nell’azione e nel pensiero che diventano inazione e non-pensiero, proprio gli obiettivi che il sistema si prefigge.

A torto qualcuno considera la dissonanza deleteria: lo è se causa di forti patimenti, ma senza contrasti interiori non si evolve. La vita è dinamismo, continua necessità di adattarsi a situazioni nuove, inattese. Le stesse nevrosi sono il sintomo di un dissidio che seguita a fermentare tra conscio e subconscio, il segno di un equilibrio che è sempre precario e non potrebbe essere altrimenti. Sono conflitti inevitabili e persino giovevoli allorché, se non degenerano in una una psicosi, portano ad un’evoluzione. Vero è che talora basta un nonnulla per trasformare una crisi di crescita in una crisi depressiva, eppure è la vita stessa ad essere ossimorica, antitetica.

In fondo gli antichi, pur senza usare i criteri interpretativi di orientamenti psicologici spesso più cerebrali che convincenti, avevano centrato il bersaglio: Eraclito l’oscuro scrive che “la guerra è madre di tutte le cose”. La guerra, lato sensu, è anche l’agone interiore che ci sprona a migliorare. Marco Aurelio annota in “A sé stesso”: “La vita assomiglia più ad una lotta che ad una danza”. E’ così: è una lotta in primo luogo con noi stessi, con quella parte di noi che ha più paura della luce che del buio.

Video correlato: Dissonanza cognitiva: il corto circuito dell'anima

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APOCALISSI ALIENE: il libro

La squola della Gelmini - di Antonio Marcianò - Gemme scolastiche da collezionare

18 aprile, 2016

Daìmon



Quante volte ci siamo chiesti quale strada imboccare nella vita! Credo – pazienza se ciò sembrerà banale - che potremo solo decidere di assecondare le nostre attitudini. L’importante è non violentare la propria natura. Seguire le proprie inclinazioni non significa né aver successo – se è quello cui si ambisce – né gratificazioni, anzi forse si andrà incontro a frustranti sconfitte, a cocenti disinganni, ma saranno nostri. Vivremo sulla nostra pelle, nella nostra carne la condanna e la benedizione di essere noi stessi, nessun altro. Forse perderemo tutto, ma conserveremo il nostro essere, l’anima. Altrimenti ci attende un futuro decoroso ma vuoto, una vita rispettabile, rispettabilmente borghese.

A volte siamo dubbiosi, irresoluti, incerti se ascoltare il nostro spirito più profondo o se basarci sui consigli degli altri, genitori, parenti, amici. A costo di inimicarceli, diamo retta al daìmon. Prima o poi capiranno.

Né dobbiamo pensare che solo l’adolescenza e la giovinezza siano le età delle scelte cruciali: tutta l’esistenza è un crocicchio, un susseguirsi di bivi.

È vero: la pubertà e la gioventù sono le fasi in cui le oscillazioni, i rimbalzi, le deviazioni s’intrecciano, il travaglio del giudizio sulla società si associa a quello sulla propria coscienza, mentre si delinea, si accresce e si esacerba la più terribile passione dell’esistenza: l’amore. Eppure tutta la vita è all’insegna della contraddizione. Con la maturità forse si conquista un po’ di distacco, ma la fiamma del dissidio interiore continua a bruciare e, dopo aver consumato il combustibile, brucia sé stessa.

Penso sia questa la verità e la verità brucia...

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APOCALISSI ALIENE: il libro

16 aprile, 2016

Oltre Renzi: da Grillo e dal grullo alla Dittatura



L’astro di Renzi è sempre più opaco; è deceduto Gianroberto Casaleggio (sit ei terra levis) ed è quasi apoteosi. Quali sono i piani delle sedicenti élites per la “povera Italia”? Nulla di positivo pare delinearsi all’orizzonte: dopo che il grullo fiorentino avrà adempiuto il suo compito precipuo, stravolgere l’assetto istituzionale del paese, subentrerà il politbjuro pentastellato legato a strutture paramassoniche? E’ probabile: gli Italiani, come sempre, si lasceranno abbindolare: Di Maio e Di Battista paiono le figure più adatte per incarnare il “rinnovamento”, il “cambiamento”.

Lo scenario che si profila si riferisce all’instaurazione di un potere tecnocratico, secondo l’ideologia internazionalsocialista bandita dal profeta Casaleggio. E’ questione di stirpi, di dinastie: Davide Casaleggio alias Davide Rai alias Davide Pentastellato, figlio maggiore dello spin doctor, è un fanatico negazionista: che cosa ci si può dunque attendere? Appartiene a quella setta di esaltati che condannerebbero a morte un cittadino che getta la carta di una caramella sul marciapiede, mentre ignorano la deliberata distruzione della biosfera tramite la geoingegneria bellica.

Falso ambientalismo, falsa democrazia diretta, falsa tolleranza, falsa libertà… tutto è falso nella “politica” del Movimento Cinque Stelle, proprio come nella comunicazione dei suoi fiancheggiatori ed araldi. Non è un caso se Messora, Mazzucco et al., pur con qualche distinguo, tendono a legittimare ed a sostenere le balzane iniziative pentastellate.

L’informazione, che di indipendente ha solo labilissime parvenze, è spesso in prima linea nel magnificare le proposte grilline che si possono riassumere in un mostruoso connubio fra agenda digitale e demagogia. Vedo già giornalisti ed opinionisti, che sono sempre stati ostili a Grillo ed ai suoi adepti, salire sul carro dei vincitori ed inneggiare ai consoli: Di Battista e Di Maio.

L’Italia, auspici il Vaticano (Babilonia la Grande) ed altri potentati, è destinata a diventare il laboratorio del Nuovo ordine mondiale, il paradigma di una società disfatta, di una nazione snaturata, impoverita ed imbarbarita dove gli Italiani saranno sempre più tartassati e torturati da leggi liberticide, mentre gli stranieri saranno blanditi e vezzeggiati, con la scusa dell’integrazione e dell’inclusione.

Mala tempora currunt, sed peiora parantur: mai detto latino fu più adatto.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

13 aprile, 2016

Biblioteche



Alcuni lettori si saranno domandati per quale motivo nella recensione del romanzo "Anna", l'ultima fatica del romano Niccolò Ammaniti, ci siamo chiesti se l'Assessore, Signora Daniela Cassini, abbia adempiuto una funzione culturale, dopo aver offerto il patrocinio del Comune di Sanremo all'incontro con l'autore. Bisogna qui precisare che l'evento è stato organizzato dal matuziano Liceo "G.D. Cassini": il Comune, con l'Assessorato alla cultura, si è soltanto accodato.

Prescindiamo comunque dal caso specifico e domandiamoci: in quale modo un assessorato può dimostrare reale interesse a valorizzare il sapere? L’amore per il sapere si manifesta in primo luogo promuovendo l’intelligente ed assidua fruizione di musei e biblioteche.

Alcuni fa scrivemmo alla Signora Daniela Cassini, lamentando il fatto che i posteggi di Via Carli, dove si trova la Biblioteca civica fossero stati eliminati a favore di un'isola pedonale, costringendo de facto molti lettori a rinunciare ad usufruire dei servizi, soprattutto il prestito di volumi. Ci fu risposto - qui riconosciamo che almeno la Signora Cassini ebbe la cortesia di dare un riscontro, laddove quasi sempre funzionari e politici sono usi ad ignorare lettere e messaggi - che gli utenti della Biblioteca avrebbero potuto posteggiare nella zona a mare. Il disagio non era poi così grave. Inaudito! Non era forse la nostra doglianza provocatoria? Non sarebbe doveroso prevedere delle zone di sosta GRATUITA per motoveicoli ed autoveicoli almeno per mezz'ora nelle adiacenze di una biblioteca, di una quadreria?

Certo, di fronte agli annosi ed atroci problemi che affliggono le nostre città, la nostra agonizzante società, occuparsi di biblioteche può sembrare un'inezia, ma la risposta sullodata denota il pressappochismo, l'insipienza, l'opportunismo con cui gli amministratori nazionali e locali affrontano tutte le questioni. Sono amministratori che amano pavoneggiarsi con l'organizzazione ed il patrocinio di simposi spesso di discutibile valore, con le loro iniziative e riforme più dannose che inutili. Sono persone che si occupano (?) di “cultura”, “ambiente”, “salute”, “viabilità” etc., ma alle quali non affideremmo neppure la direzione di una bocciofila.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

11 aprile, 2016

Elogio della ripetizione

Siamo per lo più noi Italiani ad essere assillati dal problema della ripetizione: anche gli scrittori più superficiali, se possibile, cercano di non ripetere lo stesso termine, almeno nell’ambito di un unico periodo. Ne conseguono non di rado scelte lessicali discutibili, talora grottesche, giacché si dimentica – come c’insegna Roman Jakobson – che i sinonimi perfetti non esistono: di solito i sinonimi appartengono a registri differenti o a differenti età della lingua.

Non solo, la ripetizione può essere efficace: se non occorre evidenziare la diversità di sfumatura, di accezione, si può conferire enfasi ed icasticità ad un testo, iterando la stessa parola, un sintagma, addirittura un intero enunciato. L’anafora, l’epifora, l’anadiplosi… donano pathos e drammaticità all’elocuzione. Associata ad altre figure retoriche, sia di costruzione sia di significato, ad esempio la climax, il chiasmo, l’ironia…, la ripetizione scolpisce i suoni ed i significati, rendendoli plastici, aggettanti.

Come sarebbe povera e molle la Prima Catilinaria, se Cicerone non ricorresse all'insistita iterazione di certe parole?

Come sarebbe fiacco l’incipit del III canto dell’Inferno senza la formidabile anafora di “Per me”?

La ripetizione è anche garanzia di coerenza tematica: è come un filo che lega le perle in una collana. Salda i concetti in un’unità testuale, additando il cuore del problema. Certo, pure in questo caso, vale il motto latino est modus in rebus: è preferibile non abusare dell’iterazione, soprattutto se il repertorio lessicale ci offre buone alternative, se ci squaderna lessemi i cui valori si dispongono lungo una gamma semantica che può ampliarsi o restringersi, secondo le esigenze espressive, euristiche e di stile.

Evitiamo dunque di eccedere con il verbo “fare”, con il sostantivo “cosa” e via discorrendo. Rifuggiamo dall’insensato “nel senso che” e da consimili tic. Si rischia altrimenti di impantanarsi nella miseria linguistica di Umberto Eco e della coorte negazionista, da Paolo Attivissimo a Simone Angioni: è una miseria che, lungi dal denotare soltanto ignoranza, dà la misura di pochezza intellettuale e persino etica. E' il cimitero della lingua, della cultura, di tutto.

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APOCALISSI ALIENE: il libro

09 aprile, 2016

Alleanza



In questi anni non è stato possibile imprimere una svolta positiva agli accadimenti: anzi la situazione sembra precipitare di giorno in giorno, di minuto in minuto. Perché non si è riusciti in queste impresa comunque improba? Le ragioni sono molteplici, ma qui mi soffermerei su una motivazione che non è stata adeguatamente sviscerata. Un’azione efficace implica una mobilitazione massiccia: per quanto riguarda l’Italia ed altri paesi neo-latini, il coinvolgimento di un numero cospicuo di persone, ad esempio, per una lotta serrata contro la geoingegneria clandestina, presuppone un’alleanza con i cattolici, visto che almeno ufficialmente, i cattolici sono la stragrande maggioranza della popolazione in molti degli stati in cui si parlano lingue romanze.

Ora tralasciamo il fatto per cui la Chiesa cattolica e, in generale, le varie istituzioni “religiose” sono la punta di diamante del mondialismo, un’intesa con i Cattolici o, più in generale, con i Cristiani, si rivela pressoché inattuabile, poiché il Cristianesimo è geneticamente un credo radicato in una mentalità secolare, patriarcale, gerarchica e dominatrice, proprio quella che intendiamo combattere. Solo il superamento di codesta ideologia può coincidere con una reale palingenesi non solo materiale ma anche etica e spirituale. Quale giustizia si può concepire, se si continua a pensare in termini di potere, di controllo, di sopraffazione del prossimo e della natura, di spirito vendicativo?

Nell’articolo “Idealizzazione” scrivevamo: “Invero, il Cristianesimo abita nel cuore dell’inconciliabilità: se lo accettiamo, dobbiamo accettare pure l’Antico testamento con le sue intollerabili venature arcontiche; se lo rifiutiamo, dobbiamo staccarlo dalla matrice sumero-egizio-ebraico-arcontica, ma, così agendo, lo trasformiamo in un mythos, nel simbolo di cui si diceva con tutte le conseguenze del caso, tra cui forse la rinuncia ad attendere una salvezza esterna destinata a non arrivare mai”.

Si può qui aggiungere che il Cristianesimo è, al pari dell’Islam, una metamorfosi dell’Ebraismo che, a sua volta, è una fede sciovinista e maschilista. Saremmo tentati di porci la domanda se dunque anche la religione fondata da Paolo non sia, tutto sommato, di natura arcontica per i suoi imbarazzanti risultati storici e specialmente per il suo D.N.A.

Possiamo strappare il Cristianesimo dalle sue radici ebraiche, conservando, ad esempio, solo il Nuovo Testamento per rigettare il Vecchio? No, perché è nell’Antico Testamento che si leggono presunte profezie riguardanti l’avvento del Messia. No, perché senza l’humus israelitico il Cristianesimo è una pianta che, svelta dal terreno, è destinata, prima o dopo, a seccarsi.

Ancora prima di tanti studiosi e traduttori contemporanei, fu Nietzsche ad evidenziare nelle caste sacerdotali, soprattutto bibliche, un’incoercibile volontà di potenza ed un crasso materialismo, benché mascherati dietro veli di sacralità e di morale. “Genealogia della morale” è testo dall’analisi potente ed impietosa: ciò che è spacciato per etica nasconde inconfessabili propositi egemonici. Sono gli stessi propositi di dominio della coscienza che il filosofo tedesco, in fondo un anarchico, individua nella confraternita paolina da cui si sviluppò il Cristianesimo.

Dunque non è un caso se una lega con i Cattolici convinti è illusoria e persino sconsigliabile: significherebbe accogliere nelle proprie schiere persone che, pur in buona fede, portano con sé pregiudizi arcontici, atteggiamenti oscillanti fra il negazionismo, l’inerzia presentata come fede, il culto (non rispetto) dell’autorità, l’inclinazione a delegare, la devozione ingenua, il dogmatismo.

Troveremo qualche fedele disposto a considerare la Bibbia ed il Corano libri di notevole interesse storico, archeologico, persino scientifico, in taluni punti profondi, ispirati e belli, ma non dei testi sacri?

Troveremo qualcuno incline a ricostruire la cultura occidentale su altre fondamenta, riscoprendo antiche e venerande tradizioni?

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APOCALISSI ALIENE: il libro

05 aprile, 2016

La “Vergine” di Varallo Pombia



A torto si ritiene che l’abigeato e le mutilazioni animali non riconducibili a cause normali siano un fenomeno contemporaneo risalente agli anni ‘60 del XX secolo. In "Misteriose mutilazioni animali anche in un lontano passato?", 2014, individuammo delle leggende narrate dagli Zulu e dai nativi americani Cherokee: sono tradizioni che si riferiscono a furti di bestiame accompagnati da luci nel cielo, quindi inscrivibili in uno scenario xenologico.

Un episodio che può essere incluso nella categoria anticipatrice dell’inquietante fenomeno, è riportato da Alfredo Lissoni nel saggio “Progetto Omega, il dossier U.F.O. del Santo Uffizio”. Il fatto rimonta agli inizi del secolo XVII ed accadde a Varallo Pombia, abitato piemontese in provincia di Novara. Nel paese un dipinto del XX secolo, realizzato nella chiesa principale della cittadina, ricorda l’avvenimento. Varallo Pombia è ubicato in una zona dove ancora oggi sono avvistati con una certa frequenza oggetti volanti non identificati.

Scrive Lissoni: “Un affresco della chiesa del paese, dedicata a San Pietro (oggi santuario della Beata Vergine del Rosario) ricorda l’ennesima apparizione mariana ed il prodigio che restituì la favella ad una giovane contadina sordomuta. Particolare curioso di questo evento (non si sa in che anno occorse) è che, in cambio della grazia, la ‘Madonna’ (virgolette dell’autore, n.d.r.) si portò via una mucca. Viene da chiedersi se l’avvenimento, trasfigurato dalla devozione popolare, non celi un evento ufologico. E’ noto, infatti, che in alcuni casi di contatto gli alieni si sono resi responsabili di furti e di mutilazione del bestiame. […] Nella chiesa di Varallo Pombia un affresco commemora l’accaduto. Alla base della raffigurazione una didascalia: “Dammi una mucca, disse la Madonna alla giovinetta sordomuta e la giovinetta, sciogliendo miracolosamente la lingua, rispose: Aspetta ché vado a dirlo alla mamma. La mamma, fuori di sé per la gioia nel sentire la figlia parlare, esclamò: Non una, ma due, dalle tutte le mucche!

Ha ragione Lissoni: è davvero singolare la richiesta della ‘Vergine”, inconsueta a tal punto da indurre a pensare che, dietro le cosiddette manifestazioni mariane, si nascondano spesso entità dagli obiettivi tutt’altro che cristallini, quantunque ammantati di “miracoli” ed edulcorati con visioni “mistiche”. Siamo al cospetto dello stesso agente che da secoli, se non da millenni, adattandosi alla cultura delle varie epoche e dei differenti popoli, raggira ignare vittime, magari attraverso mirabolanti tecnologie scambiate per portenti soprannaturali?

Come concludere? Viene a taglio un aforisma di Mark Twain: “E’ più facile ingannare le persone che convincerle che sono ingannate”.

Fonti:

A. Lissoni, Progetto Omega, il dossier U.F.O. del Santo Uffizio, Firenze, 2010, pp.35-36
R. Malini, U.F.O. il dizionario enciclopedico, Firenze, Milano, 2003, s.v. Mutilazioni animali

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APOCALISSI ALIENE: il libro

02 aprile, 2016

Lost-last generation



Il futuro è affidato alle nuove generazioni: presto dovremo passare il testimone, ma chi potrà riceverlo dalle nostre mani? Ci accorgiamo che la prossima generazione sarà anche l’ultima, l’ultima che in qualche caso sporadico ha ancora visto un cielo naturale, ha ancora odorato il colore di un'emozione vera. Quasi sempre, però, gli adolescenti ed i giovani di oggi si possono considerare perduti, perché incantati dalle sirene della tecnologia, in quanto ridotti a schiavi contenti della loro schiavitù, fagocitati dall'orrore spacciato per "il migliore dei mondi possibili".

Per fortuna esistono le eccezioni, ma non sappiamo se riusciranno a fare la differenza. Soprattutto sgomenta sapere che le risorse intellettuali di quest’ultima generazione sono simili ad un terreno fertile che nessuno coltiverà. Le attuali legioni di “docenti” e di “educatori”, se si esclude qualche rara avis, sono, volenti o nolenti, del tutto integrati nel sistema, quel sistema che sta strappando agli uomini la loro identità, alla Terra la sua anima.

A volte si è sfiorati dall’idea che un conflitto o un’altra calamità (ad esempio, l'azzeramento degli strumenti tecnologici) potrebbero insegnare alle nuove discendenze il valore della vita, insegnare loro a pensare e ad agire in grande. Esiste, però, il rischio che un’altra conflagrazione planetaria si concluda solo con la vittoria della propaganda: oggi trionfa la retorica delle “missioni di pace”, domani quella della “guerra al terrorismo” e viceversa. E’ sempre stato così, con noi in mezzo che siamo carne da cannone e zimbelli dei media.

Dunque possiamo confidare in chi è destinato a succederci? Non siamo in grado di rispondere: i corni del dilemma si equivalgono. A volte culliamo una pur debole speranza; a volte ci cadono le braccia.

Probabilmente senza un soccorso ulteriore, un kairòs non ce la caveremo. Come nelle tragedie antiche sarà necessario l’intervento di un deus che ci salvi dalla macchina infernale di un potere diabolico.

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