Angst, angoscia in tedesco. Davvero il suono è spesso già significato nella profonda saggezza della lingua. Angst, con il groviglio di consonanti, subito evoca ansia ed afflizione, molto più del corrispondente termine italiano o inglese, anguish. L’angoscia, infatti, assilla, soffoca, stritola, come quel groppo di fonemi attorno alla superstite vocale che a stento riesce a respirare.
Che cos’è l’angoscia? Non è un sentimento, ma una sensazione indistinta. Non dipende tanto da cause oggettive, ma dalla coscienza della precarietà, dall’avvertimento di un quid che non quadra, anche quando tutto sembra scorrere in modo regolare.
All’improvviso ti volti e ti accorgi del non-senso, del vuoto che riempie le cose. All’improvviso apri gli occhi e ti accorgi di quanto tempo è trascorso, risucchiato in un gorgo senza scopo, assorbito da una luce senza splendore.
Che cos’è l’angoscia? Non è un sentimento, ma una sensazione indistinta. Non dipende tanto da cause oggettive, ma dalla coscienza della precarietà, dall’avvertimento di un quid che non quadra, anche quando tutto sembra scorrere in modo regolare.
All’improvviso ti volti e ti accorgi del non-senso, del vuoto che riempie le cose. All’improvviso apri gli occhi e ti accorgi di quanto tempo è trascorso, risucchiato in un gorgo senza scopo, assorbito da una luce senza splendore.
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