Come spesso avviene, gli artisti anticipano, con il loro genio, teorie scientifiche e dottrine filosofiche. Così Montale nel componimento “Forse un mattino, andando in un’aria di vetro” preannuncia il modello dell’universo olografico, anzi addirittura sembra preludere alle controverse elucubrazioni confluite nella pellicola “Matrix”.
Ecco il testo
Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
Il poeta genovese è colto da una folgorazione: il mondo fenomenico gli appare come uno schermo gigantesco su cui gli oggetti sono immagini proiettate, non “cose reali”. Non è tanto un’epifania del nulla, come è stato scritto, perché il termine "nulla" allude alla mancanza di senso, ma l’apparire dell’illusione. La “realtà” è un velo ingannevole e rivelarla significa velarla due volte. Di fronte all’improvvisa manifestazione dell’”inganno” percettivo, si resta sbigottiti: crolla il terreno sotto i piedi, ogni certezza vien meno.
Il modello del cosmo olografico-mentale, che ha parecchi punti di contatto con le concezioni risalenti all’Idealismo (da Berkeley sino ai più recenti paradigmi in cui filosofia e scienza si fondono e si confondono), come in Montale, suscita – è inevitabile – turbamento, almeno per due ragioni: smaterializza la materia e cancella il libero arbitrio. Se, infatti, gli enti materiali sono solo trappole dei sensi e se tutto è coesistente nella Coscienza atemporale, che significato e che valore hanno le azioni umane? Ad esempio, uccidere un essere vivente è un po’ come “assassinare” un attore su un palcoscenico. [1]
Invero, il paradigma olografico-coscienziale non riesce a render conto né della materia che, nonostante tutto, sembra avere uno zoccolo duro (ed insanguinato) né dell’emergere del male da cui dipende l’etica, dacché essa si alimenta della coesistenza e del conflitto tra bene e male. Senza etica, non esistono neppure libera volontà e sanzione morale e vice versa. Ecco forse le cause del terrore montaliano... e nostro.
Viviamo dunque in un universo ologramma? Se è così, è un ologramma schiantato dal grido di mille domande senza risposta.
[1] Vedi almeno Appunti sull’Idealismo di ieri e di oggi e La legge dell’attrazione.
Ecco il testo
Forse un mattino andando in un'aria di vetro,
arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:
il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro
di me, con un terrore di ubriaco.
Poi come s'uno schermo, s'accamperanno di gitto
alberi case colli per l'inganno consueto.
Ma sarà troppo tardi; ed io me n'andrò zitto
tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.
Il poeta genovese è colto da una folgorazione: il mondo fenomenico gli appare come uno schermo gigantesco su cui gli oggetti sono immagini proiettate, non “cose reali”. Non è tanto un’epifania del nulla, come è stato scritto, perché il termine "nulla" allude alla mancanza di senso, ma l’apparire dell’illusione. La “realtà” è un velo ingannevole e rivelarla significa velarla due volte. Di fronte all’improvvisa manifestazione dell’”inganno” percettivo, si resta sbigottiti: crolla il terreno sotto i piedi, ogni certezza vien meno.
Il modello del cosmo olografico-mentale, che ha parecchi punti di contatto con le concezioni risalenti all’Idealismo (da Berkeley sino ai più recenti paradigmi in cui filosofia e scienza si fondono e si confondono), come in Montale, suscita – è inevitabile – turbamento, almeno per due ragioni: smaterializza la materia e cancella il libero arbitrio. Se, infatti, gli enti materiali sono solo trappole dei sensi e se tutto è coesistente nella Coscienza atemporale, che significato e che valore hanno le azioni umane? Ad esempio, uccidere un essere vivente è un po’ come “assassinare” un attore su un palcoscenico. [1]
Invero, il paradigma olografico-coscienziale non riesce a render conto né della materia che, nonostante tutto, sembra avere uno zoccolo duro (ed insanguinato) né dell’emergere del male da cui dipende l’etica, dacché essa si alimenta della coesistenza e del conflitto tra bene e male. Senza etica, non esistono neppure libera volontà e sanzione morale e vice versa. Ecco forse le cause del terrore montaliano... e nostro.
Viviamo dunque in un universo ologramma? Se è così, è un ologramma schiantato dal grido di mille domande senza risposta.
[1] Vedi almeno Appunti sull’Idealismo di ieri e di oggi e La legge dell’attrazione.
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L'"intuizione" è la percezione dell'invisibile, come la "percezione" è l'intuizione del visibile.
RispondiEliminaNicolás Gómez Dávila
"Intuizione" è letteralmente vedere all'interno, ma chi ha vista così acuta? A mala pena vediamo la superficie delle cose" e la superficie delle cose è infinita". (I. Calvino).
EliminaCiao