Bisognerebbe imparare il distacco, in primo luogo dai beni materiali. Pensiamo a quanta saggezza è incastonata nella lingua! Il Latino, per esprimere il possesso, di solito, invece di usare il verbo habere (avere), privilegia il costrutto noto appunto come “dativo di possesso” con cui l’oggetto non è indicato del tutto come una proprietà esclusiva, ma inteso come un qualcosa che pertiene a chi ne usufruisce. Gli antichi conservavano il ricordo di un’epoca e di una società in cui quanto era necessario alla sopravvivenza della comunità, in particolare i pascoli ed il bestiame, oggi era nella disponibilità di uno, domani sarebbe stato nella disponibilità di un altro: si pensi alla rotazione dei latifondi presso la classe dirigente spartana.
Lungi da me condannare la proprietà privata che è il risultato di sacrifici e lavoro, ma come non deplorare la cupidigia di cose, di denaro, la sacra fames auri (l’esecranda bramosia dell’oro) di virgiliana memoria? Si ammucchia per ammucchiare, si brama per bramare, dimenticando il celebre monito evangelico: “Non accumulate ricchezze qui sulla terra dove possono essere rovinate dai tarli e dalla ruggine o rubate dai ladri. 20 Accumulatele in cielo, invece, dove non perderanno mai il loro valore e sono al sicuro dai ladri. 21 Se i tuoi risparmi sono in cielo, anche il tuo cuore sarà là. (Matteo, 6, 19-20).
Chi oggi auspica che l’Italia ed altri paesi rinuncino all’euro per adottare una moneta nazionale, rischia di incorrere in un errore, dopo averne emendato un altro. Infatti, se è vero come è vero che il denaro è strumento di dominio, instrumentum regni, se è vero come è vero che il denaro suscita avidità, fomenta furti, rapine, discordie, conflitti, non è forse auspicabile un consorzio umano non fondato sulla pecunia, quanto sulla produzione, sull’uso, lo scambio e la condivisione di beni?
Che cosa pensare poi del denaro-merce, fulcro dell’usura? E’ per questo che, a ragione, Brecht afferma: “Rapinare una banca è un reato, ma fondarne una è un reato molto più grave”. Eppure siamo prede di rapaci banchieri, di odiosi sistemi fiscali. Occorre liberarsi sia di codesta masnada di feneratori sia della mentalità speculativa, diffusa anche tra chi giustamente critica l’establishment. E’ questa aberrante forma mentis che oggi seduce, promettendo "sùbiti guadagni", con la chimera del bitcoin, la moneta digitale sinonimo della più sfrenata follia finanziaria, di un’economia fraudolenta e fittizia, adatta ad arricchire i ricchi e ad accentuare sperequazioni e miseria.
E’ necessario - lo ripetiamo – sia emanciparsi dalla cricca dei banchieri sia dalla struttura mentale materialista: il secondo compito sembra più difficile del primo.
Lungi da me condannare la proprietà privata che è il risultato di sacrifici e lavoro, ma come non deplorare la cupidigia di cose, di denaro, la sacra fames auri (l’esecranda bramosia dell’oro) di virgiliana memoria? Si ammucchia per ammucchiare, si brama per bramare, dimenticando il celebre monito evangelico: “Non accumulate ricchezze qui sulla terra dove possono essere rovinate dai tarli e dalla ruggine o rubate dai ladri. 20 Accumulatele in cielo, invece, dove non perderanno mai il loro valore e sono al sicuro dai ladri. 21 Se i tuoi risparmi sono in cielo, anche il tuo cuore sarà là. (Matteo, 6, 19-20).
Chi oggi auspica che l’Italia ed altri paesi rinuncino all’euro per adottare una moneta nazionale, rischia di incorrere in un errore, dopo averne emendato un altro. Infatti, se è vero come è vero che il denaro è strumento di dominio, instrumentum regni, se è vero come è vero che il denaro suscita avidità, fomenta furti, rapine, discordie, conflitti, non è forse auspicabile un consorzio umano non fondato sulla pecunia, quanto sulla produzione, sull’uso, lo scambio e la condivisione di beni?
Che cosa pensare poi del denaro-merce, fulcro dell’usura? E’ per questo che, a ragione, Brecht afferma: “Rapinare una banca è un reato, ma fondarne una è un reato molto più grave”. Eppure siamo prede di rapaci banchieri, di odiosi sistemi fiscali. Occorre liberarsi sia di codesta masnada di feneratori sia della mentalità speculativa, diffusa anche tra chi giustamente critica l’establishment. E’ questa aberrante forma mentis che oggi seduce, promettendo "sùbiti guadagni", con la chimera del bitcoin, la moneta digitale sinonimo della più sfrenata follia finanziaria, di un’economia fraudolenta e fittizia, adatta ad arricchire i ricchi e ad accentuare sperequazioni e miseria.
E’ necessario - lo ripetiamo – sia emanciparsi dalla cricca dei banchieri sia dalla struttura mentale materialista: il secondo compito sembra più difficile del primo.
Vietata la riproduzione - Tutti i diritti riservati
...che gia' di suo il primo compito piu' che difficile sarebbe a tutti gli effetti chimerico. Nella materia siamo insaccatti ma non e' affatto detto che morendo un altro tipo di gravita' possa condizionare la nostra fluttuazione futura. In sostanza, cercando di aderire sempre meno l'intenzione o desiderio al vincolo materiale, ci prepariamo a contrastare la maggiore attrazione eterica che ci attende una volta deposte le spoglie mortali. Restituire il pegno e' un atto simbolico. Affrancarsi dalle molteplici seduzioni offerte dalla materia riassumerebbe l'impresa stessa delle mitiche dodici fatiche. Sono sempre piu' convinto che questo sia il tempo di attentissime verifiche interiori.
RispondiEliminaDifficile per davvero emanciparsi dalla struttura mentale materialista e dal lavoro.. impresa interiore assai ardua.. ma purtroppo o per fortuna siamo ancora vivi quindi perché non provarci. Ciao zret un caro saluto
RispondiEliminaSarebbe auspicabile che molti se ne liberassero per imprimere un'altra direzione ad una società che sembra perduta.
EliminaCiao
Stimati autori,
RispondiEliminaho il piacere di presentarvi una mia personale opera di divulgazione per un sistema di creazione di moneta "dal nulla", che può essere studiata e quindi applicata a partire da piccolissime comunità che vogliano rendersi autonome dai corsi monetari ufficiali.
Ciò non toglie che il metodo è applicabile a tutte le Istituzioni.
Lo propongo su questo blog, prima di tutto perché doveroso, in cambio del prelievo di una citazione proprio da questo articolo e poi perché altamente aderente all'argomento trattato.
L'intento è stato quello di unire sinergicamente tutti quegli studi riguardanti la moneta che, comparsi slegati gli uni dagli altri, in ordine sparso nel tempo e nella Rete, avevano bisogno di essere riuniti ed ottimizzati.
Credo che ne sia venuto fuori qualcosa di utile.
Lo propongo all'amministratore di questo blog, per proprio suo beneficio ed eventualmente dei suoi lettori.
Scaricabile gratuitamente in formato elettronico dal sito dedicato http://sicrenacc.info è originale ed appena reso pubblico.
Con ringraziamento e stima
Lorenzo Essente
Buongiorno, vorrei segnalarvi che ho citato questo vostro articolo nel mio libro gratuito scaricabile da Internet al seguente link e che la pagina in questione ha un discreto numero di visite e condivisioni oltre la media generale.
RispondiEliminaCon stima,
Lorenzo Essente
https://sicrenacc.info/laberrazione-degli-interessi-e-il-culto-del-dio-denaro/
Grazie. Ciao
RispondiElimina