30 giugno, 2006

Frammenti di verità nascoste

Absit iniuria verbis

Il capitolo decimo quarto del Vangelo ascritto convenzionalmente a Marco, vv. 43-52, narra la cattura di Gesù, in seguito al tradimento di Giuda, per opera di un manipolo di uomini armati, intanto che egli si trova in un podere detto Getsemani. Una turba munita di spade e di bastoni, mandata, secondo l’evangelista, dai Sacerdoti, dagli Scribi e dagli Anziani, al segnale convenuto, il noto bacio del traditore, cattura il Messia, mentre uno degli astanti, sfoderata la spada, taglia un orecchio al servo del Sommo sacerdote. Gesù, senza opporre resistenza si consegna ai soldati, riconoscendo che, nell’arresto e nei tragici eventi successivi, si adempiono le Scritture. Mentre gli apostoli del Maestro si dileguano, l’autore indugia su un singolare episodio che è opportuno riportare integralmente: “Vi fu, però, un giovanetto che lo seguiva, avvolto in lenzuolo sul corpo nudo e lo presero. Ma lui, lasciato il lenzuolo, scappò via nudo”.

Questa breve scena richiederebbe un’analisi approfondita ed un discorso coerente, ma, per evitare che legioni di integralisti mi assaltino per aver profanato il tempio della loro religione, l’unica vera religione, mi vedo costretto ad esprimermi per speculum et in aenigmitate. È strano, però, come tutti questi fondamentalisti, usi a dormire sonni catalettici, quando si accenna a qualche problema serio e li si esorta non dico ad agire, ma almeno a prendere posizione ed a far sentire la loro voce, non appena si sfiorano certi temi, si destano dal loro letargo e, simili ad un’orda di demoni inferociti, si avventano contro chi osa contraddire i loro miseri, insipidi dogmi. È accaduto, per esempio, con la pubblicazione del romanzo di Dan Brown, Il codice da Vinci, ma soprattutto con la proiezione nelle sale cinematografiche dell’omonima pellicola. I fanatici si sono strappati le vesti, hanno gridato anatemi, bruciato copie dell’opera di Dan Brown, invocato la censura, spronato i cattolici a boicottare il film in ogni modo. Una sarabanda per nulla!

Per il resto costoro (mi riferisco alle gerarchie ed alla maggioranza dei fedeli: non intendo generalizzare) accettano tutto: più che fatalisti, sono passivi, inerti, mummificati. Le guerre insanguinano il pianeta, le scie chimiche avvelenano le persone e l’ambiente, le banche e le multinazionali depredano ed affamano intere nazioni, le organizzazioni internazionali distruggono le libertà… ma il sommo orefice e la sua claque sono capaci solo di pronunciare qualche banale ed insincera parola di circostanza desunta dal libro Cuore o dalla carta dei cioccolatini. Per costoro i problemi reali, nel migliore dei casi, sono argomenti salottieri. Se, però, osi lambire temi quali gli embrioni, l’aborto, la famiglia, l’eutanasia, l’interpretazione della Bibbia e la storia del Cristianesimo, la religione inventata da Shaul-Paolo, apriti cielo: succede il finimondo.

Quindi – dicevo – sono obbligato ad accennare in modo un po’ ermetico. Che cosa sta facendo il giovanetto avviluppato solo in un lenzuolo insieme con gli apostoli ed i seguaci del Messia, di cui almeno uno, come si deduce dal testo, è armato? Chi è? È un iniziando del Maestro? Iniziazione: misteriosi rituali forse di origine egizia o qualcos’altro… Qualcuno lo afferra, ma il giovane, liberatosi del lenzuolo, riesce a fuggire. Ha qualcosa d’incongruo questo personaggio: se il Messia, come è probabile, sta organizzando una rivolta contro i Romani, abortita sul nascere per la delazione di qualcuno, che senso ha celebrare un rito di affiliazione? Non è certo il momento più idoneo. Quel giovane è forse "il discepolo che Gesù amava", ossia quasi certamente Lazzaro? Sono domande destinate a rimanere senza risposta, perché il falsario che provvide a rimaneggiare il Vangelo attribuito a Marco, senza dubbio censurò, contraffece, tolse, aggiunse a tal punto che è un miracolo se questo lacerto di una verità oscurata si è salvato attraverso i secoli ed è giunto sino a noi.

Il biblista statunitense Morton Smith è al centro di uno scandalo, perché sembra che il Vangelo segreto di Marco da lui scoperto sia, in realtà, un falso. Tuttavia le cerimonie d’iniziazione, espulse dalla porta con la dimostrazione che Smith è ricorso ad una truffa, rientrano dalla finestra, se si legge il testo canonico. Infatti molte verità, soprattutto quelle scomode, si nascondono tra le pieghe della menzogna e, prima o poi, grazie ad un raggio di luce dall’obliquità adatta, finalmente si possono intravedere.

29 giugno, 2006

Effetti dello spargimento di alluminio

In seguito ad analisi chimiche, è stato possibile accertare la presenza anche dell’alluminio, tra i metalli diffusi nell’atmosfera con la perversa, infame operazione “scie chimiche”. L’alluminio è un metallo bianco argenteo, leggero, duttile e malleabile, eccellente conduttore termico ed elettrico. Ha una grande affinità per l’ossigeno e, se finemente polverizzato, brucia a contatto con l’aria. Questo metallo ha proprietà altamente elettropositive ed è perciò un energico riducente, ossia perde elettroni in caso di reazione con un’altra sostanza che, invece, li acquista ed è detta ossidante.

Credo che le conseguenze della dispersione di questo elemento ricavato dalla bauxite siano piuttosto semplici da comprendere anche sulla base di osservazioni empiriche: infatti chiunque può notare che i fogli di alluminio, usati per avvolgere e conservare alcuni alimenti, riflettono la luce. Per mezzo della funesta attività legata alle scie velenose, si assiste ad una riduzione dell’irraggiamento solare: la luce irradiata dalla nostra stella è intercettata da una coltre biancastra densa ed assai estesa, mentre, contemporaneamente, l’energia termica che si sprigiona dalla Terra resta intrappolata nell’atmosfera, accentuando l’effetto serra. Come i vetri di una serra, alcuni componenti dell’atmosfera (vapore acqueo, polveri sottili, biossido dii carbonio, allume di alluminio…) assorbono e riverberano verso il basso le radiazioni infrarosse emesse dal suolo sotto forma di calore, ostacolando così la dispersione dell’energia dalla Terra verso lo spazio.

In questo modo si ottengono vari scopi: attenuando l’irraggiamento solare, si danneggia la fotosintesi clorofilliana, che è alla base della produzione di ossigeno e della trasformazione del carbonio inorganico, inservibile per gli organismi eterotrofi, in carbonio organico assimilabile; si aggrava l’effetto serra con l’estremizzazione dei fenomeni climatici (siccità, uragani…); si influisce sull’umore degli esseri viventi per i quali la luce è necessaria non solo sul piano biologico, ma anche sotto il profilo psicologico.

I fini ultimi degli aguzzini dell’umanità, con cui spesso collaborano “ambientalisti”, “economisti” ed “esperti” a vario titolo, sono i seguenti: causare danni irreversibili agli ecosistemi ed all’agricoltura che non si avvale di sementi geneticamente modificate; incidere pesantemente sul bilancio idrico (diminuzione delle precipitazioni); far aumentare i consumi di elettricità durante i lunghi periodi torridi, a causa dell’uso abnorme di ventilatori e di condizionatori d’aria; creare l’ambiente di coltura adatto alla proliferazione di funghi e di batteri; colpire le attività turistiche…

Non è da escludere che i prestigiatori presto trarranno dal cilindro la risoluzione per l’accresciuto fabbisogno energetico: il nucleare! Essi creano i problemi e, per fingere di risolverli, ne creano altri ancora più gravi.

Fonti:

Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005 sotto le voci alluminio, effetto serra, fotosintesi clorofilliana
Zret, Scie chimiche: un fenomeno inquietante

Ringraziamenti

Ringrazio per la consulenza scientifica Phantom XIII e, per quella iconografica ed editoriale, Straker.

28 giugno, 2006

Le Arpie

Come in alto, così in basso (detto tradizionale ermetico)

La gente passeggia ignara e spensierata sul lungomare. I bambini scorrazzano nei sentieri delle aiuole fra le palme e le siepi di bosso. Le gelaterie sono gremite di allegri avventori. Una normale, tranquilla sera d’estate, una sera come tante. L’afa è opprimente, ma ci si può dissetare con una bibita fredda. Si può trascorrere qualche ora piacevole, chiacchierando con gli amici ed ammirando i panfili lussuosi ormeggiati nel porto turistico, mentre, ogni tanto, un brivido di vento offre un po’ di refrigerio…

Nel cielo splende una luce spettrale, come il bagliore di un immenso fuoco fatuo. L’aria è impregnata di un odore nauseabondo: di lontano si ode il sinistro frullo d’ali delle Arpie, le immonde, laide figlie di Taumante e di Elettra, venute ad insozzare i tavolini delle mescite.

Una normale, tranquilla sera d’estate, una sera come tante.

27 giugno, 2006

Meteorologi in evidente mala fede

fog

Caldo, si sa... sopra le medie stagionali. Nuvole, ma non piove, oppure cadono due gocce sporche per una manciata di secondi o qualche minuto. Le tracce delle schifezze che spruzzano, si ritrovano sulle auto, sulle strade, sui terreni coltivati, sulle piante... sulla frutta che mangiamo. Non è sabbia del deserto.

L'attività notturna è intensissima. Il rombo dei velivoli adibiti alle operazioni di aerosol, è continuo ed incessante. Molto probabilmente volano ancora più bassi, poiché il rumore dei turbogetti si sente in maniera molto distinta (e dove abito io, il frastuono della strada è ben presente anche nelle ore notturne).

Al mattino, la temperatura, al contrario di quanto dovrebbe essere in condizioni normali, è identica (forse... un grado in meno) a quella misurata all'una di notte. L'effetto serra cagionato dal continuo passaggio dei tankers chimici (i voli notturni tendono proprio ad ottenere queste condizioni), se si prosegue con questo ritmo, porterà ad un mese di agosto da fantascienza. Già adesso, con temperature superiori ai 40 gradi all'ombra in Sardegna, ad esempio, non è che si scherza.

Il tutto nella totale indifferenza dei meteorologi che, anzi, hanno coniato nuovi sofismi, al fine di giustificare le inusuali condizioni climatiche.

Qualche esempio...

"Tempo soleggiato... con sporadiche formazioni nuvolose che, comunque, non porteranno pioggia".

Peccato che le nuvole di cui parlano, non sono naturali, ma il risultato delle operazioni di aerosol e peccato che non portano pioggia, perchè ad esse sono
state sottratte le molecole di ossigeno. Eppoi, se c'è il sole, perché parlano di nuvole? E non sono per nulla sporadiche! In tre mesi, qui a Sanremo, abbiamo avuto tre giorni di sole (quello vero, con il cielo azzurro - erano i day-off dei voli chimici). Ogni giorno, la copertura nuvolosa "artificiale" è totale! Chi l'ha più visto il sole. Eppure, fateci caso: fa caldo come se il sole ci fosse.

"Tempo soleggiato... con leggera foschia".

La foschia di ricaduta dei metalli pesanti e delle componenti biologiche emesse dai tankers chimici e non è per nulla leggera. Sanremo sembra Rovigo alle sette del mattino. Fosse solo estetica. Il guaio è che quella foschia è colma di metalli pesanti, come bario, alluminio, piombo, nonché sostanze biologiche. Il nuovo
morbo di Mergellons è collegato alla foschia.

"Cirrostrati in alta quota".

Peccato che si tratti di cirri artificiali a bassa quota, formatisi a causa delle scie chimiche.

Dulcis un fundo... un'altra definizione (e questa vale per tutte)...

"Leggere velature in clielo".

Bravi! Continuate così! Teste di....

**Straker**

Dèi cornuti

Absit iniuria verbis

Ieri è stato comunicato l’esito della consultazione referendaria concernente l’abominevole riforma costituzionale approvata dall’esecutivo di “centro-destra”. Come sempre, si dibatte sulle conseguenze e sul significato della vittoria del no, quando si deve soltanto riconoscere che, almeno, formalmente, la costituzione italiana, i cui vari articoli sono, però, quotidianamente ignorati e conculcati, è stata preservata. Insomma, parafrasando Pascal, si può asserire che le buone costituzioni esistono già: si tratta soltanto di applicarle. È comunque una vittoria di Pirro e forse neppure, mentre i reali problemi, causati da una legione di demoni, restano irrisolti. Infatti continuare a discutere di “centro-destra” e di “centro-sinistra”, di governo del dottor Balanzone o di governo del messia di Arcore, di riforme costituzionali, di politica per lo “sviluppo” e di corbellerie simili appartiene alla preistoria dell’informazione, anzi è una vera e propria strategia per distogliere l’attenzione della già ebete opinione pubblica dalle questioni cruciali.

Le questioni cruciali non coincidono con i carnascialeschi e truccati mondiali di calcio, con le buffonesche, benché perniciose dichiarazioni di ministri come padoa schiappa, con le false operazioni tese a sventare falsi attentati, ma con la mostruosa, spregevole, sfacciata, capillare campagna di disinformazione tesa ad imprigionare la popolazione mondiale in una vischiosa ragnatela di menzogne e di censure su temi scottanti. Mi riferisco, ad esempio, alla diffusione di patologie spesso letali negli stati confinanti con l’Iraq, l’Afghanistan e la Bosnia, in seguito all’uso di proiettili contenenti uranio impoverito: è una realtà che i servili telegiornali e quotidiani di regime continuano colpevolmente ad ignorare. Mi riferisco alla malefica operazione scie chimiche che sta diventando sempre più subdola: infatti, non solo l’attività si sta concentrando, in questi ultimi tempi, nelle ore notturne, con abnormi sorvoli delle aree abitate per opera delle aviocisterne dell’inferno, ma anche la N.A.S.A., agenzia famigerata e spaventevole, poiché implicata da decenni in una serie di criminali imprese (vedi C. O’ Brien, M. Philips, Trance formation of America), sta ora patrocinando un’iniziativa “didattica” in molti paesi del mondo sulle scie di “condensazione”.

All’amo hanno abboccato pure delle scuole italiane che hanno attuato dei percorsi “formativi” per “insegnare” agli allievi a riconoscere i diversi tipi di nuvole e, chissà perché, anche quelle che, con un insulto all’intelligenza ed un oltraggio alla verità, sono definite scie di “condensazione", sebbene dalle foto si evinca chiaramente che sono strisce mortali formanti innaturali intrecci in un cielo un tempo azzurro. Con l’avallo di presidi e “docenti”, s’indottrinano gli scolari sin dalla più tenera età, per abituarli all’anormalità, all’orrore, al male elargito dagli dèi cornuti: tutto ciò merita non solo una ferma condanna, ma suscita una veemente indignazione nei confronti di chi, non importa se in buona fede o no, “si mise in cammino verso il covile della fiera”, ma non per provare di ammansarla, piuttosto per aiutarla a sbranare il maggior numero possibile di inermi prede.

Mi chiedo come sia possibile affidare i bambini ed i ragazzi a gente così irresponsabile ed avventata, oltre che ignorante, gente la cui laurea vale meno di un soldo bucato e che, a questo punto, potrebbe tranquillamente, abbigliata con la livrea, forbire, con un tovagliolo finemente ricamato, la bocca veneranda della regina elisabetta.

Mi chiedo fino a quando si potrà tollerare di ascoltare e di leggere quest’orgia di bugie! Le prime vittime, però, di tutte codeste colossali frottole saranno proprio coloro che le inventano e le divulgano insieme con i loro manutengoli, poiché rimarranno strangolati dalle viscide spire della loro lingua mendace.

L'educazione nazionalsocialista della N.A.S.A.

Guardate cosa si inventano... per indottrinare i bambini.

http://asd-www.larc.nasa.gov/SCOOL/Italian/calendar_2006.pdf

Le famigerate scie chimiche, vengono spacciate per comuni contrails, ma quel che è peggio, lo si insegna ai bambini! Dietro a tutto questo, c'è il patrocinio della N.A.S.A.

Questo
documento in formato Powerpoint... indica come contrails e cirri d'alta quota, quelle che sono, invece, chemtrails e cirri artificiali di bassa quota.

Una domanda nasce spontanea: qual è il motivo che spinge la N.A.S.A. ad investire milioni di dollari, negli States ed in Europa, al solo fine di insegnare(?) ai bambini in tenera età (l'età in cui le menti sono più malleabili), che quelle che vedono in cielo non sono altro che contrails anziché chemtrails? Cosa devono nascondere? E' evidente che il loro intento ultimo è quello di "rieducare" le nuove generazioni in modo tale che, una volta diventate persone adulte, non pestino i piedi all'operazione SCIE CHIMICHE. Il metodo è del tutto simile a quello adottato da Goebbels, il ministro della propaganda nella Germania nazista: gli scolari venivano indottrinati con gli stessi metodi, ovvero tramite l'uso di fumetti ed immagini colorate. La vigliaccheria non ha mai fine.

A questo punto, propongo di tempestarla di e.mail di protesta. L'indirizzo di posta elettronica è posto in calce al diseducativo documento pdf.


L'insegnante(?), alla quale mi sono rivolto chiedendo spiegazioni sul suo servile operato nei confronti della N.A.S.A. mi ha così replicato:

Il calendario messo in rete è stato prima visionato dal direttore del progetto S'COOL (NASA) Lin H. Chambers http://asd-www.larc.nasa.gov/SCOOL/a cui partecipo con la mia classe. Non mi sono inventata niente.
Se desidera leggere qualcosa sui contrails, come vengono definiti dalla stessa NASA http://asd-www.larc.nasa.gov/SCOOL/contrails.html oppure http://asd-www.larc.nasa.gov/GLOBE/ oppure ..............
Nota: per essere proprio precisa ho omesso gli "aerosol".

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M. A. <--- Nome censurato per motivi di privacy docente Scienze matematiche, fisiche, chimiche e naturali

URL: http://fc.intermedia.sa.it/~malfano/

URL Scuola: http://scuole.intermedia.sa.it/giovanni23




**Straker**

26 giugno, 2006

Et in Arca dia ego

Una delle opere più profonde che siano mai state dipinte è Et in Arcadia ego (Les bergers d’Arcadie) di Nicolas Poussin. È un dipinto celebre che è stato studiato ed interpretato sotto il profilo iconografico e stilistico, eppure, come spesso avviene, mi pare che critici d’arte ed insigni studiosi siano incorsi in un malinteso da cui discendono poi opinabili interpretazioni. Così anche uno dei lettori più acuti e sensibili di questi ultimi decenni, Piero Citati, in una sua pur fine disamina dell’opera, non sfugge all’errore dovuto ad un impulso esegetico: il centro compositivo ed ideale del dipinto è l’arca. L’arca evoca la morte, da cui le ispirate considerazioni di Citati: “Credo che i Greci dell’età classica… avrebbero amato quella gravità, quel vasto senso della tragedia e quella serenità, quell’armonia scaturite da non si sa quale sorgente nascosta che permettono di varcare con un balzo leggero, il regno della morte… Su questo monumento Poussin incise una scritta terribile: Et in Arcadia ego; Io, la morte sono anche in Arcadia”.

Non si può certo escludere che il quadro sia un’altissima meditazione sulla morte, eppure si ha l’impressione che il dipinto di Poussin alluda pure a qualche altro mistero. Sembra che tra gli alberi, i pastori e la ieratica donna raffigurata sulla destra echeggi una voce arcana. Questa voce prende forma nell’epigrafe Et in Arcadia ego. Il mito letterario dell’Arcadia è solo una nota della misteriosa sinfonia. Prendiamo in esame la parola Arcadia: vi troveremo l’arca… E’ un adombramento dell’arca dell’Alleanza o del sepolcro di Cristo? Non sono poi due manufatti così dissimili, a ben riflettere. Ancora una volta i corridoi del labirinto ci conducono in Egitto: Cristo fu crocifisso come Osiride ed i cherubini che ornavano la cassa erano sfingi.

Qualcuno ha notato che la breve frase, se anagrammata, diviene Tego arcana Dei, cioè “Custodisco i segreti di Dio”. È vero che con gli anagrammi si può affermare tutto ed il contrario di tutto, ma qual è l’ oggetto più idoneo a suggerire una relazione tra l’uomo ed il divino (?), se non l’arca degli Ebrei un tempo conservata nel penetrale del tempio di Salomone? Se si aggiunge che il profilo dei monti effigiati sullo sfondo delinea, stando ad alcuni ricercatori, il paesaggio di Rennes le Chateau, villaggio dei Pirenei al centro di molti misteri, se si ricorda che Poussin era un esoterista, risulta alla fine convenzionale l’interpretazione di Citati e della maggior parte dei critici.

L’uomo chinato non sta solo leggendo l’epigrafe, sta tentando di decriptarne il significato recondito. Non si obietti, affermando che gli illetterati pastori non sanno leggere: essi sono personaggi simbolici. Dunque lo sguardo interrogativo del pastore sulla destra non esprime solo lo sgomento di fronte all’enigma della morte, ma soprattutto lo stupore al cospetto dell’indecifrabile.



Fonti:

M. Baigent, R. Leigh, H. Lincoln, Il Santo Graal, Milano, 1982
P. Citati, La luce della notte, Milano, 1996


25 giugno, 2006

L'inganno di Medjugorie

Qualche giorno fa, aggirandomi tra gli scaffali di una libreria, ho notato un testo sulle apparizioni mariane di Medjugorie. Il libro è stato scritto da un sacerdote: mi pare il direttore di Radio Maria. Sulla copertina del saggio era visibile, in un’immagine fotografica, il santuario costruito nella cittadina croata in onore della Vergine, un brutto edificio, dalla facciata perfettamente simmetrica. (Nel Medioevo la simmetria e la logica erano considerate prerogative del diavolo). Sullo sfondo, in un cielo di un azzurro opaco, veleggiavano le ormai famigerate nubi chimiche, lunghi e “nervosi” sfilacci, che solo un occhio inesperto può scambiare per cirri.

Non sono rimasto sorpreso, poiché so che il fenomeno delle scie velenose ha assunto purtroppo carattere quasi planetario, ma mi è venuta in mente un’ipotesi di Salvador Freixedo, un ex gesuita, secondo il quale i “miracoli” mariani sono prodotti da alcune entità per assorbire le energie psichiche della migliaia di fedeli che confluiscono nei luoghi delle apparizioni. La congettura non mi pare peregrina: infatti è noto che il cervello umano produce onde elettromagnetiche registrabili con un elettroencefalogramma. Freixedo nota che l’attività cerebrale umana genera anche onde di lunghezza e di frequenza molto variabile. Lo studioso osserva: ”Rendersi visibile in una forma o in un’altra è abbastanza facile per queste entità, grazie al fatto che si possono sintonizzare su di noi ed al controllo completo che possono esercitare sui meccanismi cerebrali dei testimoni… Per queste creature o esseri appartenenti ad altri livelli di esistenza, è facile manipolare la materia e causare fenomeni atmosferici… I miracoli avvengono solamente affinché in quel luogo possano accorrere molte persone e le minacce di castighi terribili per l’umanità, l’esigenza di penitenza e di sacrifici, il tono dolente di alcuni testimoni servono solo a creare in quel luogo un clima d’angoscia e di eccitabilità”.

Stando ad alcuni ricercatori come Gregg Braden, le varie emozioni, quali la paura, la collera, il risentimento… determinano dei flussi energetici contraddistinti da una lunghezza d’onda estesa che stimola pochissime “antenne” del DNA umano sicché non riusciamo a collegarci con il cosmo; invece l’amore consuona con una lunghezza d’onda breve e veloce che fa funzionare molte più “antenne” in modo che possiamo accordarci con le dimensioni più elevate dell’essere. Sebbene il discorso possa sembrare inconsistente e fumoso, è in realtà avvalorato dagli studi recenti del biofisico tedesco Fritz Albert Popp. Lo scienziato è giunto alla conclusione che il DNA è davvero un’antenna ricetrasmittente che sia crea attorno a sé un campo elettromagnetico sia riceve impulsi dall’esterno.

A questo punto mi chiedo se le scie chimiche o, meglio, quegli elementi che nell’atmosfera costruiscono o potenziano dei “ponti” elettrodinamici, per lo più a bassa o bassissima frequenza, non contribuiscano, a Medjugorie più che altrove, ad indurre stati alterati di coscienza nei veggenti così che essi credono di percepire la Vergine e di sentirne la voce. Ad ogni modo, concordo con chi considera le apparizioni del piccolo centro dell’ex Jugoslavia una contraffazione, ma dissento da quei cattolici fondamentalisti che, invece, guardano ai prodigi di Fatima come a segni divini, in quanto, secondo questi sussiegosi ed ingenui “teologi”, i messaggi della Madonna portoghese sarebbero ortodossi, in linea con i dogmi della Chiesa di Roma. In un caso e nell’altro, assistiamo, a mio parere, ad una scaltra manipolazione orchestrata dai vertici della Chiesa e del governo ombra mondiale nonché forse da misteriose entità.

Lo scenario delineato ricorda un po’ il contattismo: molte (o alcune?) persone, che ricevettero delle comunicazioni da presunti visitatori cosmici, furono raggirate e, inconsapevolmente, agirono per i servizi segreti. A distanza di circa mezzo secolo dai primi contatti con “i fratelli dello spazio”, non si percepisce neppure un vago sentore di un cambiamento evolutivo né l’umanità da sola sembra in grado di destarsi dal letargo in cui è sprofondata. D’altronde, perché dovremmo credere, con superbia antropocentrica, che meriti qualcosa la popolazione di questo “atomo opaco del male”?


Fonti:

G. Braden, Awakening to zero point, 1996
G. Fosar, F. Bludorf, L’intelligenza in Rete nascosta nel DNA, Diegaro di Cesena, 2005
S. Freixedo, Le apparizioni mariane, Milano, 1993
D. Icke, Il segreto più nascosto, Diegaro di Cesena, 2001
R. Pinotti, Dei dallo spazio, Milano, 2004
Zret, Le due Marie, 2006

24 giugno, 2006

Darwin ha ragione!

La teoria darwiniana dell’evoluzione è sempre più contestata, non solo da teologi tradizionalisti di varie confessioni, fautori del creazionismo ed inclini ad interpretare la Bibbia in modo letterale, ma anche da alcuni studiosi della stessa comunità scientifica, che ne hanno messo in luce i numerosi punti deboli: la mancata scoperta dell’anello mancante, il fatto che, quasi sempre, le mutazioni genetiche danno origine a specie più deboli, le contraddittorie acquisizioni della ricerca paleontologica…

Infatti, oggi giorno, la classica visione darwiniana è stata integrata, per non dire de facto smentita, dalla teoria degli equilibri punteggiati, formulata dai biologi statunitensi N. Eldredge e S. J. Gould, per i quali i fossili evidenziano che non esistono prove atte a dimostrare un cambiamento graduale delle popolazioni nel tempo. Si registrano, piuttosto, lunghi periodi durante i quali le forme di vita non si modificano (stasi), separati da brevi lassi temporali in cui avviene la speciazione (punteggiature). Spesso i dati paleontologici rivelano un’evoluzione “per salti”, mentre alcuni organismi risultano essere immutati da milioni di anni: secondo i due scienziati sopra menzionati, l’albero filogenetico dovrebbe essere completamente ridisegnato.

Nonostante le falle del darwinismo, credo che sia stata reperita una prova inoppugnabile della sua validità: non alludo alla comparsa di nuove specie animali e vegetali, fenomeno che nessuno ha finora potuto constatare, a causa probabilmente dell’enorme lasso di tempo che è necessario affinché tale evento accada. Intendo, invece, riferirmi alla sorprendente, portentosa comparsa di nuove “specie” di nuvole, dalle forme spettacolari, insolite. A mio parere, esse discendono tutte dalla specie cirrus cirrus, poiché, malgrado la notevole varietà delle configurazioni, tali nubi denotano una parentela morfogenetica con i cirri. Sono in ogni caso formazioni sfilacciate, serpentiformi, mistilinee, a forma di cuore, di cerchio, zigzaganti… a volte addirittura sembrano lettere dell’alfabeto. Quale fervida creatività dimostra Madre natura che ci dona tutte queste nuove specie di nuvole, ma anche arcobaleni rutilanti e giganteschi!

Che cosa? Sarà uno degli effetti delle scie chimiche? Non sarete anche voi dei visionari, anzi dei “gomblottisti” come dice l’intelligentissimo, a dispetto del cognome, Zucconi? Non crederete anche voi a codeste leggende metropolitane? Non sapete che i politici sono dei filantropi e che mai, per nessuna ragione al mondo, oserebbero concepire le nefandezze immaginate dai cospirazionisti? Avvelenare l’aria, l’acqua, il suolo, diffondendo nell’atmosfera quarzo, bario, alluminio, silicio…. Perché mai? Volete capire che quei reticoli nel cielo solo banali scie di condensazione? Si vede che il traffico aereo è un po’ aumentato in questi ultimi tempi.

State tranquilli: sono tutti fenomeni normali, normalissimi.

Dimenticavo: per il presente articolo mi sono avvalso della preziosa, insostituibile consulenza dell’esperto per antonomasia, la bocca della verità, paolo attivissimo che, per le sue sagaci confutazioni delle ipotesi non ufficiali sul 9 11 e per mille altri contributi di eccelso valore scientifico, è candidato al Nobel per la Tuttologia
. Le mie più sentite congratulazioni.

23 giugno, 2006

Sottotracce

Absit iniuria verbis

Recentemente si è svolta la prima prova, dedicata all’Italiano, dell’esame di stato. Il ministero dell’ignoranza, anche in questo caso, non si è smentito, dimostrando di meritare appieno la sua augusta denominazione, proponendo delle tracce per lo più bolse e farraginose.

Per l’analisi del testo è stata scelta una poesia di Ungaretti, L’isola, tratta dalla raccolta Sentimento del tempo. Non si sa che cosa sia passato per le menti obnubilate dei componenti la commissione ministeriale, poiché la lirica è un oltraggio al buon gusto. Si leggano certe espressioni lambiccate ed involontariamente comiche: “anziane (sic) selve assorte”, “lo stridulo batticuore dell’acqua torrida”, “una ninfa e dormiva abbracciata ad un olmo”, “un vetro levigato da fioca febbre…” Non mi sembra che il componimento costituisca uno dei vertici dell’opera ungarettiana, tutt’altro. L’autore descrive uno scenario irreale, sospeso, mitico, ma l’abuso delle inversioni e l’artificiosità delle immagini creano un quadretto arcadico lezioso, con la ninfa addormentata che si abbraccia all’albero (forse è incollata con lo stucco), il pastore febbricitante che s’aggira tra pecore appisolate. In breve, quasi tutti dormono… Ho capito: la lirica rispecchia la condizione di quegli addormentati del dicastero. Da questo punto di vista è un’ottima scelta!

Il testo di ambito artistico-letterario è una risciacquatura di quello dell’anno scorso che verteva sul viaggio. Quest’anno, infatti, è stata ammannita una traccia sul tema del distacco, inteso come senso di perdita, ma anche come esperienza di crescita personale. Che sfrenata fantasia!

Il tema di ambito socio-economico contiene una tesi assai difficile da sostenere, ossia le città e la periferie sono fattori di promozione dell’identità personale e collettiva. Com‘era naturale aspettarsi i documenti riportati contraddicono l’assunto dell’enunciato e spesso distinguono tra città, intesa come “centro strutturato, sedimentato e riconoscibile” e periferia considerata il non-luogo della disgregazione e del disordine. In questo caso il titolo è uno zibaldone e sceglierlo significa districarsi in un labirinto di distinzioni.

Le note dolenti, però, non sono finite: la proposta su Mazzini e quella sulle organizzazioni internazionali sono quanto di più paludato e retorico, nel senso deteriore della parola, mente umana possa concepire. Mazzini era soltanto un corifeo della sinarchia, un satanista per giunta, che, dietro le sue tediose ed insincere disquisizioni su patria, nazione, democrazia, fratellanza… nascondeva progetti per nulla democratici. Ne sappiamo qualcosa…

L’ONU, la Nato, l’Unione europea sono istituzioni demoniache cui purtroppo l’Italia aderisce. Non penso che gli Irakeni, i Somali, gli Afghani, i Serbi… siano tanto grati a queste organizzazioni che, con il pretesto di portare la pace e la stabilità, torturano, massacrano, devastano. Sono un po’ come Kissinger, non a caso premio Nobel per la pace: non appena partiva da un paese in cui si era adoperato come “paciere”, scoppiavano conflitti e tumulti con carneficine ed immani distruzioni. Sarà una coincidenza?

Insomma, è il trionfo della più ripugnante ipocrisia: mancava a questo punto solo una traccia sui miracoli e le benemerenze di Giovanni Paolo II e del suo successore, Benedetto XVI, che, vendendo armi a destra e a manca, hanno contribuito a diffondere l’armonia tra le nazioni ed a costruire il NUOVO ORDINE MONDIALE.

L’unico testo stimolante, a mio parere, è quello sulle finalità ed i limiti della scienza: presuppone, però, una conoscenza piuttosto approfondita e non libresca circa alcuni attuali orientamenti filosofici e scientifici. Dubito che gli studenti, tranne qualche eccezione, abbiano l’opportunità di leggere qualche pagina di Husserl o di Feyerabend, essendo semmai costretti a sciropparsi le banalità di Popper.

Questo è il quadro complessivo: tra la campagna arcadica e le periferie degradate, tra le scempiaggini di Mazzini e i mazzi truccati dell’ONU. Ora comprendo perché non è più definito esame di maturità ma esame di stato. La nuova dicitura dipende dal fatto che, dopo essere stato obbligato a comporre uno di questi elaborati, l’esaminando si ritrova in stato… comatoso.

22 giugno, 2006

La crisi attuale secondo Kryon

Lee Carroll è una canalizzatrice, ossia una persona che riceve messaggi prevalentemente per via telepatica da presunte creature extraterrestri. In un libro, pubblicato recentemente, I tempi finali, la Carroll riporta gli ammaestramenti di Kryon, una sorta di guru alieno, le cui comunicazioni sono raccolte anche in altri testi. Kryon preannuncia all’umanità l’avvento di un’era di grandi cambiamenti: la tradizionale visione del mondo è destinata ad essere soppiantata da una nuova concezione improntata ad una vera spiritualità, mentre sia il governo occulto sia le chiese, in particolare quella cattolica, si indeboliranno sempre più, prima di crollare. Kryon intende offrire un sostegno agli uomini in una fase difficile ma transitoria, che precede l’ascensione, il passaggio ad una nuova realtà. Per il futuro dunque sono previsti grandi mutamenti: il caos presente è solo una sfida necessaria, un battesimo del fuoco cui deve sottoporsi il genere umano affinché possa accedere ad un livello più alto di coscienza.

Le rivelazioni di Kryon sono di tenore simile a quelle divulgate da alcuni contattisti sin dagli anni ’50 del XX secolo, ma soprattutto si collocano in un filone al confine tra new age ed ufologia paraesoterica, in cui centrale è il tema dell’ascensione, collegata spesso alla fatidica data del 2012. Ascendere significa superare sia la nascita sia la morte per conseguire uno stato d’immortalità; vuol dire smettere di invecchiare ed inoltrarsi in dimensioni di luce.

Sono parole quelle di Kryon in cui vorremmo credere, se la cronaca contemporanea non le smentisse quotidianamente, malgrado qualche segnale di risveglio. Come considerare gli annunci e le profezie di questo mentore cosmico, ammesso che non si tratti di una mistificazione? È forse il caso di sospendere il giudizio e di unirsi ai suoi auspici sulla fine della sinarchia e sulla palingenesi dell’umanità.

Concludo con una riflessione del visitatore sulla natura del cosmo: “La casa è un luogo di energia concentrata che noi chiamiamo Grande sorgente centrale e l’universo che osservate non è finito e non lo sarà mai”.


Fonti:

Kryon, I tempi finali, Diegaro di Cesena, 2000
Id., Un nuovo dono, ibid., 2006

21 giugno, 2006

La supponenza della scienza

Absit iniuria verbis

Esiste in moltissimi di noi una, per molti versi, inspiegabile soggezione nei confronti della scienza: sembra quasi che qualsiasi contributo culturale esiga il crisma della scientificità affinché abbia valore. Pur riconoscendo i meriti speculativi di molti scienziati, non bisogna, però, dimenticare che il sapere abbraccia ambiti molto differenti, in molti dei quali il metodo deduttivo e quello induttivo non trovano giustificazione alcuna, trattandosi di discipline incentrate sull’intuizione, sulla creatività, sulla sensibilità.

Coloro che tessono in modo acritico le lodi della scienza, non hanno mai letto neppure una pagina dell’opera di Husserl, La crisi delle scienze europee, né un brano di Contro il metodo di Feyerabend, per il quale tutte le espressioni culturali hanno la stessa dignità. Il filosofo austriaco, con il coraggio iconoclasta di chi infrange gli idoli, contesta, in ideale polemica con Popper, il mito della razionalità. Feyerabend svelle così le radici cartesiane del metodo, poiché sa che, con Cartesio, il pensiero occidentale ha toccato al tempo stesso l’acme, ma anche il punto più basso della speculazione, a causa soprattutto dell’artificioso dualismo che l’aduggia. Tale dicotomia è, infatti, l’esito dell’applicazione di un procedimento astratto e cerebrale.

Eppure, nonostante le esemplari riflessioni di egregi intellettuali, i pontefici della scienza ufficiale, attorniati dal clero di vescovi, sacerdoti e diaconi, pronunciano ex cathedra i loro dogmi, lanciano anatemi contro chi osa contestarli, si atteggiano, con infinita saccenteria, a depositari della verità, pronunciando e scrivendo ore rotundo frasi in cui la parola “scienza” è sempre scritta con l’iniziale maiuscola. Mi viene in mente il caso di quei piloti con l’augusto capo cinto di lauro che, in un patetico, contumelioso e menzognero “studio” sulle scie chimiche, senza rendersi conto di quanto siano ridicoli, suggellano un capitolo nel modo seguente: “Non siamo noi a dirlo: è la Scienza”. A questo punto ci prosterniamo, umili e pii, al cospetto della loro veneranda divinità. Non sarà il caso di offrirle qualche olocausto? Potremmo, ad esempio, sacrificare sulla sua ara il buon senso e la verità, pur di continuare ad ingannare ed a mentire, sì ma nel nome della Scienza, come spesso si inganna e si mente nel nome di Dio.

Forse l’affermazione di Heidegger “La scienza non pensa” è eccessiva, ma è vero senza dubbio che alcuni ricercatori non pensano: essi non pensano alle ripercussioni delle loro scoperte ed invenzioni, anzi, a volte, addirittura, da quisling della conoscenza, collaborano con i più spregiudicati, avidi, indegni signori della guerra. In fondo, senza voler disconoscere i meriti di insigni studiosi nel campo della matematica, della fisica, della cosmologia, della chimica, della biologia… è anche responsabilità di alcuni di costoro se sul mondo pende la spada di Damocle della distruzione nucleare, se il cielo è diventato simile, come dice Musil, ad un enorme cadavere.

Forse, però, questo inglorioso epilogo è l’inevitabile conseguenza del peccato originale commesso dalla nostra civiltà.

20 giugno, 2006

Guarda il cielo: che cosa stanno facendo?

Scie Chimiche - Che cosa sono - Prima parte



Scie Chimiche - Che cosa sono - Seconda parte




Ben coscienti che la capacità di impatto di un audiovisivo, rispetto a quella di un articolo, è almeno dieci volte superiore, abbiamo scelto già da qualche tempo una stretta alleanza con Arcoiris.tv, e vorremmo arrivare al più presto ad avere una nostra piccola "redazione video", in grado di produrre, editare e distribuire filmati, interviste e documenti di qualunque genere e su qualunque argomento, a livello semi-professionale. (Approfitto per ripetere che tutti i fondi accantonati nel tempo dal sito - donazioni, vendite DVD, introiti Adsense - che andassero in eccesso della pura sopravvivenza dello stesso, saranno immediatamente investiti in quella direzione).

Il primo risultato in questo senso è "Guardate il cielo: che cosa stanno facendo?", di Federico Povoleri (musicband). E' un "primer" sull'argomento scie chimiche tanto semplice quanto indispensabile per chiunque voglia iniziare a ragionare seriamente su un problema che ci tocca tutti direttamente da vicino: quello che respirano i nostri figli.

Massimo Mazzucco di luogocomune.net


Il filmato proposto, di Federico Povoleri vuole essere una introduzione ad un problema di portata mondiale - dalla Germania all'Italia, dalla Spagna agli Stati Uniti, ormai nessun paese occidentale ne è immune - ma ancora poco conosciuto, a causa di un inspiegabile silenzio mediatico che lo ha ricoperto sin dalla sua comparsa, avvenuta sui cieli di una cittadina canadese, una decina di anni fa.

Il filmato presenta, in maniera semplice e diretta, le informazioni e le nozioni indispensabili per poter iniziare a ragionare seriamente su un problema che ci tocca tutti direttamente da vicino: quello che respirano i nostri figli.

Visita il sito:
www.luogocomune.net

Link per scaricare il video su Arcoiris TV:
http://www.arcoiris.tv/modules.php?name=Unique&id=4902

19 giugno, 2006

Se rimane solo Ahriman (seconda parte)

Un libero flusso di riflessioni sul male

Preciso che alcune affermazioni hanno intento provocatorio e non devono essere prese alla lettera.

Furono gli gnostici ad immaginare un dio imperfetto: essi lo definirono “demiurgo” che significa, alla lettera, artigiano. Secondo gli gnostici, un dio minore, identificato con YHWH del Vecchio Testamento, aveva creato la materia, con tutto il corollario di turpitudini e di nefandezze che per loro implicava. Purtroppo la pur suggestiva concezione delle correnti gnostiche non scioglie il nodo, poiché mentre addossa al demiurgo la responsabilità dell’imperfezione del mondo, non spiega per quale motivo il Dio vero avrebbe dovuto lasciare mano libera a codesta divinità inferiore.

Nella gnosi tutto è concepito come l’emanazione da un principio inconoscibile ed abissale, da cui, per gradi successivi, si piomba in questo cosmo sordido: è una concezione, per molti versi discutibile, ma che possiede una sua coerenza. Non solo, essa, in un certo senso, a dispetto di quegli infidi teologi cristiani (?) che calunniarono ed ingiuriarono i pensatori gnostici, anticipa visioni recenti, quale per esempio, quella del filosofo rumeno naturalizzato francese Emile Cioran, le cui pagine sul male e sull’assurdità dell’esistenza, sono tra le più lucide e le più penetranti che mai uomo abbia scritto. Gli esseri viventi gettati (Heidegger docet) nell’abisso dell’inferno possono soltanto constatare l’impossibilità di ogni risposta alla domanda che, nonostante tutto, continua ad echeggiare nell’infinita, inutile vacuità degli spazi. Il caso, la gratuità di tutto ciò che esiste è espressa, anche se in modo meno lacerante, da Stephen Hawking, il cosmologo britannico autore di brillanti studi sui buchi neri. Hawking, contraddicendo Einstein, che vagheggiava un universo retto da leggi eleganti e regolari, afferma: “Dio non solo gioca a dadi con l’universo, ma spesso li lancia dove non riesce più nemmeno a vederli”.

Di fronte a queste riflessioni sul male e sull’accidentalità, come appare misera la dottrina del viscido vescovo d’Ippona, per cui il male è solo mancanza di bene! Vorrei che Agostino, assillato dal pensiero del furto delle pere, se fosse ancora vivo, venisse appeso al ramo più alto del famigerato pero, da chi ha vissuto sulla sua carne e sulla sua anima la sofferenza più inenarrabile: ad esempio, i bambini cotti dalle armi ad energia diretta usate dalle truppe della coalizione in Iraq, oppure le persone costrette a lanciarsi nel vuoto dalle Torri gemelle, in seguito all’attentato orchestrato e perpetrato dalla diabolica sinarchia.

Ad Agostino, impiccato al ramo, tra le convulsioni del soffocamento, bisognerebbe gridare: “Non ti affliggere: il male è solo mancanza di bene”.

18 giugno, 2006

Piloti laureati (prima parte)

Absit iniuria verbis

Gli “esperti” bontemponi del sito dedicato all’MD 80, essendosi accorti evidentemente che i cittadini non sono tutti degli imbecilli patentati, hanno deciso di correre ai ripari per tentare di dimostrare che le scie velenose (alias scie chimiche) non esistono, dedicando un ampio e prolisso “studio” al tema. Dopo una premessa in cui coloro i quali si occupano seriamente del problema sono definiti simpaticamente “loschi” individui e sono accostati a coloro che gestiscono siti turpi (che delicato abbinamento!) si cimentano in un dilettantesco tentativo di confutazione, viziato sin dall’inizio da una petizione di principio, che è la seguente: “Le scie chimiche non esistono, ergo tutte le strisce del cielo sono semplici ed innocue scie di condensazione”.

Da un punto di vista metodologico, l’approccio alla questione è del tutto errato, in quanto l’indagine di questi piloti alcuni dei quali forse laureati (non sempre una preparazione tecnica è sinonimo di rettitudine), parte dal presupposto di conoscere già quello che si vuole raggiungere. Non è perciò una vera, onesta analisi, intesa come ricerca di una verità che può essere anche diversa dalle distorte convinzioni che sono veri e propri pregiudizi. A prescindere da ciò, il testo in esame, non avvalora minimamente la tesi enunciata, anzi. Vediamo perché. Preciso che ho introdotto i miei commenti in corsivo. Ricordo anche che tale testo non è propriamente una confutazione dell’indagine pubblicata sul sito di cui sopra: non è necessario, infatti, controbattere certe affermazioni che non sono argomenti più o meno plausibili, ma o semplici esposizioni di dati oggettivi su cui mi sono soffermato in numerosi articoli, oppure gratuite elucubrazioni basate sul nulla e sulla sgusciante abilità (l’unica abilità che riconosco a codesti azzeccagarbugli dell’aeronautica) di eludere la questione fondamentale. Qual è la questione fondamentale, l’arco di volta della controversia? Il nodo delle quote: infatti questi disinformatori d’accatto glissano neanche tanto elegantemente circa la quasi totale impossibilità che le scie si generino ad altitudini medio-basse. Sono costretti perciò, in quei rari casi in cui sfiorano il tema, ad arrampicarsi sugli specchi senza ventose, affermando che i velivoli ripresi e fotografati e visibili con facilità anche ad occhio nudo, considerata la relativa vicinanza al suolo, in realtà starebbero incrociando più in alto, sebbene misurazioni trigonometriche ed altri mille parametri smentiscano questa loro bugia.

Un’efficace e definitiva dimostrazione di falsità di tutti i sofismi e paralogismi in merito a quote, rotte, frequenza dei voli, aerovie etc., capziosità partorite dalle menti pusille dei legulei con il joystick, si trova al seguente indirizzo: http://www.spazioufo.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=891

Il testo elaborato dall’équipe di Icaro fornisce delle informazioni in merito alla meteorologia, su cui nessuno potrebbe eccepire, essendo tra l’altro quelle già riportate in tutti i siti che spiegano la differenza tra scie di condensazione e scie chimiche.

Così possiamo leggere: “Il vapore acqueo, pur essendo più leggero dell'aria, si trova solo negli strati più bassi dell'atmosfera poiché salendo condensa, per poi ricadere sulla superficie del pianeta sotto forma di acqua allo stato liquido o solido”.

Questo è un accenno al ciclo dell’acqua che studia già un allievo di scuola secondaria di primo grado. La spiegazione del ciclo e dei principali fenomeni atmosferici è nelle righe seguenti.

Lo strato più basso, a contatto con la superficie terrestre, si chiama troposfera, e si estende per un'altezza variabile da circa 8.000 metri sulla verticale dei poli, fino a 20.000 metri sulla verticale dell'equatore. Caratteristica della troposfera è la diminuzione di temperatura che accade in modo più o meno uniforme dalla superficie terrestre fino alle quote sopra citate. La troposfera è una massa d'aria di forma ovale che circonda la Terra, contenuta da una sottile superficie chiamata tropopausa, lungo la quale la temperatura dell'aria cessa di diminuire dopo aver raggiunto il valore medio di -56,5°C e si mantiene pressoché costante per buona parte dello strato superiore chiamato stratosfera.

Le nubi e le nebbie sono masse di piccolissime goccioline d'acqua (o di aghetti di ghiaccio se la temperatura è sotto lo zero termico), che si formano per condensazione o per sublimazione del vapore acqueo presente nell'aria. La condensazione dà alternativamente luogo a nebbie o a nubi, secondo che il fenomeno si manifesta al livello del suolo oppure ad una certa quota sopra di esso. Ogni gocciolina si forma intorno ad un nucleo solido, detto nucleo di condensazione, che può essere un granello di polvere, di carbone proveniente da una combustione o un piccolo cristallo di sale sulla superficie del mare, ma che deve comunque essere presente, altrimenti la condensazione non può aver luogo.

Se una massa d'aria povera di nuclei diventa satura senza che in essa possa aver luogo la condensazione, si dice che è sovrasatura. Al contrario, se i nuclei di condensazione sono molto numerosi, il valore minimo dell'umidità relativa necessaria perché abbia luogo la condensazione può scendere anche al 75%. Le goccioline e i cristalli che formano le nubi hanno dimensioni piccolissime, dell'ordine del centesimo, o al più del decimo di millimetro e perciò riescono a "galleggiare" nell'aria, ad essere respinti verso l'alto dalle correnti ascendenti oppure a rievaporare o a sublimare scendendo a temperature maggiori. Essi cadono al suolo sotto forma di precipitazioni, quando, per aggregazione, raggiungono dimensioni e peso che non permettono più il loro sostentamento.

Le nuvole vengono sostenute nell'atmosfera dai movimenti verticali dell'aria, si trasformano continuamente e si presentano in una lunga serie di forme e dimensioni.
Le quattro principali sono i cirri, i cumuli, gli strati e i nembi. (…)

Fin qui niente di nuovo sotto il sole, il pallido sole oscurato dalle nubi chimiche, aggiungerei. Lo studio quindi si inoltra nella dissertazione sulle scie, che sono illustrate nel modo seguente.

Si tratta di nuvole a forma di linee che sono prodotte dalle emissioni vaporose emesse dai motori degli aerei, sia a pistoni sia a reazione, che operano ad alta quota o comunque ad una quota nel quale la temperatura e la conformazione dell'aria, dell'umidità e della temperatura, ne favorisce lo sviluppo spontaneo.
I primi seri studi sulle scie di condensazione avvennero nel 1920 e si intensificarono negli anni a seguire durante la seconda guerra mondiale. Dal punto di vista strategico, infatti, le contrails (nome tecnico che identifica le scie di condensazione) erano un'aspetto (Dio mio, hanno scritto proprio così, un aspetto con l’apostrofo! Costoro forse possono esibire lauree in meteorologia, climatologia e chimica, ma con la lingua italiana hanno qualche lieve problema) altamente negativo che vanificava totalmente l'effetto sorpresa derivante dalla guerra aerea.

Che iattura per i signori della guerra!

I bombardieri ad alta quota venivano avvistati con grande anticipo proprio a causa delle scie di vapore prodotte dai loro motori. Questo problema, fonte di numerosissimi studi, non è mai stato risolto,(quale atroce disgrazia! Nonostante tante ricerche e tante intelligenze non sono ancora riusciti a risolvere questo problema che già affliggeva i fratelli Wright e – si dice – anche Dedalo) dal momento che esso scaturisce da un'evento (di nuovo con l’apostrofo! Errare humanum est, perseverare diabolicum) fisico naturale dei gas caldi e della combustione cui non è possibile far fronte in alcun modo. Le scie sono composte prevalentemente da acqua sotto forma di minuscoli cristalli di ghiaccio. Il motore (parliamo di quello a reazione, il più usato) emette durante il suo funzionamento un grande quantità di vapore acqueo nell’aria circostante. Questo vapore d’acqua è prodotto durante la combustione del carburante. Vengono anche emesse dal motore particelle minuscole (aerosol), che formano una superficie sulla quale possono formarsi le piccole gocce d'acqua. Si tratta comunque di una dose minima. Le contrails si formano quando queste gocce d'acqua gelano all'istante (per gelare all’istante la temperatura dovrà essere molto bassa, qual è quella delle quote alte!) formando una lunga scia formata da aghi di ghiaccio. Un altro fattore che influisce sulla formazione delle scie è l'umidità atmosferica. Se c'è poca umidità, le scie evaporano rapidamente; queste si chiamano scie di corta durata. Se c'è molta umidità, la scia continuerà a crescere: queste si chiamano scie persistenti. Queste ultime possono resistere per parecchie ore (affermazione un po’ azzardata e comunque strumentale) e possono crescere notevolmente in larghezza ed altezza. Possono anche espandersi notevolmente per effetto dei venti alla quota di volo e, quando succede, queste scie divengono in seguito impossibili da distinguere da un cirro naturale. (Invece le nubi chimiche che si allargano assomigliano sovente a strati, non a cirri).

Questo passaggio è la spudorata scopiazzatura di osservazioni che si possono leggere sul sito della NASA, laddove viene chiarito che alcune scie sono più brevi, altre più lunghe, certe effimere, altre un po’ più persistenti. Ma che sagace delucidazione!

Le contrails, anche nella loro massima espansione e/o diffusione, sono comunque nuvole esigue che non hanno la capacità di trasformarsi (meglio dire "sostituirsi") a una vera e propria formazione nuvolosa.

Qui e non solo qui cascano gli asini! Infatti le scie chimiche spesso diventano lentamente, ma in modo inesorabile, ammassi nuvolosi come testimoniato da un’infinità di fotografie, filmati e testimonianze: le strisce rilasciate dalle aviocisterne e da altri velivoli, si ampliano minuto dopo minuto e, unendosi alle altre decine di scie, creano prima delle nuvole, ma anche danno origine ad una coltre biancastra e lattiginosa che si può “ammirare” in quasi tutte le riprese dei vari servizi giornalistici. Che cosa accomuna il servizio sui fratellini scomparsi in Puglia, quello sulla sagra di paese, sulle vacanze degli Italiani, sull’incidente automobilistico…? L’inquadratura del cielo, immancabilmente solcato da qualche scia velenosa o coperto da una patina lattea. Fateci caso.

In sostanza, anche se fosse possibile saturare il cielo con migliaia di contrails non si innescherebbero mai fenomeni meteorologici tipici dei fronti nuvolosi reali, quali perturbazioni, pioggia, neve, temporali, grandine, fulmini, raffiche di vento.

Qual è il tallone d’Achille di tutto il discorso dei nostri burloni? Essi ammettono - sono costretti ad ammetterlo, a meno che non intendano negare le leggi fisiche, cosa teoricamente possibile, ma per intelletti assai più acuti – che le scie di condensazione si formano a quote alte, come da almeno dieci anni è puntualizzato dagli studiosi seri che distinguono tra scie normali e strisce tossiche, non da qualche Francesco Baracca in vena di amenità.

È necessario pertanto fare chiarezza: che cos’è una scia? È ”una zona di fluido (liquido o gassoso) situata immediatamente dietro un solido in movimento relativo rispetto al fluido stesso, caratterizzata dal fatto che in essa il moto è prevalentemente formato da vortici. Tipici esempi di scie sono i solchi spumeggianti che un natante veloce lascia nell’acqua dietro di sé (acqua ferma e solido in moto)…, le scie di condensa che segnalano il passaggio di un jet (aria ferma e solido in movimento). Queste ultime sono provocate dalla condensazione del vapore acqueo prodotto dalla combustione del carburante causata dalle condizioni di umidità, pressione e temperatura che si riscontrano ad alte quote di volo. La composizione ed il comportamento delle scie dipendono principalmente dalla forma del solido, dalla viscosità e dalla densità del fluido, dalla velocità relativa e dall’angolo secondo il quale essi si incontrano. Nel caso degli aeromobili, per esempio, la scia è animata da moti vorticosi che diventano più marcati in corrispondenza delle variazioni della sagoma dell’aeromobile (per esempio, nell’intersezione tra ala e fusoliera)”. (1)

L’inequivocabile, esplicito riferimento alle alte quote di volo è la granitica prova che le strisce generate ad altitudini medio-basse non solo non sono scie di condensazione, ma che nemmeno di regola dovrebbero formarsi, a meno che non si tratti di qualcos’altro, ossia di scie chimiche alias velenose. Ergo le scie chimiche esistono e non sono dovute alla condensazione del vapore acqueo.


L'unico "pericolo" rappresentato dalle contrails è riassumibile in due voci: la lieve schermatura della luce solare a svantaggio del calore respinto; la difficoltà nella navigazione aerea a vista (…).

Insomma solo e soltanto ovvie considerazioni sulle scie di condensazione che anche un bambino di tre anni sa riconoscere, mentre una persona di modesta cultura sa che sono composte per lo più da vapore acqueo.


La piccola percentuale di fumo di scarico presente in esse non si vede minimamente. Tutto ciò che il nostro occhio vede, è solo una nuvola di vapore bianco. In una parola, acqua!
Acqua cristallizzata che dà luogo ad una nuvola a forma di striscia e che, a secondo del punto in cui si forma, potrà apparire, a tratti, frastagliata, a pallini, filamentosa, spumeggiante, a cometa etc, esattamente come fa qualunque nuvola composta di vapore condensato. Non si commetta pertanto l'errore di osservare un aereo ad alta quota (qui di nuovo danno ragione a chi sostiene che le scie di condensazione si formano a notevoli altitudini, mentre quelle velenose vengono per lo più create a quote medio-basse) e credere che quella scia sia fumo. Il fumo o gas di scarico dei motori a reazione, si può osservare solo recandosi in un aeroporto ed assistere ai decolli e agli atterraggi degli aerei di linea. Noterete che tale fumo (di colore marrone-nero) è molto diradato, tanto che su alcuni aerei propulsi con moderni turbofan ad alto rapporto di diluizione, neppure lo si vede. Quello è il gas di scarico del motore. Le contrails no. E' vapore condensato, solo vapore. Mi pare che tale concetto sia già stato espresso: è vero che repetita iuvant, ma non siamo tonti come qualcun altro…La prima parte del lungo e un po’ noioso articolo, scritto forse consultano qualche Bignami, si conclude con un accorato invito ai lettori affinché ascoltino le veraci parole della Scienza (con la esse rigorosamente maiuscola). In sintesi ci insegnano che si tratta solo di innocuo vapore.

Siamo arrivati alla conclusione di questo paragrafo. (Deo gratias) Tutti questi “fenomeni vaporosi” (che stucchevole espressione!) hanno un comune denominatore. L’acqua! E’ l’acqua o, meglio, l’umidità a renderli visibili. Non c’è proprio nulla di chimico. (Comunque mi consta che anche l’acqua è un composto chimico! Non è per caso che costoro si sono laureati come quel famoso calciatore…).
Le contrails sono vapore acqueo condensato prodotto dai motori. I vortici, gli aloni alari, i coni sonici, sono anch’essi provocati dall’umidità condensata, ma contrariamente alle contrails, si formano a causa di pressioni ed eventi fluidodinamici. Si tratta di fenomeni naturali, tutti di colore bianco come le nuvole, a testimonianza della loro innocua provenienza acqueo-vaporosa. E credeteci: (certo che vi crediamo, finché disquisite di scie di condensa che si formano ad alte quote; è quando fingete di non vedere e di non conoscere le scie venefiche di bassa quota che cominciamo a non fidarci più tanto, poiché allora assumete l’atteggiamento di quei monelli che hanno rubato la marmellata e che, con le dita sporche di confettura, strillano che non ne sanno nulla) Non siamo noi a dirlo. È la Scienza!

Bella questa personificazione! Come disinformatori valgono meno di una noce vuota, ma hanno talento letterario da vendere.

Un’ultima considerazione: i nostri amici sono forse così ferrati nel fenomeno dell’evaporazione, perché è evaporato loro qualcosa…?


Fonti:

Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, voce “scia”, a cura di Raffaella Daghini e di Matteo Merzagora
Zret, A proposito della struttura termica dell’atmosfera, 2006

9/11 In Plane Site - The Director's Cut

9/11 In Plane Site - The Director's Cut
William Lewis
1 hr 9 min 58 sec

Un’eccezionale inchiesta che rimette in discussione tutto quello che si sapeva, o si pensava di sapere, sui tragici eventi dell’11 settembre 2001. Questo coraggioso documentario presenta prove, non teorie: utilizzando materiale audiovisivo inedito o mandato in onda soltanto una volta, demolisce impietosamente la versione ufficiale dell’11 settembre 2001 e suscita seri interrogativi sulla corretta gestione delle informazioni da parte dei mass-media, nonché sugli attuali sviluppi geopolitici a livello globale.


17 giugno, 2006

Che cosa sono veramente le scie di condensazione

Alcuni mefistofelici disinformatori, con articoli approssimativi e dilettanteschi gabellati per scientifici (vai a vedere dove è finita la scienza…), ci vorrebbero convincere che le scie venefiche sono normali scie di condensazione. Anzi questi "piloti laureati" asseriscono che esistono solo le scie di condensazione: evidentemente per costoro tutte le scie sono contrails. E' l'hegeliana "notte in cui tutte le vacche sono nere".

Facciamo chiarezza: che cos’è una scia? È "una zona di fluido (liquido o gassoso) situata immediatamente dietro un solido in movimento relativo rispetto al fluido stesso, caratterizzata dal fatto che in essa il moto è prevalentemente formato da vortici. Tipici esempi di scie sono i solchi spumeggianti che un natante veloce lascia nell’acqua dietro di sé (acqua ferma e solido in moto)…, le scie di condensa che segnalano il passaggio di un jet (aria ferma e solido in movimento). Queste ultime sono provocate dalla condensazione del vapore acqueo prodotto dalla combustione del carburante causata dalle condizioni di umidità, pressione e temperatura che si riscontrano ad alte quote di volo. La composizione ed il comportamento delle scie dipendono principalmente dalla forma del solido, dalla viscosità e dalla densità del fluido, dalla velocità relativa e dall’angolo secondo il quale essi si incontrano. Nel caso degli aeromobili, per esempio, la scia è animata da moti vorticosi che diventano più marcati in corrispondenza delle variazioni della sagoma dell’aeromobile (per esempio, nell’intersezione tra ala e fusoliera)". (1)

L’inequivocabile, esplicito riferimento alle alte quote di volo è la granitica prova che le strisce generate ad altitudini medio-basse non solo non sono scie di condensazione, ma che nemmeno di regola dovrebbero formarsi, a meno che non si tratti di qualcos’altro, ossia di scie chimiche alias velenose. Ergo le scie chimiche esistono e non sono dovute alla condensazione del vapore acqueo. Quod erat demonstrandum.


(1) Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, voce “scia”, a cura di Raffaella Daghini e di Matteo Merzagora

16 giugno, 2006

Se rimane solo Ahriman (prima parte)

L'autentica filosofia dell'Occidente, nella sua essenza e nel suo più rigoroso e potente sviluppo, è la filosofia di Leopardi. (E. Severino)

Un libero flusso di considerazioni sul male

Una delle ultime opere di Giacomo Leopardi è l’Inno ad Ahriman, un componimento che fu solo abbozzato. Ahriman è, nella teologia di Zarathustra, il profeta battriano (o persiano) vissuto forse nel VI secolo a. C, il dio del male e delle tenebre, contrapposto ad Ahura Mazda, la divinità del bene e della luce. Nel poeta e filosofo recanatese, Ahriman assurge a simbolo definitivo di una forza cosmica e metafisica cieca e distruttrice. Il lucido sguardo di Leopardi sulla natura inesplicabile del male culmina in una celebrazione sarcastica ed amara dell’unica vera realtà. L’autore sa elevarsi di sopra la consueta, a volte consunta, percezione del male come conseguenza di scelte libere e responsabili dell’uomo, poiché egli enuclea l’essenza, trascurando le proteiformi manifestazioni del male.

Senza dubbio, come afferma William Golding, autore del celebre romanzo Il signore delle mosche, “l’uomo produce il male, come le api producono il miele”, ma l’opera di Golding, amara, sofferta e disincantata, è ancora per lo più una constatazione della malvagità umana, non un’indagine della sua genesi, del suo oscuro fondamento. Di fronte ad un problema così arduo, le risposte semplici mi sembrano insufficienti: Dio ha creato gli uomini dotandoli di libero arbitrio. A loro spetta scegliere: la diffusione della perversità è il risultato di una libera decisione. È una risposta consequenziale, ma che rischia di restare nel cerchio magico delle petizioni di principio tipiche dei tautoteologi, dacché introduce il concetto di libero arbitrio, senza né aver spiegato in che cosa consista né aver dimostrato la sua esistenza. Correttamente, anche se in conformità a premesse assurde, Agostino postula (è costretto a postulare) una sorta di tara genetica che si trasmette di generazione in generazione, risalente al peccato originale cosicché l’uomo, pur dotato di libero arbitrio, è incline al peccato. Quella del vescovo d’Ippona è una risoluzione, in una certa misura, accettabile che, però, sposta il baricentro del problema, destinato a rimanere irrisolto.

Tommaso d’Aquino, nell’ambito di una teologia che ha ormai acquisito e precisato la nozione di anima immortale, non può più nemmeno ricorrere al gioco di prestigio di Agostino: infatti, se l’anima è creata da Dio ed insufflata nel corpo ad alcuni mesi di distanza dal concepimento, come può in essa albergare un’inclinazione al male? Bisognerebbe supporre che Dio accolga in sé, almeno in una certa misura, l’oscurità insieme con la luce. Per il doctor angelicus, tale idea è blasfema ed inconcepibile, pertanto all’obiezione mossa non ribatte, poiché non può in nessun modo ribattere. Tale eventualità è, invece, presa in considerazione da Schelling che, in maniera consequenziale, elabora una concezione in cui l’Assoluto contiene in sé anche un quid negativo. Questa dottrina del filosofo tedesco può sembrare una bestemmia, qualora la si stimi con un metro manicheo, separando nettamente il bene dal male, principi che, sul piano storico ed umano e forse, anche sotto il profilo metafisico, non sono realtà assolute, checché ne dicano certi mistificatori. Costoro hanno pure inventato l’ingannevole, calunniosa espressione “asse del male”, come se solo gli “altri” (Arabi, islamici, Coreani del nord e qualcun altro…) fossero irremissibilmente cattivi e noi del tutto e sempre buoni.

Ancora una volta, si devia l’attenzione sulle atrocità umane – una sorta di ossimoro -, per dimenticare la sostanza del male che non è, a mio parere, soltanto un epifenomeno storico, economico, sociale e psicologico, ma il cuore nero dell’universo in quanto esistente. In fondo, come sostiene Schopenauer, che era ateo, (ma ateo è chi intende scagionare Dio più di chi non crede nella sua esistenza), per quanto si tenti e si ritenti, con le argomentazioni più sottili di addossare ogni colpa all’uomo, il male ridonda alla fine su chi, se volesse o avesse voluto, avrebbe potuto evitarlo, essendo sia onnisciente sia onnipotente.

Se Dio, però, non fosse onnisciente ed onnipotente? Se non lo si dovesse immaginare come ce lo siamo quasi sempre figurati? La prossima volta, indugerò su queste speculazioni.

15 giugno, 2006

A proposito della struttura termica dell'atmosfera

L’atmosfera, l’involucro di gas che circonda il nostro (?) pianeta, può essere considerata come costituita da strati contigui di spessore e densità diversi. Lo spessore dei vari strati varia secondo la latitudine. Partendo dal suolo, lo strato medio dell’atmosfera può essere rappresentato da una fascia di diminuzione costante della temperatura (ca. 6,5 gradi centigradi ogni kilometro) che si estende fino ad un’altitudine di 10-15 kilometri. Tale zona è la troposfera dove è concentrata l’umidità e dove avviene la maggior parte dei fenomeni meteorologici.

I velivoli incrociano nella troposfera che, dal suolo, arriva sino ai 10-15 kilometri di quota, alle medie latitudini, mentre nella fascia successiva, la stratosfera, si trovano, ad esempio, i palloni sonda. È evidente altresì che, a causa della riduzione di temperatura via via che si sale, quasi sempre le scie di condensazione degli aeroplani si formano alle quote più elevate: infatti la condensazione e la liquefazione sono collegate all’abbassamento dei valori termici. È per questo motivo che le strisce che si generano ad altitudini inferiori, tra i 2 ed i 5 kilometri, sono da reputare per lo meno anomale: se degli aviogetti rilasciano scie per giunta persistenti a tali quote, significa che non sono scie di condensazione, ma formazioni di altra natura. Se non si intende definirle “scie chimiche”, visto che anche l’acqua è un composto chimico, è possibile denominarle in modo molto opportuno scie velenose.

È la stessa NASA a dichiarare implicitamente l’esistenza delle scie chimiche, nel momento in cui precisa, apertis verbis, la quota in cui si formano le contrails. Si legga, infatti, la spiegazione del fenomeno tratta dal sito dell’ente spaziale statunitense: “Che cosa sono esattamente le scie di condensazione? Si tratta di nuvole a forma di linee che sono prodotte dalle emissioni dei motori a reazione degli aerei. Questo processo di condensazione avviene a quote di 8-12 Km sopra la superficie della Terra. Le scie sono composte prevalentemente da acqua sotto forma di ghiaccio. Il motore a reazione dell'aereo emette vapore acqueo nell’aria circostante. Questo vapore acqueo è prodotto durante la combustione del carburante. Vengono anche emesse particelle minuscole (aerosol), che creano una superficie sulla quale possono condensarsi le piccole gocce d'acqua. Le scie si allungano quando queste gocce d'acqua gelano formando aghi di ghiaccio”. Queste sottili ed effimere linee bianche sono del tutto simili ai cirri, costituiti da cristalli sottilissimi di ghiaccio. I cirri, infatti, sono nuvole d’alta quota. A proposito di queste nuvole, è necessario un breve excursus: visto che i cirri precedono una zona ciclonica, foriera spesso di tempo variabile e piovoso, per quale motivo le precipitazioni nelle aree irrorate dalle diaboliche aviocisterne sono diminuite in modo rilevante? È inoppugnabile: sembrano cirri ma, in realtà, sono nubi artificiali.

Non stanno forse ripetendo i ricercatori e gli scienziati – quelli seri, non quelli asserviti ai benefattori dell’umanità – che le scie si generano ad altitudini notevoli, tra gli 8.000 ed 12.000 metri, assai raramente a quote inferiori, se non nel caso di un abbassamento della temperatura connesso a moti convettivi? Allora come si spiega il numero spaventoso, abnorme di “cirri” molto al di sotto la normale regione di formazione? Le leggi della fisica sono state violate? Se è così, gli scemenziati della NASA mi sembrano i candidati più idonei per il Premio Ignobel.


Fonti:

Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, sotto le voci atmosfera, convezione, ciclone, troposfera
Scienze naturali, a cura di M.Tozzi, Milano, 2005, s.v. meteorologia

14 giugno, 2006

Telefonia ignobile

Absit iniuria verbis

Da alcuni anni siamo subissati dalle pubblicità delle compagnie telefoniche che, in una concorrenza sfrenata e parossistica, tentano in ogni modo di vendere cellulari, videotelefoni, di far stipulare contratti sempre più allettanti e vantaggiosi (?). Puoi chiamare di giorno, di notte, in ogni parte del globo terracqueo. Puoi contattare interlocutori che vivono in America, in Australia, sulla Luna, su Plutone, su Alpha Centauri… Per l’estate, poi, sono previste offerte promozionali ancora più intriganti in modo da ciarlare 24 ore su 24, per pochi centesimi di euro.

Questa invasione della telefonia mobile, oltre ad essere nociva per la salute fisica, in quanto collegata all’installazione di antenne ad hoc, (1) consuona con l’imbarbarimento della società attuale, in cui la “comunicazione” è diventata una frastornante babele di frasi insulse e smozzicate, di isterici gridolini e di borborigmi. Comunicare che cosa? L’incommensurabile vuoto che ha divorato l’anima (se mai hanno avuto un’anima) delle persone impedisce loro di trasmettere qualsiasi messaggio che non sia un brusio indistinto.

I cellulari di nuova generazione consentono pure di seguire le partite di quella manifestazione carnascialesca denominata pomposamente “Mondiali di calcio Germania 2006”: che senso ha appassionarsi a quelle noiosissime partite di cui si sa già il risultato, mentre ventidue bellimbusti sgambettano per rincorrere la solita palla?

Non sarebbe meglio non ascoltare quelle sguaiate sirene che c’incitano a sbarazzarci di un cellulare obsoleto per coronare il sogno della nostra vita, entrando in possesso di un modello tanto avveniristico quanto inutile, giacché non si ha più niente da dire e poiché la televisione, che vomita i suoi vomitevoli spettacoli, è il primo medium che bisognerebbe ignorare? Forse a questa crisi di rigetto nei confronti di una tecnologia invadente e perniciosa allude l’alieno rigorosamente verde scosso da un irrefrenabile conato in quella reclame non a caso di una società telefonica: è una reazione del sistema immunitario?

Fino a quando tollereremo le insipide scenette di quel bamboccio di Christian De Sica o le fanfaronate vernacolari di Amendola e prole o le penose atellane di quei tre schiamazzanti guitti da baraccone? Fino a quando ci ridurremo ad acquistare “pacchetti” pacco da questo drappello di piazzisti alle dipendenze del sommo orefice, il carnefice per eccellenza della comunicazione?

Mi auguro che una furia neoluddista porti alla distruzione di cellulari supertecnologici così come un ultimo sussulto di dignità decreti la damnatio memoriae senza appello di questa telefonia ignobile.

(1) Vedi Zret, Radiazioni non ionizzanti: effetti sulla salute

Tankers formation: chemtrails on/off (the smooking gun)


Tankers formation Due aviocisterne in formazione. La prima rilascia la solita scia chimica, mentre la seconda non rilascia nessuna scia. Ciò è in contrasto evidente con la teoria addotta dagli "scettici", ovvero che quelle che noi chiamiamo SCIE CHIMICHE (chemtrails), non sono altro che scie di condesazione (contrails).

Chemtrail tanker off...I soliti esperti di aereonautica, come possono spiegare questa apparente incongruenza? Non è forse più semplice ammettere l'evidenza dei fatti?

Il filmato

Chemtrail tanker on...Onde evitare le solite speculazioni, metto a confronto il medesimo velivolo, alla medesima quota, nella stessa posizione rispetto all'osservatore ed a 12X di zoom per entrambi. Il problema è che... uno spruzza sostanze chimiche... e l'altro no.

Al fine di quietare le solite illazioni (erano a quote differenti... non hai calcolato l'altezza ecc.), propongo
un altro filmato che mette a confronto lo stesso velivolo, ripreso in giorni diversi, ma in condizioni identiche di ripresa (umidità e temperatura dell'aria, zoom 12x e medesima posizione rispetto all'osservatore).

Discutine sul forum

13 giugno, 2006

Radiazioni non ionizzanti: effetti sulla salute

Al fenomeno delle scie chimiche ed al sistema HAARP sono connesse emissioni di onde elettromagnetiche. Le onde elettromagnetiche sono radiazioni che non sono in grado di ionizzare la materia, ossia di sottrarre elettroni agli atomi, a differenza dei raggi X, dei raggi gamma, della radiazione naturale e di quella artificiale.

In generale gli organismi viventi possiedono un’alta sensibilità all’effetto di radiazioni di differente natura. Il riscaldamento è il primo effetto dell’esposizione a tali emissioni e può causare eritemi, infiammazioni e danni alla retina. Gli organismi, se colpiti da dosi notevoli e protratte nel tempo, ne risentono, accusando disturbi che coinvolgono i sistemi emopoietico, immunitario e nervoso con esito purtroppo spesso fatale. A livello cellulare, le radiazioni ionizzanti possono inibire la meiosi cellulare, uccidendo le cellule stesse, o indurre mutazioni genetiche che, a loro volta, cagionano un aumento dell’insorgenza di tumori. Le radiazioni non ionizzanti, invece, secondo alcuni ricercatori, non hanno un’energia bastevole a provocare la rottura dei legami chimici e mutazioni del DNA.

Mario Tozzi, geologo del CNR, non esclude, però, una correlazione tra la diffusione di radiazioni non ionizzanti( microonde dai 3 ai 30 GHz, usate per lo più nei sistemi radar; onde hertziane impiegate per la radiodiffusione…)e danni alle membrane cellulari. Attualmente, osserva Tozzi, piuttosto che ad una diretta azione cancerogena, si pensa ad una copromozione. Tuttavia è stato riscontrato un incremento di patologie tumorali, soprattutto infantili, in quelle fasce della popolazione maggiormente esposte alle radiazioni non ionizzanti. Si pensi ai casi di neoplasie diagnosticate, in una percentuale superiore alla media nazionale, tra gli abitanti del quartiere romano in cui svettano le ciclopiche, mostruose antenne di Radio Vaticana. Tozzi esorta a prendere tutte le precauzioni per ridurre il più possibile l’esposizione all’elettrosmog, visto che la sua innocuità non è per nulla accertata, mentre sono sempre più numerose le fonti che si possono reputare inquinanti (antenne della radiotelefonia mobile, alcuni elettrodomestici, forni a microonde…).

È evidente che l’abnorme irraggiamento elettromagnetico collegato all’apparato HAARP deve essere considerato un fattore assai dannoso per la salute di piante, animali ed uomini, a causa dell’influsso negativo sugli equilibri biochimici e psicologici, in ordine soprattutto all’uso di microonde suscettibili di condizionare i cicli circadiani, il sonno REM e l’umore.

I malefici, feroci, cinici, spregevoli potenti laici ed ecclesiastici, che hanno soggiogato ed istupidito i popoli, adoperano armi invisibili ma pericolosissime per mantenere ed accrescere il loro infame predominio.

È ora che qualcuno si svegli dal letargo.


Fonti:

Enciclopedia delle scienze, Milano, 2005, s.v. ionizzazione, onde elettromagnetiche, radiazione.
HAARP Tesla research project, documentario all’interno di http://sciechimiche-zret.blogspot.com/
C. Malanga, Onde letali, 2004
A. Marcianò, Il simbolo del caduceo, 2005
Scienze naturali, a cura di M. Tozzi, Milano, 2005, s.v. radiazioni non ionizzanti
Zret, Effetti dello spargimento di cristalli di quarzo, 2006
Id., Effetti dello spargimento dei sali di bario, 2006

12 giugno, 2006

La precessione nel Vangelo di Giuda (seconda parte)

Il 12, indicante sia gli apostoli di Gesù sia i sacerdoti del tempio di Gerusalemme, sotto il profilo astronomico, evoca le costellazioni dello Zodiaco.

Il 72 adombra gli anni che il Sole impiega per percorrere un grado nel suo moto precessionale: non è un caso se lo si rintraccia anche nel Vangelo di Luca, dove si racconta: “Dopo questo, il Signore designò altri 72 discepoli e li inviò a due a due innanzi a sé, in ogni città o luogo dove egli stesso voleva andare”.

Il 360 corrisponde, come afferma il testo, ai giorni dell’anno, ma si tratta dell’anno lunare seguito dagli Ebrei con l’eccezione degli Esseni che adottarono un calendario lunisolare. Anche la ripartizione del corso del tempo presso gli Egizi si basava sulle osservazioni lunari. La cifra in oggetto, secondo alcuni studiosi, affonda le radici nella reminiscenza di un’età remota della Terra, quando il pianeta non era inclinato di 23 gradi e 27 primi cosicché l’anno durava esattamente 360 giorni.
Non si dimentichi poi che tale numero corrisponde ai 360 gradi, percorsi dal Sole in 25.920 anni. Lo spostamento di 360 gradi traccia una circonferenza zodiacale. È il cosiddetto anno precessionale o platonico.

All’interno di un quadro astronomico, il 5 potrebbe indicare i cinque pianeti: Mercurio, Venere, Marte, Giove, Saturno. Tale configurazione planetaria cui sono preposti degli angeli ricorda quella dei Mandei, gli adepti di un’antica setta gnostica tuttora esistente, definiti anche “cristiani di San Giovanni”. Per i Mandei, che sono avversari del Giudaismo, del Cristianesimo e dell’Islam, il demone Ur o Ruha, lo spirito malvagio, ha prodotto i pianeti: Gesù è identificato con Mercurio. Il passo non è chiaro poiché, da un lato si accenna, a mio parere, al mondo fisico considerato sordido (oltretomba) anche in quanto retto da angeli generati dagli Arconti, potenze cosmiche inferiori, dall’altro uno dei cinque reggitori è Seth-Cristo, figura reputata positiva dai Cainiti che apprezzavano e riabilitavano tutti i protagonisti dell’Antico Testamento ostili a YHWH, identificato con il demiurgo creatore della materia impura.

Non si può escludere che il Vangelo di Giuda sia un testo eterogeneo in cui confluirono conoscenze mediorientali di tipo astronomico codificate attraverso la mitopoiesi, credenze ebraiche, dottrine gnostico-cristiane: è vano quindi cercare una coerenza compromessa tra l’altro dallo stato frammentario in cui ci è pervenuto il libretto, dall’intrinseca farraginosità delle religioni sincretiche.

Resta, in ogni caso, un rimando al fenomeno precessionale di cui si può rintracciare qualche cenno anche, come si notava, nel vangelo di Luca, a dimostrazione che molte antiche fedi erano almeno in parte culti solari. Con ciò non intendo affermare che il Cristianesimo è un credo eliaco, sebbene l’influsso su di esso di una dottrina solare-precessionale come il Mitraismo sia indubbio, ma far notare come una piena intelligenza delle religioni non possa prescindere anche da un’enucleazione dei loro aspetti astronomici ed astrologici.

Note e fonti:

Scarterei l’ipotesi che il 12 rimandi ai corpi celesti conosciuti dai Sumeri sia perché ritengo che si tratti di una conoscenza ormai obliata nel II secolo d.C., periodo al quale risale il testo in esame, sia poiché il numero dei corpi celesti dell’antichissima popolazione mesopotamica non ha un collegamento con la precessione, fenomeno comunque noto anche ai Sumeri. Vedi Z. Sitchin, Il pianeta degli dei, Casale Monferrato, 1998. M. De Pieri, Il numero, 2005, ci rammenta il valore e le correlazioni del numero 12, che va considerato come 1+2=3. “12 erano le Tribù di Israele; 12 i discepoli di Gesù; 12 sono i frutti della Albero della Vita; 12 sono le porte della Città Celeste; 12 sono i pani presenti sulla Tavola del Tempio, a rappresentare i 12 mesi dell’anno; 12 le pietre preziose presenti sul pettorale di Aronne; 12 erano i Cavalieri della Tavola Rotonda; 12 i Pari di Carlo Magno”. Il 12 fu una cifra dal potente significato anche per i Templari. Vedi anche Enciclopedia dei simboli a cura di H. Biedermann, Milano, 1991, s.v. numero.

Luca, 10, 1. 7

Vedi Grande enciclopedia illustrata dell’antico Egitto, a cura di Edda Bresciani, Novara, 1998, 2005, sv. calendario.

D. Ulansey, I misteri di Mithra Cosmologia e salvazione nel mondo antico, Roma. Il testo svela il valore cosmologico del Mitraismo ed individua i nessi tra questa religione soteriologica ed il Cristianesimo.

Sui Mandei, vedi Enciclopedia delle religioni, Milano, 1989, s.v. Mandeismo nonché M. Pincherle, I Mandei Atlantidei tra noi, Diegaro di Cesena, 2003. Il carattere solare del Cristianesimo deve essere inteso, a mio parere, secondo la ratio che ispirò la riforma religiosa di Amenophis IV (1367-1359 a.C.), il faraone eretico, che vide nel disco dell’astro soltanto la manifestazione sensibile di un principio trascendente. Cfr anche Zret, Il cenacolo leonardesco: il Sole e la Vergine, 2006.

11 giugno, 2006

Perfezione

Si Deus, unde malum? (Agostino)

Il punto di vista di un profano

Molti scienziati e filosofi, ma soprattutto teologi, contemplando la mirabile armonia che impronta di sé l’universo, vi intravedono un progetto divino: la sezione aurea, la serie di Fibonacci, la geometria frattale sono le sigle di una mente sublime che ha concepito l’universo, dalle spirali delle galassie all’elica doppia del DNA. A tutto soggiace (o sembra soggiacere) un equilibrio meraviglioso: l’universo è davvero kòsmos, ossia ordine.

Un Dio ingegnere ha creato lo spazio ed il tempo, usando un linguaggio matematico di tale complessità che una sua soltanto parziale comprensione è prerogativa di quelle menti inclini ad elaborare concetti attraverso i numeri. Equazioni e matrici sono la struttura profonda della realtà, una realtà inconoscibile nella sua essenza, ma – dicono - perfetta.

In fondo tutti coloro che esibiscono compiaciuti tale perfezione ricordano il Dio descritto nel biblico Libro di Giobbe. Dio, di fronte all’atroce esperienza del dolore, è soltanto capace di mostrare allo sventurato Giobbe le sue magnifiche invenzioni: “Che delusione” – chiosa Claudel – “l’Architetto orgoglioso ci porta su e giù per le sue costruzioni”.

Georg Steiner nell’eccellente saggio Grammatiche della creazione, riflette sull’incoercibile impulso a creare che connota sia gli artisti sia l’Essere supremo: scavando nelle possibili cause delle manifestazioni artistiche più disparate, da Esiodo a Leopardi, mediante una serie di incursioni nel territorio di confine tra la filosofia e la fisica quantistica, Stirner fa echeggiare nel silenzio delle pagine scritte le perenni domande senza risposta sull’assurdo della condizione umana e sulla gratuità dell’universo. L’autore, al culmine di una climax di interrogativi, si chiede se “una colpevolezza, un'inimmaginabile irresponsabilità non sia inerente alla creazione divina. Pensate alla lenta morte di un bambino torturato”.

In un attimo questo dubbio fa tabula rasa di tutte le estatiche contemplazioni, dell’elucubrazioni di fisici e di pensatori sull’”armonia prestabilita”, sul male giustificato e spiegato con le antinomie della teodicea. Resta così il nocciolo duro dell’esistenza, dimensione irrazionale, caotica e lacerante, al cui cospetto gli uomini tutti ammutoliscono.

Mi domando se non sarebbe preferibile un Dio meno ferrato nelle discipline scientifiche, ma più partecipe della sorte del suo giocattolo rotto.