Intervista in giardino per Franco Zeffirelli: fra ortensie e magnolie, sollecitato da un più che adulatorio redattore, l’anfitrione, con modi ora burberi ora compiaciuti, nella quiete dell’ameno verziere, ha rievocato alcuni episodi e successi della sua carriera di scenografo, costumista e regista. Difficile immaginare un percorso professionale più inutile del suo: pellicole patinate, melodrammi lacrimevoli, oleografici adattamenti letterari. Tra tutte le pellicole, “spicca” il Gesù di Nazareth (sic), una fiaba dolciastra ed edificante, tratta da quel copione abborracciato definito vangelo.
L’artista ha anche snocciolato le sue opinioni sui giovani, che non sono più come quelli di una volta (che grande originalità!), sul deludente panorama politico italiano (1), sulle differenze tra cinema e televisione.
Alla fine, stando a Zeffirelli, sembra che l’essenza del cinema sia nella sua capacità di raccontare delle storie, per giunta con quel piatto verismo che connota molte produzioni. Raccontare le vicende della vita? La vita, quell’accozzaglia di casi insensati, di parole vuote e di vani progetti. Su tutto incombe qualcos’altro: il senso del fallimento e l’ombra dell’ultimo silenzio.
Restano soltanto gli zaffiri di Zeffirelli, diafani e scintillanti, ma falsi, come quelli tanto faticosamente accumulati nel corso della nostra miserevole esistenza.
(1) Meglio tacere di quell’istantanea in cui il cineasta è ritratto, mentre, con sguardo tra l’estatico e l’ebete, bacia una bandiera a stelle e strisce. La stupidità umana non ha limiti.
L’artista ha anche snocciolato le sue opinioni sui giovani, che non sono più come quelli di una volta (che grande originalità!), sul deludente panorama politico italiano (1), sulle differenze tra cinema e televisione.
Alla fine, stando a Zeffirelli, sembra che l’essenza del cinema sia nella sua capacità di raccontare delle storie, per giunta con quel piatto verismo che connota molte produzioni. Raccontare le vicende della vita? La vita, quell’accozzaglia di casi insensati, di parole vuote e di vani progetti. Su tutto incombe qualcos’altro: il senso del fallimento e l’ombra dell’ultimo silenzio.
Restano soltanto gli zaffiri di Zeffirelli, diafani e scintillanti, ma falsi, come quelli tanto faticosamente accumulati nel corso della nostra miserevole esistenza.
(1) Meglio tacere di quell’istantanea in cui il cineasta è ritratto, mentre, con sguardo tra l’estatico e l’ebete, bacia una bandiera a stelle e strisce. La stupidità umana non ha limiti.
concordo in pieno......
RispondiEliminami ha sempre deluso......
mi ero illusa che fosse intelligente....
e che non lo sia l'ha dimostrato in tante occasioni, con la sua boria infinita!
me ne torno "in clinica".......
tra le mie lucertoline,gechi,farfalline e nerissimi calabroni........
smak
angela
Ciao Angela, sarò ipercritico, ma proprio non mi piace né come regista né come persona. Ciao. Salutami gli animaletti.
RispondiEliminaBuona serata.